[5]

●▬▬▬▬▬๑۩۩๑▬▬▬▬● 

Capitolo 5 

Era sabato mattina, Louis aveva finalmente ottenuto un giorno di riposo dopo aver promesso a Eleanor che avrebbe fatto gli straordinari lunedì. Probabilmente non li avrebbe fatti, ma Eleanor lo sapeva dal momento che aveva accettato. Non era un pregiudizio che Louis fosse il suo dipendente preferito. 

Al posto di dormire o risposarsi come Louis si era immaginato di fare, era bloccato nella sua camera. Fissava lo schermo del suo tablet e si chiedeva se dovesse premere il tasto 'elimina' o no. Stava avendo quel problema da almeno una mezz'oretta, ma non sapeva ancora cosa fare. 

Da un lato, aveva già tre coinquilini e il loro affitto mensile lo aiutava a coprire le bollette della casa. Dall'altro, se trovava un'altra persona a cui affittare la stanza avrebbe trovato un'altra fonte di reddito oltre al suo stipendio. 

Louis era sempre stato determinato quando si parlava di risparmi, era per questo che aveva accettato di mettere in affitto le stanze, non voleva finire senza un soldo a chiedere l'aiuto di sua madre. Lei aveva già abbastanza da fare, abbastanza figlie da nutrire, Louis non voleva aumentare le sue preoccupazioni.

Ma la cosa più importante era che Louis aveva paura di chi sarebbe stato il quarto coinquilino. Era stato fortunato con gli altri perciò era sicuro che l'ultimo sarebbe stato un serial killer e con questo pensiero, Louis decise di eliminare il post su Craigslist. 

Una pagina si aprì chiedendo a Louis se davvero volesse eliminare il post, cliccò 'sì' prima di uscire da camera sua e andare al piano inferiore. 

Tutti quei pensieri gli avevano fatto brontolare lo stomaco. 

Andò in cucina e guardò nel frigo. Sapeva che Niall aveva recentemente riempito entrambi i frigoriferi e Louis stava per mettersi a ballare quando notò avesse comprato i biscotti gelato. Era uno dei vantaggi nell'avere dei coinquilini: compravano tante cose da condividere. A Liam piaceva pulire la casa e a Zayn piaceva aiutarlo. Louis sapeva che Zayn lo aiutasse soltanto perché non indossava la maglietta quando lo faceva e gli piaceva fissarlo, ma a Liam non importava. 

Louis era ancora deluso dal fatto che Liam fosse così gentile e sexy da riuscire ad attrarre Zayn. 

Louis prese il gelato dal freezer e delle patatine dalla credenza prima di andare nel salotto dove c'erano Zayn spaparanzato sul divano che messaggiava e Niall sul pavimento che scriveva sul tablet. Louis spostò i piedi di Zayn, ignorando le sue proteste e si mise comodo. Mangiò felice il suo cibo e all'improvviso si ricordò di una cosa importante che era successa la notte prima. 

Si girò verso Zayn e gli tirò un'occhiataccia. 

"Se dovete fare sesso, potete fare più piano? Vi prego," borbottò acido Louis. 

Non era riuscito a dormire con tutti quei rumori che venivano da fuori e c'era un solo responsabile, o meglio due. 

Zayn si alzò di scatto e fissò Louis con gli occhi spalancati, stava arrossendo mentre cercava una scusa. 

"Louis! Non abbiamo fatto sesso!" Spiegò velocemente. 

Louis strizzò gli occhi e scosse la testa. 

"Non ti credo neanche un po'," disse tagliante, mordendo il gelato per poi rabbrividire. 

Louis non era acido perché Zayn stava facendo sesso, non era per quello e non era neanche perché lo stesse facendo nella sua casa. No, non era definitivamente invidioso, pf.

"Smettila di fare il finto innocente, ho sentito dei gemiti fuori dalla mia stanza," aggiunse sbuffando per poi mettersi le patatine in bocca. Le sue papille gustative si sentivano meglio dopo essere state aggredite dal gelato freddo. 

Era esilarante la maniera in cui Zayn era arrossito dopo che Louis lo aveva sgridato sulla sua vita sessuale. 

"Non siamo stati io e Liam! Ho dormito come un tronco ieri sera e Liam era a lavoro, ricordi?" Starnazzò indignato. 

Louis si fermò e realizzò che Zayn stesse dicendo la verità, si ricordava vagamente di aver ricevuto un messaggio di Liam in cui gli diceva che doveva visitare i suoi genitori e sarebbe ritornato il giorno dopo. 

Louis era ancora sospettoso perciò disse, 

"Allora chi cavolo stava gemendo come una pornostar ieri sera?" 

Niall all'improvviso entrò nella conversazione senza distogliere lo sguardo dallo schermo del computer. 

"Era Brent Corrigan nel mio tablet," commentò con nonchalance. 

Louis fece cadere sorpreso il pacchetto di patatine. 

"Niall, che cazzo?" Esclamò incredulo dopo aver boccheggiato per un minuto come un pesce. 

Ora stavano fissando Niall come se fosse pazzo, probabilmente lo era davvero. Nulla di ciò che faceva Niall era normale. 

"Non l'ho fatto di proposito, un hacker mi ha attaccato il computer ieri e ha iniziato a guardare dei porno gay," disse Niall, alzando gli occhi al cielo quando vide la loro reazione. 

Louis prese velocemente il pacchetto di patatine quando Biscotto iniziò ad annusarlo curioso. 

"Allora come fai a sapere il nome dell'attore, Niall?" Mormorò Zayn dopo essersi steso di nuovo sul divano e aver messo i piedi sulle ginocchia di Louis. 

Louis non li spinse via, era troppo impegnato a fissare Niall incredulo. 

"Il video stava andando da un po' perciò mi sono incuriosito su chi fosse l'attore," rispose Niall, cambiando posizione e mettendo la schiena contro il divano. 

"Allora lo hai guardato?" Chiese Louis. 

Non riusciva a processare l'informazione nella sua testa.

"Guardare porno gay non è illegale, lo sapete?" Li prese in giro Niall per poi grattarsi il piede. 

"Ti è piaciuto?" Chiese curioso Zayn. 

"Non è il mio genere, preferisco la figa al culo," disse Niall continuando a scrivere. 

Louis aveva bisogno di alcool. Quando stava esplorando la sua sessualità, gli ci volle molto di più che un porno gay per ammettere che gli piaceva. C'era confusione, scompiglio, rifiuto, ma era solo un adolescente e Niall era un adulto. Adulto per quanto potesse essere, a volte si comportava proprio come un bambino di otto anni. 

"Vuol dire che sei bisex?" Chiese Louis. 

A un certo punto della sua vita, pensava di essere bisessuale, ma poi aveva capito di essere solo gay. Era più facile per lui accettare che gli piacessero gli uomini se nel mezzo c'erano anche delle donne.

"Io sono bisessuale, penso che Liam abbia menzionato di essere pansessuale," mormorò Zayn con gli occhi fissi sul telefono. 

Louis sospettava stesse scrivendo a Liam. 

"Non mi importa neanche della mia sessualità," disse Niall. 

"Hai mai fatto sesso Niall?" 

"Ohi! Attento a come parli, Tomlinson. Lui fa molto movimento," disse Niall, indicando il suo pacco come un trofeo. 

Louis arricciò il naso, in quel momento Niall sembrava disgustosamente etero. 

"Non metterti sulla difensiva," rise Louis. 

"Tu invece Lou?" Chiese Zayn, sollevando il suo sopracciglio perfetto. 

"Sono abbastanza sicuro di essere gay," ammise. 

Zayn annuì e si girò di nuovo verso il telefono. "Figo," aggiunse. 

Louis poi si girò verso Niall per vedere la sua reazione perché da quando erano a casa insieme, non lo aveva mai detto. Era sicuro che Niall non avesse nessun problema sul fatto che fosse gay. Aveva una mente aperta su molti temi e non giudicava le persone al contrario di Louis quando lo aveva incontrato la prima volta.

Louis poteva imparare molto stando con Niall. 

"Lo so dal primo giorno," lo rassicurò quando vide che Louis lo stava fissando incuriosito. 

Louis boccheggiò e iniziò a dargli fastidio con l'alluce. "Cosa vuol dire?!" Disse con un urletto senza essere davvero arrabbiato. Era davvero felice perché non voleva cacciare Niall di casa per essere omofobo. 

"Avevo solo una sensazione, ecco tutto." Ridacchiò Niall, spostando il piede di Louis. Quando Louis lo mise sulla sua spalla, arricciò il naso disgustato. Cercava di toglierlo più volte ma Louis lo rimetteva sempre. 

"Aspetta, ti va bene essere l'unico etero qua dentro?" Chiese curioso Louis. 

Forse il fatto di vivere sotto un tetto in cui due suoi coinquilini si guardavano come Niall guardava la birra e l'altro aveva appena ammesso di essere gay poteva mettere a disagio Niall.

"Non mi importa, basta che non scopiate davanti a me," affermò con un'alzata di spalle. 

"Ho già messo la regola che non si può scopare fuori dalle camere," borbottò Louis mandando un'occhiataccia verso Zayn.

Zayn non alzò lo sguardo dal telefono e Louis alzò gli occhi al cielo, era tentato di prenderglielo dalle mani e lanciarglielo. 

Zayn stava rovinando un momento importante tra coinquilini con le sue risatine ai messaggi di Liam. 

"L'ho sentito forte e chiaro, stronzo, stavo solo scherzando," borbottò Niall dopo essersi ricordato degli eventi della settimana prima in cui Louis lo aveva rincorso per casa con una mazza da baseball, solamente perché aveva scherzato dicendo che aveva fatto sesso con una ragazza nel salotto. 

"Odio le tue battute." 

Non si sentiva in colpa per quello che aveva fatto. 

"Mi hai quasi rotto la gamba," sospirò Niall esasperato. 

Si era ormai abituato al fatto che Louis fosse drammatico, ma quell'episodio lo aveva seriamente spaventato. 

"Non fare il piagnucolone." Ghignò Louis e gli toccò la guancia con l'alluce, guadagnandosi uno schiaffo sulla coscia quando Niall si alzò per allungare le braccia sopra la testa. 

Louis mormorò che avrebbe cacciato Niall di casa mentre si massaggiava la coscia dolorante.

Sapeva di meritarselo, in quanto a odori il suo piede non era dei migliori. 

"Vado in camera, ho una riunione su Skype tra mezz'ora," dichiarò Niall mentre se ne andava dal salotto, da un lato aveva il tablet e dall'altro Biscotto. Biscotto lo seguiva dappertutto perché aveva sempre con sé del cibo, ma Louis aveva paura che il suo cane prima o poi lo rimpiazzasse. 

"Niall, mi ha dato il suo nick su Twitter," disse improvvisamente Zayn quando sentì Niall sbattere la porta di camera sua. 

Louis si girò curioso e si avvicinò, Niall non gli aveva mai dato il suo Twitter. 

"Che merda posta Niall? Sono sicuro che siano tutti tweet da ubriaco," scherzò Louis, immaginandosi già le stronzate che scriveva. 

"Penso sia famoso," scherzò Zayn, fissando lo schermo dove si vedeva la timeline di Niall. 

"Che cosa vuoi dire?" Chiese Louis. "Niall è praticamente un eremita. Non esce dalla sua stanza se non per comprare del cibo," aggiunse Louis, alzando gli occhi al cielo perché non c'era modo che il suo amico ubriacone avesse dei seguaci.

A meno che non fosse una specie di assaggiatore di birra, Louis a volte si chiedeva di che materiale fossero i reni e il fegato di Niall. 

"Però guarda, ha uno sciame di seguaci su Twitter," disse Zayn sorpreso con gli occhi spalancati mentre guardava il profilo di Niall. 

"Porca troia, ha mezzo milione di follower," esclamò Louis meravigliato dal numero che lo schermo di Zayn mostrava. 

Per essere esatti erano 553.872 

Louis raddrizzò la schiena e prese il suo telefono per stalkerare il coinquilino irlandese. 

"Secondo questo post che ho appena trovato, Niall è recentemente riuscito a eliminare cinquanta siti di pedopornografia e ha aiutato a catturare i criminali," disse Zayn a bocca aperta. 

Si guardarono negli occhi e imprecarono. 

"Merda!" Boccheggiarono e velocemente si alzarono per correre nella camera di Niall. 

"Niall! Esci così ti posso abbracciare, amico," lo lodò Louis e iniziò a bussare sulla porta di Niall che si rifiutava di aprire. 

"Niall, puoi seguirmi?" Lo pregò Zayn mentre aiutava Louis a bussare.

Zayn sapeva che avrebbe ottenuto tonnellate di seguaci se fosse stato collegato a Niall. 

"Smettetela di stalkerarmi, sfigati!" Disse Niall dall'altra parte della stanza, ridendo al modo in cui i suoi amici stessero reagendo al numero di seguaci che aveva su un social media. 

Non era stato neanche il suo risultato più grande. Si chiedeva quale sarebbe stata la loro reazione se avessero scoperto che aveva chiuso e hackerato un sito di terroristi, impedendo un attacco a un'università di Londra.

●▬▬▬▬▬๑۩۩๑▬▬▬▬● 

Louis si stava preparando per andare a lavoro, chiedendosi se dovesse darsi malato, ma poi si ricordò che aveva una riunione con dei clienti nel pomeriggio ed Eleanor gli avrebbe tagliato la testa se avesse dato quei clienti ad altre persone. 

A malincuore andò al piano inferiore per farsi la colazione, nulla era peggiore di non avere del cibo nello stomaco. 

All'improvviso si aprì la porta principale e Liam entrò, non indossava i vestiti da lavoro perciò Louis capì che non fosse appena tornato da un turno ma da una corsetta. Era sudato e i suoi vestiti erano fradici, Louis in maniera sottile gli fissò i bicipiti. Anche se il giorno prima, Liam avesse dovuto fingersi personal trainer... Liam sarebbe stato perfetto per il ruolo. 

Zayn era un ragazzo fortunato. 

Liam aveva in mano dei fogli, appena notò Louis nella cucina, gli sorrise e andò verso di lui. 

"Ehi Lou, ho trovato questa lettera nella buchetta," disse Liam, dandogli la busta. 

"Oh, grazie Liam," disse Louis sorridendogli per poi entrare in cucina mentre leggeva l'indirizzo a cui era stata inviata la lettera.

Era proprio per lui. 

Si sedette sulla sedia e mormorò un 'Buongiorno' a Niall che felice stava facendo la colazione, per tutta risposta gli sorrise, facendo gesto a Louis di leggere ad alta voce la lettera. 

Louis annuì senza pensare e iniziò ad aprire la busta, prima di leggere ad alta voce.

A Mr Tomlinson, 

Buongiorno! 

Vorremo invitarla nel nostro ufficio per occuparci di alcuni problemi che abbiamo riscontrato con la casa in cui sta attualmente vivendo. 

Speriamo che possa venire domani alle 8, porti con sé i documenti insieme alle ricevute di pagamento, i contratti e il titolo di proprietà della casa. 

La ringrazio. 

Marcus Jenner, 

Agente Immobiliare

"Che cazzo?!" Disse confuso Louis, perché il suo agente immobiliare gli aveva inviato una lettera? 

Louis era sicuro di non essersi dimenticato di pagare, era sicuro che il prossimo pagamento sarebbe stato per il mese prossimo. 

"Ma chi cazzo invia ancora delle lettere formali?" Chiese Niall perplesso fissando il foglietto come se fosse qualcosa di estraneo. "Non sanno dell'esistenza delle email?" Domandò. 

Louis crollò sul bancone della cucina e sospirò, ovviamente doveva esserci qualcosa a rovinare tutto.

●▬▬▬▬๑۩۩๑▬▬▬▬●

Il cipiglio sul volto di Louis non se ne andò via neanche per un momento mentre andava verso la Kedsing's Real Estate Agency. Non aveva la minima idea del motivo della riunione, ma stringeva i documenti che erano al sicuro chiusi nella cartella nella quale c'era tutta la sua vita. 

Bussò alla porta che gli era stata indicata dal receptionist e aspettò che qualcuno gli aprisse. Non ci mise molto prima che un uomo che non aveva mai visto lo fece entrare. 

"Buongiorno Mr Tomlinson, siamo lieti che abbia accettato la nostra richiesta con così poco preavviso," disse l'uomo con una risata nervosa. 

Louis era molto sospettoso e non cercava di nasconderlo. Gli lanciò un'occhiataccia, cercando di sembrare minaccioso anche se la differenza di altezza lo poneva in una posizione di svantaggio. Louis poteva essere più basso, ma il suo atteggiamento lo rendeva più grande. 

"Va bene, ma mi piacerebbe iniziare presto questa riunione perché oggi avrei anche altre cose da fare," disse in maniera maleducata ma professionale.

"Ne siamo consapevoli." Fece un cenno l'uomo, lasciando entrare Louis nell'ufficio. 

Quando si misero comodi sul divano, l'uomo gli offrì del tè e del caffè, ma Louis rifiutò, non voleva stare lì per troppo tempo. 

"Innanzitutto vorremmo darle le nostre più sincere scuse, ma abbiamo ricevuto delle importanti informazioni sulla proprietà della sua casa," iniziò. 

L'uomo gli aveva già detto il suo nome, ma Louis non lo aveva sentito bene e non voleva nemmeno chiederglielo di nuovo. 

"Cosa vuol dire?" Chiese invece. 

L'uomo si allentò nervosamente la cravatta. 

"I vecchi proprietari della casa che ce l'hanno venduta ci hanno dato dei documenti falsi e illegali, ciò vuol dire che non erano i veri proprietari," spiegò cautamente. 

Lo sguardo di Louis si fece ancora più duro, stava iniziando a capire cosa stesse succedendo. 

"Non capisco cosa dovrei fare io, l'agente immobiliare ci ha mandati là e noi l'abbiamo comprata," disse. 

"Lo sappiamo Mr. Tomlinson, ma è stato un errore vendere una casa che non ci appartiene legalmente," affermò facendo un piccolo sorriso a Louis che non ricambiò.

"Cosa vuol dire?" Lo spinse a continuare. 

"Vorremmo chiederle di lasciare la proprietà," disse gentilmente aspettandosi che Louis esplodesse. 

Probabilmente se conoscevi Louis, sapevi che sarebbe esploso. 

"È una stronzata!" Urlò. 

L'uomo saltò sul posto all'improvvisa lamentela e cercò di calmare il Louis arrabbiato di fronte a sé. 

"Mr. Tomlinson, la prego si calmi," lo implorò. 

"Ho legalmente pagato la casa senza dare nessun problema, tra pochi mesi la casa sarà mia e ora mi sta dicendo che devo andarmene?" Chiese Louis con i pugni stretti. Le sue labbra erano in una linea sottile perché non voleva fare una scenata. 

"Le ridaremo i soldi che ci ha dato e-" Provò a spiegare, ma Louis lo interruppe. 

"No, questo è stato un vostro errore perciò dovrete risolverlo voi," ordinò. 

"Sarebbe stato più semplice se il vero proprietario della casa non fosse arrivato e avesse deciso di reclamare la sua proprietà." 

"Ma è casa mia," rispose arrabbiato Louis. 

Poteva sembrare che Louis stesse esagerando, ma aveva tutto il diritto di esagerare. La casa che aveva amato gli veniva portata via e non era neanche colpa sua. Se era colpa di qualcuno, era delle persone che non sapevano fare il loro lavoro correttamente e ora Louis doveva pagarne il prezzo. 

"La aiuteremo a trovare un'altra dimora e poi-" continuò, ma Louis non lo lasciò finire. 

"Chi è il proprietario della casa, parlerò con lui. Gli comprerò pure una casa!" Lo interruppe Louis, voleva tenere la casa. 

Il legittimo proprietario sarebbe stato maledetto. 

"È stato già deciso che i proprietari avranno i pieni diritti sulla casa," affermò, cercando di sembrare minaccioso ma allo stesso tempo di calmare Louis. 

Che per essere onesti, non era mai funzionato. 

"Voglio un nome, per favore," disse Louis serio. 

L'uomo sospirò e Louis credette che si fosse già arreso. 

"Non possiamo dare questo tipo di informazioni, Mr. Tomlinson," rispose. 

Louis scosse la testa e si alzò. Doveva andarsene prima di dare alle fiamme quel posto.

"La prego, cerchi di capire, Mr. Tomlinson, che -" 

"Vi denuncerò," urlò, interrompendolo di nuovo prima di sbattere la porta dell'ufficio e andare verso l'ascensore. 

La rabbia che sentiva era più potente di quella che aveva sentito quando Kyle lo aveva tradito. Questo spiegava di quanto non gli fosse importato se Kyle se ne fosse andato di casa se lui poteva rimanere. 

Ignorò tutti mentre lasciava l'edificio e andò verso la sua macchina. Era impegnato a cercare di inventarsi un piano che avesse come risultato il tenere la casa. Si chiese se sua madre conoscesse un eccellente avvocato che potesse aiutare Louis a costruire il caso e se potesse permettersi un avvocato del genere. 

"Uf," una voce spaventò Louis e prima che potesse processare qualcosa, i suoi vestiti erano sporchi di qualcosa che profumava di caffè. 

Louis non riuscì a reagire subito, ma l'altra persona lo stava già tamponando con dei tovagliolini. 

"Merda, scusami. Non guardavo dove andavo," disse l'uomo nel panico.

Louis sollevò lo sguardo sul colpevole e gli lanciò un'occhiataccia minacciosa. Era un ragazzo alto con una strana pettinatura, sicuramente prima aveva avuto dei ricci. Indossava una ridicola maglietta hawaiana, dei jeans con gli strappi nelle ginocchia e un paio di stivaletti marroni. Nella sua mano c'era un bicchiere vuoto di Starbucks, il cui contenuto era tutto sulla maglietta di Louis. 

"Peggio di così questa giornata non può andare," sbuffò Louis. 

Prese il tovagliolo dalle mani del ragazzo e cercò di pulirsi, maledicendo chi stava facendo tutti quei disastri. 

"Stai bene?" Chiese il ragazzo preoccupato, era accigliato e Louis poté notare un broncio. 

Ridicolo. 

"No, non sto fottutamente bene," disse Louis, lanciando il tovagliolo sporco per poi andare verso la macchina. 

Voleva che quel giorno finisse al più presto. 

Non notò neanche che quel ragazzo gli corse dietro. 

"Essere arrabbiato non risolve nessun conflitto della mente," disse il riccio dietro di lui.

Louis si fermò e si girò verso lo sconosciuto. 

"Cos'hai detto?" Chiese Louis confuso. 

Sicuramente non aveva sentito bene. 

"Dovresti calmarti, stai mandando delle energie negative a tutti," spiegò facendo spallucce. 

Louis lo guardò in maniera assente. 

"Ascoltami, penso che tu abbia dei problemi mentali," commentò. 

"Ovvio che non ho dei problemi mentali, dico quello che vedo," rispose scuotendo la testa con un sorrisetto sulle labbra come se trovasse Louis divertente e non offensivo. 

"Sicuramente ha qualcosa che non va in quella testa riccia," mormorò Louis tra sé e sé.

Louis alzò gli occhi al cielo e si girò. 

"Beh allora divertiti a guardare la mia aura mentre me ne vado via." Rise Louis prima di fargli il dito medio. 

Che giornata di merda.

●▬▬▬▬๑۩۩๑▬▬▬▬●


Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top