III
Aveva fame. Da quanto tempo era rinchiuso lì ? Non riusciva a capire quanto tempo fosse passato, mesi oppure qualche ora. Ma aveva una grandissima fame, probabilmente era mezzogiorno od ora di cena. Aveva la testa calata verso le pietre grigie del pavimento, il suo corpo ogni tanto veniva percosso da qualche brivido di Freddo. Era inumano essere trattato in quel modo. Se avesse potuto, si sarebbe liberato da quelle corde ma era troppo debole e aveva perso anche parecchio sangue. Le palpebre erano pesanti e lui faceva di tutto per stare in piedi, in stato vigile nel caso fosse entrato qualcuno, nonostante le gambe sotto gli tremassero convulsivamente.
Lo scatto della porta che si aprì, gli fece subito alzare la testa come una molla, tutti i suoi muscoli si tesero in stato di allerta e guardò colui che era entrato nella stanza: il soldato spartano. Ormai il sole filtrava da quei buchi lasciati e presenti nelle mura di quella stanza, quindi aveva una visuale migliore e grazie a quei spicchi di sole poteva dedurre che fosse giorno.
Si guardavano negli occhi, quelli di Hawks erano carichi di stanchezza in quelli dello sconosciuto invece c'era un pizzico di malizia sconosciuto.
<Buongiorno, oggi è il tuo grande giorno.>
Lo sguardo del biondo ora era confuso; non era un tipo molto sveglio nel capire queste cose, quindi inclinò la testa di lato e lo guardò, esprimendo la piena confusione. L'altro fece un sospiro pesante, palesemente irritato. <Sarai messo sul podio pubblico e ti venderemo al migliore offerente. Quindi buona fortuna.>
Gli occhi dell'uomo alato di allargarono dalla sorpresa.
<E se non volessi farlo ? Non voglio diventare una prostituta.>
Disse con un sibilo.
<Se nel caso ti rifiutassi, al massimo morirai.> Rispose il corvino, lucidandosi le unghie sulla tunica sporca di sangue e di terra. Gli spartani erano così violenti, storse io naso e poi sospirò. Non aveva nessuna scelta che eseguire i suoi ordini.
<Tra una settimana.>
Disse infine l'altro e poi lo lasciò nuovamente da solo, abbandonando la stanza.
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