Demoni

ZampadiFango
"Cavolo, sono così emozionata!" trillò ZampaFredda girando su sé stessa.
ZampadiFango si scostò irritato e rizzò il pelo. Quella gridava troppo!
Continuò la sua pulizia e intanto teneva lo sguardo fisso su TigreBianca, intento ad azzuffarsi per gioco con ZampaIntrepida, il fratello di ZampadiCacao e ZampadiFormica.
ZampadiFango si accigliò e battè la coda a quella scena: suo padre, il grande TigreBianca, uno dei tre "grandi felini" eroici, avrebbe dovuto addestrare lui, il suo figlio più promettente, non il figlio di sua cugina.
"Smettila!" lo richiamò ZampaMarrone, lì vicino "Conosci la storia."
ZampadiFango grugnì. Certo, lo sapeva: TigreBianca aveva chiesto di addestrare ZampaIntrepida perché gli ricordava l'omonimo cugino, fratello di MerlaCanterina, che era stato suo apprendista, ma che non aveva avuto la possibilità di farlo giungere al rango di guerriero in quanto PiedediQuercia, allora malvagio, aveva rischiato di ucciderlo e lo aveva costretto alla fuga. ZampaIntrepida, poi CuoreIntrepido, si era rivelato vivo poche lune prima che ZampadiFango nascesse, seguito dal Clan del Fuoco, di cui era leader. Aveva promesso di lasciare la foresta e insediarsi altrove dopo aver parlato con gli antenati a Pietra di Luna, perciò probabilmente in quel momento portava il nome di StellaIntrepida.
Ma a ZampadiFango non andava giù che suo padre lo avesse ignorato in quel modo. Tuttavia doveva ammettere di essere grato a MantoMoro per l'addestramento che gli stava dando.
Anzi, che gli aveva dato. ZampadiFango era deciso a partire per la loro missione, con o senza il nome da guerriero. Se non glielo avrebbe dato StellaAstuta di fronte a MantoMoro, allora glielo avrebbe donato... 'CuorediDrago...' pensò acido.
Lanciò un'occhiata al cugino, che stava condividendo una gazza con Fogliad'Edera e MantoSfumato.
'Perché lui?' si domandò con quel forte moto di invidia. Solo perché i suoi genitori avevano salvato la foresta! Bel modo di essere scelto come principe. 'Raccomandato!' ZampadiFango offese il guerriero nella sua mente.
AuroraBoreale stava camminando per il campo strusciando tristemente la coda.
ZampadiFango alzò gli occhi al cielo: la guerriera proprio non voleva aprire gli occhi sulla fortuna capitatale.
"StellaAstuta ha già detto chi andrà al Raduno domani?" domandò ZampaFredda, balzando su ZampaDanzante.
ZampadiFango le lanciò un'occhiataccia "Lo dirà domani, no?" Per una volta il giovane gatto non voleva andare al Raduno. All'alba avrebbe dovuto trovarsi a Grandi Pietre, e non poteva permettersi ritardi.
ZampadiFango si alzò e sfiorò con la coda ZampadiPipistrello e ZampaMarrone per intimare di seguirlo, poi si avviò ai margini del campo, lontano dagli altri.
Una volta solo con i fratelli, il giovane si sedette e cominciò a parlare con tono neutrale: "All'alba dopo il Raduno lascerò questa foresta per sempre."
I suoi fratelli si guardarono senza capire, interdetti, e ZampaMarrone chiese: "Che cavolo dici?"
ZampadiFango annuì "Il Clan della Stella ha notato le mie capacità, e mi ha scelto per una missione importante."
L'altro si accigliò "Cos'hai mangiato? Un ratto malato?"
"È vero!" si scaldò il Cacciatore alzandosi e guardandolo con sfida.
ZampadiPipistrello scosse la coda e miagolò preoccupato: "Sei obbligato?"
"Ho scelto."
ZampaMarrone fece vibrare i baffi dalla rabbia "Che stai dicendo? Perché non hai rifiutato?"
ZampadiFango fece per dire loro che in realtà aveva accettato senza conoscere le conseguenze, ma si morse la lingua. I fratelli avrebbero pensato che fosse uno stolto, e lui non lo era. "Il Clan della Stella mi onora in questo modo." rispose invece.
ZampaMarrone guardò altrove, mentre ZampadiPipistrello tenne gli occhi puntati su ZampadiFango, il pelo scuro ritto sulle spalle.
"Sembra che non ti importi di lasciarci." mormorò alla fine questi con risentimento.
ZampadiFango si ritrovò colpito da quelle parole. Non si aspettava che i fratelli fossero arrabbiati o delusi, pensava che avrebbero gioito per il suo destino glorioso.
Rizzò il pelo e ringhiò: "Il Clan della Stella mi ha marchiato e mi ha scelto! Perché non capite quanto sia importante?"
"Sei contento di andartene, eh?" sputò ZampaMarrone "Tanto qui nessuno si accorgerebbe mai del tuo straordinario talento. Nessuno ti considererebbe il miglior guerriero della foresta, come già sei, no? E nessuno nel Clan del Sangue farebbe caso alla tua forza e intelligenza e penserebbe mai a nominarti leader. Dimmi, è questo che gli antenati hanno scelto per te?"
ZampadiFango si irrigidì e rimase in silenzio. Poteva mentire?
ZampaMarrone si accorse della sua esitazione e sbuffò amaramente "Come pensavo. Il Clan della Stella ti avrà scelto per una missione importante, ma ha gli occhi per vedere che non sei degno di ricevere le nove vite, tu e il tuo atteggiamento da leone-pompato." Gli dette le spalle e iniziò ad allontanarsi dicendo: "Se un giorno ti chiamerai StelladiFango vieni pure da me a presentarti!"
ZampadiPipistrello guardò ZampadiFango con pena, e sussurrò: "Spero che almeno tu possa essere felice, mi dispiace non averti aiutato a esserlo." e anche lui si allontanò.
ZampadiFango rimase con le zampe pesanti a fissare le code dei due, e sentì dentro di sé una spina di delusione e senso di colpa, poi arrivò la furia. "Non è affar mio se l'avete presa sul personale!" ruggì quanto gli fu fieramente possibile, poi corse nella tana degli apprendisti.
Girò attorno al suo giaciglio e vi si buttò sopra, chiuse gli occhi e rimase ad aspettare che il sonno lo trascinasse con sé.

ZampadiFango aveva freddo. Non perché la temperatura fosse bassa, cosa che comunque era. Ma sentiva un gelo entrargli fin dentro le ossa e fargli rizzare il pelo. Qualcosa non quadrava, lo sentiva.
Istintivamente rizzò le orecchie e si acquattò, pronto a difendersi.
In un angolo della sua mente sentiva di stare sognando, il suo ultimo ricordo era quello di essersi addormentato. Eppure sentiva che c'era qualcosa di reale in tutto ciò.
Per un attimo penso che l'avessero convocato gli antenati, ma quando si guardò intorno vide alberi scuri, chiazze senza erba, un cielo nero, e un alone rossastro che metteva i brividi.
Si acquattò ancor di più e aspettò, col cuore che gli rimbombava nelle orecchie.
Sentì un rumore di passi, e si voltò di scatto soffiando, ma riconobbe il manto bianco di ZampaBianca.
"ZampadiFango..." mugolò lei, per metà spaventata per metà sollevata.
ZampadiFango le fece cenno di tacere e lei si avvicinò per stringerglisi contro. Tremava come una foglia e aveva gli occhi spalancati saettanti attorno agli alberi scheletrici.
ZampadiFango le toccò la coda con la sua per calmarla, ma non sembrò funzionare.
"Sarò il guerriero più forte di questo Clan!" esclamò una vocetta dietro di loro.
I due apprendisti si voltarono sussultando, e ZampadiFango rimase spiazzato quando vide due gatti della sua età: uno era grigio dal pelo arruffato e crespo, mentre l'altra era bianca con la punta delle orecchie grigie.
Il maschio stava accucciato in posizione d'attacco, ma guardava un avversario immaginario.
La gatta invece lo osservava deliziata e perduta "Ne sono sicura. E sarai un grande leader."
Il maschio si voltò verso di lei e la toccò col naso, mentre la gatta iniziava a leccarlo emettendo dolci fusa.
"Guarda." miagolò piano ZampaBianca.
ZampadiFango seguì il suo sguardo e vide, nascosta dietro un albero, un'altra apprendista grigia-blu, che fissava i due innamorati con rabbia e disapprovazione.
A un certo punto i tre gatti si dissolsero, ma riapparvero immediatamente, più grandi. La gatta bianca era distesa a terra e insanguinata, mentre il compagno le piangeva addosso disperato, un cucciolo bianco si stringeva a lui.
Il maschio si alzò e si voltò verso la gatta grigia, che osservava la scena, le arrivò muso a muso e sibilò: "So che è colpa tua."
Di nuovo si dissolsero, e questa volta si formò una roccia alta, su cui vi era un bel gatto rossiccio, affiancato dalla gatta grigia.
"MantoBlu sarà la nuova vice!" miagolò il gatto.
Mentre i compagni sotto di loro acclamavano la nuova vice, ZampadiFango colse il gatto grigio arruffato, che guardava con sfida MantoBlu. L'apprendista riuscì a cogliere una smorfia di dolore mentre il guerriero deluso si allontanava.
"Meritavo di essere il leader." echeggiò la voce del gatto mentre la scena scompariva.
Ed eccolo di nuovo lì, solo, e questa volta insanguinato e immobile.
"È morto come è vissuto..." miagolò una voce nell'aria.
Scomparso il corpo, ZampadiFango sentì ZampaBianca tremare più forte.
Fece per dirle qualcosa, ma un micino soriano gli passò accanto alla zampa, e ZampadiFango lo guardò correre da un gattone rosso.
Questi toccò il cucciolo e mormorò: "Mio piccolo tesoro." Poi si voltò e se ne andò, lasciando il figlio a miagolare confuso.
Un'altra scena: il soriano, ormai adulto, stava in piedi sulla Grande Roccia del Raduno, e diceva: "Il Clan della Tenebra aveva bisogno d'aiuto e il Clan della Stella ha predetto loro il mio arrivo. Io li guiderò verso un glorioso futuro!"
Ancora un'altra: il soriano era faccia a faccia con un piccolo gatto nero dal collare borchiato.
"Avevamo un accordo!" ruggì il primo "Prendere la foresta? Di cosa stai parlando? Dovrai vedertela con me!"
Il soriano si lanciò sul nemico, ma quello quello lo scansò. Al secondo tentativo gli lanciò uno sguardo glaciale e con i suoi artigli così innaturalmente affilati tagliò di netto il ventre del leader.
Quello si accasciò a terra e rimase a stramazzare, fin che non morì. A quel punto si riprese e tornò in agonia, fin che di nuovo non raggiunse la morte e tornò in vita per soffrire di nuovo, in tutto nove volte.
"È orribile!" pianse ZampaBianca.
ZampadiFango temette che il pericoloso gatto nero l'avesse udita, ma quello rimase a osservare con macraba soddisfazione il suo operato.
ZampadiFango toccò la guancia della cugina e mormorò: "Nemmeno il Clan della Stella può curare quello squarcio."
"ZampadiFango..." mugolò lei "Guarda."
Il cugino seguì il punto indicato dalla coda e vide, nascosti tra due alberi, un soriano a pelo lungo accasciato a terra e con gli occhi chiusi e lacerati, su di lui una persiana grigia molto pelosa.
"Tieni, mangia queste bacche e tutti i tutte le tue pene passeranno." miagolò la vecchia offrendo bacche scarlatte al paziente.
Il poveraccio mangio grugnendo.
ZampaBianca si irrigidì, e prima che ZampadiFango potesse chiedere spiegazioni la vecchia si avvicinò all'orecchio del gatto e sussurrò: "Io sono tua madre, CodaSpezzata."
"Che stai dicendo?" mugolò l'altro "Le sciamane non possono avere figli..." Si interruppe iniziando a boccheggiare e raspò la terra "Cosa mi hai fatto?" annaspò disperato.
"Ti ho dato delle bacche mortifere." rispose fredda la madre.
Quando i due si dissolsero ZampaBianca si accucciò in lacrime "Ha ucciso suo figlio!" gnaulò.
ZampadiFango questa volta non seppe cosa fare. Una madre, che non avrebbe dovuto avere figli perché sciamana, aveva la faccia tosta di ucciderne uno?
Iniziò a piovere, e ZampadiFango cadde nello sgomento quando si rese conto che le gocce erano rosse. Stava piovendo sangue!
Apparve una screziata con tre cuccioli, e davanti a loro un gatto bruno, che la guardava truce.
Lei gnaulò: "StelladiQuercia, io..."
"Hai dimenticato che MeladelCrepuscolo ha ucciso ZampadiFiore?" la interruppe il leader, furioso e deluso "Fra tutti i gatti, perché hai scelto proprio lui? Non puoi certo aspettarti il mio perdono. Hai tradito il codice guerriero e mentito ai tuoi compagni di Clan. Non cresceremo questi cuccioli tra le mura del nostro campo, né nei confini del nostro territorio. Prendili e vattene. Non sei più una guerriera del Clan del Tuono."
La gatta sibilò disperata, e i personaggi scomparvero.
Nella scena seguente la screziata era sola con i figli, che stavano saltellando via verso il fiume.
Un piccolo rossiccio si voltò verso di lei e miagolò: "Prometti che staremo bene?"
Lei annuì "Promesso."
ZampadiFango sentì mancarsi la terra sotto le zampe e trattenne il respiro. Stava annegando in un fiume di sangue. Il sapore metallico lo faceva soffocare.
ZampaBianca, accanto a lui, era quasi irriconoscibile, il bel manto bianco ormai colorato di rosso.
ZampadiFango riuscì a stringerla a sé e fece per nuotare in superficie, quando vide la screziata di un attimo prima nuotare verso il basso... Verso i suoi tre cuccioli che stavano affogando!
ZampadiFango spinse verso l'alto ZampaBianca, sperando che raggiungesse la superficie, e si lanciò ad aiutare quei piccolini.
Ne stava per acchiappare uno, ma la sua zampa toccò il terreno spoglio di quella spettrale foresta, e tossì forte per sputare il sangue che gli era entrato nei polmoni.
Iniziò a vomitarlo, e quando terminò si voltò: ZampaBianca era accasciata a terra, chiusa come un riccio, e tremava forte, accanto a lei la pozza del suo vomito.
ZampadiFango le toccò un fianco, ma anche lui era scosso, scosso e ricoperto di sangue.
"I miei unici cuccioli sono quelli che ho avuto con BrillanteCanna." disse ad alta voce un gatto marroncino poco distante. Se la staca prendo con la screziata! Quando gli altri gatti intorno a loro si distrassero per commentare, il gatto sibilò alla poveretta: "I nosri figli sono morti per colpa tua!"
Lei, accucciata in lacrime, gnaulò: "Ti prego, MeladelCrepuscolo."
"Non avrei mai dovuto disobbedire al codice per te! Me ne pento amaramente. Vattene."
La screziata gli lanciò un'occhiata disperata, ma fuggì.
Le loro sagome sfarfallarono, e quando si ricomposero la screziata balzò su MeladelCrepuscolo, si avvicinò al suo orecchio e ringhiò: "I nostri figli erano perfetti." Arricciò le labbra in una smorfia e continuò: "...ogni benedizione che il Clan della Stella ti ha dato... ...ogni benedizione che mi ha tolto." Squarciò il petto dell'ex-compagno e, una volta che la sua testa ricadde all'indietro, la gatta si tolse di dosso al corpo e si sedette, osservandolo con tristezza. "Puoi immaginare come ci si possa sentire?" mormorò "Venire rifiutata due volte? Essere una solitaria quando tutto quello che cercavi era...l'amore?"
Poi la sagoma della gatta scomparve, e riapparve a terra tremante, il corpo di MeladelCrepuscolo non c'era più.
Un giovane gatto nero e bianco le si avvicinò esitante, ma lei grugnì: "Lasciami sola. Non ho bisogno di nessuno."
L'altro sospirò e se ne andò a coda floscia.
ZampadiFango si accasciò a terra accanto a ZampaBianca, col cuore che stava sanguinando, proprio come quella foresta.

ZampaBianca
Agonia! Tristezza! Ingiustizia!
Era tutto quello che ZampaBianca riusciva a sentire in quell'inferno.
'Siamo proprio all'inferno.' pensò nell'angoscia 'Oh, Clan della Stella, cosa abbiamo fatto di male?' domandò rivolta al cielo 'Vi rispetto tantissimo. Voi ci avete scelti!'
'Continua a guardare.' sibilò una voce fredda e senza corpo.
ZampaBianca si strinse su se stessa ancora più del solito, e notò che anche ZampadiFango teneva le orecchie dritte.
ZampaBianca si voltò per cercare un possibile demone, e vide un piccolo gatto grigio dalle zampe nere azzuffarsi con una micina fulva.
Un grosso gatto grigio dal pelo spesso si avvicinò e leccò la gattina, che aveva atterrato il rivale. "Brava, ZampaArdente." la elogiò "Diventerai una grande guerriera."
Mentre la micia faceva le fusa, l'altro giovane si voltò verso un soriano marrone, miagolando: "E io, ArtigliodiMora?"
Quello gli lanciò un'occhiata rapida e disse: "Sì, bravo." poi tornò a guardare la gatta fulva, con lo sguardo ambrato malinconico.
Il micio grigio cercò di attirare l'attenzione del soriano, ma invano.
Poi un gatto bianco dal pelp soffice si ritrovò su un'alta roccia, la stessa vista poco prima, e annunciò: "D'ora in poi i vostri nomi saranno MantoArdente, CuorediGhiaccio e CuorediTempesta!"
I gatti del Clan inneggiarono i nuovi guerrieri, anche se in particolar modo si complimentarono con MantoArdente. CuorediGhiaccio, invece, le lanciava occhiate offese e il suo muso si contrasse in una smorfia.
E di nuovo, il neoguerriero aveva appena incontrato un'apprendista bianca, e le faceva le fusa. "Sei molto bella."
"Grazie." rispose lei compiaciuta "Tu hai grossi muscoli. Devi essere un guerriero forte e rispettato."
CuorediGhiaccio volse il capo verso MantoArdente, poco più in là, adesso imbronciato. "Se solo si accorgessero di me..."
"Il Clan della Neve avrebbe bisogno di un gatto forte come te." miagolò l'altra "La leadership del momento non è messa molto bene. È forte, ma debole, troppa propensione alla pace. Insomma, come fare se un Clan nemico dichiarasse guerra?"
"A questo punto meglio dichiararla per dimostrarsi forti e sicuri."
"Ma sarebbe meglio esserlo." sbuffò la gattina dagli occhi azzurri.
CuorediGhiaccio la guardò con affetto, ma la sua espressione tradiva altro, come se si trovasse di fronte a una colonia di topi grassi e indifesi.
Adesso davanti a ZampaBianca c'erano solo il gatto grigio e quella fulva, adulti, che digrignavano i denti l'uno contro l'altra.
"Avanti, sorellina..." gnaulò lui.
Lei gli lanciò una zampata e lo stese a terra, e mentre si avvicinava minacciosa disse: "Tu non sei mio fratello."
Uno sfarfallio, e la gatta si trovava sul corpo immobile del fratello, i cui occhi, ormai privi di luce, erano bagnati da lacrimoni.
ZampaBianca era confusa. Cosa stava vedendo? E perché a lei e a ZampadiFango?
Fu il turno di un soriano bruno e bianco, dagli occhi azzurri come il ghiaccio.
Se ne stava a riva del fiume, con sguardo assente, assieme a una coetanea gialla.
"A cosa pensi, ZampadiFalco?" domandò lei dandogli una leccata.
"A nostro padre." rispose quello.
La compagna lo guardò comprensiva e si strinse a lui. "Avrei voluto conoscerlo meglio proprio come te. Ma nostra madre viene spesso a trovarci."
ZampadiFalco scosse la coda frustrato e il muso fu contratto da una smorfia di dolore.
"Pensa al presente. Nostro padre ci guarda, e sarà orgoglioso di entrambi."
"Lo spero, ZampadiFalena." mormorò lui "Vorrei solo essere forte come era lui. Dopotutto mamma non fa altro che ripeterci della sua grandezza." Estrasse gli artigli e li conficcò nel terreno "Ma allora perché è morto?" ringhiò.
"Molti invidiavano e temevano il suo potere, perciò aveva non pochi nemici."
"Il suo più grande è stato StelladiFuoco." sibilò ZampadiFalco "Perché?"
"Ma non l'ha ucciso lui!" esclamò ZampadiFalena "È stato il gatto di un altro Clan, un Clan diverso da quelli a noi familiari." Affondò il muso nel lungo pelo del fratello e mormorò: "Non crucciarti così. Noi siamo insieme."
ZampadiFalco la guardò e le dette una rapida leccata, poi non aggiunse altro.
Adesso ZampadiFalco era adulto, e miagolava amichevolmente con un'apprendista screziata e una giovane fulva scura al Raduno.
"MantoMoro? Siria?" ZampaBianca riconobbe le nonne.
Il guerriero dette una spintarella amichevole alla screziata, e la fulva fece fusa divertite. Il soriano le guardò e sorrise contento.
Ma il suo sorriso svanì quando si accorse che una grossa gatta rossa li stava osservando gelidamente poco più in là.
'AlbaRossa?' pensò ZampaBianca riconoscendo la vecchia parente.
Il soriano ricambiò l'occhiata e tornò a parlare con le gatte, adesso però più imbronciato.
Mentre le sagome si muovevano, ZampaBianca udì una voce: "StellaArdente è pazza... Pericolosa per il Clan del Fiume... Alleata del Clan del Sangue... StellaRossa non capisce..."
Il guerriero si ritrovò steso a terra nella scena seguente, con un paletto conficcato nel cuore. Una gatta tricolore, piena di sangue, lo sovrastò con un ringhio soddisfatto.
"Perché?" mugolò piangendo il soriano, prima di morire.
Quando anche quei personaggi se ne andarono, ZampaBianca rimase a singhiozzare, ormai convinta che non sarebbe più uscita di lì, che non sarebbe più tornata a casa, che non avrebbe più rivisto il suo amato Clan del Sangue, ma solo sangue.
ZampadiFango le si accucciò sopra, volendo proteggerla col suo corpo, nonostante non fosse più grosso di lei.
I due apprendisti chiusero gli occhi per non vedere altre scene terribili, altre vite perdute.
All'improvviso ZampaBianca sentì leccarsi la testa, e alzò il capo per guardare ZampadiFango.
Invece incrociò due occhi azzurri come il ghiaccio, che fissavano lei e ZampadiFango con affetto.
Il soriano bruno e bianco scosse i baffi e miagolò: "Sì, non è finita."

ZampaBianca si svegliò ansimando. Sentiva ancora il sanvue appiccicato al pelo, e il sapore sulla lingua e nella gola.
Eppure, quando abbassò lo sguardo sul suo manto, lo trovò candido come sempre.
Si guardò attorno: era nella tana degli apprendiati, nel suo morbido giaciglio. Era stato tutto un sogno...
'Un incubo.' pensò scossa.
Si leccò il pelo per appiattirlo e pian piano smise di tremare, nonostante ogni volta sbattesse le palpebre dietro vi vedesse quel paio di occhi azzurri contornati di pelo chiaro.
Sentì leccarsi la testa e si voltò di scatto, pensando di vedere il soriano. Questa volta però era davvero ZampadiFango.
La guardava con occhi stanchi e rossi, come se avesse davvero nuotato in un fiume di sangue.
ZampaBianca scattò in piedi e gli si strisciò contro, trattenendosi dallo scoppiare di nuovo in lacrime.
"L'hai visto anche tu?" gnaulò.
"Sì."
"Allora non era un sogno!" ansimò lei.
"Non era un sogno normale." rispose lui pensieroso.
ZampaBianca strinse gli occhi, cercando di pensare a qualcosa di bello.
"Partirai?" le chiese all'improvviso il cugino.
ZampaBianca lo guardò, e si accorse che era pensieroso e triste, come se avesse cambiato idea.
La gattina annuì piano e rispose: "Prima di sognare... quello, gli antenati mi hanno convocata. Ho accettato. Sono la Dama di Compagnia."
"Dama di Compagnia?" ripeté lui confuso "Cos'è?"
"A quanto ho capito è colei che più è fedele alla compagna del sovrano, o ai loro figli. È mio compito non abbandonare chi mi occupo, stargli sempre affianco, appiccicata, anche a costo della vita."
ZampadiFango annuì, anche se ancora non sembrava convinto.
ZampaBianca sentiva di aver bisogno di aria fresca. Dette un buffetto alla guancia al cugino e uscì.
Il campo era attivo, ma lei decise che si sarebbe distratta con la caccia.
"Dove vai?!" sentì chiamarsi mentre infilava una zampa in un cespuglio di mora.
CuoreSelvaggio la raggiunse balzellando "StellaAstuta ha detto che gli apprendisti devono uscire solamente accompagnati da un guerriero."
ZampaBianca scosse la coda. Avrebbe voluto rimanere da sola, ma si accorse che un po' di compagnia, soprattutto così vivace, le avrebbe fatto piacere.
Sorrise all'amico e rispose: "Stavo andando a caccia."
CuoreSelvaggio annuì e insieme uscirono dal campo.
ZampaBianca riuscì a non pensare agli alberi scheletrici e alla pioggia di sangue del sogno mentre ascoltava CuoreSelvaggio parlare senza sosta.
A un certo punto il gatto si zittì e si acquattò, il ciuffo scuro sventolava. "Toporagno..."
ZampaBianca trattenne le fusa: davvero c'era ancora qualche preda dopo il baccano che quel gatto aveva fatto?
"Io guarderò di là." mormorò lei a fil di voce.
In punta di zampe si allontanò poco e fiutò un fagiano. Eccitata si acquattò e, quando lo vide, lo puntò e con un balzo gli affondò le zanne nella gola e lo uccise.
Fece le fusa soddisfatta: quel fagiano avrebbe nutrito gli anziani, e sarebbe riuscito ad accontentare i capricci golosi della zia PanteraNera.
Posò il fagiano e osservò il sangue che gli sgorgava dalla gola.
Rizzò il pelo ricordando il sogno. Si ritrovò a pensare ai gstti visti.
MantoBlu era la famosa StellaBlu. Davvero aveva ucciso quella gatta? L'aveva fatto per colpire quel guerriero grigio e indebolirlo così da non farlo arrivare alla leadership?
E il soriano? Sra StelladiTigre, uno dei gatti più malvagi demma foresta. Ed era stato ucciso in maniera così brutale... mentre difendeva la foresta... Quel gatto nero era Attila, ZampaBianca lo sapeva... Era il suo antenato, e la reincarnazione della zia PanteraNera. Aveva sentito parlare della sua brutalità, ma non avrebbe mai immaginato qualcosa di davvero così osceno.
E CodaSpezzata? Sapeva che era stato un tiranno, ma venire ucciso dalla propria madre? E lei non avrebbe nemmeno dovuto averlo.
StelladiGhiaccio allora? Aveva tradito il suo Clan di nascita e fatto cadere la foresta in una lunga guerra. Eppure ZampaBianca non poteva fare a meno di pensare a come StellaArdente non avesse avuto pietà di suo fratello. Certo erano diventati nemici, però... Le parole udite: "StellaArdente è pazza." Era vero?
E quella screziata? Si era accoppiata col gatto di un altro Clan ed era stata bandita dal Clan del Tuono, ma il suo compagno l'aveva abbandonata proprio quando i loro figli erano morti... Poveretta... E non aveva voluto nessuno accanto alla sua morte.
E ZampadiFalco, il guerriero dagli occhi azzurri? Amava la gatta di un altro Clan? MantoMoro o Siria? Gli mancava suo padre, ma chi era? Ed era stato ucciso... perché?
"Bel colpo!"
La micia si voltò per sorridere a CuoreSelvaggio, ma chi vide la sconvolse: era un gatto bianco dagli occhi azzurri, con i ciuffi del capo particolarmente lunghi. La cosa disgustosa era una cicatrice che si apriva da sopra l'occhio sinistro, lo attraversava, e andava così a estendersi fino alla medesima parte del petto. Lo squarcio era largo e profondo, e faceva ribrezzo solona guardarlo. Il gatto sarebbe stato bello, se non fosse stato sfregiato in quella maniera.
ZampaBianca si tirò indietro e soffiò distinto contro quello straniero spaventoso.
Lui strabuzzò gli occhi e gnaulò: "Cos... No, aspetta! Sta' calma! Non ti farò del male!"
"Intruso!" strillò lei quasi senza accorgersene.
Il gatto appiattì le orecchie e all'improvviso si accigliò, poi ringhiò: "Taci!"
ZampaBianca si zitti più per lo shock che per eseguire l'ordine.
Lo straniero riassunse la sua espressione innocente e miagolò a bassa voce: "Scusa... Per favore, non farmi scoprire..."
"Sei un estraneo nel territorio del mio Clan." sibilò lei di tutta risposta "Devo cacciarti."
"Me ne andrò." si affrettò a dire lui "È che volevo parlare con te..."
ZampaBianca lo fissò, ora incuriosita, e cercò di non far notare che stava perlopiù guardando quella terribile cicatrice.
"Sono CiuffodiNeve." si presentò lui sorridendole.
ZampaBianca mosse il naso e commentò: "Hai un odore strano... Ginestra, erba... Sei del Clan del Vento? MusodiVolpe ha un messaggio per me?" esclamò poi.
CiuffodiNeve scosse la testa.
ZampaBianca annusò di nuovo. Il suo odore aveva un retrogusto strano, e sobbalzò quando capì che era sangue!
Si accucciò spaventata, ma lo sguardo azzurro di quello sconosciuto la tranquillizzò. Forse una cicatrice così grande emanava ancora odore di sangue?
CiuffodiNeve strusciò una zampa per terra e miagolò: "Bene, volevo solo presentarmi."
ZampaBianca rimase spiazzata a quelle parole. "Tutto qui?! Dovrai dirmi altro! Sei del Clan del Vento o no?"
CiuffodiNeve guardò altrove, e tornò accigliato. "Lo sono stato per qualche tempo." rispose secco.
ZampaBianca si azzittì, temendo di aver fatto la domanda sbagliata.
CiuffodiNeve tornò a sorriderle e fece: "Bene, ci rivedremo."
"Davvero?"
"Certo."
CiuffodiNeve le dette le spalle, poi corse via.
L'apprendista avrebbe dovuto sentirsi in colpa per non aver difeso il suo territorio, eppure si sentiva più tranquilla, per la prima volta da quando aveva fatto quel sogno spaventoso.
Ma chi era quel gatto? E perché aveva voluto incontrarla?

Autrice
Di nuovo in ritardo.
Scusate.
E scusate per le traduzioni meh.
AppleDusk non sapevo come metterlo, MeladelCrepuscolo era l'unica che tornava meglio.
A proposito di traduzioni, sapete che Crowfeather è stato tradotto CorvoPiumato? Cioè ragazzi CorvoPiumato... Ma WTF?
Comunque spero che il capitolo vi sia piaciuto.
A presto :3.

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