capitolo 18
Mi svegliai la mattina con delle grida di terrore provenienti dalla radura al centro del campo. Mi alzai indolenzita e mi resi conto che CuorediTempesta ancora dormiva ed io decisi di non disturbarlo. Uscii dalla tana e mi diressi verso la Grande Roccia. Quel che vidi fu orribile: il mio leader riverso a terra, la gola squarciata e il sangue che ricopriva il suo manto candido. Io mi avvicinai e, resami conto che era nella trance di quando si perde una vita, lo annusai. Non sentivo altri odori tranne quello del sangue, quindi guardai gli artigli e riconobbi con sgomento il pelo grigio e nero di mio fratello. No... non poteva essere vero...
Gli altri guerrieri, svegliati dalle mie grida di terrore, mi si avvicinarono e, sgomenti e impauriti, chiamarono la sciamana che lo portò nella sua tana. Loro mi chiesero cosa era successo ed io risposi ai loro soffi aggressivi :" Non sono stata io, mi sono svegliata ed era già in quello stato! "
Loro non mi ascoltarono e il vice balzò sulla Grande Roccia e gridò:" MantoArdente, hai aggredito il nostro leader, ti condanno all'esilio! "
Le lacrime mi annebbiarono gli occhi e corsi via, maledicendo mio fratello. Corsi attraverso il territorio del mio ormai ex clan , fino a che non andai a sbattere contro qualcuno. Alzai gli occhi e vidi CuorediGhiaccio, coperto di sangue che mi guardava sorpreso. Io ringhiai furiosa e dissi:" Maledetto! Mi hanno esiliato per colpa tua! Ho visto il tuo pelo tra gli artigli di StelladiNuvola, quindi non negarlo! "
Lui sorrise e mi sussurrò :" Ma questo lo sai solo tu, una stupida esiliata. "
Poi mi morse la spalla e disse:" Ora, se non ti dispiace, fuori dal MIO territorio. "
Io ruggii, furiosa, e gli balzai addosso , piena di rabbia. Ma, in quel momento, sentii qualcosa di pesante mi atterrò e mi morse la schiena. Intravidi un manto candido mentre, con un possente strattone, mi liberavo dall'odiosa presa. " ZampaCandida! Che ci fai qui? "
Lei mi guardò altezzosa e disse:" VolpeCandida , se non ti dispiace!"
Ringhiai e mio fratello ruggì:" Vattene, esiliata! Tanto non mancherai a nessuno! "
Io, umiliata, mi voltai di scatto e corsi attraverso gli ultimi metri che mi separavano dal territorio dei bipedi, balzando poi sulla staccionata del primo giardino, e correndo il più lontano possibile da quel mostro che una volta chiamavo fratello. Ormai non mi importava più di vivere o di morire, perché ormai... ero morta dentro.
Angolo autrice: ok , non uccidetemi, vi prego, MantoArdente tornerà (o forse no) . Al prossimo capitolo!
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