Capitolo cinque
Nel capitolo precedente: Anne fa ad Harry il discorsetto sul sesso, Harry flirta con Louis nel reparto assorbenti ed il suo cuore viene spezzato di fronte all'intera scuola e Louis sa tutto oppure no??
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Il suo cellulare segna le 2:16 del mattino ed Harry è ancora sveglio, perché il suo cervello non la smette un attimo di farlo pensare. Non la smette un attimo di ricordargli che non glielo hai ancora detto e lo scoprirà domani e non ti parlerà mai più. Addio alle prese in giro giocose e alle proposte di fare insieme maratone di Breaking Bad, addio al sedersi vicini e al sussurrarsi commenti che solleticano la conchiglia dell'orecchio. Quindi, no. Non riesce ad addormentarsi. Riesce solo a girarsi e a rigirarsi nel letto per tipo un centinaio di volte, le ginocchia rannicchiate contro il petto e le braccia arricciate intorno ad un cuscino che sfortunatamente non ha forma né umana né simile al corpo di Louis.
Sta per sdraiarsi sulla schiena quando qualcuno bussa alla sua porta, così piano che Harry quasi non sente niente da sopra il fruscio delle proprie lenzuola. La porta si apre lentamente, ed una figura inizia a camminare in punta di piedi dentro la stanza. Il buio la circonda completamente, ma Harry la riconoscerebbe anche se fosse cieco.
"Harry? Sei sveglio?" sussurra Louis.
Harry per un attimo considera di non rispondergli, giusto per vedere se Louis decidesse o meno di andarsene, ma. Non riuscirebbe mai ad ignorarlo.
"Sì."
Le spalle di Louis si rilassano. Alla cieca, inizia ad avvicinarsi ad Harry, imprecando quando va a sbattere l'alluce contro uno dei piedi del letto. "Cazzo, cazzo, cazzo."
"Merda, stai bene?" Harry, preoccupato, si tira su.
"Prima di tutto, ow." Con un grugnito dovuto allo sforzo, Louis appoggia un ginocchio sul materasso per arrampicarsi sul letto. E, per un secondo, Harry desidera che tutto fosse diverso. Vorrebbe che loro due fossero innamorati pazzi l'uno dell'altro, desidererebbe che, prima di andare a dormire, si baciassero come se fossero ognuno l'ossigeno dell'altro, e che si scambiassero ogni notte calore e segreti sotto le coperte. "Seconda cosa, no. Liam sta russando tantissimo ed io ci ho provato, Harry. Ci ho provato. Ma riesco a sentirlo anche con i tappi nelle orecchie."
Ma non fanno niente di tutto questo in realtà, quindi. "Oh. Vuoi che ti prepari il divano per la notte?" Harry sta per alzarsi per andare a farlo quando Louis lo ferma, afferrandogli l'avambraccio con una mano. Con il pollice, prende a strofinargli la pelle nell'incavo del gomito. Harry si sente così, così debole che deve mordersi l'interno della guancia per riuscire a riconquistare un po' di razionalità. E grazie a Dio, perché improvvisamente si ricorda che sotto le coperte non sta indossando niente e si rende conto del fatto che stava per offrire a Louis una completa visuale di sé.
"No," gli dice Louis. Le tende sono quasi tirate del tutto ed Harry riesce a malapena a vedere le espressioni nel viso del ragazzo, visto che il suo volto è quasi completamente immerso dalle ombre. "Non sono mica così stronzo. Non ti avrei mai svegliato per una cosa del genere. Io, eh... ti darebbe fastidio se dormissi qui? Se fosse così, dimmi pure senza problemi di andarmene fuori dai coglioni."
Harry vuole concedergli il consenso. Lo vuole così tanto che riesce a malapena a formulare correttamente le parole. "Louis, uhm..."
Louis ritrae improvvisamente la mano, ed Harry deve ingoiare un verso di protesta, le parole non smettere di toccarmi a tanto così dallo sfuggirgli di bocca. "È una brutta idea, vero? Mi dispiace, io--"
"No!" Esclama Harry, forse con tono di voce più alto del dovuto, ma non può permettere a Louis di rimanere qui senza prima dirgli tutta la verità. Perché presto verrà a conoscenza di tutto e si ricorderà di questa notte e colpevolizzerà Harry di essersi approfittato di lui. Accuserà Harry di averlo fatto restare con lui per alimentare le sue disgustose fantasie. "Io, solo... Louis." Harry abbassa lo sguardo sulle proprie mani, appoggiate a loro volta sul suo grembo coperto dalle lenzuola. Il cuore gli sta martellando sul costato con tale forza che Harry inizia ad avere paura che gli si spezzeranno le ossa. In qualche modo, la prospettiva di dire tutto a Louis sembra meno difficile adesso che sono avvolti dall'oscurità della stanza, dove può far finta che il ragazzo non sia nemmeno presente. Sempre che 'meno difficile' possano essere davvero parole compatibili al sudore freddo che gli sta gocciolando improvvisamente sulla nuca. "Forse non dovresti dormire qui perché io... io, uhm..." Harry prende un grosso respiro, la nausea che gli sta annodando lo stomaco, "Ho una cotta per te? Da, tipo, un po'. E non voglio che tu vada a pensare che io... sì."
Più il silenzio inizia a prolungarsi senza essere colmato, più Harry vorrebbe rimangiarsi tutto quello che ha detto. Né lui né Louis si muovono di un millimetro. Da qualche parte lì fuori, un cane abbaia.
Harry è il primo a rompere il silenzio. "Dì qualcosa. Per favore."
Louis si sposta un po', ed esala un respiro tremante. "Io, uh... lo sapevo."
Sapevo cosa? Sapevo cosa?
"Sapevo che tu," Louis inizia a torturarsi un lembo della maglietta, tirandosela con mani agitate, "Sapevo che io ti piaccio."
Harry è seduto sul suo letto ma, nonostante questo, si sente come se il mondo gli fosse scomparso da sotto i piedi. "Allora perché? Perché sei qui? Perché non mi hai detto niente? Hai... avete riso di me per tutto questo tempo? Tu e Liam?"
Harry inizia a tornare in sé, e si sente la pelle avvizzire e cadere come se fosse carta bruciata.
"No, no, Harry--"
"Non avrei mai potuto pensare che tu potessi," Harry deglutisce con forza, cercando di respirare ed ignorare l'enorme palla di fuoco che gli sta riempendo il petto, "umiliarmi così."
Louis allunga una mano verso di lui, ma all'ultimo momento la lascia cadere. Atterra sul suo grembo come un fiore appassito. "Non potrei mai farlo. Non lo farei mai. Io... potrei averti mentito un po'. Innanzitutto riguardo al perché io sia qui in questo momento, ma non sto cercando di ferirti o di... prendermi gioco di te. Lo sai che non lo farei mai. Io, solo," Louis si interrompe, e torna ad allungare un braccio verso di lui. Gli sfiora il dorso della mano, ed Harry paragona il suo tocco ad una fiamma. "Per favore, guardami?"
Harry, riluttante, solleva il viso, la mascella contratta per impedire al proprio mento di tremare.
"Non m'interessa se Liam russa. Ho il sonno pesante di solito, capito? Potrebbero lanciarmi una bomba accanto alla testa e non me ne accorgerei nemmeno. Sono venuto qui perché volevo parlarti, e prima non ho avuto occasione di farlo. Non con Liam tra i piedi. Volevo, tipo, evitare di metterti in imbarazzo. Volevo che fossimo soli per parlare."
"Da quanto lo sai?" Gli chiede Harry con un filo di voce, incapace di fingersi più forte di quanto in realtà si senta.
"Ne ho avuto la certezza solo oggi. Per tutta la faccenda di Andy." Louis gli accarezza l'osso sporgente del polso. "Mi dispiace. È proprio uno stronzo. Non aveva diritto di farlo."
"Chi te l'ha detto?" Harry sta pensando così tanto che inizia a preoccuparsi del fatto che il cervello possa uscirgli dalle orecchie da un momento all'altro, perché non riesce a capire Louis. Non riesce a capire perché sia qui e perché lo sta toccando e perché stanno parlando della faccenda senza farla sembrare la fine del mondo.
"Un paio di persone, a dire il vero. Non è rilevante, dico bene?" Gli risponde Louis, girandogli la mano per affondare gentilmente l'indice nella pelle del suo palmo. "E lo sai che altro ho sentito?"
"Non penso di volerlo sapere," ammette Harry, osservando il dito di Louis tracciargli la linea del cuore.
"Ho sentito che mi hai scritto qualcosa." Un battito. "Posso leggerla forse?"
Harry ritrae di scatto la mano, guardando il ragazzo e scoprendo di avere i suoi occhi già puntati su di sé. Ce l'ha ancora. Il pezzo appallottolato di carta che Zayn gli ha raccolto da terra, raggruppandolo al resto della sua roba, ma, "No."
"Oh. Va bene," replica Louis. "Non te l'ho chiesto per prenderti in giro, sai. È solo che... nessuno mi ha mai scritto niente, quindi io... scusami."
"Sono io ad essere dispiaciuto. Scusami. Scusami per tutto." Harry torna ad abbassare il viso, non riuscendo propriamente a capacitarsi che tutto stia accadendo per davvero. È così strano. Stare qui seduto sul suo letto con Louis vicino a lui, che gli chiede di poter avere accesso ai suoi pensieri più nascosti. Preferirebbe ammettere di volergli intrecciare i peli delle ascelle piuttosto che permettergli di leggere quelle poesie. Louis ha delle ascelle davvero carine, d'accordo? Harry non è uno stramboide.
"Ti stai scusando della tua cotta per me?" gli domanda Louis, la voce che diventa indignata. "Di sicuro non sono la persona peggiore che tu potessi scegliere."
No, non lo è. È la migliore. Divertente e gentile e protettiva e vulnerabile, dolce dentro e tagliente fuori, dalla risposta pronta e sempre sulla difensiva ma attento al prossimo e sempre pronto ad ascoltare al momento giusto. È solo che, "No. No, non lo sei. Ma avrei potuto scegliere qualcuno che ricambiasse i miei sentimenti."
Louis rilascia un respiro tremante. Per la prima volta durante la nottata, Harry vorrebbe poter essere in grado di vedergli gli occhi, giusto per poter avere un accenno di idea di quello che il ragazzo sta pensando in questo momento.
"Harry--"
"Non farlo," lo implora Harry, sentendosi più nudo che mai. Si sentirebbe così esposto anche se stesse indossando la sua tuta invernale che usa per andare a sciare. "Non te l'ho detto per farti sentire in colpa. Mi dispiace solo che adesso tu ti senta come se dovessi fare qualcosa. Come se dovessi occuparti di me. Perché non devi. Quindi, non possiamo semplicemente fare finta che tu non sappia niente?"
"Per la maggior parte del tempo ho sempre pensato che tu mi odiassi, sai," è ciò con cui, inaspettatamente, replica Louis. Harry spalanca la bocca, incapace di dire niente.
"Già," dice Louis con una risatina tremula. "Ne ero convinto perché ogni volta che provavo a chiacchierare con te, tu... tu non mi dicevi niente. Pensavo tu fossi semplicemente timido, ma poi ti vedevo parlare senza problemi con la gente a scuola. Mentre a me dicevi a malapena 'ciao'. Ero convinto mi trovassi davvero fastidioso."
A volte Liam definisce Louis 'un marmocchio fastidioso', ma Harry non ne ha mai capito il motivo. Perché Louis è la persona più affascinante del mondo, una da, tipo, ammirare mentre si è comodamente seduti. Sempre così espressivo e pronto a comportarsi da monello ed Harry ha iniziato a trovarlo affascinante sin da quando, due anni prima, è andato a sbattere contro di lui nel bagno della scuola. "Stai scherzando?"
"A dire il vero no."
"Non ti credo... no. Non ti ho mai rivolto la parola perché tu... Non sapevo mai cosa dirti. Ogni volta che volevo dirti qualcosa avevo paura di dire la cosa sbagliata quindi, semplicemente, io... non lo facevo." Tutti voti altissimi in pagella e riesce a malapena a mettere su una frase di senso compiuto. Fantastico. "Sei un po' intimidatorio."
"Harry," Louis prende parola, il tono serio, "Ieri mi sono lavato con la cuffia da bagno di Lottie in testa, quella rosa con le paperelle sopra. E poi mi sono messo a cantare usando una spazzola come microfono. Se pensi che io sia intimidatorio allora mi dispiace doverti dire che i tuoi standard sono alquanto scarsi."
Harry morde un sorriso, grato del fatto che Louis non possa vederlo arrossire come lo stupido idiota che è. "In effetti, uhm... riesci a malapena a raggiungere gli scaffali più alti."
Louis sussulta drammaticamente, ed afferra uno dei tanti cuscini di Harry, brandendolo come un'arma.
"Mi rimangio tutto. Sono intimidatorio! Temimi, Harry Styles, e offrimi le tue scuse prima che la situazione possa diventare davvero davvero brutta."
Ci prova a non farlo, ma non ci riesce. Harry sorride con forza, le labbra così tirate da sentire male alle guance. "E se non lo facessi?"
Riceve una cuscinata in faccia come risposta.
"Ti torturerò," lo avvisa Louis, le ginocchia puntate sul materasso e ovviamente pronto a colpirlo di nuovo. "Scusati, Harold."
Harry si era immaginato centinaia e migliaia di scenari che potevano avverarsi dopo la sua confessione, cose che Louis avrebbe potuto dirgli o fargli. Ma nessuno di loro, neanche uno, prospettava l'essere colpito con il suo stesso cuscino. "No."
Louis gli tira due volte di fila il cuscino sul lato della faccia, cercando di reprimere le risate quando incasina i capelli di Harry, rendendoglieli elettrici.
"Sei," Harry riesce ad evitare l'ennesimo colpo, ed afferra a sua volta un cuscino per difendersi dall'attacco scherzosamente agguerrito di Louis, "Tutto tranne che intimidatorio."
"Okay, basta così. Niente più maniere buone con te, patatino."
Louis gli strappa il cuscino dalle mani, scaraventandolo poi sul pavimento dietro le sue spalle, e, allo stesso tempo, gli spiaccica nuovamente il proprio cuscino in faccia. Ad Harry fanno male le costole tanto sta cercando di trattenere un'imbarazzante risata simile ad un latrato, ma, alla fine, non ce la fa. Di rimando, il sorriso di Louis si allarga ancora di più.
"Pensi che sia divertente, non è vero?" Gli domanda Louis e, prima che Harry possa anche solo prendere un respiro, il liscio lo atterra sul materasso e gli cavalca i fianchi. Getta via il cuscino, ed affonda le dita sul costato di Harry e, no. "Vediamo se ridi ancora, adesso."
"No, no, no, Louis--"
"È quella la parolina magica?"
Harry scoppia a ridere non appena Louis si fa strada con le dita fino a raggiungere le sue ascelle. Harry cerca di arricciarsi su se stesso e di smettere di ridere, cazzo, prima che svegli tutta la casa, ma Louis non glielo permette.
"Lou--" farfuglia, scalciando, le lacrime che iniziano a scendere perché non riesce a smettere di ridere sguaiatamente, ma Louis, in qualche modo, con un sorriso maniacale dipinto sul viso riesce ad afferrargli entrambi i polsi e ad intrappolarglieli sopra la testa.
"Soffri il solletico, dunque?"
Harry scuote semplicemente il capo, ed è solo quando fa scattare verso l'alto il bacino in un tentativo di togliersi Louis di dosso che si rende conto che, nella colluttazione, la coperta gli è scivolata al livello delle cosce e che è fottutamente nudo, con Louis appollaiato proprio sui suoi fianchi. "Louis, Lou--"
"Non hai ancora risposto alla mia domanda. Allora, soffri il solletico sì o no?"
"Lo soffro, lo soffro--" Oh Dio, non riesce a smettere di dimenarsi e Louis gli sta ancora stringendo i polsi in una presa ferrea, impedendogli di liberarsi. Il calore della situazione gli scalda la pelle e gli si va ad addensare nel basso dello stomaco.
"Beh, era così dura?" Lentamente, Louis lo lascia andare, i suoi palmi che scivolano sui fianchi nudi di Harry.
Per rispondere alla domanda di Louis, lo è quasi, laggiù. Harry cerca di riacquistare il respiro, il panico che lo coglie quando Louis fa per alzarsi dal suo corpo. Il riccio fa scattare le mani verso l'alto, ed afferra i fianchi di Louis per impedirgli di muoversi da lì.
"Aspetta, aspetta." Harry chiude gli occhi, imponendosi di respirare con calma. "Io, uh... dormo nudo e... la coperta, è..." La sua faccia è a tanto così da prendere fuoco.
"Oh, merda," ribatte Louis, fortunatamente rimanendo immobile. "E adesso?"
"Solo, potresti forse chiudere gli occhi e lasciarmela recuperare?"
"Sì, sì, certo."
Quando Harry gli dà una sbirciata, Louis ha gli occhi chiusi e si sta rotolando alla cieca giù dal suo corpo per invece stendersi accanto a lui. Harry torna a coprirsi con le lenzuola e "Sono decente adesso," gli riferisce.
"Beh, questo è opinabile."
"Scusami," gli dice Harry, perché non riesce a smettere di pensare al sedere di Louis a pochi centimetri dal suo cazzo nudo, e alle sue mani strette con forza ai suoi polsi.
"Beh, non è che io invece dorma con il pigiama. Lo uso solo quando vengo a dormire qui. Non c'è bisogno di scusarsi."
Un Louis nudo sdraiato sopra delle lenzuola spiegazzate è l'ultima cosa che Harry in questo momento ha bisogno di immaginare. Si lascia sfuggire un verso strozzato.
"Anzi, sono io qui quello che si dovrebbe scusare. Ti ho quasi fatto pisciare nel letto." Il risolino che si lascia scappare Louis non contribuisce a rendere sincere le sue scuse, secondo l'umile opinione di Harry.
È difficile pisciare quando ce lo hai duro, quasi sta per dirgli, ma riesce a chiudere la bocca appena in tempo. "Non mi odi allora?"
"Odiarti?" Louis si gira su un fianco, le mani accoccolate sotto la guancia. Harry vuole davvero baciarlo. "Cazzo no. Sono piuttosto affezionato a te, a dire il vero. È difficile non esserlo ora che ti conosco meglio. Sei intelligente e divertente e, uhm... carino. Un po'."
Il cuore di Harry si stringe in un modo quasi doloroso. Louis lo considera divertente e intelligente e carino. "Un po'?"
Louis gli tira un buffetto sulla punta del naso e sorride. "Forse un pochino di più di un po'."
Ma cosa intende dire? Carino come un cucciolo? O carino come qualcuno con cui vorresti sposarti e vivere insieme in un quartiere residenziale e con cui avere sei bambini che ti trascinano in un parco di sabato pomeriggio? "Louis."
"Potrei volerti baciare in questo momento, quindi già," ammette Louis, sollevando un cuscino per nascondersi il viso.
Harry ci impiega un momento a metabolizzare le sue parole, a realizzare che Louis non sta scherzando e che tutto questo non è frutto della propria vivida e attiva immaginazione. A rendersi conto che Louis vuole baciarlo. E non perché è ubriaco o prova pietà per lui, ma perché vuole farlo.
Harry si passa la lingua sulle labbra e, con mani tremanti, stringe il lenzuolo. "Okay."
Louis lascia cadere il cuscino, la bocca che si apre e si chiude, come se non fosse propriamente sicuro di cosa dire. "Okay?"
Harry deglutisce con forza, e annuisce, senza riuscire a smettere di tremare per l'enormità della situazione quando Louis gli si fa così vicino che il suo respiro va a colpirgli la mascella.
"Sarebbe un problema per te se, tipo, mi avvicinassi un po' di più?" Accarezza il braccio di Harry dal polso al gomito. La sensazione delle sue dita basta a rassicurare Harry e a farlo rilassare sul materasso. L'unica sua preoccupazione è quella di non avere Louis sufficientemente vicino.
"Puoi... puoi fare quello che vuoi."
"Cazzo, Harry, non puoi semplicemente--"
"Tipo così?" Gli chiede Harry, avvolgendogli la vita con un braccio e spingendoselo contro, permettendogli di sdraiarsi su di lui, i loro colpi accaldati dal petto al bacino, una delle cosce di Louis sepolta tra le proprie. L'intimità di essere così vicini - sufficientemente vicini che se solo si sporgesse un pochino riuscirebbe a strofinare il naso di Louis in un bacio all'Eschimese - fa galoppare il cuore di Harry così rapidamente da fargli venire le vertigini.
"Sì, sì." Le dita delicate di Louis vanno ad allontanargli i capelli dal viso. "Tutto bene?"
Harry non pensa di riuscire a parlare, quindi si limita ad annuire, la pancia che va giù in picchiata come se si trovasse dentro un ascensore che va troppo veloce.
"Cosa... cosa devo fare?" bisbiglia quando Louis si sporge sul suo viso, l'alito fresco come una menta.
"Chiudi gli occhi." Le labbra di Louis gli tracciano la guancia quando il ragazzo gli parla, spedendogli brividi di bisogno lungo la colonna vertebrale. "Fai quello che faccio io."
Quando le labbra del castano gli toccano l'angolo della bocca, Harry per istinto schiude le labbra, e vuole così tanto e ha bisogno di così tanto che sente il battito del cuore squartargli ogni nervo presente nel corpo. Louis, finalmente, preme le labbra sulle sue, ed è umido ed elettrico, e le stelle iniziano ad esplodere dietro le palpebre chiuse di Harry. Piagnucola dentro la bocca di Louis, la morbidezza sconcertante delle labbra del liscio contro le proprie molto meglio di qualsiasi cosa abbia mai sognato. Fa scivolare le mani lungo la schiena del ragazzo, superando la barriera della maglietta per toccare la pelle calda dei suoi fianchi, quando Louis gli tira gentilmente il labbro inferiore, sfregandoglielo con i denti.
Harry espira un respiro disperato dal naso quando le loro labbra, all'unisono, si separano e, con un suono bagnato, tornano ad unirsi, premendosi e inclinandosi insieme. Sente il bisogno di graffiargli la schiena.
"Cazzo, Harry," Louis respira dentro la sua bocca e fa correre la punta della lingua sulla linea delle labbra del riccio. Non pensa, chiude le labbra intorno alla sua lingua e succhia, sussultando perché Louis ha un sapore così buono ed Harry vuole divorarlo. Per ore e ore e ore.
La stanza è così silenziosa che Harry riesce a sentire ogni più piccolo gemito strozzato che Louis libera ogni volta che le loro labbra si dividono e si rincontrano con un suono osceno e umido ancora ed ancora. Quando Louis tira indietro il viso per respirare, le sue labbra sono visibilmente bagnate e gonfie persino nel buio, ed è stato Harry a fargli questo.
"Quando leccherò dentro la tua bocca," mormora Louis, la voce roca e affaticata, ed Harry affonda le dita sulla sua schiena perché già gli manca il suo sapore, "Incontrami con la tua lingua. Falla scivolare sulla mia e inseguila nella mia bocca, okay?"
Harry si limita a gemere e a permettere a Louis di schiacciarlo contro il cuscino e di baciarlo, le loro labbra sempre più frenetiche. Le loro lingue si incontrano e scorrono l'una sull'altra, ed è come toccare un filo ad alta tensione, come se ogni più piccola cellula del suo corpo stesse scoppiando come una supernova. Tutto sembra essere... di più. Più nitido, più chiaro e così sensibile che Harry si sente rabbrividire anche solo se Louis gli accarezza il punto dietro l'orecchio con il pollice.
"Impari," Louis gli morde il labbro inferiore, e glielo tira, "Davvero velocemente."
"Baciami, baciami, baciami," lo prega Harry, sporgendo il viso per mordicchiargli a sua volta il labbro inferiore, i palmi che lisciano le vertebre della sua schiena nuda.
Louis cede facilmente, e ritorna a baciarlo profondamente e completamente, la pressione delle sue labbra sufficientemente eccitante ed imprevedibile da far dimenare Harry. E poi Louis gli stringe i capelli in un pugno e tira per fargli inclinare la testa di lato, ed Harry è alquanto sicuro di non essere in grado di ricordare nemmeno il proprio nome in questo momento. Non adesso, e certamente non quando Louis prende a mordicchiargli la linea della mascella, premendo infine la sua bocca aperta e gonfia dai troppi baci sulle infuocate terminazioni nervose del collo di Harry ed iniziando a succhiare.
"Oh Dio, oh mio D--" Ad Harry gli occhi gli si rivoltano verso l'alto, ed il ragazzo spalanca la bocca per ingoiare ossigeno che non sembra mai sufficiente.
"Cazzo, Harry, non avrei mai pensato che tu potessi essere così..." Louis si fa strada sulla sua gola a suon di baci, arrivando a premergli il naso nello spazio dietro l'orecchio. Le sue labbra iniziano a piantargli piccoli baci proprio dietro il lobo. "Hai un profumo così buono."
"Io, um... mi sono fatto la doccia."
"Sei tu," protesta Louis, succhiandogli il lobo dentro la sua bocca calda. "Tutto tu."
"Louis," dice Harry con un respiro spezzato, sentendosi come se la sua pelle fosse insufficiente a contenere il suo corpo. "Se non ti fermi, io--"
"Tu cosa," gli chiede pacato Louis, le labbra che aleggiano sopra quelle di Harry, la mano che scivola giù sul suo collo ed il suo petto per posizionarsi proprio sopra il suo cuore. Avverte sicuramente il battito furioso di Harry, ma non commenta.
"È, um... è troppo ed io," sto già per venire, grazie soltanto alla bocca di Louis ed al suo sapore ed il suo tocco che somiglia a scariche di elettricità che vanno a leccargli la pelle, "Lo sai."
"Come ci riesci?" gli domanda Louis, rubandogli un bacio casto ma prolungato. "Ad essere così carino ma allo stesso tempo così... pomiciabile."
"Esiste come parola, almeno?" Harry sorride, ipersensibile ed esaltato, i polpastrelli che strofinano le fossette alla base della schiena di Louis. Harry vuole leccargliele.
"Lo è adesso," decreta Louis, sollevando un sopracciglio arrotondato con espressione di sfida.
"Aspetta," Harry dice, sbattendo le palpebre. "Quindi tu vorresti... tipo, baciarmi di nuovo?"
Louis si allunga per premere le loro guance insieme, e gli bacia il contorno della mandibola. "Cazzo, sì. Sempre che anche tu lo voglia, però."
"Louis," Harry si passa la lingua sulle labbra gonfie, lo stomaco che si affonda, "Ho scritto delle poesie su di te."
"Sai, un giorno ti convincerò a darmi il permesso per leggerle."
"Non succederà mai" giura Harry, ma in qualche modo dubita sarebbe forte abbastanza da dirgli di 'no' per sempre, che, accidentalmente, è esattamente il tempo che è intenzionato a volere spendere con Louis. "Per favore, baciami ancora?" È questo quello che si prova quando si è dipendenti da qualcosa?
"Solo un bacio veloce, non voglio perdere il controllo della situazione." Louis gli preme un bacio sulla bocca, caldo e a stampo e perfetto.
"Lo so, lo so." Harry sente il frizzante calore di quel bacio che gli fa formicolare il corpo fino alle dita dei piedi ed è così, così tentato nonostante non creda di essere davvero pronto ad andare oltre il bacio.
Louis lo bacia un'ultima volta prima di tirarsi indietro e rotolarsi giù dal corpo di Harry, per stendersi invece accanto a lui.
"Probabilmente dovrei tornare in camera di Liam."
"Ma perché?" Harry si gira per fronteggiarlo, mostrandogli il broncio più triste del suo repertorio nella speranza che Louis si intenerisca e resti lì con lui.
"Perché tu sei... Dio, Harry, sei nudo lì sotto!" Louis si spiaccica un cuscino sul viso, seppellendoci contro un grugnito, ed inizia a borbottare tra sé e sé. "Stai cercando di uccidermi, giuro su Dio."
"Ma farò il bravo," insiste Harry, togliendogli il cuscino dalla faccia.
"Non dire cose del genere," gli dice Louis, la voce strozzata e, cosa. Che cosa ha detto Harry di male stavolta?
"Ma lo farò. Non proverò nemmeno a baciarti."
"E da che mondo e mondo questa è considerata una cosa giusta?" Louis gli pizzica il labbro inferiore, ancora sporto in un broncio, per poi afferrarglielo tra pollice ed indice e tirarglielo.
"Resta? Per piacere? Così possiamo coccolarci?" biascica Harry, leccandosi il labbro quando Louis glielo lascia andare. "Oppure no. Non dobbiamo farlo per forza. Come vuoi tu."
"Un Liam che russa o coccole," dice Louis con un grosso sospiro. "Non riesco davvero a scegliere."
Harry nasconde il suo sorriso sul bordo della coperta. Non può crederci di avere appena baciato Louis. Louis. Con la bocca e la lingua, tipo, proprio alla francese. Ed ha avuto la possibilità di accarezzargli la schiena nuda. E Louis è ancora qui, sdraiato accanto a lui, rilassato e molto probabilmente con un sorriso stampato sul volto, e forse si coccoleranno.
"Hai appena squittito?" gli chiede Louis.
Quando Harry solleva lo sguardo e lo vede ghignare, sente tutto il sangue affluirgli sulle guance. "No?"
"Quindi ti è piaciuto?" gli domanda Louis, la voce un po' insicura, mentre fa affondare un dito sulla guancia del riccio, proprio dove la sua fossetta solitamente si presenta.
Harry non può farcela. Non quando sta cercando inutilmente di combattere la voglia di spendere tutta la sua vita attaccato alle labbra di Louis. "Tantissimo. È stato..." sussulta. Vuole schiaffeggiarsi da solo per avere pensato poco prima di non volere baciare Louis. "Voglio tipo farlo per tutto il tempo."
"Allora mi servirà un burrocacao, amore."
"Ne ho uno alla menta? Ed anche uno ai, um, frutti di bosco?"
Louis gli infila le dita tra i capelli. "Perché non ne sono sorpreso?"
Prima che possa pensarci una seconda volta, Harry gli cattura il polso e gli preme le labbra sulla pelle sottile. "Louis?"
"Sì?"
"Sono felice che sia stato tu il mio primo bacio."
Louis gli avvolge la guancia con una mano, il naso a solo un centimetro di distanza dal suo. "È lo stesso per me."
"Mi piaci," bisbiglia Harry, nonostante si senta come se il proprio corpo si stesse per aprire a metà.
Louis lo stringe tra le braccia, e gli sistema la testa nel calore del suo collo. Gli arpiona poi il fianco coperto dalle lenzuola con una gamba, neanche fosse un koala in forma umana. "Beh, sono piuttosto meraviglioso. Dico bene?"
Harry preme un sorriso sulla pelle di Louis, il calore del suo corpo e le sue dita pigre che gli stanno pettinando i ricci che iniziano a cullarlo e a fargli venire sonno.
"Sì, dici benissimo," ribatte, la sensazione vaga del naso di Louis sulla sommità della sua testa l'ultima cosa che avverte prima che il sonno lo vada a cogliere tra le sue braccia.
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