Capitolo undici

Nel capitolo precedente: Louis è un ragazzo sconcio a cui piace mangiare la marmite, e ad Harry piace mangiare Louis.

•••

Harry è seduto tra una marea di appunti e di libri di scuola, ed è ad un passo dall'avere un attacco isterico, quando la mamma compare in soggiorno, le mani ricoperte dai guanti da forno, e gli dice, "Vieni a fare una chiacchieratina con me, amore. Prenditi una pausa dallo studio, okay?"

"Ma, mamma--"

"Fidati, i libri non scapperanno via. Vieni a fare compagnia alla tua vecchia mamma per qualche minuto."

"Non sei vecchia," Harry a malincuore posa la penna e si solleva, le ginocchia doloranti da tanto tempo era seduto con le gambe incrociate. E' in ansia, e prega che le informazioni finora studiate non vadano a finire nel dimenticatoio. Non è mai stato così agitato in vita sua per un esame scolastico. Non si è mai sentito così poco preparato. Segue sua mamma in cucina, e cerca di ignorare il prudente bisogno di rimettere immediatamente il naso nei libri.

Harry entra in cucina, accolto dal profumo di casa e da quello della torta alla crema pasticcera che sta in questo momento dorandosi in forno. Raggiunge la mamma e si accoccola su di lei. La morsa di panico intorno al suo petto inizia ad affievolirsi un po'. Harry si sente gli occhi pizzicare nel rendersi conto di essere lui quello più alto tra i due adesso.

"Cresci così in fretta," Anne tira su con il naso, e lo abbraccia come solo una madre può fare.

"Mamma--"

"Oh, lasciami perdere, mi sto comportando in modo stupido."

"Ti voglio bene." Harry la abbraccia forte-forte prima di baciarla sulla guancia e lasciarla andare.

"Smettila, che altrimenti inizio a piangere per davvero." La donna torna a preparare l'arrosto con le patate, mentre Harry va a sedersi su uno degli sgabelli. Fuori il cielo è scuro, di un colore grigio cupo che sfuma nel nero. Il terreno è ricoperto da un sottile strato di neve fresca.

"Com'è andata la tua giornata?" le chiede Harry, iniziando poi ad ascoltarla parlare e ad osservarla cucinare. Ha come l'impressione che gli stia nascondendo qualcosa.

"Come sta Louis? Come va tra voi due?" la donna gli chiede finalmente, dandogli le spalle.

"Sono innamorato di lui," Harry si lascia scappare così rapidamente che sente gli occhi sgranarglisi. Si schiaffa le mani sulla bocca, notando a malapena quando sua mamma si ferma per un secondo prima di mostrargli il viso.

"Beh, ne ero consapevole," replica, affatto sorpresa. "Il modo in cui vi guardate a vicenda--"

"A vicenda?" Harry appoggia le mani sul ripiano della cucina. Recupera un fazzoletto abbandonato lì, ed inizia a strapparlo in piccoli pezzi.

"Certo, patatino." La mamma si siede accanto a lui e gli copre le mani con le sue, per fermarlo dal torturare il fazzoletto. "Quindi non glielo hai ancora detto?"

Harry scuote la testa, i denti che sprofondano nel labbro inferiore.

"Sono sicura che lo farai quando sarà il momento giusto. Non metterti fretta."

Ad essere onesti, non ha mai smesso di considerare di dirlo a Louis. Sembra improvvisamente un atteggiamento egoista da parte sua, quello di tenersi una cosa così grande per sé. E' solo che, ha paura. E' spaventato dall'idea che Louis possa non provare lo stesso nei suoi confronti, ha paura di rendere tutto imbarazzante. Ma Louis lo è. E' innamorato di Harry. Deve per forza di cose essere così. Harry lo capisce dal modo in cui Louis gli appoggia una mano sul basso della schiena per fargli strada mentre camminano, o dalla maniera in cui gli occhi del ragazzo diventano dolci quando incontrano i suoi. Dal fatto che Louis gli lascia i suoi spazi senza lamentarsene quando Harry deve studiare, e da come lo bacia, come se ne dipendesse dalla sua stessa vita.

"Tra due settimane io e Geoff partiremo. Staremo via tutto il weekend," gli dice la mamma strizzandogli il polso, una luce birichina negli occhi. "Molto probabilmente torneremo domenica notte."

"Dove andate?" le domanda Harry.

"A fare una piccola fuga d'amore," risponde la mamma con un sorriso soddisfatto, che si trasforma in un ghigno quando Harry grugnisce.

"Non fare così tanto l'adolescente, su," la donna si solleva per tirare fuori la torta dal forno, "Pensavo ne saresti stato felice."

"Beh, voglio dire, sono felice per te, lo sai che--"

"No," Anne scoppia a ridere, e mette l'arrosto in forno, "Intendevo dire... felice che avrai la casa tutta per te."

"Oh." Oh.

Harry è sicuro che le sue guance siano più calde del forno, in questo momento.

"Non sei più un bambino e sei innamorato. Non sono così ingenua, sai," Anne si rialza, e torna a guardarlo, "Ti preferisco sapere al sicuro e a tuo agio, anziché nei sedili posteriori di una macchina. Non commettere i miei stessi errori."

"Mamma!" Harry lascia cadere il viso in cima alle sue braccia incrociate, "Non avevo bisogno di sapere i dettagli."

"Oh beh, è troppo tardi adesso," Anne torna a sedersi, non prima di avergli colpito il capo con un canovaccio. "Quanto avrei voluto che mia madre fosse stata figa come lo sono io."

"Non conta se te lo dici da sola."

"Certo che conta."

Harry si rifiuta di sollevare lo sguardo verso di lei, adesso. Ha decisamente ricevuto fin troppe informazioni.

"Non fare il gatto imbronciato. Sii felice che non ti spedirò in un collegio cattolico. Cosa che, tra l'altro, fece mia madre con me. Non si può dire che abbia funzionato."

Harry grugnisce.

"Mi avrebbe definitivamente spellata viva se mi avesse beccata a leggere libri porno."

Harry fa scattare la testa all'insù, e si domanda se i pomelli rossi ora dipinti sulle sue guance stiano strillando colpevole.

"Qualche giorno fa hai dimenticato il tuo libro qui in cucina, amore."

Harry boccheggia, picchiandosi mentalmente per non essersi ricordato di recuperarlo all'istante. Ma era rimasto in cucina per a malapena un'ora. Pensava di essere al sicuro.

"Mamma, mi dispiace così tanto, non ero... non sono--"

Lei scoppia a ridere, cosa che Harry trova incredibilmente ingiusta. Si sente così in imbarazzo.

"Calmati, patatino. Va tutto bene. Per lo meno sembra molto più accurato della roba che c'è online."

"Lo hai letto?" squittisce Harry, chiedendosi se possa scappare via e fingere che tutto questo non sia mai accaduto.

"Un pezzetto qua e là," ribatte la mamma, per niente imbarazzata. "Assomiglia un po' troppo a Cinquanta sfumature di grigio per i miei gusti, ma non è male."

"Oh mio Dio." Harry non sa se sentirsi più inorridito dal fatto che sua madre ormai sappia che gli piace leggere porno dettagliato o dal fatto che abbia paragonato il suo libro a Cinquanta sfumature di grigio. Harry ha degli standard. Sceglie la seconda opzione. "Ti sbagli, è decisamente migliore! E' un libro veramente ben scritto e ha una fantastica trama e tante sotto-trame e--" si ferma nel notare l'espressione ampiamente divertita nel viso di sua madre.

"Wow, okay. Scusami. Non intendevo offendere i tuoi gusti in fatto di porno."

Harry diventa color rosso pomodoro.

"Oh, ti sto solo prendendo in giro." Gli tira un buffetto sul naso, ed indirizza un sorriso a Geoff, appena entrato in cucina. L'uomo lancia loro un'occhiata, i baffi che gli tremolano quando sorride. "Tutto bene, voi due?"

Harry lancia a mamma un'occhiata agitata, alla Non osare dirglielo.

"Stavo solo per dire ad Harry che, in caso di bisogno, può benissimo prendere i preservativi dal nostro comodino."

Geoff scrolla le spalle, ed apre il frigorifero per recuperare una bottiglia d'acqua. "Certo."

Harry è certo che se l'auto-combustione dovuta all'imbarazzo fosse realmente possibile, in questo momento sarebbe già morto carbonizzato. "Devo andare a studiare!"

Scende giù dallo sgabello e si precipita fuori dalla cucina come se avesse dei cani randagi alle calcagna.

*******

Louis gli affonda un dito nella guancia, assottigliando gli occhi. "Stai aggrottando le sopracciglia."

Harry, allora, forza un sorriso.

"Nah, non mi inganni." Louis gli afferra la mano e, mentre camminano fuori dalla scuola, la fa ondeggiare in avanti e in indietro. Harry si sente il cuore al livello dei piedi. Quanto vorrebbe non essere andato a scuola, oggi. "Dì al dottor Tommo cosa c'è che non va."

"Dottor Tommo?" gli fa eco Harry, nascondendo un sorriso nella sciarpa.

"Sarò il tuo psicologo per l'intera giornata," gli riferisce Louis con tono pomposo, strizzandogli la mano. Ha la punta del naso tutta rossa, a causa del vento aggressivo. E' carino. Non ha nessun diritto di essere così carino quando Harry si sente così giù di morale.

"Non voglio lamentarmi. Non è nemmeno importante."

"Non mi interessa se hai pestato l'alluce contro qualcosa o se hai rovesciato il thé sui compiti. Voglio solo sapere cosa c'è che non va."

"Non penso di aver fatto bene la verifica, oggi," Harry si decide ad ammettere, sentendosi oppresso e piuttosto stupido. Non è certo la fine del mondo. "Visto? Te l'avevo detto che era una cosa stupida."

"Già, perché se qualcosa è importante per te allora è automaticamente una cosa stupida," dice Louis con tono secco, la bocca stretta in una linea di disapprovazione. Harry si sente vagamente come un bambino che è appena stato rimproverato. "Dici così perché ne sei certo oppure è solo una sensazione?"

"Non lo so, è solo che," Harry prende un respiro profondo, e tutto d'un tratto non ce la fa più a trattenere l'ondata di timori che lo sta perseguitando da due ore, "E se prendessi un voto di merda? Verrei bocciato e non sarò ammesso all'università o non troverò un lavoro decente e poi tu mi lascerai e io sarò un vecchietto triste e solo con solo dei gatti a tenermi compagnia, ma pure loro mi staranno intorno solo per il cibo che--"

"Va bene, va bene," lo interrompe Louis, un sorriso gentile stampato in volto. "Prima di tutto, non finirai bocciato neppure se prenderai solo insufficienze nelle prossime verifiche, cosa che non succederebbe nemmeno se ci provassi. Seconda cosa, i gatti ti amerebbero alla follia, e non solo per il tuo cibo, ma perché, siamo onesti, sei già un perfetto gattaro pazzo. Ed infine," si ferma, e tira Harry più vicino a lui. Mettendosi sulle punte dei piedi, lo bacia sulle labbra gelate e ancora un po' rigide. "Non ti lascerò mai."

Ma lo farai, invece, tra qualche mese, pensa Harry. Appoggia la fronte sulla spalla di Louis, impedendosi di tirare su con il naso per motivi che non siano il freddo che li circonda. Non dice niente. Invece, si limita ad abbracciare Louis con forza tale da farlo squittire. Lo lascia andare solo quando una quantità industriale di ragazzini va loro accidentalmente addosso, in un tentativo di superarli.

"Sai di cosa hai bisogno?" gli chiede Louis, una luce subdola negli occhi che fa subito mettere in guardia Harry.

"Un miracolo?"

"Neve in faccia."

"Non ci p--" ma Louis gli ha già lasciato andare la mano, e si è già inchinato per raccoglierne una manciata da terra. "Merda," riesce a dire Harry.

Riesce a evitare la palla volante di neve diretta alla sua testa, ed inizia a scappare. Scivolando e sdrucciolando verso il campo da calcio della scuola, cerca con tutto se stesso di non scoppiare a ridere. Ma è inevitabile. "Louis, no!"

"Louis, sì!" gli urla di rimando Louis, e la sua voce è sempre più vicina a lui. Una palla di neve lo colpisce sulla schiena. Harry lancia uno strillo, e si nasconde dietro una delle reti per appallottolare a sua volta una manciata di neve.

Prima di riuscire a lanciarla, però, Louis gli salta addosso, spedendolo a terra. La sua risata calda gli solletica la guancia quando, "Stavi per attaccarmi, Harold? Non posso crederci, sei un traditore! Cos'hai da dire in tua discolpa?"

"Hai iniziato tu!" Rotolano a terra, la neve che si attacca ai loro vestiti. Harry ridacchia, senza fiato, e spiaccica, con dita addormentate dal freddo, la neve ormai sciolta sulla faccia di Louis.

"Come osi calunniarmi così!" Louis gli afferra i polsi, e scuote la testa in modo da far sgocciolare la neve sul viso di Harry. Sputacchiando, Harry riesce a rivoltare la situazione, e a circondare i fianchi di Louis con le cosce. Afferra una manciata di neve e, senza alcuna finezza, la infila sotto la sciarpa di Louis.

Louis strabuzza gli occhi e, santo Dio, strilla con forza. Ha un'aria così oltraggiata che Harry non riesce nemmeno a continuare la lotta da tanto sta ridendo. "Harry, sei un piccolo stronzo!"

"La tua faccia!"

La sua risata si trasforma in un urlo sorpreso quando Louis gli infila a sua volta una manciata di neve sotto il colletto. Ed è così che li trova Liam. Aggrottando la fronte con fare contrariato, si lamenta che li stava cercando dappertutto a scuola. Gli occhi di Louis incontrano quelli di Harry e, senza dire una parola, si sollevano entrambi per attaccare un veramente terrorizzato Liam. Alla fine, sono tutti e tre bagnati e infreddoliti e con le guance paonazze, ma quando Harry torna a casa ha già dimenticato la ragione del suo essere stressato.

*******

"Tra due settimane è il mio compleanno," gli dice Louis, manovrando la mano di Harry per fare un morso della sua mela. Sono seduti nei tavoli in fondo della biblioteca.

"Lo so," ammette Harry, abbassando il capo per celare il suo sorriso.

"Te l'ha detto Liam? Perché volevo fare lo stronzo e guardarti arrossire mentre ti scusavi e mi dicevi che non ne sapevi niente," Louis imbroncia le labbra, le guance gonfie perché sta ancora masticando, "Ha rovinato tutto."

"A dire il vero lo sapevo già da un po'." Harry era riuscito a scoprirlo qualche mese dopo il loro primo incontro, e aveva fatto un test su google per scoprire quanto fossero compatibili. Louis, definitivamente, questo non ha bisogno di saperlo.

"Stai facendo quell'espressione."

"Che espressione?" gli domanda Harry, sistemando alcuni dei fogli degli appunti. In quella maledetta verifica, alla fine, ha preso una B- , quindi deve davvero studiare di più. Non vuole rassegnarsi e smettere di inseguire la perfezione. Odia accontentarsi. Ecco spiegato perché si è innamorato di Louis.

"Non lo so. Mi stai insospettendo." Louis assottiglia lo sguardo e gli ruba un altro pezzo di mela. Si premura di masticare con la bocca bella aperta. "Mi stai nascondendo qualcosa di imbarazzante?"

"Se così fosse, non vorrei fartelo sapere, non è così?" gli chiede Harry, mordendo un sorriso. Louis è come un cagnolino che brama un osso. Uno di quelli piccolini e cocciuti che alla fine ottengono sempre quello che vogliono. "E poi. Mi hai visto mettermi in imbarazzo da solo infinite volte. Sono sicuro che la cosa abbia ormai perso il suo fascino."

"Mai. Sei troppo carino quando ti agiti." Louis mette su l'espressione da cucciolo triste a cui sa che Harry non riesce a resistere. Traditore. "Pensavo di essere il tuo migliore amico. Dovresti dirmi tutto quello che ti passa per la testa."

"Ecco... um, pensi di essere libero questo weekend?" Harry fa l'orecchia ad una pagina e accarezza i fogli lisci pur di evitare lo sguardo di Louis.

Con la coda dell'occhio, lo vede smettere di masticare. "Stai cercando di distrarmi?"

"A dire il vero te lo sto proprio chiedendo," gli dice Harry, schiarendosi la gola. Cerca in tutti i modi di trattenere il tremolio nella voce. Non sa come dirglielo senza sembrare che stia invitando Louis per un fine settimana all'insegna del sesso. Non che non voglia che succeda, però. Non così. Non vuole programmare niente, non vuole fare piani. Vuole che succeda tutto in modo naturale.

"Non lo so. Dovrei chiedere a mamma. Perché?"

"A proposito di mamme," Harry ride nervosamente, e si spinge gli occhiali sul naso, "La mia non sarà a casa. Andrà via con Geoff per fare, tipo, una fuga romantica, quindi pensavo... non lo so," si massaggia il retro del collo, "Ti andrebbe di stare da me?"

Louis gli si avvicina, facendo stridere la sedia sul pavimento. Afferra una mano di Harry, baciandone il dorso. "Certo che voglio. Parlerò con mia mamma. Per vedere se deve lavorare in quei giorni oppure no. E se dovrà la aiuterò semplicemente a trovare una babysitter."

"Non voglio creare problemi. Possiamo stare insieme un'altra volta." Harry sente il calore risalirgli sul collo quando Louis preme le labbra nell'interno del suo polso.

"Hey, non essere nervoso, amore," sussurra il castano, premendo tanti bacini lungo la mano di Harry, "Solo perché Anne non sarà a casa non significa che dovremo per forza fare cose. Possiamo semplicemente farci le coccole e giocare a Fifa e cucinare biscotti."

"Intendi dire che io farò i biscotti e tu mi aiuterai a mangiarli," Harry sorride, avvicinandoglisi maggiormente, in modo da avere la coscia premuta contro la sua. La tensione sta già iniziando ad abbandonargli il corpo.

"Ovviamente."

"D'accordo."

"Ma posso sicuramente ricambiare il favore, sai," le labbra di Louis gli solleticano il lobo bruciante, "Posso succhiartelo, se lo vorrai."

Harry deglutisce con forza, e si divincola un po' sulla sedia.

"Oppure no. Ma me lo dirai se ne avrai voglia, sì? Non ti negherò niente." Louis gli stringe la nuca e lo bacia, morbido e dolce. "E adesso smettila di distrarmi e finiamo questi compiti."

Harry ci impiega dieci minuti a calmarsi e a tornare a concentrarsi sulla Seconda guerra mondiale, anziché sull'improvviso rigonfiamento nei suoi pantaloni.

*******

"Comportatevi bene," raccomanda loro la mamma con scherzosa austerità, nel passare delle banconote ad Harry. "Assicurati che Liam non muoia di fame o che non si nutra di sola pizza per tutto il weekend, d'accordo?"

"Hey!" si lamenta Liam. "Ci sono le verdure sulla pizza. E' un pasto perfettamente salutare."

Anne si limita a scuotere la testa con fare affezionato, e a premere un bacio su ognuna delle loro guance. "Chiamatemi se succede qualcosa."

Da fuori si sente il clacson suonare per la terza volta. Il povero Geoff sta aspettando già da un bel po'.

"Vai, prima che finisca il weekend," dice Harry, afferrando sua madre per le spalle e accompagnandola fino alla porta d'ingresso.

"Va bene, va bene, sto andando, cavoli."

Liam ed Harry sventolano una mano in segno di saluto. Non appena la porta viene richiusa Liam gli strizza la spalla e, ghignando, "Divertiti, amico. Io passerò il fine settimana da Sophia," gli riferisce.

Harry inciampa sui suoi stessi piedi. "Aspetta. Cosa?"

Tipo, ci contava che Liam sarebbe rimasto qui, perché la sua assenza significa automaticamente che lui e Louis rimarranno a casa da soli e che quindi faranno sesso. Ovunque. Oh dio, non è che contamineranno anche la cucina?

"Suo padre sarà via per una conferenza. Ha l'idromassaggio, amico. Sarà la cosa più romantica di sempre."

Harry ha il presentimento di non essere sulla stessa linea d'onda di Liam, per quanto riguarda il romanticismo. Spera almeno che il fratellastro comprerà a Sophia un mazzo di fiori.

"E io cosa faccio?"

"Perché, Louis non viene più?"

Harry non ha assolutamente pensato ad altro quando Liam ha detto viene. Questo non è di buon auspicio per la povera cucina.

"Ma non possiamo restare a casa da soli! E se facessimo sesso?" sbotta Harry, desiderando immediatamente di potersi rimangiare tutto perché sta parlando con Liam, e come diamine gli è venuto in mente di dirgli una cosa del genere?

Con fare preoccupato, Liam aggrotta così tanto la fronte da sembrare di avere un unico lungo sopracciglio. Se Harry non fosse in preda ad una crisi esistenziale, ne sarebbe rimasto impressionato.

"Direi che sarebbe okay? Se lo vuoi fare?" Dopo una pausa aggiunge, "Basta che non scopate nel mio letto, per favore."

Harry è sicuro di essere diventato rosso come un peperone. "E se non fossi capace?" Perché la sua bocca sta ancora parlando?

Liam gli schiaffeggia delicatamente la guancia, con espressione gentilmente comprensiva. "Amico, potresti semplicemente stare sdraiato e pensare all'Inghilterra e Louis godrebbe comunque come non mai. Non ti agitare, okay?"

Harry annuisce, lo sguardo puntato sulle clavicole del fratellastro perché in questo momento non riesce proprio a guardare il ragazzo negli occhi. Liam però ha ragione. Harry si sente sorprendentemente meglio. "Grazie," mormora.

Liam, inaspettatamente, lo stringe in un abbraccio. Harry strabuzza gli occhi. Lo sbattere le palpebre non dovrebbe essere un riflesso involontario? Perché in questo momento non si ricorda proprio come si fa, ad abbassare le ciglia.

"Nessun problema," Liam gli tira una pacca sulla schiena prima di allontanarsi ed è stato al cento per cento uno degli abbracci più imbarazzanti della sua vita, ma Harry lo ha trovato comunque un momento carino. Confortevole, persino.

"Divertiti... divertiti con Sophia."

Liam sorride. Sollevando un'ultima volta le sopracciglia, sparisce al piano di sopra, presumibilmente per fare armi e bagagli. Harry rimane lì in piedi da solo, con troppe emozioni in corpo ed un vago senso di eccitazione che gli fa sudare i palmi delle mani.

*******

"Quindi, eccoci qui. Questa è la casa."

"Harry sono già stato qui, sai," ride Louis, arruffandogli i capelli prima di superarlo per andare in cucina. Harry deve veramente smetterla di immaginare di spremergli della panna montata intorno ai capezzoli, fino a formare dei cuoricini, prima di spazzolargliela via con la lingua.

Il riccio segue le sue orme, e sobbalza quando Louis si gira per fronteggiarlo. Ha la testa inclinata da un lato.

"Stai facendo agitare anche me. Cosa devo fare per farti rilassare, amore?"

"Sono rilassato! Sono praticamente un, um... uno spaghetto scotto." Adesso, se riuscisse a rendere floscio anche il suo pene sarebbe un bene. Una cosa fantastica, persino.

Louis cammina verso di lui, e lo afferra per il bacino. Spinge Harry all'indietro, fino a fargli premere la schiena contro il frigo. "Quindi, visto che sei uno spaghetto, vuoi che ti succhi tra le labbra?"

"Oh mio dio."

Louis gli accarezza i fianchi, come se non sapesse che quel singolo gesto basti a scatenare brividi lungo la schiena di Harry. Gli posa anche un piccolo bacio sorridente sotto la mandibola. "Sto solo scherzando. Beh, quasi. Ho paura che i tuoi tremendi giochi di parole mi siano entrati dentro."

"Ti sono entrati dentro," ripete Harry, sentendosi debole. E' un bene che sia a contatto con il materiale freddo del frigorifero.

"Harry," gli dice Louis, le mani ferme ed il tono di voce serio. Onesto. "Non succederà niente che non vorrai, okay? Voglio solo quello che vuoi tu quindi, tipo, non pensare che dobbiamo per forza scopare solo perché la casa è vuota, okay? Non mi aspetto niente. Beh, forse l'unica cosa che pretendo sono i biscotti. Perché me lo hai promesso che me li avresti preparati."

"Mi fido di te, sai," lo rassicura Harry, afferrandogli il polso e sperando di convincerlo perché, davvero, non era sua intenzione apparire così terrorizzato. Si sente nervoso ed un po' teso, sì, ma è una cosa normale. "Lo so che tu non pretendi niente. Ma io... voglio che mi baci e che mi tocchi e che facciamo le solite cose di sempre. Perché mi piace."

"Tipo questo?" Louis si sporge per baciarlo, a lungo ed in modo dolce, con labbra soffici al sapore di menta e mani che si intrufolano tra i suoi ricci per accarezzarlo proprio come piace ad Harry.

"Sì, per favore."

Louis lo bacia un'ultima volta prima di separarsi da lui. Ha un sorriso timido sul volto, adesso. "Possiamo però fare una cosa che ho sempre voluto fare? Visto che siamo da soli in casa."

Dire "Sì" è la cosa più semplice del mondo.

Louis, le rughette che iniziano a formarglisi ai lati degli occhi, tira Harry dal colletto della sua maglietta dei Rolling Stones. "Ho sempre voluto scivolare giù dalle scale con un materasso."

*******

La cucina è un disastro. Una vera e propria zona di guerra, con il pavimento e i loro capelli interamente cosparsi di farina, ed il naso di Harry e le dita di Louis appiccicosi di miele. Ed è al cento per cento tutta colpa di Louis. Beh, più o meno. Harry potrebbe aver contribuito un po' al casino dopo che Louis gli ha lasciato sul sedere l'impronta della sua mano infarinata.

"Cucinare biscotti è difficile," si lamenta Louis e... è forse una bacca quella che ha nei capelli? Harry neanche sapeva avessero delle bacche in casa.

"Beh, fare una lotta con i condimenti penso abbia contribuito a rendere complicato l'intero processo."

"Non fingere che non ti sia piaciuto," gli dice Louis, sedendosi sopra il ripiano della cucina che ormai ha reclamato già da tempo come il suo trono. Ghigna, il biscotto ancora tra le labbra. Si mette sempre in bocca più di quello che riesce effettivamente a masticare. Harry è stupidamente intenerito.

"Vuoi del latte?" domanda a Louis, appoggiandogli i palmi sulle ginocchia ed intrufolandosi nello spazio lasciato dalle sue gambe aperte.

Louis si illumina, e fa scontrare il biscotto mezzo mangiucchiato contro la bocca di Harry. "Posso?"

Harry si fa imboccare, e sorride. "Certo che sì," risponde, le parole che escono fuori poco chiare dato che ha la bocca piena.

Dopo aver ingoiato, Louis lo afferra dal dietro della testa per coinvolgerlo in un bacio incasinato, che sa di cioccolato e miele e che fa attaccare delle briciole sulla faccia di Harry. E' divertente quanto poco gli interessi. Quanto non senta affatto il bisogno di pulire e mettere subito tutto in ordine, visto che Louis sta leccando dentro la sua bocca e gli sta stringendo i fianchi con le cosce come se non volesse lasciarlo mai più andare.

Harry ha una semi erezione da quelle che sembrano ore, a causa del costante flusso di Louis e di baci e di mani che si soffermano a lungo su ogni centimetro della sua pelle nuda. A volte Louis gliele infila sotto la maglietta per tastargli i fianchi, altre invece gliele fa scivolare lungo la schiena per andare infine a fermarsi sulla curva del suo sedere. Harry è quasi sicuro che Louis lo stia facendo di proposito. Che lo porti volontariamente alla soglia del piacere pur di vederlo arrossire sulle guance. Harry sa che Louis ama vederlo accaldato. Non si può certo dire che non stia funzionando. Sta funzionando così maledettamente bene che Harry non può fare a meno di premere il bacino contro il ripiano e di esalare un piccolo gemito dentro la bocca di Louis. La mano del ragazzo è sudata da dove è premuta sulla sua nuca.

Si dividono con uno schiocco umido che spedisce un'onda di piacere lungo la colonna vertebrale del riccio prima di andare a battergli sotto la pelle come se fosse un tamburo.

"Latte?" domanda nuovamente Harry, intontito.

Louis gli morde la punta del naso e divarica le cosce per permettergli di allontanarsi. "Sì, per favore."

Harry non si rende conto di stare andando dalla parte sbagliata fino a quando Louis ride, "Il frigo è di là, amore."

"Oh." Per un attimo Harry si domanda se il suo cervello riuscirà mai a funzionare in presenza di Louis o se invece sarà così per sempre. L'esperienza accumulata fino ad ora punta l'indice contro la seconda opzione.

Non sente neanche i piedi di Louis colpire il pavimento. Non si accorge della sua presenza sempre più vicina fino a quando il ragazzo non lo abbraccia da dietro, permettendo alla sua schiena di adagiarsi contro il suo petto caldo. Harry, stordito, sbatte le ciglia, e con lo sguardo ancora puntato dentro il frigo lotta contro il bisogno di girare la testa per baciare Louis, seppure si trovino in un'angolazione scomoda.

"Abbiamo... um, preferisci il latte scremato o--"

Louis nasconde il naso sul suo collo ed inspira, lentamente e profondamente.

"Mi hai... mi hai appena annusato?"

Louis ringhia, ed il verso giocoso e vibrante va a riversarsi direttamente sulla schiena di Harry. Pelle d'oca erutta sulla sua pelle, e non può fare a meno di far cadere le braccia lungo i fianchi. Louis può avere il latte scremato e tutti i biscotti e anche me nudo, pensa il riccio.

"Sono innamorato del tuo profumo," sussurra Louis, prendendo a piantare piccoli bacetti lungo tutta la nuca di Harry e nella colonna del suo collo. Harry si vede costretto ad aggrapparsi allo sportello del frigorifero per impedirsi di cadere di faccia contro il ripiano della frutta perché Sono innamorato Sono innamorato Sono innamorato.

"E di cosa... di cosa so?" Harry strizza con forza gli occhi quando Louis inizia ad accarezzargli pigramente la pancia, con la mano che scende giù e giù e sempre più giù, fino ad impigliare il mignolo nell'elastico delle sue mutande.

"Di buono," Louis inspira ancora, emettendo poi dal retro della gola un verso compiaciuto, "Tutto ciò che ti riguarda è buono."

"Louis." Harry si sente la pelle troppo sensibile, come se il solo tocco di Louis bastasse a fargli scintillare ogni terminazione nervosa al punto da rendere ogni strato di vestito troppo pesante.

Louis va a toccarlo anche con l'altra mano, facendogliela scivolare sul fianco, per poi risalire sul suo petto. Le punte delle dita gli solleticano i capezzoli. Harry sente l'ondata di bisogno che gli sta nuotando tra le vene già da qualche ora trasformarsi in un battito ritmato. Si spalma ancora di più su di Louis, sapendo che il ragazzo reggerà il suo peso, che lo terrà al sicuro. Harry avrebbe probabilmente dovuto chiudere il frigo già da un po', ma l'aria fredda che va a colpirgli il viso è troppo di conforto.

"Scremato va bene," sussurra Louis, le mani che, lentamente, vanno a massaggiargli l'intero torso. E' come se Louis fosse allo stesso tempo ovunque sul suo corpo. Il suo respiro gli solletica la nuca, e le sue dita instancabili gli stanno accarezzando i capezzoli e grattando gentilmente la peluria sotto l'ombelico.

"Scremato?"

"Il latte," conferma Louis, il suo bacino caldo contro il sedere di Harry. E' anche lui visibilmente coinvolto, ma è decisamente più in controllo rispetto ad Harry. E' sempre più in controllo rispetto ad Harry.

"Latte," ripete stupidamente Harry, le mani che afferrano il contenitore di plastica.

Louis schiude la bocca sulla curva del suo collo, affondandoci i denti. Harry è colto da uno spasmo, il petto che si espande in un gemito che non riesce a trattenere.

"Grazie, tesoro," gli dice Louis, appoggiandogli una mano sul centro della schiena per aiutarlo a rimanere in equilibrio prima di allontanarsi completamente. Ad Harry serve un attimo per riprendere il controllo di sé e tirare il latte fuori dal frigo. E' vagamente consapevole di quanto ora ce l'abbia visibilmente duro.

"Cazzo, Harry," espira Louis quando si gira.

"Scusami."

"Non scusarti," gli dice Louis, tenero e gentile. "Ti è piaciuto, non è vero?"

Harry deglutisce con forza, non propriamente certo su cosa intenda dire Louis ma consapevole che la risposta sarebbe "Sì" in ogni caso. Gli occhi di Louis bruciano su di lui mentre Harry, con mani tremanti, versa il latte dentro un grande bicchiere. "Cos'è che mi sarebbe piaciuto?"

"Il fatto che io ti abbia stuzzicato."

Harry annuisce, sentendosi davvero orgoglioso del fatto di essere riuscito a non versare fuori dal bicchiere neanche una goccia. Solleva lo sguardo, incontrando quello di Louis quando gli passa il bicchiere.

"Il mio dolcissimo ragazzo. Grazie."

Harry gli si avvicina ancora di più, e nasconde il suo sorriso contro la spalla di Louis.

Rimangono così per un po', dandosi da mangiare a vicenda e condividendo il latte fino a che il bisogno diminuisce in qualcosa di meno urgente.

*******

"Vieni da me!" urla Louis, sorridendo maligno nell'allungare le braccia verso di Harry. Il riccio sta strascicando i piedi ricoperti da un paio di calze pelose --giudicate eccentriche da Louis-- sul corridoio cosparso di cera. Harry si scontra contro il ragazzo, e scoppia a ridere. La musica che proviene dallo stereo in salotto è decisamente ad un volume troppo alto.

"Questa è stata un'idea terribilmente stupida," dice Harry, stringendo la vita di Louis con entrambe le mani, per restare in equilibrio, mentre indietreggiano di un paio di passi. "La mia coordinazione è pessima."

Louis gli infila le dita tra i capelli. Ha i lineamenti del viso completamente dolci. "Sei come Bambi."

"Sono caduto solo due volte, però. Sono stato più bravo del previsto."

"Povero piccolo," Louis gli bacia la guancia, "Forse dovrei baciarti dove ti sei fatto male, per farti sentire meglio."

Harry se lo sarebbe dovuto aspettare che dire "Già, forse dovresti" avrebbe comportato una scarica infinita di baci. Louis, infatti, gli stringe la faccia tra le mani ed inizia a baciarlo dappertutto. Sulle guance e sulle labbra e sul mento, sulla punta del naso e sulle palpebre calate, fino a quando Harry prende a ridacchiare e a cercare, inutilmente, di divincolarsi dalla sua presa.

"Non sono mica," dice senza fiato, le mani aggrappate ai polsi di Louis, "Caduto di faccia."

"Oh," replica Louis nell'allontanarsi da lui, gli occhi assottigliati. "Hai ragione."

Harry lo guarda di sottecchi, sorridendo curioso nel notare l'espressione pensierosa di Louis.

Louis inarca un sopracciglio, ed è l'ultima cosa che Harry vede prima che il ragazzo si abbassi e lo sollevi, sistemandoselo sulla spalla come se fosse un sacco di patate.

"Louis, no! Mi farai cadere!" Harry gli schiaffeggia il sedere perché ce l'ha proprio dinnanzi al volto. Vedere i muscoli di Louis contrarsi ad ogni passo che compie, gli ricorda perché è stata una cattiva, cattiva idea.

"Non ti farei mai cadere!" esclama Louis, fingendo subito dopo di inciampare solo per far strillare Harry.

Louis lo adagia con attenzione sul materasso che hanno usato prima per scivolare giù dalle scale, e lo fa rotolare in modo da farlo rimanere sdraiato sulla pancia. "Louis, cosa--"

Louis gli afferra i fianchi, e gli bacia entrambe le natiche.

Harry sussulta contro il materasso, una gamba che scalcia involontariamente.

"Ti sto baciando il sedere, visto che prima sei caduto di culo," gli dice Louis con tono ovvio. Arpiona poi le mani nei joggers di Harry, e glieli tira giù. Preme le labbra in cima al fondoschiena di Harry, pelle contro pelle, ed Harry si vede costretto a nascondere la sua faccia rossissima sul materasso. Ansimando, stringe le dita intorno al nulla.

"Tutto bene?"

"Sì," risponde Harry. Gli sta già tornando duro.

"Posso farti un pompino?"

E' un bene che il materasso riesca a catturare il verso che fa Harry.

"Posso?"

"Ti prego, ti prego."

Louis fa di nuovo rotolare il suo inutile e molle corpo sul materasso. Lo sistema sulla schiena e gli allarga le gambe. "Non devi venire. Voglio vedere quanto riesci a resistere."

Harry inspira tremante, le cosce di gelatina ora premute contro le spalle di Louis. "E se non... se non riuscissi a trattenermi?" Deludere Louis sarebbe peggio, molto peggio rispetto alla prospettiva di non venire. Vuole solo essere bravo. Vuole che Louis lo stuzzichi al punto tale da fargli dimenticare persino la formula dell'equazione quadratica.

"Voglio che me lo dici," Louis, lentamente, gli fa scivolare i pantaloni sotto il sedere. La sua bocca calda è già schiusa attorno ad Harry, sopra i boxer. Harry sta già iniziando a perdere liquido. "Voglio che mi avvisi quando stai per venire."

"Ti prego."

"Sono stato chiaro, amore?"

"Sì, sì."

Louis lo guarda attraverso le ciglia mentre lo libera dai boxer attillati. Harry inizia a pensare che non riuscirà a durare più di un minuto. "Se vuoi che te lo succhi fino a farti venire va bene comunque, mi hai capito? Non siamo obbligati a--"

"No, lo voglio," Harry deglutisce, sentendosi la pelle troppo stretta ed il cazzo pulsare contro la pancia, "Lo voglio fare."

"Okay," Louis si lecca le labbra e guarda giù, ed è così vicino al punto dove Harry è più vulnerabile che il riccio sente lo stomaco attorcigliarglisi.

"Bellissimo. Così fottutamente bello," mormora Louis tra sé e sé, nel baciare la base del cazzo di Harry. Harry strizza gli occhi e fa affondare le dita sul materasso perché è troppo. E' così sopraffatto che non riesce a concentrarsi su niente che non sia lo scivolare delle labbra umide di Louis sulla sua erezione, ed il suono che emette il liscio ogni volta che gli lecca la punta bagnata.

"Dolce e amarognolo," ridacchia Louis, avvolgendo con dita calde ed esperte la lunghezza di Harry. Sono così piccoline che non riescono nemmeno a stringergliela completamente, cazzo.

"Hngh," è la cosa più logica che Harry riesce a formulare, perché Louis sta facendo questo movimento strano e devastante con la mano e, allo stesso tempo, gli sta leccando il punto sensibile proprio sotto il glande. A questo punto, Harry sa già che non durerà abbastanza da scoprire come ci si sente ad essere avvolti completamente dalla bocca di Louis.

"Guardami," Louis avvolge le labbra intorno alla punta, e gli accarezza la mano con quella libera fino a farlo rilassare e a fargli aprire gli occhi.

"Louis, io--" ti amo, "Per favore."

Il suo cazzo rilascia altro liquido pre-seminale.

"Stai andando così bene, piccolo. Resisti ancora un po', sì?"

Harry piagnucola, inarcando la schiena, e stringe la mano libera di Louis con la sua.

Louis si sistema sulle ginocchia e gli solleva il cazzo pesante dalla pancia, la mano che scivola su e giù con un tocco delicato che fa impazzire Harry e che allo stesso tempo lo fa tremare come se fosse nel bel mezzo di un terremoto. "Il mio dolce ragazzo."

Quando Louis tira fuori la lingua per leccargli la punta bagnata, Harry si morde il labbro inferiore con forza tale che non si stupirebbe se rompesse la pelle. Non ce la fa. Non ce la farà mai a durare, quando si sente come se il mondo stesse per precipitare e trascinarlo insieme a lui.

E poi Louis gli avvolge il glande con la bocca ed inizia ad andare giùgiùgiù fino ad incontrare il suo stesso pugno con le labbra. I suoi occhi si chiudono lentamente, come se non avesse mai assaggiato in vita sua un sapore così buono.

"Louis, non ci riesco, io--" Harry respira a fatica e strizza la mano del ragazzo. Ad ogni affondo della bocca bollente di Louis, Harry sente come se le sue terminazioni nervose stessero andando a fuoco, come se delle cuciture si stessero strappando con violenza.

Louis scivola via dal suo membro, ed inspira a fondo. "Sei sicuro?"

"Io non... non lo so."

"Ancora un pochino," cerca di convincerlo Louis, la voce roca e bassa e bisognosa. "Fammi solo--"

"Ancora un pochino," ripete Harry, preparandosi psicologicamente quando Louis gli pulisce il glande dal liquido pre-seminale e dalla saliva con il palmo della mano. Dopodiché, gli circonda l'erezione con le dita, e abbassa il pugno.

Torna a succhiare, gemendo, la testa che va su e giù lentamente e con ritmo, come se stesse amando ogni attimo dell'atto. Le guance gli si scavano oscenamente ad ogni affondo. La maglietta di Harry si attacca al suo torso sudato, e il cuore gli batte veloce sotto la gabbia toracica, in una sequenza rimbombante di voglia e di bisogno e di per favore.

"Louis, sto per... non ce la faccio."

Quando Louis si allontana, Harry quasi scoppia in lacrime. La sua pelle è bollente, e le dita dei piedi gli si stanno arricciando nel materasso in un inutile tentativo di rimanere ancorato al suolo, di non volare via a causa di tutte le sensazioni che sta provando.

Con un ultimo bacio sull'erezione di Harry, Louis si tira definitivamente indietro. Afferra la mano di Harry, portandosela alla bocca rossa e gonfia per baciarne ogni nocca. "Sei fantastico. Non riesco a credere... non riesco a crederci che tu sia mio. Il mio dolcissimo ragazzo."

Harry ingoia aria come se fosse l'ultima riserva di ossigeno rimasta, e si domanda se riuscirà mai a smettere di tremare. E' tutto così irreale.

"Ti amo così tanto."

Nonostante Harry sia sdraiato, dopo le parole di Louis si sente come se il monde fosse uscito dall'asse terrestre, strappandogli via il terreno da sotto i piedi nel processo. Fa scattare una mano per stringere la base del suo cazzo, perché quella frase lo ha quasi fatto--

"Stavi per--"

Harry si copre il viso con un braccio ed annuisce. Aspetta qualche secondo, fino a quando è certo che sia sicuro lasciare andare la presa sul suo membro. Sente Louis tirargli su i boxer ed i pantaloni della tuta. Ogni minimo sfioramento del tessuto contro la sua pelle pare una tortura ma, Louis è innamorato di lui.

Louis si accomoda su di lui, e gli tira via il braccio dalla faccia. "Ti amo," ripete, strofinando il naso dietro l'orecchio di Harry. "Ti amo così tanto."

"Louis," dice pacatamente Harry, pauroso che la sua voce possa spezzarsi, "Se me lo dici un'altra volta mi farai venire."

Louis scoppia a ridere, ed i suoi capelli morbidi solleticano il viso del riccio.

"Ti amo anche io, sai," gli dice Harry, le punte delle dita che navigano sulla colonna vertebrale di Louis, "Ti amo da anni."

"Sono felice che sia corrisposto." Il modo in cui struscia i fianchi contro quelli di Harry e la maniera con cui preme un Ti amo dentro la sua gola --con tanti baci prolungati-- fa capire ad Harry che questo sarà un lungo, lungo weekend. Un fine settimana che vorrebbe non terminasse mai.

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