Capitolo dieci

Nel capitolo precedente: Harry è il migliore insegnante di sempre, Louis studia solo in cambio di baci ed il futuro è un'incognita spaventosa.

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Harry è seduto in fondo alla classe, ed è intento a rosicchiarsi la nocca del dito indice. Non riesce a concentrarsi. Non riesce neanche a soffermarsi troppo su quanto sia disgustoso che sotto il suo banco siano state attaccate delle gomme da masticare, e non ce la fa nemmeno a coniugare correttamente i verbi in francese perché tutto ciò a cui riesce a pensare è LouisLouisLouis. Louis, che sta facendo ginnastica adesso e che molto probabilmente ha la maglietta sudata e sta urlando oscenità a coloro che osano intercettargli la palla da calcio, e ha indosso dei pantaloncini aderenti sul sedere. Harry lo ha strizzato, quel culo. Vuole anche morderlo, affondare i denti nel muscolo fino a formare dei lividi, vuole trascinare la bocca fino a--

"Secondo te qual è la risposta giusta, Harry?"

Harry fa scattare la testa verso l'alto, il sangue che gli affluisce così rapidamente al viso da fargli venire le vertigini. La penna che stava stringendo gli vola via dalla mano, andando a colpire il polpaccio di uno dei ragazzi della fila centrale. "Um... io, um... m-mi scusi, non ho sentito la domanda?"

La professoressa Nixon gli lancia la sua migliore Espressione Delusa e gli dice di prestare maggiore attenzione, per poi andare a chiedere ad un altro studente. Alcuni suoi compagni di classe continuano a lanciargli sguardi non esattamente sottili. Harry può sentire il loro effetto pizzicargli la pelle, come se fossero tanti piccoli aghi. Abbassa gli occhi sul suo banco, e si allenta il nodo della cravatta. Non ha la forza di alzarsi per andare a recuperare la sua penna. Si è già rassegnato al fatto di averla persa per sempre.

"Non riesco a crederci che a Tommo lui piaccia," sussurra qualcuno, con voce intenzionalmente alta, come se volesse che le parole si facessero strada sotto la pelle di Harry e gnaw, gnaw, gnaw.

"Idem. E' così noioso," qualcun altro replica, con tono un po' più basso. Harry si domanda se si rendono conto di non essere poi così discreti. "Scommetto che è ancora vergine."

Ridacchiano, zittendosi solo quando la professoressa Nixon sbotta, "Silenzio, ragazzi."

Quando la campanella suona, Harry non è ancora riuscito a scrollarsi di dosso tutte quelle parole. Ed è una cosa stupida, così fottutamente stupida, perché le loro opinioni non contano niente. Loro non sanno che la mano di Louis combacia perfettamente con la sua, e non sanno come la pancia del ragazzo trema quando Harry lo bacia sotto l'ombelico. Non sanno niente, eppure si sono comportati come se sapessero più di Harry, come se il riccio fosse qualcosa di inferiore.

Harry sistema frettolosamente i libri e gli appunti dentro la borsa, e non dice nemmeno "permesso" quando supera quei ragazzi per uscire dall'aula.

*******

Resiste approssimativamente dieci minuti prima di esplodere e scrivere un messaggio a Louis, 'Puoi venire subito dietro la palestra?'

'E' successo qualcosa?' Louis gli risponde immediatamente.

'Niente di brutto. Voglio solo vederti.'

'Sto arrivando,' dice il messaggio di Louis, con allegata l'emoji di un cavallo e quella di un soffio di vento.

Harry sente l'angoscia rimbalzargli sul fondo dello stomaco vuoto, come se fosse un pesciolino fuori dall'acqua. Più si avvicina alla palestra, e più la situazione peggiora. Perché quella che è successa è una cosa stupida. Lui sta facendo lo stupido.

Si tormenta l'interno del labbro inferiore con i denti davanti, ed osserva i suoi stessi piedi avanzare goffamente sul pavimento duro e freddo dei corridoi della scuola. Arriccia le dita intorno alle estremità sbottonate del cappotto, per stringerselo meglio contro il corpo tremante. Non fa nemmeno freddo, è solo che... si sente troppo leggero, troppo fragile. E non in senso buono. Non nel modo in cui lo fa sentire Louis, come se potesse aleggiare a qualche metro dal suolo senza mai farsi del male.

Quando scorge Louis camminare verso di lui, con le sopracciglia aggrottate e le mani nascoste nelle tasche del suo enorme cappotto grigio, Harry sta praticamente fremendo dal bisogno di... semplicemente vederlo. Di toccarlo e ricordare che le parole che si sussurrano a vicenda mantengono ancora un po' di importanza.

"Quindi c'è davvero qualcosa che non va," è la prima cosa che gli dice Louis, stringendolo subito dopo in un abbraccio. Harry gli allaccia con forza le braccia intorno alle spalle, e si sente come se tutte le sue ossa fossero finalmente ritornate ognuna al proprio posto. "Devo usare la mia migliore espressione intimidatoria con qualcuno?"

Harry nasconde il viso sul suo collo e scuote la testa, permettendosi di respirare dentro e fuori, di inalare l'odore di Louis come se fosse ossigeno.

Louis gli accarezza la schiena in un modo che ricorda al riccio quello che usa sua mamma quando lui sta male. La punta del naso gelato di Louis cozza sulla sua guancia. "Stai bene, amore?"

"Scusami," mormora Harry.

"Per cosa?" gli chiede Louis, incredulo, le mani che si immobilizzano sulla sua schiena. Harry non vuole tirarsi indietro per guardarlo negli occhi perché, in qualche modo, Louis ha sviluppato una sorta di abilità che lo rende capace di leggere il riccio come se fosse un libro aperto.

"Per averti trascinato qui."

"Beh, non mi sembra che tu mi abbia esattamente trascinato. Sono venuto qui di mia volontà. E penso di meritarmi un premio per questo, a dire il vero," le sue labbra sfiorano l'angolo della bocca, stretta in una linea dura, di Harry quando sussurra, "Posso avere un bacio?"

"Ti prego," ribatte Harry, perché ogni attimo passato a non baciare Louis è un attimo sprecato. La sua bocca si rilassa, diventa aperta e morbida sotto i baci lenti di Louis, ed il calore di tutta la situazione gli arriva alla testa. Le punte delle sue dita non sono più fredde.

"Stai bene, tesoro?"

"E' solo che... volevo vederti. E' un problema?"

Louis lo bacia, le mani che scivolano sotto il cappotto sbottonato di Harry per afferrargli la vita e tirandoselo ancora più vicino. "Certo che no. E poi è pure ora di pranzo."

A volte Louis si ferma in biblioteca per tenergli compagnia o per fare i suoi compiti, mentre altre mangia insieme ai suoi amici in mensa. Ad Harry piace che sia così. Gli piace che entrambi abbiano ancora i loro spazi, e che riescano nonostante tutto a ritagliarsi del tempo tutto per loro.

"Scusami, sarai affamato," mormora Harry contro la guancia di Louis.

"Ho un po' di languorino, sì. Possiamo mangiare in biblioteca se ti va? Mamma mi ha preparato i panini."

"Non sono ancora quelli alla marmite, voglio sperare?"

Louis gli morde la mandibola, e la scarica di dolore si diffonde lungo tutta la colonna vertebrale del riccio. Ama maledettamente tanto quando Louis lo morde. "Non osare parlare male della marmite, Harold. Non davanti a me."

"Okay, stramboide. Rimane comunque una cosa disgustosa da mangiare."

"Quando sarai vecchio e saggio come lo sono io, ti guarderai indietro e capirai i tuoi errori," Louis lo prende per mano, iniziando a camminare, "E comunque sei l'ultimo che puoi dirmi qualcosa. Tu mangi le foglie."

"E' lattuga ed è salutare," protesta Harry, l'angolo della bocca che gli si solleva.

"Beh, non vedo il divertimento nel mangiarla?"

Harry si limita a scuotere la testa, e a premere un bacio impulsivo sulla tempia di Louis. Vede un piccolo sorriso incurvare le labbra del ragazzo, e non può fare a meno di sorridere a sua volta. Sì, nessuno sa cosa hanno lui e Louis, ed Harry potrà non essere certo di cosa accadrà loro in futuro o quanto tempo ancora avrà Louis al suo fianco, ma sa che quello che hanno è vero. Reale e loro.

*******

Harry sta leggendo quando sente il rumore di piedi che sbattono sulle scale, seguito da una porta che viene chiusa di botto e da una sfilza di imprecazioni molto colorate provenienti da una voce molto famigliare. Come volevasi dimostrare, pochi attimi dopo Louis sta scivolando dentro la sua stanza, con un "Sei consapevole del fatto che il tuo fratellastro sia una testa di cazzo?" lamentoso.

Harry sorride, e cerca di non agitarsi troppo alla vista di un Louis post-allenamento di calcio, luccicante di sudore. "E' una domanda retorica?"

"Non mi ha fatto vincere la corsa sulle scale e adesso si sta facendo la doccia per primo, anche se era un mio diritto. E' lui che mi ha invitato a casa vostra, d'altronde. E' stato maleducato da parte sua," Louis, con una smorfia, si pizzica il davanti della maglietta, "Sono tutto sudato, che schifo."

"Beh, puoi, um... spogliarti?" Harry rosicchia la matita, cercando di non suonare troppo disperato. Il libro che stava leggendo gli sta bruciando un buco in grembo. Lo chiude con il massimo della nonchalance, e, senza farsi notare, lo nasconde sotto il cuscino.

"Oh, dici che è quello che dovrei fare?" Louis inarca un sopracciglio, "Ti avverto, però. Sono un ragazzo molto, molto, sporco in questo momento."

Louis non è l'unico ad esserlo. Harry potrebbe essersi lasciato scappare un gemito.

Louis arriccia i pugni intorno al retro della maglietta, togliendosela dal corpo e mostrandosi ad Harry in tutta la sua gloria, con la pelle arrossata e liscia e gli accenni di muscoli. Harry avverte l'improvviso bisogno di strofinare il naso sui peli del petto del ragazzo, ed è così disperato che stringe la matita con forza tale da farla scricchiolare.

"Louis." Con sguardo affamato, scandaglia ogni mossa di Louis, lo osserva famelico abbassarsi per togliersi le calze. Quasi spezza la matita in due. Harry non riesce a credere che questa sia davvero la sua vita. Che nella sua camera, in questo momento, ci sia un Louis sudato accovacciato in avanti.

"Scusami. Puzzo."

Harry scuote la testa, gettando via la matita ed inginocchiandosi sul materasso per gattonare fino al ciglio del letto. Louis potrebbe essere letteralmente grondante di sudore ed Harry vorrebbe comunque leccargli tutto il corpo come se fosse un ghiacciolo.

"Non è vero." Allunga una mano in avanti, aspettando che il castano la afferri. Louis lo fa, con un sorriso a metà tra il confuso ed il curioso sul volto.

"Mi stai forse corteggiando?"

"Ovvio," replica Harry, serio come non mai. Si è ripromesso di non dare mai Louis per scontato.

Louis, con la mano libera, si scosta nervosamente una ciocca di capelli dal viso, in attesa che Harry gli dica o gli faccia qualcosa.

Harry strattona con forza la sua mano, tirandoselo contro, sul petto. Louis lancia uno strillo spaventato, e strizza la mano di Harry con la sua, appoggiando quella libera sulla spalla del riccio.

"Che stai--"

Harry strofina il viso sul petto di Louis.

"Harry, no, sono davvero disgust--"

"No, no che non lo sei." E Harry non sta nemmeno mentendo. Si era preparato psicologicamente per cogliere sulla pelle di Louis la tipica puzza da armadietto scolastico, simile a quella di sudore e calze sporche e pantaloni indossati troppo a lungo, ma. Louis ha un buon odore. Sa di sapone ed erba appena tagliata. La bocca di Harry si riempie di saliva.

"Bugiardo," gli dice Louis, ma, in ogni caso, gli infila la mano libera tra i capelli per non farlo allontanare.

Harry striscia le cosce sul materasso per andare all'indietro. Una volta che i suoi occhi sono allo stesso livello del petto di Louis, avvolge la vita del ragazzo tra le mani. Appoggia i pollici sulle sue costole sporgenti. Louis trema sotto il suo tocco, e le sue labbra si schiudono per rilasciare un basso respiro.

"Non è vero," dice Harry, avvicinandosi per trascinare la bocca sulle sue clavicole. Fa scattare la lingua all'infuori per leccare la gola del ragazzo. Può quasi assaggiare il battito frenetico del cuore di Louis. Harry si fa strada verso il basso a suon di baci, e, nel passargli la lingua sul capezzolo, solleva lo sguardo verso il viso fiacco di Louis. Louis è colto da uno spasmo, il suo respiro si spezza in un gemito silenzioso. "Sensibile?" gli domanda Harry con voce roca, le dita che si insinuano nelle indentazioni del suo costato.

"S-sì."

Harry gli posa un bacio sul capezzolo turgido e, facendosi trascinare dall'istinto, schiude appena le labbra intorno ad esso, succhiandolo lentamente. La mano di Louis, ancora tra suoi capelli, si chiude in modo compulsivo.

Le sfumature dorate, aranciate e rosate del tramonto si insinuano tra le tapparelle, andando a colorare un lato del viso di Louis, conferendogli un aspetto simile a quello di un bellissimo dipinto. Louis sbatte lentamente le ciglia e, con la mano libera, va ad accarezzare il bicipite di Harry.

"Posso... anche l'altro?"

Louis annuisce, deglutendo con forza. Harry, lentamente, torna a succhiargli il capezzolo e con il polpastrello va a strofinargli l'altro, su e giù. Louis lo sta stringendo con forza, e Harry si domanda se l'indomani si sveglierà con l'impronta rossastra dei suoi polpastrelli sulla spalla. Spera di sì.

"Dio, Harry, mi fai sentire--"

Harry gli liscia i fianchi con i palmi, premendogli i pollici sulle ossa sporgenti del bacino, da sotto i pantaloncini. Il libro a luci rosse che stava leggendo gli aveva offerto molti spunti e consigli, ma adesso riesce a malapena a ricordarli dato che tutto ciò che la sua mente riesce a elaborare è una continua litania di Bisogno e di Louis e di Voglio fargli provare così tanto piacere che non potrà mai dimenticarsi di me.

Harry gli lascia andare il capezzolo, e traccia la carne bagnata di saliva con le punte delle dita prima di abbassarsi per baciare anche l'altro.

"Harry, cazzo, sei così bravo--"

La porta della stanza cigola, per poi aprirsi. "Oh, ma che cazzo, voi due!"

Harry si allontana, il cervello ancora ovattato, il sapore di Louis ancora impresso sulla sua lingua annodata.

"Il bagno è libero," grugnisce Liam, l'acqua che sgocciola dai suoi capelli freschi di shampoo. Dopodiché, gira sui tacchi, sparendo con uno sbuffo ed una protesta simile a Non ce la fate proprio a tenervelo nelle mutande per un minuto, dico bene.

Prima che Louis possa anche solo muovere un passo per scendere dal letto e dirigersi verso il bagno, Harry lo cattura per il polso, il cuore che smette per un attimo di battere. "Aspetta."

Louis china la testa di lato, in ascolto, il respiro ancora corto e irregolare.

"Non... tipo," Harry si sente il viso bruciare, ed il sudore inizia a pizzicargli la nuca, "Non ti masturbare. Nella doccia, non... lo sai."

Louis si morde il labbro, e sembra combattuto e pronto a protestare, così Harry sussurra, "Per favore."

"Cazzo, okay. D'accordo."

"Non lo farai?"

Louis si sistema i pantaloncini con una smorfia e dice, "Non lo farò. Promesso."

Quando Louis lo guarda da oltre la spalla e lo becca mentre gli sta fissando il culo, Harry è troppo stordito da quello che sta pianificando di fargli per arrossire.

*******

I successivi dieci minuti sono probabilmente i più lunghi della vita di Harry. Ha già lisciato il copriletto da eventuali pieghe e ha già sistemato sulla scrivania i suoi libri scolastici in una piccola pila perfettamente ordinata. Non c'è neanche un foglio fuori posto. Si è pulito gli occhiali, al punto che se lo rifacesse un'ulteriore volta le lenti potrebbero uscire dalla montatura. La maglietta che sta indossando è quasi bagnata tante sono le volte che si è asciugato il sudore delle mani sul davanti. Sta tremando come una foglia in mezzo ad un temporale. Louis, in questo momento, è sotto il getto della doccia. Nudo.

Quando, finalmente, la porta si apre, rivelando sulla soglia un Louis bagnato e con addosso solo un asciugamano annodato sui fianchi snelli, la bocca di Harry diventa arida come il deserto.

"Scusami, non avevo... mi presteresti alcuni tuoi vestiti?"

"Um, certo... certo!" I suoi piedi lo trascinano verso la cassettiera e la sua mano rimane sospesa nell'aria per qualche doloroso secondo perché Harry non è in grado di ricordare cosa deve fare. C'è un rigonfiamento dolorosamente evidente che sta facendo sporgere l'asciugamano di Louis, va bene? Cosa succederebbe se la salvietta cadesse? Louis rimarrebbe nudo in mezzo alla sua stanza, con i capelli che sgocciolerebbero lungo tutta la sua pelle dorata e vellutata. Harry non riesce a evitare l'inutilità improvvisa del suo cervello quando Louis è vicino a lui. E' un bene che adesso gli stia dando le spalle, e che Louis non possa vederlo mentre chiude gli occhi ed inspira profondamente pur di darsi una calmata.

"Stai bene, amore?" la voce di Louis fa riemergere Harry dai propri pensieri, sempre più incasinati.

"Sì!" si affretta ad esclamare, aprendo il primo cassetto così veemente da farlo scontrare sulla sua pancia. Cazzo. Afferra a caso un paio di boxer neri e puliti, e si gira per porgerli al ragazzo quando... merda. Merdamerdamerda.

"Spero non ti dispiaccia," Louis gli sorride, le mani che tirano i lembi del maglione color lavanda appartenente ad Harry. Gli va largo, ed una spalla rischia di rimanere nuda. Harry spalma la schiena sull'armadio quando Louis cammina verso di lui e gli afferra i boxer dalla mano sudata.

"N-no, non... non mi dispiace." Louis ci naviga dentro quel maglione. Le maniche continuano a scivolare e a coprirgli le mani, ed il bordo gli arriva oltre metà coscia. E' così piccolo e morbido e bagnato. Harry vuole solo abbracciarlo stretto stretto e coccolarlo. "Non l'ho... non l'ho lavato."

"Non importa," Louis si stringe nelle spalle, e si inchina per infilarsi i boxer. Una volta fatti passare lungo le gambe muscolose, lascia cadere l'asciugamano. "Ha il tuo odore. Mi piace."

Il respiro che rilasciano i polmoni di Harry è tremante e simile ad un sibilo. Harry si sente le ginocchia deboli. Non si è mai sentito così disorientato e allo stesso tempo eccitato in vita sua. "Louis."

Louis gli spedisce un sorrisetto, ed arriccia le mani intorno alle maniche. Se solo si sporgesse, Harry riuscirebbe a baciarlo. "Dimmi, piccolo?"

Harry sussulta.

"Sei ancora qui con me, vero?" Louis fa scorrere le dita sul braccio di Harry, procurandogli solletico, e scende verso il basso, fino ad intrecciare le loro dita. E' tutto così caldo ed elettrico. "Cosa vuoi fare?"

"Baciarti," Harry bisbiglia, non fidandosi della sua voce, "Voglio baciarti."

"Come sei dolce," Louis gli dice con tono così basso che Harry si domanda se il ragazzo volesse farglielo sentire oppure meno. Louis gli posa un bacio sulla mandibola, solleticandogli la pelle, per poi allontanarsi da lui, passo dopo passo, costringendolo a inseguirlo e a sdraiarsi con lui sul letto. Louis lo sta ancora tenendo per mano, ma anche se non fosse stato così Harry sa che si sarebbe mosso in sincronia con lui, che avrebbe seguito ogni passo del ragazzo. E' come se ci fosse un uncino invisibile tra di loro. Li tiene uniti. Ogni volta che Louis sorride questo uncino si àncora con forza tra le costole di Harry.

Una volta sul letto, respirano uno sulla bocca dell'altro, come se condividessero l'ossigeno, come se fosse l'unico modo per sopravvivere. Il peso di Louis lo preme sul materasso, facendogli sentire tutti i muscoli allentarsi come se fossero delle molle a spirale finalmente libere di saltellare qua e là. Harry vuole che Louis rimanga sdraiato sopra di lui per sempre, come l'acqua che bagna le coste dell'oceano, in un'infinita sequenza di onde.

Louis, mentre cerca la bocca di Harry con la sua, gli toglie gli occhiali, piegandoglieli e appoggiandoglieli attentamente sul materasso. Louis sa di menta ed è morbido, l'interno della sua bocca così arrendevole e supplicante quando Harry, gemendo, glielo lecca. Fa scivolare una mano sulla schiena di Louis, fermandola proprio sopra la curva del suo sedere. Le sue dita sono colte da uno spasmo, tanto è forte la voglia di strizzarglielo.

Louis gli succhia lentamente la lingua, solleticandogli le guance con le ciglia. Un giorno Harry farà sedere Louis e si metterà a contargliele tutte quante, gliele liscerà con i polpastrelli.

Il respiro di Louis gli colpisce la bocca gonfia, e le punte dei loro nasi si scontrano. Harry non riesce nemmeno ad aprire gli occhi. Rimane inerte, le labbra schiuse ed il cuore che gli batte sulla punta della lingua, in attesa che Louis torni ad abbassarsi su di lui.

"Harry, Haz, cos'è--" Louis sbuffa nel suo orecchio, quasi squittisce, a dire il vero, mentre cerca di strattonare il cuscino da sotto la testa di Harry.

Il riccio spalanca di colpo gli occhi, un brivido che gli corre lungo l'intero corpo, fino ad arrivargli alle dita dei piedi arricciate.

"Quindi sei il tipo che," Louis gli sussurra sul collo, i denti aguzzi che si conficcano nella carne, "Che nasconde i libri sotto il cuscino?"

Harry gli afferra i fianchi, e lo fissa, con occhi sgranati e le guance rosse, lottando per capire come mai una parte di sé vorrebbe che Louis aprisse il libro e vedesse.

"Non," Harry riesce a rispondergli, la voce roca e le mani che gli tremano, "Non di solito."

Louis inarca un sopracciglio, le cosce che si flettono quando si siede direttamente in grembo al riccio. L'idea improvvisa di essere legato mentre Louis lo stuzzica per il libro fa restringere la pelle di Harry in un modo quasi inconfortabile.

"Di che argomenti tratta?" gli chiede Louis. Harry vorrebbe che il ragazzo fosse in grado di leggergli la mente, che potesse sbirciare tutti i pensieri sconci che sta covando. Senza aspettare una risposta, Louis apre il libro sulla pagina dove Harry ha infilato il segnalibro, gli occhi che iniziano a sfrecciare da sinistra a destra. Harry trattiene il respiro.

"Io," gracchia, sentendosi come se qualcuno gli avesse riempito il petto di luce di stelle, "Non è--"

"Sei un cattivo, cattivo ragazzo," Louis si lecca le labbra, roteando i fianchi in avanti mentre continua a leggere. "Dovrei prendere ispirazione?"

"No, voglio, voglio farlo io," il respiro gli si spezza, si sente la testa leggera e annebbiata, "Voglio... farlo a te."

"Vuoi," Louis appoggia il libro sul materasso, gli occhi scuri e assottigliati, "succhiarmelo?"

Le parole di Louis colpiscono Harry come un pugno sullo stomaco. Lo rendono incapace di respirare correttamente, gli infuocano i neuroni tanto è forte il suo desiderio. Vuole sentire il peso del cazzo di Louis sulla sua lingua, vuole sentire male alla mascella, vuole tutto questo così tanto che non riesce nemmeno a trovare un modo per dirlo ad alta voce.

"Per favore," dice, tutto il sangue che gli va nel cazzo quando Louis si sistema sopra di lui e fa rotolare i loro corpi, in modo che non sia più Harry quello ad essere sotto.

"Lo vuoi davvero fare? Giurin Giuretta?"

"Giurin Giuretta," bisbiglia sulla sua gola, sentendo il respiro di Louis spezzarsi quando gli passa la lingua sul battito cardiaco.

"D'accordo, okay, cazzo. Ma... non ti... non ti distruggerò la gola come succede nel libro, va bene? Non ti scoperò la bocca."

"Okay." Harry non è sicuro di sapere cosa dover fare, non vuole rovinare tutto con la sua inesperienza. Il suo più grande desiderio è quello di procurare piacere a Louis. "Mi... mi potresti dire cosa fare? Cosa ti piace?"

Louis gli preme il pollice nel punto dietro l'orecchio, e sbatte lentamente gli occhi, le ciglia che sfarfallano piano piano. "Mi andrà bene qualsiasi cosa farai. Anche se ti limiterai semplicemente a... baciarmelo. Amerò qualsiasi cosa."

"Ma tipo," Harry sbatte le palpebre, e cerca di tramutare correttamente i pensieri in parole. Vuole che Louis sappia che vorrebbe sentire le sue mani tra i capelli e vorrebbe che gli dicesse cosa fare, che gli impartisse ordini con voce roca e distrutta. "Dimmelo? Dimmelo cosa ti piace?"

La voce di Louis risulta strozzata quando "Lo farò," lo rassicura.

Le mani di Harry tremano un po' quando, goffamente, scivola giù dal corpo di Louis per arrotolargli il maglione color lavanda sullo stomaco. La pancia di Louis trema come l'ultima volta che Harry l'ha baciata. I muscoli rimbalzano sotto la sua bocca affamata.

"Ne sei sicuro?" gli domanda Louis, le dita che, finalmente, scivolano tra i ricci di Harry, che è inginocchiato sul materasso. Come se fosse affetto da una sorta di riflesso di Pavlov, Harry chiude gli occhi. Ogni parte di lui si rilassa l'attimo in cui Louis lo tocca. Con mani determinate ma delicate, e usando un tono di voce gentile. Un tono che utilizza esclusivamente con lui e con nessun altro.

Harry gli lascia una scia di baci da un fianco all'altro, le labbra sempre appena sopra l'elastico dei boxer che ha indosso Louis. Il suo mento si scontra ogni volta sull'erezione del ragazzo. "Potrei scoppiare a piangere se tu mi fermassi," risponde sinceramente, da dove è sdraiato comodamente tra gambe di Louis. Arriccia le mani intorno alle cosce del ragazzo.

"Cazzo, Harry." Louis rafforza la presa sui suoi capelli, il bacino che si dimena, come se non fosse in grado di rimanere fermo.

Quando Harry gli afferra l'elastico dei boxer tra i denti per spogliarlo, non lo sa nemmeno lui se lo sta facendo per rendere il tutto più eccitante oppure per temporeggiare, data la paura di non essere bravo abbastanza. Forse è un mix di tutte e due.

"Sono un po' nervoso," mormora contro il cazzo di Louis. Ed è un atteggiamento così ridicolo, questo suo voler sempre essere disgustosamente bravo in qualsiasi cosa faccia per la prima volta. Ha sempre paura di sbagliare, di essere considerato un fallimento. E non vorrebbe mai deludere Louis.

"Non mi aspetto che tu... che tu riesca a prenderlo tutto," lo rassicura Louis, massaggiandogli lo scalpo, "Voglio essere onesto con te. Probabilmente... non penso durerò molto. Solo vederti così in questo modo mi fa venire voglia... um, beh... di scoppiare."

Harry scoppia a ridere, ma si sente ancora un po' la testa leggera. E' eccitato e nervoso e stupidamente onesto. "Mi sono, tipo, allenato con le banane. Quindi riesco... um, ad andare abbastanza a fondo."

Harry si aspetta che Louis rida e lo prenda in giro, ma tutto ciò che fa il castano è stringergli i capelli e inalare faticosamente aria. "Ti rendi conto che adesso non sarò più in grado di guardarti mentre mangi una banana?"

"Ti eccita come cosa?"

Louis solleva i fianchi. "Tu che dici?"

"Non ne ho idea," scherza Harry. Adesso le mani gli tremano meno. E' semplicemente Louis. Lui non lo prenderebbe mai in giro, non lo farebbe mai sentire in imbarazzo. "Forse dovrei," arpiona le dita sui boxer di Louis, prima di poter diventare ancora più nervoso, "Dare un'occhiata."

I boxer si impigliano nella punta di Louis, ed il castano libera dalla gola un gemito bisognoso a sentire il tessuto ruvido a contatto con il suo glande sensibile. Harry gli toglie le mutande, facendogliele scivolare lungo le gambe, e appoggiandole infine sul ciglio del letto, con attenzione. E poi si fa coraggio, e guarda a pieno. Louis ce l'ha... lungo. Spesso, con una vena che pulsa lungo tutta l'asta e la punta color rosso scuro. La bocca gli si riempie così tanto di saliva che il ragazzo si vede costretto a deglutire. Non è propriamente in grado di guardare Louis negli occhi, quando torna a stendersi. Accarezza le cosce di Louis, ed il cazzo del ragazzo è colto da uno spasmo. Harry vuole baciare e toccare ogni singola parte del corpo di Louis, per scoprire cosa gli fa perdere maggiormente il controllo.

"Metti... stringi le dita intorno alla base," gli dice Louis, accarezzando gentilmente Harry dietro l'orecchio. "Adesso puoi, tipo... avvolgere le labbra intorno alla punta e baciarla. Solo per vedere se ti piace. Se ti piace il sapore."

Harry si passa la lingua sulle labbra. Il cuore gli sta battendo così forte che se lo sente in gola. Si abbassa, e preme la bocca schiusa sulla punta dell'erezione di Louis. E' liscia e gli dà alla testa, e non riesce a tenere gli occhi aperti quando inizia a succhiarla un po'. Louis, di conseguenza, rafforza la presa sui suoi ricci.

"Sì, proprio così," sussurra Louis, il bacino che si sposta come se volesse spingersi più a fondo dentro la bocca di Harry. "Leccami."

Calore liquido investe Harry da capo a piedi, e gli fa pulsare la pancia. Fa scorrere la lingua sulla punta arrossata, seppellendola nel liquido rilasciato dalla fessura di Louis. Il sapore non è poi così estraneo, non è così diverso da quello di Harry. Al riccio piace. Gli piace il modo in cui Louis arriccia la mano libera nel copriletto e preme il mento sul petto pur di guardarlo negli occhi. Harry si chiede quanto possa sembrare osceno in questo momento, con la lingua fuori dalla bocca, intenta ad arrotolarsi sulla punta del cazzo di Louis, e la mano saldamente avvolta intorno alla base.

"Sei un così bravo ragazzo, Harry, vorrei che tu potessi vederti," gli dice Louis, e per un pazzo secondo Harry pensa che sia possibile trasmettere dei pensieri ad una persona tramite un pompino.

Harry pianta un piccolo bacio sulla fessura del glande, e scocca un'occhiata a Louis prima di schiudere le labbra ed abbassarsi. La linea posta sotto il glande si scontra con il suo palato, ed il liquido di Louis prende a sgocciolargli sulla lingua. Non è ancora a fondo come vorrebbe, ed il bisogno urgente di avere di più, di sentire l'indolenzimento della bocca, di scivolare maggiormente sull'erezione di Louis, sempre più in basso, lo porta a succhiare con un po' troppo entusiasmo. Sente la punta colpirgli il fondo della gola, procurandogli un conato. E' costretto ad allontanarsi, e a tossire con le lacrime agli occhi perché, ovviamente. Ovviamente è riuscito ad esagerare e a rovinare tutto e a trasformarsi nella persona meno sexy sulla faccia del pianeta.

"Stai bene?"

Harry si asciuga gli occhi umidi con il dorso delle mani, e arrossisce violentemente. "Scusami."

"Hey, no," Louis gli sorride, l'attaccatura dei capelli imperlata di sudore, ogni muscolo ancora attorcigliato e pronto a scattare, "E' una cosa che succede, va tutto bene."

"E' solo che... non sono riuscito a trattenermi," ammette pacatamente Harry, abbassandosi per strofinare il viso sulla pancia nuda di Louis, "Ne ho voluto troppo, e troppo alla svelta."

"Ti piace allora?" gli chiede Louis, la voce che si rompe sull'ultima sillaba. "Ti piace avere il mio cazzo dentro la tua bocca?"

"Sì." Harry sente la sua stessa erezione agitarsi nelle mutande. Se adesso si toccasse ha paura che verrebbe all'istante. "Voglio... lo voglio."

"Cazzo, Ha---ngh," Louis stringe in un pugno un lembo del suo maglione color lavanda, e geme quando Harry avvolge nuovamente la bocca intorno al suo cazzo, talmente determinato da non poter pensare chiaramente, tanto è il bisogno di procurargli piacere. Inizia a succhiargli la punta come se fosse un chupa-chupa.

"Muovi," Louis sussulta, le cosce che tremano, "Muovi anche la tua mano."

Harry lo stringe con più forza, ed inizia a massaggiarlo su e giù, il polso che rotea. Allarga la mascella per succhiarlo di più, con lentezza adesso, cercando di non perdere il controllo, di non essere troppo bramoso. Non ce la fa. Più continua a succhiare, più riesce a riempirsi la bocca del membro di Louis, e più la testa gli diventa leggera, e le carezze della sua mano lente e corte. Harry mormora e si solleva sulle ginocchia, gli occhi che si chiudono definitivamente quando Louis gli tira i capelli nel modo giusto.

"La tua bocca, tesoro, cazzo," dita gentili tracciano la linea del labbro superiore di Harry, fino a fermarsi proprio sull'angolo della sua bocca troppo piena, come se volessero infilarsi all'interno. Il solo pensiero rende Harry meno cosciente, gli fa incavare con più forza le guance intorno a Louis, per prenderlo più a fondo. Le sue labbra incontrano il suo pugno, e la litania implorante e balbettante di Louis fa bagnare ad Harry i boxer.

Harry fa su e giù con la testa, troppo sopraffatto per fargliene importare qualcosa della saliva che gli sta scivolando lungo il mento, in quanto la sua bocca è troppo piena per poter ingoiare. Il letto che scricchiola ad ogni movimento, il suono dei loro respiri affannati ed il risucchio della bocca di Harry sono gli unici suoni che si sentono nella stanza.

"Dio, sei così... sei il mio bravo ragazzo. Me lo succhi così bene. Non penso riuscirò a durare," ansima Louis, i fianchi che scattano verso l'alto.

Harry inspira rumorosamente dal naso, sopraffatto dal sapore e dall'odore e dal tocco di Louis. Si sente le vertigini, come se la sua carne fosse fatta di cotone, come se la voce di Louis fosse l'unica cosa che gli permetta di non galleggiare via da un momento all'altro, di non perdersi.

Quando Louis gli infila un dito in bocca, accanto al suo stesso cazzo, e fa pressione sulla lingua di Harry, gli occhi del riccio roteano all'indietro. Geme così rumorosamente che si sentirebbe mortificato se solo riuscisse a pensare chiaramente. Brividi gli attraversano il corpo, e non può fare a meno di sfregare in aria i fianchi. Non riesce a controllarsi.

"Harry, Harry, Harr--" Louis gli tira i capelli, e si spinge ancora di più dentro la sua bocca. Harry si sente come se il mondo fosse uscito fuori dall'asse, come se il pavimento sotto di loro stesse ondeggiando e traballando come quello di una barca in balia delle onde dell'oceano. Le sue terminazioni nervose sono troppo sensibili e stimolate, e supera il limite. I suoi fianchi scattano in avanti, e Harry viene dentro i boxer, la lingua che si preme con forza contro il dito di Louis ed il retro del suo cazzo pulsante. "Sto per--" Louis cerca di farlo allontanare, ma il riccio si rifiuta, ancora scosso dall'orgasmo appena avuto, che gli ha reso le gambe e le braccia simili a molle gelatina e che gli ha fatto esplodere le stelle dietro le palpebre. Succhia con maggiore forza.

Louis emette un verso strozzato dal fondo della gola, e lascia cadere la testa sul cuscino, le dita dei piedi che gli si arricciano nel copriletto, quando il primo fiotto colpisce la lingua di Harry. Il riccio ingoia per istinto, e stringe le cosce di Louis con tale forza che sa già gli lascerà dei lividi. Non si lascia sfuggire nemmeno una goccia. Quando si allontana per baciargli l'ombelico, Louis è molle e spento, con le cosce spalancate e colte da spasmi.

"Diamine, Harry, è stato--" Louis sbatte le ciglia, ed abbassa lo sguardo verso di lui. Ha i lineamenti morbidi e la pelle arrossata che tremola come la corda di una chitarra pizzicata quando gli dice, "Vieni qui, così ti aiuto a finire."

Harry nasconde il viso sulla pancia di Louis, strofinando il naso sulle pieghe del maglione color lavanda. D'ora in avanti, quando lo indosserà, avrà sempre impressa nella mente l'immagine di un Louis distrutto e stravolto a causa della sua bocca. "No. Tipo, um... ci ho già pensato io."

Louis gli appoggia le dita sulla nuca, leggere e delicate. "Cazzo, tu... ti sei fatto una sega?"

Harry scuote la testa, leggermente imbarazzato da quanto gli sia piaciuto, da quanto abbia goduto del peso del cazzo di Louis dentro la sua bocca. Così tanto da farlo venire nelle mutande senza nemmeno essere sfiorato, "Non l'ho fatto. Semplicemente... è, tipo, successo."

Louis gli avvolge la nuca, il petto che gli si solleva e gli si abbassa quando geme silenziosamente. "Dio, è così eccitante. Vieni qui," lo tira su fino a quando non si ritrovano faccia a faccia, i nasi che si scontrano. Si baciano, gentilmente e con pigrizia. Si potrebbe quasi considerare un bacio innocente se non fosse che Harry riesce ancora a sentire il seme di Louis sulla lingua. Si baciano per minuti infiniti, dapprima a lungo e appassionatamente e poi, piano piano, riducendosi in casti bacetti a stampo. Si fermano, le labbra che rimangono modellate insieme. Le mani di Louis stanno correndogli su e giù nella schiena, come se il ragazzo stesse cercando di ricordare le note giuste da suonare al pianoforte.

Eventualmente, si separano, e si intrufolano in bagno per darsi una ripulita. Ridacchiano senza un motivo preciso sul collo dell'altro, i piedi nudi a contatto con le fredde piastrelle del bagno. E Louis non si smentisce mai, quindi va a recuperare il libro di Harry ed inizia drammaticamente a leggere le frasi più perverse che riesce a trovare, per il puro gusto di vedere il riccio arrossire violentemente. Harry lo insegue fino alla cucina, e lo bacia contro il ripiano, con tale foga da fargli cadere il libro dalle mani. Louis gli avvolge la vita tra le braccia, e nessuno dei due si rende conto della presenza, a pochi passi da loro, di Anne, evidentemente appena tornata a casa dal lavoro, fino a quando la mamma di Harry "Ciao" esclama, le sopracciglia inarcate ed un sorrisetto divertito sulle labbra.

Quando Louis è costretto a ritornare a casa sua, per Harry è ancora più difficile del solito vederlo andare via. Si domanda in cosa si sia cacciato, e quanto sarà dura quando la sua casa non sarà l'unico posto che Louis sarà costretto a lasciare.

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