6 ~ Fuga dalle tenebre
SognodiCalendula's P.O.V
"Allora... Quali erano le erbe giuste? Ah, eccole..." borbotto tra me e me, afferrando le piante necessarie per il viaggio fino a Pietra di Luna.
I raggi infuocati di una timida alba illuminano le riserve di bacche ed erbe medicinali, giocando con le ombre e creando complesse geometrie. Lo scalpiccio che avevo udito al mio risveglio è svanito: dovevano essere i gatti che si preparavano ad andare in pattuglia.
Ora nell'aria altro non vi è che quiete.
Non si ode un fiato, né il suono di un respiro, come se una notte di luce avesse sostituito il giorno, e il suo silenzio avesse prevalso sul clamore consueto della vita diurna.
Dovremo fare piano, molto piano, per non essere scoperte.
Mi avvicino di soppiatto ad AcquadiSorgente, il cui fianco si alza e si abbassa ritmicamente, indice di un sonno sereno. Molto diverso rispetto al mio. Sollevo una zampa e la appoggio sulla sua spalla, per poi scuoterla con delicatezza. Emette un mugolio roco, senza aprire gli occhi, e io la agito con più forza.
"Svegliati, AcquadiSorgente. Dobbiamo andare" le sussurro in un orecchio.
"Dove? A caccia?" biascica, la voce debole e stentata, come se si stesse rivolgendo all'immagine effimera di un sogno, a una figura creata dalla sua mente addormentata.
"No, AcquadiSorgente. A Pietra di Luna" replico, sempre bisbigliando.
"Cosa?" Gli occhi della soriana grigia si spalancano di scatto, e il pelo sulla sua schiena si rizza. "Il Clan della Stella ti ha parlato? Ha un messaggio per me?"
"No, e in realtà il Clan della Stella è stato fin troppo silenzioso in questi giorni. Ho un po' di domande da rivolgergli, ma il motivo per cui ci dirigeremo a Pietra di Luna è un altro." Stringo le pupille, affondo gli artigli nel terreno e scuoto la coda, determinata. "È ora che il Clan del Tuono abbia di nuovo un leader."
"Ma sei matta?" sussulta AcquadiSorgente, alzandosi in piedi. "Se ArtiglioCremisi ci scoprisse..."
"Quel cuore di volpe non ci scoprirà, fidati. Basterà essere molto silenziose, e i suoi guerrieri non si accorgeranno di nulla. Guardali: dormono come sassi. Non si sono nemmeno accorti della partenza della pattuglia dell'alba. Incompetenti..." borbotto, ridacchiando.
"Sei sicura che funzionerà?" domanda ancora la felina, osservandomi con sguardo indagatore. "Non oso immaginare come ci ridurrebbe StelladelSilenzio se gli giungesse voce di questa nostra congiura..."
"Ma quale congiura? La nostra è una reazione legittima a questo assedio ingiusto. Non vedi che stiamo morendo di fame? L'ultima battaglia ci ha decimati, e i sopravvissuti stanno deperendo rapidamente. Presto non resteranno che occhi vitrei, grida spezzate, anime vaganti. E una pila di corpi scheletrici, ammassati alle zampe di un trionfante StelladelSilenzio. Vogliamo davvero darla vinta a lui e ai suoi scagnozzi? Onoriamo la morte dei nostri compagni caduti, e il loro sacrificio non sarà stato invano" dichiaro a bassa voce, per quanto sia difficile trattenere il grido di guerra che mi solletica la gola.
AcquadiSorgente abbassa le orecchie, comprendendo il mio evidente riferimento a StelladiGelso e GocciadiCristallo, un compagno e un figlio preziosi, morti per difendere il Clan, caduti per proteggere la libertà. Poi, qualcosa si accende nelle sue pupille, che si sollevano per fissarsi nelle mie. Non c'è bisogno di parole. Basta quel sussurro che i suoi occhi paiono emanare: "Facciamolo".
Con un sorriso che sa di vittoria le porgo le erbe da me selezionate, mormorando: "Mangiale. Ti daranno forza e impediranno alla fame di prendere il sopravvento".
Lei fa per obbedire, ma, prima di affondare i denti nelle foglie amare, mi guarda e dice: "E tu? Tu come farai a resistere alla fame? Sei più magra di un tronco nella stagione degli Alberi Nudi!".
"Non preoccuparti per me. Non sai quante di queste erbe ho dovuto ingerire in questi giorni per sopravvivere... Lo sanno bene Mantod'Ermellino e ZampadiLacrima, addette alla raccolta" replico, dando uno sguardo al mio fianco, dove le ossa sono ben visibili sotto il pelo ambrato.
"Se solo StelladiGelso fosse ancora vivo... L'avrebbe fatta pagare a quei cuori di volpe!" soffia AcquadiSorgente, masticando le piante e ignorando il loro gusto sgradevole.
Mi rallegro di fronte alla sua determinazione. "Gliela faremo pagare, mia leader. Lo prometto" dico, dandole un affettuoso colpetto con la coda.
Non appena finisce di mangiare, e dopo aver ingerito anche io qualche foglia, rivolgo un cenno alla soglia della tana, facendo segno di seguirmi. Lei annuisce e, con circospezione, aggiriamo i giacigli di muschio fino a giungere alla parete di rampicanti. La attraversiamo con un fruscio, che spero venga scambiato per un soffio di vento, e ci inoltriamo nella radura.
Sfuggenti come spiriti, percorriamo in corsa il territorio del campo, sfruttando le ombre oblunghe degli alberi per sfuggire a occhi inopportuni. Stiamo per raggiungere la foresta tenebrosa, quando uno spostamento d'aria attira la mia attenzione. Mi volto verso AcquadiSorgente, che scuote la testa, non capendo.
Facciamo ancora qualche passo, e un altro movimento furtivo si fa sentire. Mi immobilizzo, temendo che siano i guerrieri del Clan della Tenebra. Penso velocemente a qualche scusa da apportare nel caso in cui ci scoprano, ma quando odo il loro russare beato, mi tranquillizzo. Rivolgo un'occhiata alla soriana argentata e poi alla selva di fronte a me. Lei, compreso il messaggio, accelera e mi affianca.
Sempre nel più assoluto silenzio, adagiamo una zampa di fronte all'altra, come leopardi colti nell'atto di tendere un agguato. Un raggio d'ombra mi screzia il muso di nero. Gioisco internamente: è fatta.
"Ehi, ciao! Che state facendo?"
Una voce squillante mi fa rimbalzare il cuore in gola, e per poco non cedo alla paura. Tuttavia, riconosco subito quel tono gioviale, uno che avrei preferito non sentire in questo momento.
"ZampadiPassero! Cosa ci fai qui?" sussurro, osservando severa l'apprendista tigrata, che agita i baffi divertita.
Credevo che la perdita di entrambi i genitori l'avrebbe stravolta nel profondo, un po' come è avvenuto con FiammadiSperanza, e invece è rimasta la stessa, vivace ed energica ZampadiPassero. Certo, talvolta soffre ancora per gli avvenimenti trascorsi, ma il dolore pare essersi sensibilmente affievolito, almeno dal di fuori. Chissà però quanto tormento conserva ancora nel suo cuore, nascosto dietro un carattere frizzante e una risata coinvolgente!
"Oh, niente, gironzolavo..." mormora, colpendo una fogliolina con la zampa. "Ma perché sussurriamo?" chiede poi, ridacchiando.
"Non sono affari tuoi! Perché non sei andata con la pattuglia dell'alba?" replico, infastidita.
"Non ne avevo voglia. Volevo andare a trovare mia sorella, per tirarla un po' su di morale. È fantastico che stia per avere dei cuccioli, quando me l'ha detto quasi non ci credevo. Eppure adesso è così triste..." risponde, volgendo lo sguardo alla tana delle regine, da cui sbuca la coda fulva di FiammadiSperanza. "Mi spiace per GocciadiCristallo, ma sono sicura che lui la stia guardando dal Clan della Stella." La sua attenzione si sposta sul cielo tinto di rosso dall'alba. "E voi? Dove state andando?" domanda poi, a voce fin troppo alta.
Stringo i denti per l'irritazione e noto che anche AcquadiSorgente si è irrigidita, come se il semplice respirare potesse portare la situazione a precipitare.
"Oh, che è? Avete perso la lingua? Giocate al gioco del silenzio? Oh, io sono bravissima al gioco del silenzio! Quando mi ci metto nessuno mi batte! Dai, mettetemi alla prova! Dai!" esclama la gattina, saltellando sul posto.
Con tutto questo rumore è strano che non ci troviamo già accerchiati da una schiera di nemici pronti a saltarci alla gola.
"ZampadiPassero..." la rimprovero bisbigliando.
"E insomma! Cos'è tutto 'sto mistero? Non starete mica..."
La zittisco aggrappandomi a lei e mettendole una zampa sulla bocca. Lei geme e si dimena, ma non la lascio andare. Drizzo le orecchie in cerca del minimo movimento sospetto, del più piccolo respiro indesiderato, del più insignificante scalpiccio tra i rami. Che sia il volo di un tordo, o la corsa di un'arvicola, o il sussurro di una fronda, nulla sfugge al mio udito all'erta.
Tutto tace.
Tiro un sospiro di sollievo. Avevo ragione: le due guardie hanno il sonno così pesante che neppure l'ululato di un lupo li sveglierebbe.
ZampadiPassero affonda i denti nel mio cuscinetto e mi mordo le labbra per trattenere uno strillo acuto. "Ahia! Ma perché l'hai fatto?" mugolo, leccandomi la ferita dolorante.
"Perché mi soffocavi, cervello di topo!" replica lei, nervosa. "Ora posso sapere che vi prende?"
Sbuffo, ma questa volta non posso ignorarla: "No, ma se farai silenzio potrai accompagnarci. Intesi?".
La soriana stringe le pupille e si guarda attorno, furtiva: "Sarò silenziosa come un'ombra, astuta come una volpe, veloce come un...". Quando la fulmino con un'occhiata di fuoco, lei ammutolisce e mi rivolge un sorriso imbarazzato, strofinando a terra una zampa.
"Forza, andiamo" concludo, incamminandomi e prestando attenzione a non calpestare nulla che possa provocare schiocchi indesiderati.
Lo stesso rumore che emetterebbero le ossa dei nostri colli se la missione fallisse.
Corriamo nel bosco con le vite appese a fili di seta, rapide come se fossimo spettri, inseguite da un sentore di morte che non vuole sapere di abbandonarci. Ogni fruscio è un nemico che si muove tra i cespugli, ogni folata tra i rami un gatto pronto ad aggredirci dall'alto.
Un esercito di fantasmi ci sta alle calcagna, e noi da esso fuggiamo, come se fosse reale.
Siamo in fuga dalle tenebre.
La fatica non può essere contemplata, per quanto la mia magrezza mi abbia resa debole: la forza mi è donata dalla speranza, o forse più dal terrore. AcquadiSorgente è ancora più tesa di me: la sua coda fende l'aria e il suo muso non riesce a rimanere fermo. ZampadiPassero, al contrario, saltella allegra e canticchia sottovoce un irritante motivetto. Quasi immemore di ciò che questo atteggiamento già una volta aveva causato, come se i ricordi si fossero cancellati insieme alle ferite potenzialmente mortali, non si lascia scalfire nemmeno dalla tensione del momento.
Presto il fuoco dell'alba si dissolve, spento dalle acque cristalline di un mare azzurro e profondo, al cui centro galleggia un globo dorato, che con la sua luce abbagliante disegna riflessi multicolori sui nostri manti arruffati. AcquadiSorgente pare riflettere la luce come un ruscello, brillando al pari di quella stella che sta per diventare. Le sue iridi divengono schegge di diamante, mentre quelle di ZampadiPassero scintille di giada. Le mie, invece, non vengono percosse dai raggi iridescenti, e rimangono cave, smorte, opache.
Passano le ore, i nostri passi si fanno più lenti, le zampe più pesanti. Il sole si muove con lentezza, percorrendo una traiettoria fissata, proprio come noi, in equilibrio sui nostri destini.
Arriviamo a Bocca di Madre che il cielo è un abisso, vagamente illuminato da una coltre di stelle, più fioche del solito. L'entrata della grotta è rischiarata appena, e ciò accentua il contrasto con il nero dominante.
"Ma questa è Bocca di Madre! Bello! Potrò vedere Pietra di Luna?" domanda ZampadiPassero, euforica, ammirando estasiata il contorno della montagna, colpito da una fievole scia argentea.
"Già è tanto che tu sia potuta venire con noi. Resta qui e fai la guardia" le rispondo con severità.
"Io? Da sola?" Il sorriso sul muso dell'apprendista si smorza e un filo di timore le balugina nelle pupille, ma subito si spegne e ricompare il solito bagliore vivace. "D'accordo. Fate in fretta, però. Non mangio da questa mattina e ho così tanta fame che mi mangerei un tasso intero!"
"Che schifo..." penso tirando fuori la lingua. Richiamo AcquadiSorgente e insieme entriamo nella caverna.
Sbatto più volte le palpebre prima che la mia vista si adatti all'oscurità, e i sussurri che avevo percepito il giorno della mia nomina tornano a infastidirmi. Lo stesso terrore mi invade, lo stesso sospetto mi tormenta, la stessa sensazione di vulnerabilità mi formicola nelle vene. Inspiro e l'umidità che trapela dalle rocce gocciolanti mi penetra le narici.
"Sciocche illusioni..."
Scuoto la testa.
"Ma la morte di FiorediGrandine non è stata una sciocca illusione..."
Gonfio il pelo.
"E nemmeno la nostra lo sarà..."
Soffio.
"E la fine del Clan del Tuono, la rovina del Clan della Stella, la vittoria del Clan della Tenebra..."
Ringhio.
"Pura, purissima, realtà."
Ruggisco, incapace di trattenermi. La voce rimbalza sulle pietre, echeggia tra le ombre, facendole tremare.
Pensieri dolorosi, che fanno riaprire gli occhi su una verità che non può essere negata, per quanto abbia l'apparenza di un'illusione maligna.
Pensieri maledetti, funesti come il morso di un cane. Strappano il cuore dal petto e lo lacerano. Riportano a galla ricordi, spezzano la spavalderia, spengono ogni luce.
Pensieri imposti, conficcati nella mente da qualcuno che trama nel buio, tessendo trappole ingannevoli, scavando dirupi dove farci precipitare.
Pensieri, o ammonimenti?
Inganni, o minacce?
Arriviamo davanti a Pietra di Luna, e il suo fulgido splendore mi acceca come la prima volta che l'ho vista. AcquadiSorgente la fissa con un senso di devozione che le trapela dall'espressione, per poi chinare la testa con reverenza, come se già si trovasse al cospetto degli antenati, pronti a donarle le sue nove vite.
"Appoggia il naso contro la roccia e chiudi gli occhi. Farà un po' freddo, ma non temere: finirà presto" le spiego, indicando la superficie riflettente del cristallo.
La soriana grigia si acquatta e solleva lo sguardo su quello sprazzo di cielo nero che fa capolino tra le rocce. Le stelle si riflettono nei suoi occhi blu. "Sarò leader. Presto sarò leader" sussurra, tesa.
"Un'ottima leader" aggiungo, incoraggiante, invitandola a toccare il cristallo con un delicato colpetto del muso.
Il naso di AcquadiSorgente sfiora la superficie luminosa, le sue palpebre calano.
Mi accingo a fare lo stesso, speranzosa di poter ottenere delle risposte. I dubbi di PiantodelCielo, in fondo, ora sono anche i miei.
Mi appoggio a Pietra di Luna e chiudo gli occhi, aspettandomi di venire avvolta da un freddo paralizzante.
E invece, niente.
Non accade nulla.
Provo di nuovo, mi concentro maggiormente, ma sono sempre qui, stesa sul suolo duro, avvolta dallo splendore della pietra e dall'oscurità dilagante.
"No..." mugolo. Tento ancora, disperata, ma invano.
"No! No!" grido, con lacrime di terrore che mi pungono gli occhi. AcquadiSorgente mi fissa senza capire, le orecchie basse e il cuore martellante.
"Clan della Stella, rispondi! Non abbandonarmi!" Schiaccio il naso contro il cristallo fino a farlo sanguinare.
Nulla.
Le stelle tacciono.
Ed è con questa constatazione, che ritornano alla mente alcune, agghiaccianti parole.
"Quando le stelle taceranno, la belva oscura sarà tornata."
La profezia.
Quella ricevuta in sogno da FonteChiara.
"Allora è vero..." sussurro, sconsolata, guardando le stelle che brillano sempre più piano.
Il pericolo è tra noi, visibile, palpabile.
E ora, come ha detto PiantodelCielo, dietro le tenebre non ci sono più stelle.
Solo oblio.
~•~•~
Ecco un nuovo capitolo. Questo mi piace in maniera particolare, e spero che anche voi lo apprezziate. Come avete potuto leggere, il Clan della Stella è effettivamente in pericolo, come preannunciato nel sogno di PiantodelCielo. Ma cosa sarà successo? Che futuro attende il Clan del Tuono?
E la luce delle stelle tornerà a rischiarare la notte?
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