Loro ci guardano da lassù sempre

Dopo tre lune di neve, che aveva dato non pochi problemi al viaggio del Clan del Sangue, Rossa si trovava davanti a suo padre, che la osservava orgoglioso.
La micina teneva il petto in fuori, con la schiena ben dritta.
Si voltò verso PelodiRatto, che la guardava poco più in là, impassibile.
Quando tutti i gatti furono radunati intorno a loro, StelladiRubino miagolò: "Oggi nominerò Rossa, mia figlia, apprendista. Rossa, d'ora in poi sarai conosciuta come ZampaRossa, almeno fin che non diventerai guerriera. Io sarò il tuo mentore."
ZampaRossa emise d'istinto dolci fusa. Aveva sempre desiderato essere addestrata da suo padre.
Tutti i gatti si avvicinarono a ZampaRossa per congratularsi.
ZampaAgile e ZampadiSeta la leccarono sul muso ridendo, mentre ZampaCalma le faceva l'occhiolino.
ZampaSaggia si avvicinò per ultimo, sorridendole. "Congratulazioni." mormorò dolcemente, avvicinando il muso alla micina, che si sentì un po' a disagio. "Diventerai una guerriera fortissima."
"Grazie." rispose lei imbarazzata da quei complimenti.
ZampaSaggia in quelle lune si era fatto riconoscere: era un apprendista davvero formidabile, abile nella caccia e nel comando, e anche nella lotta.
Molte giovani gatte del Clan lo ammiravano e arrossivano quando parlava loro, ma ZampaRossa lo trovava troppo perfetto.
Suo fratello ZampaGrigia sembrava vederlo un po' come una minaccia: diceva sempre che sarebbe diventato leader, e che sarebbe stato un forte gatto.
Tuttavia, tutti davano più fiducia a ZampaSaggia.
ZampaRossa si allontanò con ZampaCalma.
Finalmente potevano passare più tempo insieme.
ZampaCalma era il suo migliore amico, e durante quelle lune ZampaRossa era stata invidiosa nel vedere ZampaAgile e ZampadiSeta accoccolarsi o condividere prede accanto a lui.
"Vedrai quanto è formidabile addestrarsi."
"Però tu fra poco diverrai guerriero." ricordò lei con rammarico.
"Però un giorno saremo guerrieri tutti insieme." fece una voce.
ZampaRossa si accorse solo in quel momento che ZampaSaggia le stava camminando a fianco, e mugolò piano.
FogliadiMenta passò in quel momento, osservando la micia con felicità. "Congratulazioni!"
ZampaRossa rabbrividì. FogliadiMenta non aveva più fatto riferimento alla profezia, e lei aveva preferito non parlarne con nessuno. Tuttavia, aveva ancora una certa ansia.
StelladiRubino si avvicinò e fece: "Vieni con me, ZampaRossa?"
La cucciola annuì felice.
Il leader si voltò verso la sua vice. "Mantod'Eclissi, guida tu il Clan. Io corro più avanti con ZampaRossa."
La gatta nera annuì, e il leader partì a corsa, seguito dalla figlia.
Entrambi superarono tutto il Clan, allontanandosi.
Rossa faticava a stare dietro al padre, ma lui correva abbastanza piano.
Quel giorno StelladiRubino le insegnò a cacciare e a riconoscere bene differenti odori.
Al tramonto, si sedettero per aspettare gli altri gatti.
ZampaRossa era al settimo cielo per quella giornata passata insieme al padre.
StelladiRubino la guardò. "Stanca?"
"Sì, ma felice."
"Mi fa piacere."
ZampaRossa gli si strinse contro. "Papà, ci troveremo bene nella nostra nuova casa?"
"Non ho dubbi se me l'ha indicato il Clan della Stella."
"Ma loro devono dirci sempre cosa fare?"
Il leader osservò il cielo arancione. "Loro sanno tutto. Ci dicono le cose per aiutarci, e ci proteggono o ci corrono in soccorso se siamo in difficoltà."
ZampaRossa esitò, poi chiese: "E creano profezie?"
StelladiRubino le lanciò un'occhiata incuriosita. "A volte. Vedi, ZampaRossa, non tutti i gatti sono buoni. Ne esistono alcuni di veramente malvagi, che ucciderebbero innocenti senza motivo, ma il Clan della Stella non può fermarli direttamente. Allora scelgono degli eroi, affinché riportino la pace."
L'apprendista rizzò il pelo dalla paura. "Ma perché fanno i cattivi?"
"Cose personali: più territorio, dominio totale, o vendetta. Altre volte sono costretti da qualcuno. In questo caso hai più possibilità di farli ragionare, ma se non ci riesci allora devi combatterli."
ZampaRossa riflettè: era proprio lei una di quegli eroi che dovevano distruggere un essere malvagio? Ma come? E perché proprio lei?
"Lo so, ZampaRossa." fece a un certo punto suo padre.
La micia si voltò di scatto verso di lui, sorpresa e un po' speranzosa. "FogliadiMenta te l'ha detto?"
"Certo. Sono il leader, e tu sei mia figlia."
ZampaRossa abbassò la testa. "È vero?"
"Sì. Il Clan della Stella ha parlato. Ma ci occuperemo di capire la Profezia quando avremo trovato una nuova casa."
"Ho paura, papà."
"Non devi." la rassicurò leccandola. "Loro ci guardano da lassù, sempre."
L'odore dei gatti di Clan iniziò a farsi sentire.
"Papà, pensi che ZampaSaggia un giorno diventerà leader?"
StelladiRubino scosse i baffi divertito. "Beh, è un gatto in gamba, e molti si fidano di lui. Ma non è ancora detto."
"A me piacerebbe diventare come te."
Il padre fece sonore fusa. "Se lo desideri tanto sono sicuro che ci riuscirai. Nel nostro Clan di solito i discendenti di StelladiSangue, la fondatrice, si ritrovano sempre a fare i leader. E noi discendiamo da lei."
ZampaRossa fece le fusa.
StelladiRubino le avvicinò il muso, sussurrando: "Voglio rivelarti subito una cosa dei leader: noi del Clan del Sangue preferiamo abdicare, piuttosto che aspettare di perdere tutte le vite."
"Tu quante ne hai ancora?"
"Nove. Il leader prima di me ne aveva nove, poi gliene è rimasta una. Quando ha abdicato il comando a me, io ne ho ricevute otto, e quando poi lui è morto di vecchiaia, la sua ultima vita mi è passata, e adesso ne ho nove."
"E nessun altro Clan fa così?"
"Non credo. È nostra tradizione."
Poi il Clan li raggiunse, e StelladiRubino disse alla figlia di raggiungere gli apprendisti.
Prima però ZampaRossa si avvicinò a PelodiRatto per raccontarle la sua prima giornata di allenamento: la gatta non si degnò di guardarla, e forse non l'ascoltava nemmeno.
ZampaRossa, un po' delusa ma cercando comunque di rimanere allegra, trotterellò da ZampaCalma per raccontargli tutto.

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