Capitolo 77 - Wicked game (Pt. 5)

TW//: in questo capitolo si fanno riferimenti ad una possibile relazione romantica tra una professoressa ed un suo ex studente. Ci teniamo a precisare che in questo caso entrambi i personaggi sono maggiorenni, consenzienti, e nel momento di incontro il loro rapporto insegnante-studente è già terminato da diversi mesi.

Ma in ogni caso ognuno è libero di leggere quel che vuole, quindi se non gradite questo trope vi consigliamo di saltare la lettura di questo capitolo :)





Ci furono pochi attimi che separarono quella sua confessione al momento in cui Giada realizzò ciò che stava a significare. Pietro la osservò sgranare gli occhi pian piano, mentre capiva cosa aveva sottinteso, e fare un passo lontano da lui.

-Che cosa ... -.

Prima che potesse continuare, Pietro parlò di nuovo:

-Ti giuro che non sono più un tuo studente- disse, quasi disperato nel tentativo di farsi credere – Lo sono stato mesi fa, ma poi ... -.

-Poi cosa?- Giada sembrò tornare nel giro di pochissimi secondi ai suoi modi algidi di fare, e Pietro detestò come la prima volta la sensazione di essere osservato dai suoi occhi glaciali – Quando avevi intenzione di dirmelo? Quando magari ti avrei trovato in sede d'esame?-.

-Ho già dato l'esame del tuo corso a giugno- si affrettò a chiarire Pietro –  È la verità-.

Non capiva come mai si stesse impegnando così tanto per farsi credere da lei, ma lo sguardo ferito e ora diffidente di Giada gli stava facendo capire che non sarebbe mai riuscito a sopportare il senso di colpa nel tornare a casa senza aver risolto.

-Non mi sono avvicinato a te con qualche scopo. Non pensavo neanche di incontrarti di nuovo, ad essere sincero- Pietro parlò ancora, gesticolando nervosamente – Non ho passato la serata con te per avere qualche favoritismo, né nient'altro. Davvero-.

Giada non vacillò:

-Però ti sei deciso all'ultimo di dirmi la verità-.

"Perché mi hai baciato".

Pietro deglutì, senza sapere cos'altro dire.

-Mi dispiace-.

Abbassò gli occhi, ma udì comunque Giada sbuffare sarcasticamente, muovendo ancora qualche passo lontano da lui.

-Oh, ne sono sicura- sbottò, e quando Pietro si decise ad alzare di nuovo il viso quasi gli parve che la sua rabbia avesse lasciato il posto a qualcosa che sembrava più delusione. Giada si mosse verso il portone d'ingresso, le chiavi in mano e pronta a sparire all'interno.

-Cresci un po', o comportandoti in un modo così infantile non andrai da nessuna parte- glielo disse voltandosi verso di lui all'ultimo, quando Pietro era già sicuro che se ne sarebbe andata senza dire nient'altro – Hai rovinato una serata che era stata davvero bella-.

Giada sparì dentro al palazzo prima che Pietro potesse smuoversi dal suo shock e rispondere. Nel giro di pochi secondi si ritrovò ad osservare il punto in cui Giada era entrata, e che ora era riempito solo dalla superficie solida della porta in legno massiccio.

Era di nuovo solo, come all'inizio di quella serata, solo con il tormento della colpa.

"Rovino sempre tutto".

*

I pochi raggi di tiepido sole che filtravano dalla persiana semi abbassata bastavano a malapena per rischiarare un po' la stanza. Con la schiena appoggiata alla testiera, e una gamba scoperta dalle lenzuola e a penzoloni giù dal letto, Pietro teneva lo sguardo perso verso quegli sparuti raggi di luce.

Aveva già voglia di fumare, anche se era mattina presto. Si stava trattenendo a forza, forse consapevole di aver ceduto un po' troppo a quel suo vizio negli ultimi giorni. Il nervosismo si era fatto duro da tenere a bada, e doveva ammettere che però, per quanto poco salutari, le sigarette lo stavano aiutando non poco.

Si chiese se Alessio stesse ancora dormendo: era venerdì mattina, ma per quel giorno avrebbero avuto lezione solo nel pomeriggio. Una mattinata di relax se la poteva anche permettere. Tese l'orecchio, ma non avvertì alcun movimento nel resto della casa. Solo silenzio che gli fece presupporre di essere l'unico sveglio tra di loro.

Allungò una mano verso il comodino, afferrando il suo cellulare. Lo sbloccò chiedendosi se avrebbe trovato un qualche messaggio, ma non c'era nessuna notifica non letta, magari di un messaggio arrivato nella notte o poco prima che si svegliasse. Di certo non c'era nulla da parte di Giada.

Pietro tirò un sospiro lungo, chiudendo gli occhi per un attimo: sembrava ancora parecchio arrabbiata con lui, nonostante si fosse impegnato a scriverle una volta al giorno per tutti quegli ultimi giorni dopo la serata in cui si erano incontrati, l'ultimo tentativo di chiederle scusa e cercare di strapparle un perdono. Non sapeva neanche come mai ci tenesse così tanto. Forse era l'idea che da qualche parte ci fosse una persona ferita dai suoi gesti, insieme a tutto il resto che lo tormentava, a renderlo così fragile e così volenteroso nel cercare di aggiustare le cose. Se con Alessio non poteva farlo, almeno poteva fare un tentativo con Giada.

Anche se lei non sembrava molto d'accordo.

O forse lei era semplicemente andata avanti, con la sua vita da donna in carriera, probabilmente piena d'impegni e di eventi decisamente più interessanti di quelli che costellavano invece la sua, di vita. L'unico lato positivo era che l'impegno per scrivere quei quattro messaggi di scuse che le aveva inviato, per pensare a frasi efficaci e sincere, lo aveva distratto almeno per un po' da Alessio.

Lanciò un'ultima occhiata al suo telefono, sentendosi un po' patetico, un caso perso e senza alcuna speranza. Gli sembrava di essere finito in una qualche storiella rosa, o ancor peggio, di essere diventato il protagonista di un qualche romanzo drammatico ottocentesco, dove avrebbe inevitabilmente fatto una brutta fine.

Era quasi ironico che, nonostante tutto, Alessio fosse ancora ignaro di tutto. Non gli aveva fatto domande quando era rientrato qualche sera prima, né si era reso conto del suo nervosismo legato a Giada – e se se ne era accorto aveva palesemente fatto finta di nulla. Forse in fondo era meglio così: Pietro non aveva nemmeno idea di come avrebbe potuto spiegargli che stava cercando di farsi perdonare dalla loro ex professoressa di matematica del primo anno per averla tratta in inganno, seppur in maniera un po' inconsapevole. Persino nella sua mente mentre si immaginava raccontarlo gli risuonava tutto come una pessima barzelletta.

Sospirò di nuovo, e fece per rimettere a posto il cellulare sul comodino – e magari rimettersi a letto e provare a dormire ancora-, quando la vibrazione breve di una nuova notifica lo fermò all'istante.

Pietro osservò con occhi sgranati il display del cellulare, chiedendosi se stava avendo un'allucinazione o se davvero Giada gli avesse appena risposto. Le cose erano tre: o le aveva fatto pena, o gli aveva inviato un messaggio per sbaglio, o gli aveva semplicemente scritto per avvertirlo che lo avrebbe bloccato definitivamente se le avesse scritto di nuovo.

Quando aprì il messaggio, con una certa ansia, un po' si sorprese:

"Se vuoi sistemare le cose ti servirà fare ben di più che inviare qualche messaggio. La seconda possibilità te la devi guadagnare".

A quelle parole di Giada sorrise, quasi mettendosi a ridere. Non ci era andata particolarmente morbida, ma paradossalmente, ora che aveva risposto, sentiva il senso di colpa dentro di sé abbandonarlo almeno un po'.

Decise di ignorare la sensazione che Giada fosse la persona sbagliata a cui rivolgere quelle disperate attenzioni volte a dimenticare Alessio. C'era qualcosa che lo faceva sentire completamente al centro di un disegno di gioco, un gioco malvagio che non gli stava lasciando scampo: non sapeva se, per salvarsi, gli sarebbe bastato muovere anche solo quella singola pedina. Era solamente all'inizio di una partita il cui esito gli era ancora del tutto oscuro.

Ma qualcuno gli stava dando una possibilità, una chance di fuga da certi pensieri disperati, e forse tanto valeva rischiare.


"La vita è un gioco d'azzardo terribilmente rischioso"- Tom Stoppard

Nobody loves no one*











*il copyright della canzone (Chris Isak - "Wicked Game") appartiene esclusivamente al cantante e ai suoi autori.

NOTE DELLE AUTRICI

E siamo giunti alla fine anche di questo episodio, incentrato interamente su Pietro. Vi sareste aspettati che sarebbe scattato il bacio tra lui e Giada? E che idee vi siete fatti in merito?

E proprio a proposito di Giada, alla fine è sempre lei che decide anche di allontanarsi, giustamente arrabbiata e probabilmente sentitasi ingannata dal fatto che Pietro le ha omesso di essere stato suo studente (tra l'altro in una famosa università veneziana, che però conosciamo solo per sentito dire visto che noi due autrici non ci abbiamo mai messo piede 😂). Alla fine il messaggio con il quale risponde a Pietro sembra lasciare qualche spiraglio per un secondo incontro... Ma sarà così? E che tipo di rapporto li legherà, sapendo dei tormenti di Pietro per Alessio e per il suo orientamento sessuale?

Le risposte arriveranno per forza nel prossimo capitolo perchè sì, sarà definitivamente l'ultimo di questo lungo viaggio!

E quindi non ci resta che darvi appuntamento a mercoledì per l'inizio del gran finale di questa prima tappa!

Kiara & Greyjoy

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