capitolo 19

Da più di una luna vagavo nel territorio dei bipedi. Ormai ero irriconoscibile: ero dimagrita e sotto il pelo arruffato e sporco si vedevano tutte le ossa. Per peggiorare la situazione la ferita alla spalla aveva fatto infezione e mi bruciava terribilmente. Una pioggia insistente mi aveva fatto inoltre venire una tosse fastidiosa e una febbre terribile. Ormai avevo perso l'orientamento e vagavo senza meta vicino ai nidi dei bipedi. Ero sfinita e a peggiorare la situazione arrivò la pioggia, di nuovo. Io corsi al massimo delle mie possibilità a rifugiarmi sotto un cespuglio. Mi stesi al riparo, quando un soffio irato e una zampata mi fecero scattare sulle zampe. Vidi un grosso soriano grigio ruggire:" Fuori, questo è il mio territorio!"
Io risposi:" Non ti arrabbiare, è inutile, me ne andrò quando smetterà di piovere. Tanto c'è spazio per entrambi. "
Lui sorrise beffardo:" Visto che ti ostini a non capire, credo che dovrai pagare una piccola multa dandomi un servizio, non so se mi spiego. "
Io ruggii e gli balzai alla gola gridando:" Mai! "
Lui era forte, ma , nonostante fossi ferita , all'inizio riuscii a morderlo con violenza sul muso. Purtroppo, proprio nel momento meno opportuno fui costretta a mollare la presa per un'accesso di tosse che mi fece bruciare i polmoni. Lui , approfittando del momento propizio affondò gli artigli nella spalla ferita, facendomi urlare dal dolore e dalla disperazione. Non ce la facevo più! Stavo per svenire e riuscii solamente a graffiargli una spalla con la forza di un cucciolo. Lui ghignò mentre, distrutta, cadevo a terra con un tonfo. Chiusi gli occhi, e pregai il Clan della Stella, non di salvarmi, ma di accogliermi, non come traditrice, ma come guerriera. Sentivo i suoi passi felpati e mi preparai al colpo. Al contrario sentii un soffio furioso e il rumore di una zuffa. Aprii a fatica gli occhi e vidi una gatta nera dagli occhi rossi mettere in fuga il soriano. Provai ad alzarmi, ma le mie zampe cedettero ed io, senza forze e tormentata dalle fitte violente alla spalla e al petto, svenni.

Quando riaprii gli occhi , scrollata con delicatezza ma anche un po di impazienza, vidi una gatta nera con un ciondolo azzurro che mi scrutava preoccupata. "SognoOscuro? S-Sei proprio tu? " sussurrai debolmente. Lei annuì, visibilmente sollevata , e mi diede una impaziente leccata tra le orecchie.
" Muoviti, dobbiamo andare! Appoggiati a me! " mi sollecitò con ansia. Io annuii e, appoggiandomi a lei, riuscii a rimettermi sulle zampe, tremante. Stavo per chiederle spiegazioni quando sentii l'odore del gatto che non avrei voluto più sentire : CuorediGhiaccio.

Angolo autrice: allora, che ne pensate? Spero vi sia piaciuto, oggi ho avuto un lampo d'ispirazione e quindi ho pubblicato prima del solito. Ciao e alla prossima!

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