Il desiderio di MezzaLuna

CuorediDrago
"Scusa, piccola, ma mi sembri un po'..."
Zampad'Ossidiana ringhiò scuotendo la coda: "Pazza?"
CuorediDrago appiattì le orecchie. Nonostante quell'apprendista fosse più piccola di lui non poteva fare a meno di provare timore sotto il suo sguardo grigio. "B-beh... Pazza è una parola grossa... Direi più... Ehm..."
"Oh, cervello-di-topo! Smettila di confabulare e rispondi!"
CuorediDrago scosse le orecchie, iniziando a irritarsi, e scambiò un'occhiata con BiancoSogno. "Ti ho già risposto." fece poi "Non cambierò idea."
Zampad'Ossidiana ringhiò ancora. "Voi idioti! Vi odio! Non pensate che vi seguirò!" Ruggendo furiosa salì su per la conca e rientrò nel territorio del Clan della Neve.
CuorediDrago sospirò e si rivolse all'amico: "Che caratterino..."
BiancoSogno abbassò le orecchie "È un peccato che non venga con noi."
"Che?" gnaulò confuso CuorediDrago.
"Beh, sa tirare fuori gli artigli ed è feroce, ci sarebbe stata utile."
L'altro borbottò: "Sì, forse..."
BiancoSogno lo guardò spaventato "Allora domani all'alba, eh?"
CuorediDrago annuì appena. "ZannaFiammeggiante?" domandò.
BiancoSogno guardò verso il suo territorio a testa bassa e mugolò: "Ce l'ha con me, ma verrà." Tornò a guardare l'amico e aggiunse: "Anche ZampadiDuna."
"Bene. Io, te, ZampadiDuna, ZannaFiammeggiante, Animad'Incendio, NasodiGhianda, ZampaChiazzata, MusodiVolpe, ZampadiFango, ZampaFredda, AuroraBoreale, ZampaBianca..."
"Allora verrà anche lei. E ZampadiCacao?"
"Si, pure lei. E ovviamente CristalloAstrale. Lo ammetto, ho accettato più perché da mezza luna mi guarda come se volesse tagliarmi la coda."
BiancoSogno riuscì a ridacchiare, poi tornò serio e disse: "Penso che CodadiTè verra. Mancherebbe solo Zampad'Ossidiana."
"Chissà chi la sostituirà." miagolò CuorediDrago, poi pensò ad alta voce: "Chissà se quella gattina arriverà in tempo..."
BiancoSogno capì subito: "Intendi Giglio? Ci pensavo anch'io."
"Beh, comunque ha il suo antenato a guidarla." sospirò l'altro. Guardò l'amico e chiese: "Verrai al Raduno?"
BiancoSogno scosse timidamente la testa "Vorrei tanto salutare mio padre, ma quando ho raccontato tutta la storia a SognoOscuro, ne è rimasta demorallizata. Non se la sente di andare al Raduno stasera dopo quel che è successo durante l'incendio. Perciò rimarrò con lei."
CuorediDrgo annuì comprensivo "Se domani raggiungi un po' prima il territorio del Clan del Sangue, porterò BiancoSiero e potrai salutarlo."
BiancoSogno lo guardò con gratitudine "Grazie, amico. I tuoi genitori?"
CuorediDrago fece una smorfia. Non era stato facile, e ancora doveva parlarne ai fratelli.
BiancoSogno gli toccò la spalla col naso per confortarlo, e l'amico strizzò gli occhi riconoscente.
"VoloBuio?"
BiancoSogno sbuffò amaramente "Domanda di riserva?"
"FuriadiPantera e ZannadiTigre?"
BiancoSogno sospirò forte e scosse il capo.
Semplici gesti che tra quei due amici bastavano a capirsi.
CuorediDrago sentì tutto il peso di quel difficile momento, e sapeva che la sensazione sarebbe peggiorata una volta iniziato il viaggio e essersi messo a capo del suo Clan.
Si guardò alle spalle, verso il territorio che amava, e pensò a quanto desiderasse passare gli ultimi attimi con i suoi eroici genitori, i suoi adorati fratelli, i suoi fantastici amici e parenti... e la bella MezzaLuna...
"Ti mancherà tanto..." miagolò BiancoSogno.
CuorediDrago rizzò il pelo dall'imbarazzo e scoccò un'occhiata obliqua all'amico. "Non leggermi nel pensiero."
BiancoSogno gli dette un colpetto amichevole "Va' a casa. Ci vediamo domani all'alba."
CuorediDrago annuì e si guardò attorno. La conca di Settealberi. Ci sarebbe tornato quella notte, ma non con il suo amico.
Il luogo dove si erano incontrati e si erano divertiti un sacco per tutte quelle lune.
Ricordò il primo incontro: aveva visto BiancoSogno, allora uno scricciolo più di adesso, allenarsi da solo a rincorrere le foglie. CuorediDrago era nei dintorni per cacciare, per la prima volta da solo, e si era avvicinato per vedere com'era la conca di giorno. Allora aveva visto il micio del Clan del Tuono, che ruzzolava su sé stesso goffamente.
CuorediDrago era sceso ad aiutarlo e BiancoSogno aveva riprovato alcune mosse, ma senza successo.
CuorediDrago lo aveva preso in giro amichevolmente e lo aveva intimato di farsi avanti, ma BiancoSogno aveva esitato e, dopo molte insistenze da parte dell'altro apprendista, gli aveva raccontato dei suoi poteri.
CuorediDrago ne era rimasto affascinato e lo aveva tranquillizzato, gli era saltato addosso e si erano messi a giocare alla lotta.
E avrebbero lasciato quel posto per sempre...
"Anche io devo andare." fece BiancoSogno.
CuorediDrago lanciò un'occhiata al sottobosco sopra di loro "Com'è la situazione del territorio?"
BiancoSogno fece spallucce "Per fortuna ha iniziato a piovere subito e il fuoco ha avuto il tempo di bruciare appena gli alberi presso il burrone. Niente si è propagato, e per fortuna il Clan del Cielo non ha dovuto pensarci. Tutti temevano la devastazione di molte stagioni fa, quando nemmeno i nostri genitori erano ancora nati."
"Sono stati i Bipedi?"
BiancoSogno gli lanciò uno sguardo saturo di significato "Taglialberi era rigogliosissima..."
CuorediDrago ebbe un singulto. Allora da dove era arrivato l'incendio?
I due amici miagolarono un saluto e lasciarono la conca del sacro Raduno.
Una volta nel suo territorio, il Principe si affrettò ad attraversare il Sentiero del Tuono e si diresse verso TanadellaMarmotta, dove si era dato appuntamento con i fratelli.
Lì avrebbero potuto parlare in pace e con calma.
Li raggiunse che Zannad'Ombra aveva atterrato Fogliad'Edera, e ArtiglioCorvino li fissava divertito.
CuorediDrago si avvicinò e subito si sedette accanto al fratello marroncino, che lo sfiorò con la coda, e insieme aspettarono che Fogliad'Edera si ribellasse alla presa di Zannad'Ombra e lo battesse.
Una volta accaduto quanto previsto, CuorediDrago richiamò l'attenzione dei fratelli, che lo guardarono con tanto d'occhi. Dovevano aver notato o fiutato che c'era un problema.
"Che succede?" domandò ArtiglioCorvino, rimanendo pacato.
CuorediDrago aprì la bocca per parlare, ma non uscì alcun suono. Come poteva dire ai fratelli che amava che li avrebbe lasciati per sempre?
"CristalloAstrale è più strana del solito di questi tempi." miagolò indagatorio il fratello sciamano "PeloNebuloso e MantodiSole sono giù di morale." Socchiuse gli occhi e domandò: "Ha a che fare con la Profezia Nobile?"
"C-come lo sai?" balbettò il Principe.
"Sono uno sciamano, benché apprendista. Parlo con gli antenati." Il giovane gatto marroncino guardò gli altri fratelli, che sembravano non capire, e spiegò: "La profezia dei nostri genitori era solo una parte della Profezia Nobile. Uno dei figli del Fuoco Nero è destinato a portarla a termine, e suppongo si tratti di CuorediDrago."
Il gatto macchiato guardò il fratello con gratitudine: lasciarlo spiegare a lui era molto più semplice.
Fogliad'Edera sgranò gli occhioni marroni e gnaulò: "Tu? Caspita!"
Zannad'Ombra scosse la coda "E cosa devi fare, fratellino?"
CuorediDrago non era sicuro di poter rivelare l'incontro intimo a Pietra di Luna, ma ArtiglioCorvino gli fece cenno di proseguire, così raccontò di mezza luna fa, e di ciò che era venuto a sapere.
Le facce sorprese dei fratelli erano davvero buffe, ma CuorediDrago non riusciva a non rimanere serio mentre raccontava. Persino ArtiglioCorvino sembrava alquanto sorpreso. Evidentemente non conosceva la Profezia nei minimi particolari.
Quando terminò di parlare abbassò la testa. Si sentiva più leggero, ma dire tutto ad alta voce lo aveva reso più reale, e così la distanza che ci sarebbe stata tra loro.
Fogliad'Edera scattò in piedi, il bel pelo striato arruffato, e fissò duramente CuorediDrago "E ce lo vieni a dire solo ora?!" sbraitò.
I baffi di CuorediDrago si afflosciarono per il dispiacere.
"Si tratta della prossima alba, CuorediDrago!" gnaulò disperata lei. Poi si lanciò sul fratello e affondò il naso nella sua spalla, scossa dai singhiozzi "Avresti dovuto dirlo prima! Avremmo passato più tempo insieme!"
CuorediDrago rimase spiazzato. La dura Fogliad'Edera stava piangendo? Non aveva pianto nemmeno quando era finita per sbaglio in un cespuglio pieno di rovi, ritrovandosi spine persino nel naso!
CuorediDrago capì quanto lei tenesse a lui, e le leccò la testa dolcemente. "Mi dispiace."
"Il mio fratellino..." singhiozzò lei "Sarai un grande sovrano."
"L-lo credi davvero?"
"Certo." fece Zannad'Ombra con occhi vispi "Se il Clan della Stella ti ha scelto, dubito che si sia sbagliato."
CuorediDrago sentì gli occhi inumidirsi e accolse la stretta di Zannad'Ombra e ArtiglioCorvino. "Mi mancherete tanto." sibilò.
"E tu a noi, piccoletto."
ArtiglioCorvino fece tristi fusa "Abbi cura di te."
CuorediDrago sorrise piangendo, fin che non scoppiò in forti singhiozzi. Ciò nonostante, si concentrò con tutto sé stesso su quel momento assieme ai gatti con cui aveva sempre condiviso tutto quanto.

Tornarono al campo tutti insieme, con la coda dell'uno che sfiorava continuamente il manto dell'altro.
Una volta a casa CuorediDrago individuò subito MezzaLuna, che lo fissava di rimando con sguardo triste.
CuorediDrago fece un cenno ai fratelli e si avvicinò da solo alla bella gatta.
Questa subito si alzò gli avvolse il collo con la coda, così da trascinarlo verso l'uscita sul retro del campo, dietro la tana degli sciamani.
Una volta da soli su una zona di erba morbida e profumata, i due giovani gatti si guardarono l'un l'altra, fin che MezzaLuna non lanciò un basso gemito e abbassò il capo scuotendolo.
"MezzaLuna..." mormorò lui rammaricato.
"Oh, CuoreriDrago, che destino crudele che è il mio..." miagolò la bella guerriera prendendolo alla sprovvista "Di tanti gatti che mi fanno la corte proprio colui che ha catturato il mio cuore deve andarsene."
CuorediDrago rizzò le orecchie, sentendo un piacevole pizzicorio alle guance e allo stomaco. Smosse la terra con le zampe e mormorò: "Non ti ho mai fatto la corte. Sono stato troppo timido..."
"Ma è proprio questo che mi piace di te!" esclamò lei con l'ardore nella voce "Tu mi guardi con dolcezza, non con persuasione. Non intendi sedurmi nella maniera in cui lo vogliono altri, di questi e di altri Clan. Oh, CuorediDrago..." All'improvviso lo guardò speranzosa e sibilò: "Verrò con te."
CuorediDrago la fissò con dolcezza e scosse i baffi, pronto ad accettare l'offerta. Poi però si riscosse e rifiutò col cuore a pezzi. "Mia cara MezzaLuna, darei qualsiasi cosa pur di rimanere qui con la mia famiglia, e con te, ma non posso. E non voglio che tu rinunci a tutto questo. Il Clan della Stella ha scelto i viaggiatori..."
"Quindi non sono all'altezza secondo te!" fece lei brusca.
CuorediDrago negò: "Non hai capito. Ascoltami, io so che è vero quel che si dice: tu e i tuoi fratelli siete destinati a grandi cose. E per questo viaggio, in cui ci sono anch'io, tra voi cinque gli antenati hanno scelto CristalloAstrale.  Il destino tuo e degli altri è qui."
MezzaLuna lo guardò, e fu sul punto di protestare, ma rinunciò. "Suppongo che anche tu ti stia sentendo così."
"Sì."
"Ma io non voglio lasciarti." gnaulò disperata lei stringendo gli occhi, il muso contratto in una smorfia. Quando li riaprì CuorediDrago poté scorgere una scintilla insolita, quasi avesse avuto un'idea. MezzaLuna lo guardò e miagolò tremante: "Lasciami un po' di te."
CuorediDrago inclinò la testa di lato, senza capire.
MezzaLuna gli si avvicinò ancor di più, e lui inalò il suo inebriante profumo. "Sì..." fece lei con sentimento "Sono disposta."
"MezzaLuna, i-io non capisco."
La gatta avvicinò la bocca al suo orecchio. Lui rizzò il pelo per il piacere di tale vicinanza, e ancor di più quando il significato delle parole dell'amata vennero recepite nella sua mente.
Sentì il cuore iniziare a battere forte, e incrociò gli occhi luminosi di lei con stupore "MezzaLuna!" sibilò sbigottito "I-io non so se... Me ne andrò e-e..."
"È proprio per questo." ribattè lei implorante "So che per te sarà terribilmente difficile, ma ti prometto che farò del mio meglio e che non permetterò mai che a quella parte di te accada qualcosa. Ti prego," sussurrò "fallo per me. Ma anche per i tuoi genitori e i tuoi fratelli."
"Oh, MezzaLuna..." gemette lui, indeciso. Poteva farlo, proprio ora che si stava per allontanare. Però, dopotutto, voleva davvero lasciare del tutto quel posto?
MezzaLuna sfiorò il suo fianco con la folta coda bianca e nera "Ti amo."
Lui la guardò con gli occhi smeraldini spalancati.
"Siamo entrambi giovani, e non si se ricambi così fortemente qiesto sentimento che provo per te. Ma non m'importa. Io ti amo. Ma, giustamente, devi essere sicuro se voler lasciare a me quella parte di te."
CuorediDrago sentì inumidirsi gli occhi per tanto affetto nelle sue parole e nel tono, per tanto amore, per tanto desiderio, trisezza, malinconia, disposizione...
CuorediDrago strizzò gli occhi e a quel punto capì. Ne avrebbe sofferto per il resto della vita, ma voleva farlo, per MezzaLuna, PanteraNera, LucediFuoco, Zannad'Ombra, ArtiglioCorvino e Fogliad'Edera.
Ricambiò il tocco della gatta e annuì.
MezzaLuna sorrise radiosa, e CuorediDrago fu felice di averla resa felice.
Stretti l'uno all'altra, i due si allontanarono dal campo.
Loro non lo seppero mai, ma quel giorno seguirono gli stessi passi che molto tempo prima avevano percorso due apprendisti innamorati. Ma, mentre questi ultimi erano arrivati a dichiararsi il loro amore con dolci gesti, i due gatti della nuova generazione fecero altro.

Assassino
Sgusciò nella foresta uscendo dal tunnel segreto sotto la strada.
Quegli sciocchi gatti di Clan non lo avevano mai trovato. Certo sapevano che lui viveva tra loro, ma non lo avevano mai scovato. Lo consideravano una sconosciuta entità maligna, e questo lo inebriava: erano terrorizzati da lui.
Avrebbe dovuto sbrigarsi. Presto il
Clan delle carogne sarebbe passato di lì per raggiungere le sette grandi querce, e lui non poteva rischiare di essere visto.
Aveva sentito parlare quei gatti e aveva così saputo che quel gattaccio di StellaOscura non avrebbe preso parte al Raduno, ancora scosso per le ferite da lui inferte due settimane fa.
Ringhiò involontariamente, pensando alla possibilità perduta di togliere anche l'ultima vita al leader scuro.
Poco importava, ci avrebbe pensato, ma non quella notte. Sapeva infatti che i guerrieri di StellaOscura rimasti nel territorio con lui stavano montando una resistente e numerosa guardia, e Assassino, benché potente e superbo, non era uno sciocco, e non avrebbe rischiato la vita a causa dell'impazienza.
Frattanto aveva ben altro a cui pensare.
In quei giorni aveva spiato tutti i Clan, eludendo il suo odore con le piante della foresta o con gli escrementi degli altri animali, ed era riuscito a scoprire molto dei movimenti di quei gatti.
Sapeva che quella notte non avrebbe potuto affondare facilmente gli artigli nei gatti del Clan del Sangue a lui interessati, ma sapeva che una certa gatta lussuriosa sarebbe rimasta al campo del Clan del sottobosco. Non ne aveva colto la ragione, ma a lui non gliene fregava niente.
Di certo anche lì ci sarebbero state delle guardie, ma dubitava che sarebbero state tante quante quelle a proteggere StellaOscura.
Assassino giunse a delle rocce che aveva imparato a conoscere come tane di serpenti e vipere, e si mise sugli attenti per cogliere qualche loro movimento o traccia olfattiva. Di notte quelle bestie erano sicuramente più attive che di giorno.
La luna piena brillava alta sopra gli alberi, e Assassino immaginò che tutti e sette i Clan fossero già nella conca tra le querce, a prendere parte al loro stupido sacro rituale di ogni mese.
Superò le tane delle vipere e si diresse pian piano verso il burrone, già con gli artigli sguainati che smaniavano di affondare nella carne della prossima vittima.
'So che StellaCandida preferirebbe che uccidessi StellaOscura o il Fuoco Nero,' pensò 'ma quando non è possibile non è possibile. Un'altra volta, per stanotte mi accontenterò dell'altra gatta nera.'
Mentre camminava sentì un rumore e si volse di scatto a orecchie tese. Era solo un'innocua preda?
Fece per proseguire, quando udì un ringhio fermo e deciso: "Non dovresti essere qui, piccolo demonio."
Il giovane si voltò di scatto per fronteggiare il suo avversario: una gatta.
Quella aveva il pelo ritto e la faccia contratta dall'odio. "Hai già causato troppi problemi in questa foresta."
"Era quello che volevo." rispose beffardo lui con una scrollata di spalle "Lasciami al mio lavoro. So che lei è lì. Tu, piuttosto, perché non sei con gli altri Clan?"
La gatta non rispose alla domanda, ma si limitò a dire: "Se vuoi passare dovrai prima affrontare me."
Assassino la squadrò scettico "Non ci penso nemmeno. Mi ci vorrà un attimo per farti fuori."
"Sciocco, tu non mi conosci. Lotterò con tutta me stessa. Sei solo uno scricciolo."
Assassino la fissò duramente, poi però scoppiò in una risata cattiva "Beh, se proprio io non sono la tua altezza, allora dovresti batterti con qualcuno più degno."
Chiuse gli occhi e aspettò, fin che non udì la familiare voce della gatta che lo aveva guidato fin lì: "Ti serve aiuto?"
Assassino grugnì un assenso e disse: "Ho bisogno che qualcuno uccida per me..."
"Sarai accont..."
"Scelgo io questa volta." la interruppe lui in un sibilo, e trasmise nella sua mente l'immagine di modo che la gatta potesse vederla.
Non gli giunsero cenni di approvazione o scontento, ma una figura grigia scivolò fuori dal terreno e si materializzò al fianco del giovane.
La gatta trattenne il fiato nel riconoscerne la figura, e rizzò il pelo.
Il grosso gatto grigio la osservò un attimo, anche lui riconoscendola, poi si voltò a fissare torvo Assassino. "Perché mi hai chiamato?" grugnì irritato.
"Ho bisogno del tuo aiuto." fece il giovane, fissando gli occhi gelidi del demone.
"Hai sbagliato gatto."
"No, volevo proprio l'invidioso. Ora potrai sfogare la tua invidia."
Il gatto mosse le zampone nere e tornò a fissare la gatta a lui familiare, e sibilò: "Non ce l'ho con lei."
Assassino ringhiò confuso "Ma fa parte del Clan del Tuono!" Mosse la coda canzonatorio e guardò la nemica "Sai, si ritiene così forte da essere convinta di potermi battere con facilità."
Il gatto grigio lanciò un'occhiata alla gatta e commentò: "Ha ragione."
Assassino ringhiò, cercando di intimorire quel possente gatto "Allora combatterà contro qualcun altro. Tu! Uccidila e basta!"
"Io non devo niente a te." ringhiò l'altro estraendo gli artigli e allungando minaccioso il collo verso il chiazzato "Io non ero d'accordo..."
Assassino vide una zampa nera attraversare di nuovo il terreno come se non esistesse, così si affrettò a gnaulare: "Se non vuoi farlo per me, fallo per StellaCandida!"
Quelle parole parvero suscitare qualcosa nel demone, che si fermò a riflettere un attimo, una zampa per metà scomparsa. Poi ringhiò e la estrasse dal terreno, e fece un passo verso la gatta avversaria, che si accucciò in posizione di difesa.
Ma il gatto grigio si fermò a guardarla, alzò di poco una zampa e la battè a terra. Subito dagli artigli partirono filamenti grigi spettrali, che risplendettero nella notte, e sfrecciarono rapidi verso la gatta, penetrando nel suo corpo come proiettili di un cacciatore umano.
La gatta barcollò in un sibilo e fu percorsa da forti brividi, e anche quando si ricompose continuò a tremare, ma rimase sulle zampe, pronta a combattere.
Assassino era affascinato ma insoddisfatto. "Sii serio, StelladiGhiaccio." soffiò.
L'ex-leader del Clan della Neve si voltò verso il giovane e lo guardò con disprezzo "Non farò niente per te. Ho usato il ghiaccio e ora è abbastanza debole perchè siate alla pari." disse indicando con la coda la gatta tremante dietro di sé. Infine il demone sparì sotto terra.
Assassino sbuffò contro quel gatto, ma non gli importava: gli rimanevano ancora cinque aiuti, e in quel momento sarebbe stato facile sbarazzarsi di quella gatta e correre a uccidere l'altra.
Come se gli avesse letto nel pensiero, la sua avversaria ringhiò un avvertimento e si accigliò, poi disse con voce incredibilmente ferma per la sua età: "Non lascerò che tu uccida mia figlia."

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