CuordiTifone
Ad AsiaFire, e al suo meraviglioso personaggio.
BiancoSogno
BiancoSogno guardò le stelle brillare nella Via Argentea, pensando ai gatti del Clan della Stella che vegliavano sulla foresta, in attesa del Raduno che si sarebbe tenuto di lì a pochi battiti di cuore.
StellaSpedita era partito con i guerrieri scelti per parteciparvi, tra cui la famiglia adottiva di BiancoSogno.
Immaginò il leader macchiato, imponente e fiero come un felino del Clan del Leopardo, in piedi sulla grande roccia, a parlare su come, nonostante l'incendio avvenuto recentemente, i danni non fossero gravi e il Clan non avesse problemi.
BiancoSogno avrebbe desiderato essere lì, a godersi il suo ultimo Raduno, ma preferiva di gran lunga passare l'ultima notte nella foresta con la madre, la sua vera madre.
Entrò nella tana delle sciamane e si avvicinò alla gatta dal pelo nero lucente di argento, che smistava distrattamente le erbe con espressione triste.
BiancoSogno provò una fitta al cuore. Non avrebbe voluto lasciarla, non avrebbe voluto lasciare nessuno di quei gatti suoi compagni di Clan, né la foresta stessa.
"Mamma." miagolò a bassa voce. Benché l'unico paziente nella radura fosse MenteMultipla, non voleva rischiare di farsi sentire dai guerrieri rimasti al campo. Non avrebbe sopportato di vedere SognoOscuro nei guai.
A quella parola la gatta rabbrividì e si voltò a guardarlo, occhi rossi in occhi rossi.
BiancoSogno le si avvicinò e chiese timido: "Posso dormire con te?"
SognoOscuro spalancò gli occhi, poi il suo sguardo si addolcì e lo leccò sul muso "Certo."
SognoOscuro si accoccolò nel suo giaciglio, e alzò una zampa per permettere al figlio di sistemarsi.
Così fece, e la gatta lo abbracciò stringendolo al ventre, come doveva aver fatto quando era nato.
BiancoSogno non voleva nominare la sua imminente partenza, per non intristire nessuno dei due in quel bel momento.
La vita di SognoOscuro non era mai stata facile, era risaputo. Lei e i suoi fratelli erano stati trovati ai margini del campo e non aveva mai conosciuto i genitori, benché sapesse il nome del padre ma non quello della madre; poi, da cucciola, SognoOscuro aveva perso il fratellino Oro a causa di un mostro, e in seguito era morta la sorella LucediLuna; poi, sempre a causa di un mostro, SognoOscuro era rimasta storpia alle gambe e aveva dovuto abbandonare la via del guerriero, e per fortuna CuordiTifone le aveva aperto quella da sciamana; e ancora, SognoOscuro aveva visto soffrire la sua miglore amica, StellaArdente, e l'aveva perduta, e se ne era data la colpa in quanto non era riuscita ad allontanarla dal fantasma del fratello malvagio né a curare le ferite da lui inferte; si era poi innamorata di un gatto di un altro Clan, e aveva dovuto tenere tutto nascosto, per poi vedere il suo unico figlio crescere sotto le ali di altri, e intanto doveva tenere le distanze dal gatto che amava; e adesso doveva dire addio al figlio, dopo aver lottato così tanto per proteggerlo e vederlo star bene.
BiancoSogno non riusciva quasi a sopportare l'idea della madre sofferente che pensava costantemente a lui.
Perché non aveva un fratello o una sorella? Almeno, anche se avrebbe dovuto separarsi da lui o lei, sarebbe stato sicuro di non lasciare la madre da sola.
Era comunque rassicurato dalla presenza di FuriadiPantera, ZannadiTigre, VoloBuio, SabbiadelDeserto, StellaSpedita e CuordiTifone.
Oh, loro sì che non l'avrebbero abbandonata.
BiancoSogno si accoccolò stretto a SognoOscuro, poi però gli venne un dubbio e mormorò: "Mamma, se qualcuno entrasse e ci vedesse..."
"Stt..." intimò dolcemente la sciamana "Non parlare, piccolo mio. Non è importante per me."
BiancoSogno sentì tutto l'amore che provava per lei, e così chiuse gli occhi e si lasciò andare al sonno, i suoi pensieri concentrati sul corpo della madre che premeva contro il suo.
BiancoSogno aprì gli occhi e li sbattè varie volte per essere sicuro di non avere le allucinazioni.
Si trovava a Settealberi, ma quello del Clan della Stella. Lì numerosi gatti splendenti camminavano sull'erba e miagolavano animatamente e amichevolmente tra loro.
BiancoSogno si sentiva strano. Non era come quando, assieme agli altri prescelti, aveva incontrato gli antenati sotto la luce di Pietra di Luna.
No, in quel momento si sentiva più leggero, più libero, quasi non avesse corpo.
Si studiò e si rese conto con muto stupore che era proprio così: non aveva massa fisica, vedeva solo i contorni del suo corpo e i colori del pelo, ma era per metà trasparente.
"Sono morto..." gemette ghiacciato.
Degli antenati volsero lo sguardo al suo miagolio terrorizzato e si avvicinarono divertiti e curiosi.
"Non sei morto." fece le fusa il maschio "Non risplendi come noi."
BiancoSogno si dette di nuovo un'occhiata e dovette dargli ragione: non era ricoperto di stelle come gli altri spiriti.
La femmina fece un verso deliziato e disse: "Deve essere quel gatto del Clan del Tuono. Il figlio dei due sciamani."
"Quello con i poteri? Il Prescelto?" miagolò il compagno con enfasi.
Il Mago si sentì un po' a disagio nel sentire parlare di sé con così emozione da dei gatti del Clan della Stella.
"Beh, questo è uno dei suoi poteri." fece la gatta guardando il diretto interessato "È la prima volta. Divertiti, resta con noi per un po'. Fatti un giro."
Confuso da quell'invito, BiancoSogno non poté far altro che accettare e ringraziare goffamente.
'Non mi considerano un reato! Non importa loro se sono figlio di due sciamani!' si rese conto contento.
Quella consapevolezza fece scattare qualcosa in lui, qualcosa che provava solo quando era con il suo amico CuorediDrago: euforia.
Iniziò a correre ridendo come un matto, in mezzo ai gatti ricoperti di stelle, non curandosi del fatto che lo stessero guardando, alcuni divertiti, altri indignati per quel comportamento infantile.
BiancoSogno si ritrovò a guardare un gatto screziato anziano, dallo sguardo vuoto, e subito la sua gioia scemò. "StellaAlta!" gnaulò.
Si avvicinò al gatto, triste del fatto di vederlo lì. Lo rispettava molto sia come leader sia come gatto.
"Cosa è successo?" domandò, ma quello non gli rispose. "StellaAlta?" provò ancora.
L'anziano mantenne lo sguardo vacuo, persino quando BiancoSogno gli sventolò una zampa sotto il naso, e si chiese perché fosse così opaco in confronto agli altri spiriti.
Un gatto lì vicino scoppiò a ridere e spiegò: "StellaAlta è ancora vivo e vegeto. Quella è solo un'immagine di lui. È così per tutti i leader, e a mano a mano che perdono le vite l'immagine diventa più nitida."
Raggiunse il Mago e indicò con la coda altre immagini, che il giovane riconobbe: StellaSpedita, StellaAstuta, StellaOscura, StelladiGhiaccio, StelladiRana e StelladiFuoco.
"Vedi, quelle di StellaOscura e StellaSpedita sono le più vivide perché a loro rimane una sola vita. Mentre quelle di StelladiFuoco, StelladiGhiaccio e StellaAstuta le più opache perché non ne hanno ancora persa una."
BiancoSogno ne rimase affascinato, e si allontanò da quel gatto per passare tra le immagini dei sette leader, di nuovo preso dall'ilarità.
Prese di nuovo a correre e a saltellare, guardandosi intorno con gli occhi rossi spalancati a cogliere ogni minimo particolare e, anche se lui non lo sapeva, le sue pupille in quel momento erano sparite, lasciando lo spazio a tutta la lucentezza di quei rubini.
Saltellò e saltellò, sentendosi leggero come una piuma, come se potesse prendere il volo.
Quel pensiero lo incuriosì, e in un attimo spiccò un balzo molto più grande e mosse le zampe per mantenersi in aria. Funzionò! Il giovane guerriero prese a volteggiare, ma senza controllo, tanto che si girò su sé stesso e cadde con il naso nell'erba lucente.
Alzò il muso e si riscosse, ma continuò a ridere.
Vide davanti a sé delle zampe nere, e quando alzò lo sguardo vide tre gatti, due stellari e una non.
"Mamma!" esclamò BiancoSogno.
SognoOscuro abbassò la testa per squadrarlo incuriosita, e miagolò: "Interessante..."
La gatta che era con lei fece le fusa e osservò il Mago con delizia: "Hai proprio un bel figlioletto."
"Grazie."
BiancoSogno si alzò e sorrise alla gatta, poi guardò il terzo gatto, un cucciolo nero dagli occhi gialli.
"BiancoSogno, questi sono i miei fratelli." presentò SognoOscuro sfiorando il figlio con la coda "LucediLuna e Oro."
"Oh, molto piacere." salutò educato lui.
Il piccolo Oro zampettò verso il Mago e lo toccò piano con il nasino, squittendo un saluto.
BiancoSogno ricambiò e si rotolò sulla schiena per intimare il piccolo a giocare con lui, e quello gli salì sul collo, posando le zampe posteriori sulla sua spalla.
"Mamma, posso volare!" disse a un certo punto il giovane.
SognoOscuro scosse i baffi e fece le fusa. "Diciamo di sì. Stai sognando, dopotutto."
"Ma non è certo un sogno normale." ribattè prontamente LucediLuna "Stai condividendo sogni col Clan della Stella, giovanotto, come fanno tutti gli sciamani."
"Ma io non sono uno sciamano."
"È questo a renderti forte!" esclamò Oro, e BiancoSogno accettò il complimento.
SognoOscuro disse: "Comunque è il tuo pensiero che si trova qui, in questo momento, e col pensiero puoi fare qualsiasi cosa. Anche se ovviamente, essendo tutto reale, devi mantenerti entro certi limiti."
"Però posso volare." ripeté deliziato il gatto chiazzato.
Gli venne un'idea e, liberatosi delicatamente di Oro, si alzò e saltò, rimanendo goffamente in aria. Si slanciò in avanti e fluttuò fuori dalla conca, fin che, sotto di sé, non vide la foresta che era casa sua, e si lanciò da quella parte, diretto al Settealberi terrestre.
Lì vide i sette Clan riuniti.
Scorse i suoi fratelli intenti a parlare con CuorediDrago, CristalloAstrale e MezzaLuna.
Notò che quest'ultima stava particolarmente appiccicata al suo amico, e lui le sfiorava in continuazione la coda con la sua.
'Bel lavoro, amico.' pensò BiancoSogno scuotendo i baffi.
ZannaFiammeggiante scorse poco lontano CodadiTè e ZampadiDuna, e con gli altri si diresse verso di loro, tranne CristalloAstrale, che rimase ferma a guardarli, mentre BiancoSogno le volteggiava attorno.
"Dovresti smetterla." gnaulò a un certo puntò a mezza voce la gatta "Mi dai sui nervi."
BiancoSogno la guardò meravigliato e imbarazzato "Mi vedi?"
"Non sono una semplice sciamana, scemo. Sono la Sciamana."
BiancoSogno ridacchiò e volteggiò via, pensando a quanto straordinarie fossero le abilità soprannaturali della gatta.
BiancoSogno volò verso la Grande Roccia e, ai suoi piedi, vide i leader, tranne StellaOscura. Al suo posto c'era la vice OcchioAzzurro.
Capì che il leader grigio doveva essere ancora scosso per l'ultima vita persa. Se fosse stato morto ci avrebbe parlato nel Clan della Stella.
BiancoSogno continuò a vagare per la conca fin che non trovò riuniti gli sciamani. Atterrò vicino a BiancoSiero e desiderò di essere visto, per poter parlare con lui e passare insieme quel suo ultimo Raduno.
Sedette e ascoltò un po' di discorsi, fin che non si rese conto di una cosa: 'Dov'è CuordiTifone?'
In quel momento si sentì afferrare da qualcosa. Tutto il suo corpo fu trascinato via a velocità pazzesca, e BiancoSogno ebbe la sensazione che si stesse sciogliendo come la brina sotto i raggi del sole nascente.
Urlò e, quando si fermò, si ritrovò senza fiato e col cuore che batteva a mille. Aprì un occhio e si guardò intorno: era nella foresta, tra alberi alquanto familiari.
Con un'occhiata più attenta poté accorgersi che gli alberi di una parte erano un po' bruciacchiati, ma le foglie stavano ricrescendo. 'Sono nel territorio del Clan del Tuono.' pensò 'Se seguo gli alberi bruciati arrivo al burrone, che non deve essere lontano. Ma perché sono arrivato fin qui?'
Prima che potesse voltarsi e tornare a Settealberi, dei soffi e ringhi gli giunsero alle orecchie.
Svelto li seguì, sicuro che nessuno potesse vederlo, e, dietro a due castagni vide due gatti che giravano attorni pronti ad azzuffarsi.
BiancoSogno lanciò un gemito quando riconobbe Assassino. Ad affrontarlo c'era CuordiTifone.
La vecchia gatta tremava e sbatteva i denti come se si trovasse in mezzo alla neve. Faceva così freddo? BiancoSogno non poteva sentirlo.
Assassino sbuffò e disse acido: "Ultima possibilità, vecchia! Vattene e ti lascerò stare."
Ma CuordiTifone rispose con un sonoro soffio: "Scordatelo, piccolo demone. So chi sei. E so cosa sei!"
Assassino rimase un attimo in silenzio, poi scoppiò a ridere maligno "Ho capito. Bene, lo sai. Perciò capirai per quale senso di dovere devo andare a uccidere quella gatta."
La sciamana grigia scosse la testa, ancora in preda ai brividi, ma non si lasciò sopraffare "Anche se ti avessi capito, non te l'avrei lasciato fare."
"Perché non mi capisci?"
"Perché hai ucciso tuo padre, stronzetto!" sbottò la gatta. "Lurido bastardo!"
Assassino non si lasciò toccare da quei pesanti insulti, e rispose con semplicità: "Mio padre non si è comportato bene con la sua famiglia."
"Oh, taci, verme!" lo zittì CuordiTifone, adesso tremando sicuramente anche per la rabbia "Tu sai tutto quanto, lo so. Non inventare scuse con me! Vivo da prima che nascesse tua madre."
Gli occhi azzurri del chiazzato furono attraversati da un lampo di malizia quando si posarono su quelli gialli di CuordiTifone. "Hai visto che ho degli amici molto particolari, vecchia. Alcuni di loro sono addirittura nati prima di te." Alzò una zampa e si osservò con noncuranza gli artigli affilati tirati a lucido "Mi hanno raccontato molte cose su di te. Ricordi VolodiCenere?"
CuordiTifone si accigliò, e sembrava conoscere bene il gatto nominato.
Assassino proseguì: "Ecco, è stato lui a introdurti in interessanti racconti, BoatodiTifone."
CuordiTifone non si scompose e rispose a tono: "Il mio nome è CuordiTifone."
"I tuoi cari compagni non lo sanno, vero?"
BiancoSogno si avvicinò. Sapeva di dover andare a cercare aiuto, ma doveva capire: cosa sapeva Assassino di CuordiTifone, la gatta con cui era cresciuto?
Assassino continuò con un ghigno: "Non sanno che il tuo primo nome è stato BoatodiTifone. Che sei stata istruita da VolodiCenere, un gatto del Posto Senza Stelle. Che sei stata nominata da lui stesso, diventando, con un altro giovane gatto, una dei loro sciamani. Eh, vecchiaccia? Il Clan del Tuono lo sa?"
BiancoSogno strabuzzò gli occhi sgomento. Era vero? CuordiTifone era davvero stata così in diretto contatto con la Foresta Oscura? Assassino stava sicuramente mentendo!
E invece CuordiTifone non negò, ma rispose fermamente: "Mi sono pentita, ho cambiato strada e ho servito il mio Clan. So quel che ho fatto e me ne vergogno. Non posso cancellare il passato, solo sistemare le cose nel presente. E ho fatto e continuo a fare di tutto per perseguire questa mia convinzione. Non sono perfetta, nessuno lo è, ma so capire quando sono migliore di qualcun altro, di qualcuno come te!" finì sputando verso il giovane.
BiancoSogno trattenne il fiato. Allora era vero? Possibile? CuordiTifone?
Assassino sospirò fingendo esasperazione, ancora con quel suo sogghigno malefico.
CuordiTifone ringhiò, i tremolii sembravano farle un baffo dopotutto "Non burlarti di me, figlio di puttana!"
Il chiazzato perse il sorriso e l'espressione canzonatoria, si fece scuro in volto e lanciò un'occhiata truce all'avversaria.
Per un po' l'unico rumore fu lo sbattere dei denti di CuordiTifone, mentre i due gatti si fissavano con odio.
All'improvviso Assassino scattò in avanti, prendendo la soriana alla sprovvista, e le graffiò una guancia strappandole ciuffi di pelo.
CuordiTifone gemette e subito affondò i denti nella spalla dell'avversario, ma quello le tirò una forte zampata alla nuca, facendola barcollare.
BiancoSogno si riscosse dallo shock per i segreti della sciamana e urlò: "No! CuordiTifone!"
Si lanciò su Assassino, ma lo attraversò senza procurargli danno.
Soffiò disperato e osservò CuordiTifone che invano tentava di spingere a terra il nemico, mentre questo si ribellava e la faceva cadere al posto suo. Poi l'afferrò per la collottola e, con una forza poderosa, la scaraventò a qualche volpe più in là.
BiancoSogno gemette ancora ed estrasse gli artigli, pur sapendo che non poteva fare niente. 'La mamma...' pensò in fretta 'Devo avvertire la mamma!'
Saltò e si mise a fluttuare, poi spinse le zampe verso l'alto e salì di quota.
Puntò la Via Argentea, ma si fermò rendendosi conto di una cosa: 'La mamma non potrebbe fare niente da sola. CuordiTifone è anziana e indebolita, e la mamma è ferita. Devo prima avvertire...'
Col cuore che gli faceva un balzo cambiò rotta e si precipitò in picchiata verso Settealberi.
Una volta lì si guardò intorno, fin che non scorse CristalloAstrale e sfrecciò verso di lei.
Stava parlando con ZampaChiazzata, e quando BiancoSogno le piombò davanti lei gli lanciò un'occhiataccia di avvertimento e tornò ad ascoltare annoiata l'apprendista scuro.
"CristalloAstrale, ascolta!" la chiamò BiancoSogno "CuordiTifone è in pericolo! Sta lottando contro Assassino!"
Lei sbarrò gli occhi e rizzò il pelo "Cosa?"
ZampaChiazzata la guardò confuso e balbettò: "Era solo un topolino. Ne ho mangiato uno più degli altri. Ma per il viaggio, eh, mica perché..."
CristalloAstrale lo ignorò "Dove, BiancoSogno?"
"BiancoSogno?"
Il Mago rispose: "Vicino al burrone!"
La gatta striata ringhiò e ordinò: "Avverti uno degli altro sciamani! Puoi farcela!" aggiunse all'espressione confusa dell'altro. Poi si rivolse a ZampaChiazzata: "Non fare domande e aiutami ad avvisare gli altri."
Il gatto del Clan del Cielo annuì e si allontanò con lei.
BiancoSogno sfrecciò verso gli sciamani, ma prima che potesse raggiungerli sbattè le palpebre per le lacrime, e quando riaprì per bene gli occhi si ritrovò a guardare...
Assassino aveva atterrato CuordiTifone, che debolmente gli graffiava i fianchi con le zampe posteriori, procurandogli pochi graffi.
Assassino la colpì e la fece rotolare via.
BiancoSogno si riscosse, di nuovo a Settealberi, e si posò accanto a suo padre. 'Posso farcela...' Espanse il suo pensiero a BiancoSiero e usò i suoi poteri per far sì che lui lo vedesse. 'Papà? Papà, sono io!'
Per un attimo BiancoSiero sembrò non accorgersi di nulla, poi il suo sguardo divenne vacuo.
"Papà?" fece ad alta voce BiancoSogno.
BiancoSiero abbassò lo sguardo su di lui e trattenne il respiro. Gli altri sciamani sembravano aver capito che il collega stava ricevendo un messaggio importante, anche se probabilmente credevano provenisse dal Clan della Stella.
"Papà, CuordiTifone è in pericolo! È vicino al burrone! Lei sta..."
Assassino inchiodò CuordiTifone contro un albero e infilzò gli artigli nelle sue spalle. "Non offendere mia madre." ringhiò. Avvicinò i denti al suo orecchio e sussurrò: "BoatodiTifone... Non CuordiTifone... VolodiCenere mi ha chiesto personalmente di fartelo capire una volta per tutte... Per questo ti toglierò il "cuore"." Lanciò un rapido grido di trionfo, ansimando dall'eccitazione della battaglia, si leccò i baffi e alzò una zampa, gli artigli brillavano di una luce innaturale, e li calò...
"No!" urlò BiancoSogno "Andate!"
Era così arrabbiato e confuso che il suo potere gli sfuggì dalle zampe quel tanto che bastava per espanderlo agli altri sciamani, che posarono gli occhi increduli su di lui.
BiancoSiero si alzò sull'anca buona e ruggì: "Andiamo! CuordiTifone ha bisogno di noi!"
Tutta Settealberi si voltò a guardarlo, compresi i leader che stavano salendo sulla Grande Roccia.
BiancoSiero abbassò la bocca all'orecchio del figlio e sussurrò: "Avverti tua madre, noi arriviamo."
BiancoSogno aprì gli occhi di scatto. Si sentiva stanco, come se, invece di aver volato, avesse corso per tutta la foresta e oltre.
Si sciolse dal caldo abbraccio della madre e la scosse "Mamma! Svegliati!"
Lei sussultò con un ringhio gutturale e tirò su la testa, sbattè gli occhi e li posò sul figlio a mo' di rimprovero.
Prima che potesse essere sgridato, il giovane sbottò nel panico: "CuordiTifone sta combattendo contro Assassino! Dobbiamo salvarla!"
Allora SognoOscuro spalancò gli occhi dal terrore e si alzò in piedi, dirigendosi fuori dalla radura quanto più veloce poteva con le zampe ferite.
BiancoSogno lanciò un gemito dalla pena a quella vista e dalla preoccupazione per CuordiTifone, e si precipitò fuori a sostenere la madre e ad aiutarla ad accelerare il passo.
Una volta salito il burrone il giovane la guidò attraverso gli alberi, e iniziò a sentire il tremendo odore di sangue.
"No..." mugolò guardandosi freneticamente intorno.
Sentì dei rumori di corsa, appartenenti a molti gatti, e sibito all'odore del sangue si unirono quelli dei diversi Clan.
Si diresse da quella parte con SognoOscuro appresso, e gridò d'istinto quando sentì un forte gemito di dolore. "ZannaFiammeggiante!"
Si lanciò in avanti, e, proprio sotto i due castagni visti durante il sonno, trovò tutti i gatti dei sette Clan che poco prima erano riuniti a Settealberi.
Alcuni stavano in disparte a confabulare con arie sconvolte e impaurite, altri tristi e in lacrime.
Un altro gruppo invece era accucciato da una parte, e miagolavano parole di dolore.
Tra di loro, più esterni, c'erano PanteraNera e LucediFuoco, che se ne stavano a orecchie basse proprio dietro ZannadiTigre e FuriadiPantera.
Lì accanto c'erano CuorediDrago e i suoi fratelli, assieme a MezzaLuna e CristalloAstrale.
Il Sovrano sentì arrivare BiancoSogno e SognoOscuro e corse da loro con sguardo dispiaciuto. Fece per dire qualcosa, ma le parole non gli uscirono di gola.
In quel momento BiancoSogno capì tutto, e iniziò a scuotere lentamente il capo, come se la verità fosse il ronzio fastidioso di una vespa che gli stava pungendo le orecchie, e lui voleva scacciarla a tutti i costi.
SognoOscuro scattò verso la cerchia di gatti e si fece largo a spallate, raggiungendo BiancoSiero.
BiancoSogno la seguì e affiancò ZannaFiammeggiante, che accanto a VoloBuio distoglieva lo sguardo e singhiozzava.
BiancoSogno abbassò il capo e piantò gli artigli nel terreno alla vista di CuordiTifone insanguinata riversa a pancia in su. I segni dei graffi e dei morsi erano niente a confronto dell'enorme squarcio che riportava sul petto, sul punto del cuore, dove la carne era stata lacerata e si intravedeva in parte. Da lì il sangue che sgorgava si era espanso lungo quasi tutto il busto della gatta, che gorgogliava, il sangue tra i denti era un po' quello del suo nemico e un po' il suo.
SognoOscuro si accasciò sulla maestra e la cinse con una zampa. "CuordiTifone!" urlo disperata.
La soriana aprì piano gli occhi, scossa dai brividi, e non appena vide l'apprendista la bocca si distese in un piccolo sorriso. "T-temevo..." gorgogliò "...che n-non ti... che non ti avrei p-più rivista in questa v-vita..."
"Oh, CuordiTifone, mi dispiace così tanto..." singhiozzò SognoOscuro "È stato lui, vero? Stava venendo da me?"
CuordiTifone non rispose, ma continuò a guardare SognoOscuro con uno sguardo carico d'amore.
"CuordiTifone..." miagolò tristemente BiancoSiero, accanto alla compagna.
CuordiTifone lo guardò, ma la sua attenzione fu poi attratta dal gnaulio strozzato di NuvolaCristallina, il bel pelo sfumato del muso ormai bagnato da lacrimoni.
CuordiTifone tremò nello sforzo di alzare la zampa per toccare la sua e disse flebilmente: "Non piangermi troppo, caro amico."
CodaSporca, vicino alla testa della soriana, allungò il collo per guardare lo squarcio e miagolò nella sua ingenuità da giovane sciamano alle prime armi: "N-non si può proprio curare? P-potremmo fermare l'emorragia... o..."
Cicatrice però, accucciata accanto a lui, scosse bruscamente la testa con le labbra arricciate dalla tristezza, e toccò la testa di CuordiTifone con la punta del naso.
VolodiBombo toccò CodaSporca con la coda e rispose gentilmente: "Non possiamo fare niente. Ha già perso troppo sangue, e uno squarcio simile è irreparabile. Abbiamo le zampe sotterrate..."
"Non è giusto però..." pianse il giovane CodadiCastagno, che si affacciava dal basso tra NuvolaCristallina e StellaSpedita "Non lo meritava."
"Oh, g-giovanotto..." miagolò CuordiTifone "Ho fatto tante c-cose di cui... mi v-v-vergogno..."
"Tu?" soffiò StellaSpedita con le lacrime agli occhi.
"C-credimi... Ho c-colpe p-paragonabili a q-q-quelle di S-StelladiGhiaccio..."
"Ma sei diversa!" sbottò BiancoSogno "Ti sei pentita!"
Tutti si voltarono a guardarlo, confusi, mentre CuordiTifone sembrava grata delle sue parole. Toccò con una zampa quella di SognoOscuro e gorgogliò a bassa voce: "Devi esserne orgogliosa... C-come lo s-sono io..."
SognoOscuro sibilò: "È tutta colpa mia... Doveva uccidere me..."
"No..." rispose prontamente la soriana "Io non lo avrei permesso comunque. Le cose sarebbero andate i-in o-ogni caso... i-in questo m-m-modo... N-non i-incolpare te stessa."
"Non farlo nemmeno tu, CuordiTifone." miagolò BiancoSogno.
"Oh, carissimo cucciolo..." CuordiTifone lo guardò, poi passò a BiancoSiero, e sorrise ancora.
SabbiadelDeserto, accanto a NuvolaCristallina, lanciò un lamento.
StellaSpedita toccò col naso quello di CuordiTifone e miagolò: "Grazie per aver servito il Clan del Tuono."
"È stato un onore..." rispose lei, poi fu percorsa da un brivido e la voce le divenne ancor più smorzata.
SognoOscuro si impietrì e fissò la maestra con terrore: "Mamma..."
CuordiTifone riuscì ad alzare ancora di più la zampa e ad accarezzare SognoOscuro sul muso, catturando le sue lacrime. "S-sono contenta di andarmene c-così... perché ho c-combattuto per a-amore... Veglierò su di te, figlia mia."
CuordiTifone lasciò ricadere la zampa, continuò a osservare SognoOscuro e lentamente le palpebre le calarono, posò la testa a terra e si afflosciò, spirando un'ultima volta.
"No!" urlò SognoOscuro stringendosi ancor di più alla soriana grigia "No! CuordiTifone!" Cacciò indietro la testa e lanciò un grido d'angoscia, che riverberò per la foresta, insediandosi nei cuori e negli animi di tutti i gatti, presenti e non.
La vista di BiancoSogno divenne sfocata. Stava piangendo. Non riusciva a muoversi, non riusciva a diatogliere lo sguardo da CuordiTifone.
Sentiva ZannaFiammeggiante piangere, sentiva BiancoSiero respirare profondamente, sentiva i lamenti di StellaSpedita e di SabbiadelDeserto, i gnaulii di NuvolaCristallina. Riusciva a sentire persino le leccate di Cicatrice e VolodiBombo sulla testa di CuordiTifone, i tremiti di CodadiCastagno e di CodaSporca.
Percepì un tocco sulla spalla, e si sbloccò. Si voltò e vide la zampa nera di VoloBuio attorno alle spalle di ZannaFiammeggiante, e poi posata su quella di BiancoSogno. Il fratello aveva gli occhi velati dalle lacrime, e guardava un punto imprecisato di fronte a sé, in silenzio. Anche se non diceva niente, quel contatto bastò a confortare in parte BiancoSogno.
Poco più dietro sentì CristalloAstrale dire rispettosa: "Sarà ricordata e rispettata non solo dal Clan del Tuono, ma da tutti i Clan. Addio, CuordiTifone, la migliore sciamana del tempo."
"Già," miagolò CuorediDrago "addio..."
Poi BiancoSogno sentì un movimento, e CristalloAstrale gli si parò davanti, gli occhi diamantini scintillanti. "Puoi vederli, se vuoi." Gli posò una zampa sugli occhi e aggiunse: "Dovresti farlo vedere a tutti."
BiancoSogno annuì. Sapeva cosa fare, non sapeva perché, ma lo sapeva.
Lo desiderò con tutto il suo cuore, pensando a CuordiTifone, e a tutte le cose belle che aveva fatto, e a tutti coloro che l'amavano.
Quando CristalloAstrale tolse la zampa, BiancoSogno poté vedere lo spirito di CuordiTifone sul suo stesso corpo. Non sembrava affatto lei: la gatta era giovane, bella, dritta, il pelo curato, il muso privo di rughe.
Quando BiancoSogno era nato CuordiTifone era già vecchia, e gli era sempre sembrato quasi impossibile pensare a una CuordiTifone giovane.
E invece eccola lì, e tutti la vedevano, perché i loro occhi erano spalancati e brillavano.
CuordiTifone però non sembrò accorgersene, perché la sua attenzione era riportata verso alcuni gatti del Clan della Stella che si trovavano lì vicino.
La soriana li raggiunse velocemente, gli occhi irradiavano una gioia che BiancoSogno non le aveva mai visto.
Raggiunse una bella gatta bianca a macchie rossicce e si strusciò contro il suo pelo lucente, mentre quella la leccava dolcemente. Intanto, due micini giocavano alle zampe della soriana.
Un gatto grigio dagli occhi gialli si avvicinò e toccò CuordiTifone col naso, la gola percorsa da sonore fusa. Era StellaGrigia!
Una persiana grigia dal pelo lungo stava dietro di lui e scuoteva i baffi.
Un terzo gatto grigio affiancò CuordiTifone, gli occhi ricordarono a BiancoSogno che si trattava di SguardoGlaciale. I due sciamani si toccarono i nasi e si fecero le fusa strusciandosi il capo.
E poi una gatta dal pelo grigio scuro e gli occhi azzurri. MantodiLava.
La gatta si avvicinò a CuordiTifone, che la guardò con amore e le saltò con le zampe al collo, così MantodiLava rise e prese a leccarla.
"Allora mi perdonate?!" miagolò gioiosa CuordiTifone.
MantodiLava annuì con dolcezza "Sì. Perché il tuo cuore desidera essere perdonato."
La soriana grigia fece le fusa, poi passò lo sguardo su tutti i gatti venuti a prenderla, e scosse un orecchio, il sorriso vacillante. "Dov'è StellaArdente? Non la vedo..."
"Oh, è qui, credimi." rispose MantodiLava, e lo sguardo saggio ma al contempo birichino si posò un attimo verso i gatti ancora accerchiati attorno al corpo di CuordiTifone.
Ella annuì e scosse la coda soddisfatta "Capisco."
"Andiamo?" miagolò StellaGrigia "Molti altri gatti sono ansiosi di scambiare leccate con te."
"Arrivo." CuordiTifone si voltò e si avvicinò a CristalloAstrale, che chinò il capo in segno di rispetto. La soriana miagolò: "Non inchinarti a me, Veggente-dal-cuore-selvaggio, e accetta il mio dono."
CristalloAstrale obbedì e attese, gli occhi grigi-bianchi fissi sulla soriana.
Questa le toccò la fronte col naso e disse: "Ti dono la forza interiore. Usala quando le cose si faranno difficili. Io vi starò vicina, e se vorrai parlarmi..."
"È un onore." rispose la giovane.
Poi CuordiTifone guardò BiancoSogno, che deglutì un singhiozzo. "Mi prenderò io cura di te."
"Grazie..." gnaulò lui, ma le parole gli morirono in gola.
CuordiTifone lanciò uno sguardo a SognoOscuro, sorridendole e facendo le fusa, e alla fine tornò dai parenti e dagli amici venuti a prenderla. Si lasciò toccare dalla gatta macchiata e da StellaGrigia, e in un lampo abbagliante scomparvero tutti.
Ci fu un attimo di silenzio impressionato, poi SognoOscuro tornò a piangere, il muso affondato nel ventre di CuordiTifone. BiancoSiero le si accucciò accanto e fece lo stesso, anche se il suo pianto era silenzioso.
Gli altri sciamani iniziarono a leccarla, mentre tutti gli altri gatti si avvicinarono per rendere i loro ultimi omaggi.
L'unico che non si avvicinò fu StellaSpedita, che si mise in disparte in silenzio, la testa incassata nelle spalle, la schiena gobba.
BiancoSogno guardò CristalloAstrale. La gatta non piangeva né mostrava tristezza, ma BiancoSogno percepì i suoi pensieri: era coscente che avrebbe scambiato leccate con CuordiTifone in futuro, e benché le dispiacesse per la sciamana il sentimento più forte che provava era la rabbia verso Assassino, nonostante non stesse lasciando trapelare nemmeno quello.
BiancoSogno provò un azzardo e leccò la spalla della gatta striata. Lei fece un cenno di ringraziamento e rimase in silenzio.
CuorediDrago si avvicinò e guardò il corpo della soriana grigia, e tutti i gatti che lo stavano curando, poi commentò: "Era davvero amata. Ma lei lo sapeva?"
BiancoSogno sospirò "Non credo." 'Eri davvero amata, CuordiTifone.' pensò 'E continuerai a esserlo.'
Autrice
Oh, Asia, perché me l'hai fatto fare?
Cavolo, mi dispiace tantissimo per CuordiTifone, spero di averti soddisfatta, e spero di aver soddisfatto tutti voi.
Che ne dite della canzone? Consiglio: leggete il pezzo della morte di CuordiTifone ascoltando questa canzone. Io un po' l'ho scritta ascoltandola.
Mi sembra azzeccata, che ne dite?
Fatemi sapere.
A presto.
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