La volpe e la ghianda
MusodiVolpe
"Ho fame!" ringhiò un apprendista, mentre uno dei guerrieri trasportava un grasso tordo al nido.
Il vice Tempestad'Erba gli dette un morso d'avvertimento e soffiò: "Le regine devono essere nutrite per i cuccioli!"
MusodiVolpe osservò i due gatti litigare, poi alzò gli occhi al cielo e si allontanò, osservando la pila di prede. Non era male, ma quelle più grasse venivano consegnate alle regine e agli anziani, mentre ai guerrieri e agli apprendisti toccavano quelle magre.
MusodiVolpe era abituata a mangiare meglio, ma non si lamentava come quello sciocco apprendista. Il suo fisico era magro, vero, ma agile, muscoloso e flessuoso. Le piaceva così. Il suo pelo arancione luccicava e faceva tremare gli avversari anche da lontano.
La sua somiglianza con una volpe era quasi innaturale: da piccola aveva appena il muso allungato e la coda folta, ora invece aveva assunto movimenti più flessuosi, il pelo le si era allungato e i tratti del muso erano più affilati.
VolodiBombo, lo sciamano, aveva ipotizzato che una volpe si fosse reincarnata in lei, ma non l'aveva detto con disprezzo, anzi con soddisfazione.
MusodiVolpe era fiera di come era fatta, e si vantava del suo eccezionale manto.
Si avvicinò a un gatto grigio scuro dagli occhi azzurri e si sedette accanto a lui.
Il guerriero stava osservando i gatti del campo. "Sarebbe il caso di farla finita." soffiò con disprezzo.
"Mia madre sta riflettendo sul da farsi. Tranquillo, PiumadiCorvo."
Il gatto scuro sbuffò sonoramente. "Un corno! Perché mai dovrebbero rubarci le prede in questa stagione? Sono curioso di arrivare a quella degli alberi nudi."
MusodiVolpe sbadigliò e si stiracchiò, non preoccupandosi di sembrare cafona. "Io non ho paura del Clan della Tenebra, né del Clan della Neve."
"Sciocca. Dopo tutto quello che hanno fatto. Hai combattuto anche tu."
"Sì sì..."
MusodiVolpe ricordava le lune da apprendista, passate a combattere una delle più grandi guerre della foresta. Era terminata poche stagioni prima, ma la giovane continuava a sentirne il sapore adrenalinico sulla lingua.
"Sei sempre la solita." commentò risoluto PiumadiCorvo "L'influenza degli altri Clan è stata troppo forte."
"Se ciò mi ha resa quel che sono allora ne sono orgogliosa." ribattè a tono lei.
Era cresciuta nel campo del Clan del Cielo, tra i gatti del Clan del Sangue, entrando in contatto con guerrieri del Clan del Fiume e del Clan del Tuono. Il suo carattere e il suo comportamento erano differenti da quelli risaltanti nel Clan del Vento, ma a lei non importava. Era così, e non ci vedeva niente di sbagliato.
Si alzò stizzita e si allontanò da PiumadiCorvo, sentendolo fare le fusa divertito.
MusodiVolpe rizzò il pelo ma lo ignorò, camminando verso il limitare del campo. Voleva andare a caccia, almeno non avrebbe ascoltato lamentele così inutili.
Non riteneva giusto che altri Clan rubassero loro il cibo, ma c'erano prede a sufficienza, sua madre StelladiFuoco, la leader, avrebbe trovato una soluzione, altrimenti avrebbero combattuto per una giusta causa, e tutto sarebbe tornato come prima. Quel timore era solamente condizionato dalla passata guerra, e MusodiVolpe sapeva che nel campo la fame non era più di prima. Nel Clan del Vento erano tutti sani in quel periodo e ben nutriti.
Il Clan della Tenebra aveva spesso problemi di cibo, e StelladiFuoco era ragionevole, forse, con l'aiuto di altri Clan, sarebbe riuscita a gestire StellaOscura.
Quanto al Clan della Neve, MusodiVolpe si fidava della leader StelladiGhiaccio, l'aveva conosciuta, e in effetti le pareva strano che il suo Clan entrasse nella faccenda.
Prima che MusodiVolpe uscisse dalla barriera di ginestre, si sentì toccare al fianco. Si voltò per incrociare gli occhi severi del fratello BalzodiConiglio, un gatto alto e bianco pezzato.
"Sì?" fece MusodiVolpe formale.
Col fratello aveva un rapporto stretto, ma da un po' lui si comportava come uno con la puzza sotto il naso, sempre serio e saccente.
Al contrario MusodiVolpe era scatenata, curiosa, attiva, sempre pronta a scherzare.
Per questo a volte faceva la seria con lui per canzonarlo, ma ogni volta sentiva come se un porcospino le avesse punto il petto: era consapevole del fatto che BalzodiConiglio fosse geloso di lei, della sua forza e della sua astuzia. L'aveva capito al volo, e lei aveva cercato all'inizio di elogiarlo nelle sue missioni, perché dopotutto anche lui non era male. Ma, vedendolo insistere a mantenere quell'atteggiamento, aveva deciso di lasciarlo fare.
"La leader vuole vederti." disse lui guardandola dall'alto al basso.
MusodiVolpe sbuffò mentre lo seguiva. 'La leader è nostra madre... Non è che fai più bella figura a comportarti come un vanitoso cuore-freddo del Clan della Neve.' pensava irritata MusodiVolpe.
BalzodiConiglio la condusse alla tana della madre, una bella gatta nera, che li accolse con fusa sonore.
MusodiVolpe ricambiò, ma BalzodiConiglio rimase come sempre impassibile.
"Ho un compito per te." fece StelladiFuoco alla figlia "Potresti portare un messaggio al Clan della Neve e al Clan della Tenebra?"
MusodiVolpe iniziò a zampettare sul posto, entusiasta. "Certo!" squittì come una cucciola.
"Devi dire loro di smetterla di cacciare nei nostri territori. Pensavo di chiederlo durante il Raduno, ma preferisco non fare troppa scena ora che c'è la pace. Voglio dare loro una possibilità."
"D'accordo." fece MusodiVolpe, impaziente.
"Ti preparo la scorta..."
"No no, non ne ho bisogno!" si affrettò a dire la guerriera.
StelladiFuoco la guardò scettica. "Non voglio rischiare..."
"Avanti! Mi toccherà aspettarli! Saprò cavarmela! Anzi, forse se vado da sola capiranno che non vogliamo grane."
StelladiFuoco la squadrò valutando l'opzione, e sbuffò esasperata. "Non cambierai mai. Almeno lascia che BalzodiConiglio venga con te. Siete entrambi velocissimi."
MusodiVolpe guardò il fratello con disapprovazione. "Sarà una noia!"
BalzodiConiglio rizzò il pelo e, senza dire niente, si avviò verso l'uscita.
MusodiVolpe si affrettò a seguirlo saltellandogli intorno dispettosa.
Una volta fuori, la giovane si accucciò davanti a lui e scosse la coda. "Allora?"
BalzodiConiglio la ignorò e fece per superarla, ma lei lo bloccò di nuovo.
Il gatto pezzato grigio allora si accucciò. "D'accordo."
"Incredibile! È il volere del Clan della Stella!" esclamò lei.
Si posizionò accanto a lui e, al Via, scattarono in avanti.
MusodiVolpe mosse le zampe a tutta velocità, e la bocca le si allargò in un sorriso di gioia mentre il vento le sferzava il pelo. Il suo ciuffo biondo volteggiava, le zampe quasi non toccavano terra, l'erba si piegava al suo passaggio.
Urlò felice, libera, mentre la coda andava in su e in giù.
Raggiunse la zona più alta della brughiera e osservò la foresta più avanti, il Sentiero del Tuono poco lontano, Pietre Alte alla sua sinistra, il fiume limpido.
Il vento le andava contro il muso, e lei si sporse in avanti, lasciandosi andare e facendosi sostenere.
Rideva forte, e urlò: "IO-SONO-MUSODIVOLPE!"
Osservava quella zona tutta da correre, piena d'erba, ventosa. Avrebbe voluto correre per sempre, urlare il suo nome fin quando non le fosse bruciata la gola, parlare col vento.
Eppure, era un gioco che poteva fare poche volte. Né suo fratello, né altri compagni guerrieri, nemmeno gli apprendisti trovavano quelle azioni divertenti e portatrici di serenità. Lei era l'unica ad apprezzare quei doni in quel modo. L'unica a non preoccuparsi troppo degli altri Clan, della fame. Eppure lei stessa aveva combattuto quando era apprendista. E proprio per questo ora si godeva la pace meglio che poteva. Ma non poteva condividere quelle emozioni con nessuno.
Pensava spesso, in quel punto, osservando quella microscopica parte di mondo che lei conosceva, che esistesse un luogo simile, dove avrebbe potuto divertirsi in quello stesso modo, ma con gatti con cui giocare e vivere quegli attimi. Capiva che non sarebbero mancati i problemi, ma secondo lei si sarebbero affrontati meglio anche con momenti di svago.
A volte si sentiva troppo diversa, e non era un male per lei esserlo, ma desiderava qualcuno che, almeno per quei desideri, fosse come lei.
BalzodiConiglio la superò con un salto e scese verso la foresta.
MusodiVolpe si affrettò a seguirlo. Un gatto normale sarebbe sicuramente inciampato a quella velocità in discesa, ma MusodiVolpe era tutt'altro che normale. Faceva salti enormi, atterrando sempre su quattro zampe, e in breve raggiunse BalzodiConiglio.
Continuò a sfrecciare, fin che non giunse alla conca di Settealberi e vi entrò.
Si fermò a riprendere fiato, e intanto rideva contenta.
BalzodiConiglio la raggiunse affaticato e si fermò a testa bassa. "Hai... Hai vinto..."
"Già..." Lei continuava a ridere.
Era sfinita ma rilassata. Si buttò a pancia in su a riposare, e continuando a ridere.
Vide BalzodiConiglio lì accanto, e incredibilmente scuoteva i baffi ed emetteva fusa.
"Sai ridere?" fece lei.
BalzodiConiglio scosse la testa divertito e osservò il territorio del Clan della Neve. "Andiamo?"
"Arrivo, un attimo..." sospirava lei, ancora scossa dalle risate.
"Non metterci troppo."
BalzodiConiglio risalì per la conca e sparì tra gli alberi.
MusodiVolpe si calmò, ma prese qualche momento per non lasciar sfuggire quella sensazione che amava: la libertà.
Guardò il cielo tra le chiome delle grandi querce e si rivolse a un'antenata: "Ehi, eri così anche tu, StellaLibera?"
NasodiGhianda
NasodiGhianda cadde a terra e fece saltare sul suo petto Selva, che squittiva divertita.
Tempesta poggiò le zampe sulla fronte del guerriero, mentre Viola gli mordeva le gambe.
NasodiGhianda faceva a sua volta le fusa, e si rotolava a destra e a sinistra, stringendo a sé Selva, che iniziò a urlare e ridere.
"Piccoli!" si sentì chiamare da fuori.
"È tornata!" esclamò contenta Viola, precipitandosi fuori dal nido prima dei fratelli.
NasodiGhianda si alzò e li seguì, e vide i tre cuccioli strusciarsi contro una bella gatta color sabbia, con una macchia bianca sul petto e un ciuffo allo stesso modo chiaro.
Mi guardò grata, con i suoi particolari occhi azzurri cerchiati di viola. "Grazie, NasodiGhianda."
Il guerriero scosse la coda e rispose: "Figurati. Sono simpaticissimi, OcchioAzzurro." Le si avvicinò poco e si sedette. "Novità?"
"No. È tutto tranquillo."
Un gatto nero dagli occhi scurissimi si avvicinò e osservò i piccoli con amore. "NasodiGhianda, grazie."
"È un piacere, L'Ombra."
"NasodiGhianda!" sentirono ruggire.
Lui strinse i denti e rizzò il pelo mentre tutto il Clan si voltava incuriosito a guardarlo.
Si sbrigò a raggiungere la tana del leader e si affacciò all'interno. "Che hai da urlare, StellaOscura?"
Un gattone grigio scuro dal pelo lungo lo guardò invitandolo con la coda a entrare. "Ti stavo semplicemente chiamando."
NasodiGhianda prese un sospiro di sollievo. "Pensavo ce l'avessi con me." Entrò e si sedette. "Eviteresti di farti sentire?"
StellaOscura si pulì i baffi con una zampa. "Tuo fratello LaMacchia ci avrebbe riso su."
"La smetti di nominarlo? Nemmeno so chi è. E comunque non è mio fratello." aggiunse NasodiGhianda con uno gnaulio.
StellaOscura ridacchiò amaramente. "Scusami tanto. È che mi manca e mi fa bene parlarne. Ma dovrei lasciarti in pace."
NasodiGhianda scosse la testa e li si avvicinò ancor di più, fin che i loro manti non si toccarono. "Tranquillo, non devi scusarti."
StellaOscura fece cavernose fusa e si alzò scuotendo la coda.
NasodiGhianda capì all'istante e balzò in piedi.
Il leader si voltò di scatto allungando la zampa, e il giovanotto l'afferrò, buttando a terra l'anziano.
StellaOscura miagolò: "D'accordo, ottimo lavoro."
NasodiGhianda sbuffò: "Sei vecchio."
"Chiudi il becco!" lo riprese quello "Ho ancora ben sette vite."
NasodiGhianda rise.
Quel gatto era suo padre. Anche se non avevano un vero legame di sangue, StellaOscura si era sempre comportato come un genitore.
Quando era diventato apprendista gli era stato raccontato che i suoi veri genitori in realtà erano dei solitari delle montagne, intervenuti per amicizia nella guerra di poco tempo prima. NasodiGhianda era nato in quel periodo, ed era un cucciolo debole. Perciò sua madre, CodadiNoce si chiamava, aveva preferito affidarlo a un Clan piuttosto che rischiare la vita del figlio durante il viaggio di ritorno.
NasodiGhianda era comunque cresciuto forte e adesso era uno dei guerrieri più muscolosi e resistenti del Clan della Tenebra. Presto avrebbe raggiunto d'altezza StellaOscura, grosso e alto.
NasodiGhianda si era dimostrato un potente combattente, degno di fiducia e rispetto. Lui se ne vantava parecchio, e il suo atteggiamento gli aveva procurato qualche antipatia da parte dei compagni di Clan. Ma lui ci faceva poco caso. Aveva degli amici, e non li avrebbe sostituiti affatto.
NasodiGhianda era sicuro che tutti fossero invidiosi di lui: dopotutto non aveva antenati di Clan, e dal cucciolo più debole era diventato il guerriero più forte.
Nemmeno StellaOscura ormai riusciva più a batterlo.
OcchioAzzurro era la vice, vero, ma NasodiGhianda sperava che un giorno quel ruolo spettasse a lui, seguito dalla leadership.
StellaOscura lo guardò bonario e disse: "Fa' qualcosa di costruttivo e va' a fare la ronda di dopo pranzo."
"Ho fatto qualcosa di costruttivo." ribattè lui offeso nell'orgoglio "Ho badato ai piccoli di OcchioAzzurro e L'Ombra. Tu piuttosto perché 'hai nominata vice se deve ancora stare nel nido?"
"I piccoli sono stati svezzati. E ora che mi ci fai pensare è giunto il momento che diventino apprendisti." osservò il figlio adottivo con interesse "Vorresti addestrare uno di loro?"
NasodiGhianda drizzò contento le orecchie. "Ovvio!"
"Sappi che non è una cosa da prendere alla leggera. E non voglio che ci siano altri guerrieri con atteggiamento pomposo."
NasodiGhianda rizzò il pelo irritato. "No." si costrinse a dire per non fargli cambiare idea.
Soddisfatto, StellaOscura uscì dicendo: "Bene, vieni, così farai la ronda con uno di loro."
NasodiGhianda lo seguì entusiasta e, mentre il leader chiamava a sé il Clan, il guerriero si sistemò il pelo marrone delle guance e quello più chiaro del petto.
StellaOscura iniziò a dire: "È tempo che siano nominati nuovi apprendisti. OcchioAzzurro, falli venire davanti a me."
OcchioAzzurro, sorpresa, spinse i suoi figli, che miagolavano tra loro elettrizzati.
StellaOscura si rivolse a Viola: "Viola, di fronte al Clan della Stella, io ti nomino apprendista ZampaViola. Il tuo mentore sarò io."
La micina nera scosse la coda soddisfatta e toccò il naso del leader, posizionandoglisi accanto.
StellaOscura continuò: "Tempesta, di fronte al Clan della Stella io ti nomino apprendista ZampadiTempesta. Il tuo mentore sarà L'Ombra, che possa insegnarti a essere severo ma giusto."
ZampadiTempesta si avvicinò contento al padre.
"Selva, di fronte al Clan della Stella io ti nomino apprendista ZampadiSelva. Il tuo mentore sarà NasodiGhianda, che possa insegnarti a essere forte e coraggiosa."
ZampadiSelva si voltò verso di lui e gli corse incontro. Il suo nasino toccò quello di lui, dai particolari colori riconducenti a una ghianda, da qui il suo nome.
Mentre tutto il Clan urlava i nomi dei nuovi apprendisti, NasodiGhianda si avviò fuori dal campo, con ZampadiSelva alle costole.
"Che facciamo?" chiedeva saltellando.
"Ho un turno di ronda, così ne approfitto per mostrarti il territorio. Iniziamo da Settealberi, la zona migliore."
Iniziò a correre più piano possibile, di modo che la gattina riuscisse a stargli vicina.
Attraversarono la zona di terra scura, e quella più fangosa.
NasodiGhianda si fermò e ZampadiSelva andò a sbattergli alla zampa, cadendo all'indietro.
NasodiGhianda scosse i baffi, pensando che lui non avrebbe mai fatto una figura simile. Indicò all'apprendista una pozza di fango.
"Attenta," la mise in guardia "quelle sono terre-ingoiatrici. Se ci finisci affondi e non torni più su."
ZampadiSelva rabbrividì osservando con occhi impauriti quella terra pericolosa.
NasodiGhianda camminò di lato, balzò su un tronco lì vicino e attraversò tranquillamente l'ostacolo.
ZampadiSelva tremava con gli artigli affondati nella corteccia, e per un attimo NasodiGhianda ebbe il terrore di vederla cadere.
Quando la gattina lo raggiunse, il guerriero si trattenne dallo sbuffare. 'Dovrebbe stare più attenta.'
Tornò a correre verso Settealberi, fin che non raggiunsero il Sentiero del Tuono.
Si avvicinò alla striscia puzzolente e il pelo subito venne sferzato dal passare di un mostro.
ZampadiSelva gridò terrorizzata.
NasodiGhianda la ignorò e si diresse a destra, fin che non raggiunse un punto nascosto sotto il sentiero: era un passaggio sicuro.
"Vieni." borbottò NasodiGhianda "Per oggi attraversi di qui." Mentre la gattina entrava sollevata lui continuò: "Ma dovrai imparare ad attraversare quel sentiero. Non sempre avrai il tempo di raggiungere questo passaggio."
I due strisciarono sotto il Sentiero del Tuono. NasodiGhianda era così grosso che le spalle sfioravano le pareti.
Tornati all'aria aperta, NasodiGhianda si lanciò di nuovo in avanti.
A un certo punto non sentì più ZampadiSelva dietro di sé e si fermò.
"NasodiGhianda!" urlava la piccola da lontano "Mi sono incastrata!"
Il guerriero si affrettò a tornare indietro ringhiando impaziente, e trovò l'apprendista con una zampa sotto una radice sporgente.
La liberò e la mandò avanti nella corsa.
Fece per seguirla, ma qualcosa gli cadde addosso, colpendogli forte la testa.
La vista gli si annebbiò e cadde.
"NasodiGhianda, accetti di essere il Guerriero?"
NasodiGhianda si guardò attorno, confuso. "Chi è?" domandò brusco.
"Accetti di essere il Guerriero?"
NasodiGhianda vedeva solo blu e stelle. "Clan della Stella?" mormorò "Sono morto?"
"Accetti di essere il Guerriero?"
"Cacca-di-topo!" imprecò lui irritato "Sono già un guerriero!"
"Accetti di essere il Guerriero?"
NasodiGhianda ringhiò. "D'accordo... Sì, sì, accetto molto volentieri."
Ci fu un'esplosione di scintille marroni, e la stessa voce risuonò: "Hai accettato la strada del Guerriero: il Guerriero è colui che combatte per difendere chi ama, che segue il suo cuore, che dimostra la propria forza per il bene...
La tua strada... è stata scelta... da te..."
NasodiGhianda aprì gli occhi massaggiandosi la testa.
Accanto a se vide un ramo spezzato carico di ghiande.
'Fortuna che ho la testa dura...' pensò dolorante.
Traballò in avanti e, senza accorgersene, raggiunse Settealberi.
ZampadiSelva non era lì, né il suo odore.
'Oh no... Dov'è finita?' si lamentò tra sé.
A un certo punto, al centro della conca, NasodiGhianda vide un pelo rossiccio luccicare.
Rizzò il pelo: una volpe!
Ma l'odore non era quello... Anzi, sentiva odore di gatto... Clan del Vento...
Si sporse un po' di più e riuscì a vedere, sdraiata sulla schiena, una piccola volpe dal fisico longilineo, che stiracchiava le sottili zampe verso l'alto, sul muso la percorreva un sorriso gioioso.
"Per tutti i petali di fiore, è stupenda..." si ritrovò a mormorare NasodiGhianda. Subito dopo però si riscosse e pensò: 'Quella botta è stata così forte da farmi trovare gli altri animali attraenti?'
La volpe si tirò su e lanciò un miagolio di gioia, e NasodiGhianda strabuzzò gli occhi quando capì che era una gatta.
Tirò un sospiro di sollievo e si affrettò a buttarsi nella conca.
La gatta si voltò sorpresa verso di lui e assunse un'espressione guardinga.
"Ciao." salutò allegro NasodiGhianda.
Lei si spostò il folto ciuffo giallo dagli occhi con un soffio sfrontato e salutò: "Ciao."
NasodiGhianda la osservò dalla punta delle orecchie alla punta della coda: era stupenda, diversa, attraente. La parte sinistra del muso riportava una macchia simile al profilo di un muso di volpe; al collo portava uno strano oggetto luccicante da Bipede, e lo stesso, più piccolo e giallo, incastrato nell'orecchio.
"Chi sei?" domandò lei.
"NasodiGhianda." rispose lui con fierezza, mettendo in mostra il possente petto "E tu?"
"MusodiVolpe..."
NasodiGhianda scosse i baffi. "Non ho mai visto una gatta come te. Per un attimo mi sei sembrata una volpe."
"Faccio questo effetto." sibilò lei.
"Da dove vieni?" domandò NasodiGhianda scuotendo seducente la coda.
"Clan del Vento."
Il guerriero sentì una fitta al petto. "Io dal Clan della Tenebra."
MusodiVolpe rizzò le orecchie. "Bene. Dovevo proprio parlare con il vostro leader. Mia madre, StelladiFuoco, manda un messaggio."
"Tutta da sola?"
"C'è mio fratello!" soffiò acida "Si è avviato nel Clan della Neve."
NasodiGhianda sghignazzò. "Mio padre sarà felice di ascoltarti."
"Tuo padre?" domandò lei "StellaOscura?"
"Esatto. Qual'è il problema?"
"Non devo dirlo a te." lo scansò MusodiVolpe mentre lui le si avvicinava.
NasodiGhianda la annusò distante. "Non ti ho mai vista prima ai Raduni..."
"Ci sono tanti gatti."
"Hai un odore familiare..."
MusodiVolpe lo squadrò fin che non esclamò: "Ma sei Ghianda! Il figlio di CodadiNoce e Artù!"
NasodiGhianda la guardò sorpreso.
"Sei nato nel Clan del Cielo." spiegò divertita "Mi ricordo che eri una pulce. Per tutti i tifoni, sei cambiato parecchio!"
NasodiGhianda si sentì alquanto imbarazzato a quello scoperta, ma non lo diede a vedere. "Sono il guerriero migliore del mio Clan."
"Certo..." sbuffò sarcastica lei "Ora devo andare."
"Ti aspetto al confine col Clan della Neve." disse convinto NasodiGhianda.
"Come?"
Il guerriero emise sonore fusa, provando di nuovo ad avvicinarsi.
MusodiVolpe rizzò il pelo e gli lanciò una zampata.
NasodiGhianda fu colpito alla guancia, ma non si smosse né provò molto dolore.
"Siamo di due Clan diversi!" ringhiò MusodiVolpe, provando di nuovo a fargli male.
NasodiGhianda non provò alcunché da quelle zampette.
"Sono duro come una roccia." la prese in giro lui.
MusodiVolpe si irrigidì e tremò, poi si avviò a testa alta verso il Clan della Neve. "Tanto non volevo farti davvero male." inventò.
NasodiGhianda la guardò andar via affascinato, poi tornò nel suo territorio.
ZampadiSelva stava arrivando in quel momento, e quando lo vide fece le fusa. "Mi sono persa."
"D'accordo..." mugolò lui con la testa tra le nuvole "Vieni con me."
Autrice
Ecco vecchi personaggi cresciuti. Che ne pensate?
E OcchioAzzurro la conoscete? E i suoi piccoli? Vengono dalla storia di chichi108_90.
Bene, spero che il capitolo vi sia piaciuto.
A presto :3!
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top