Capitolo 76 - Stillness of heart (Pt. 2)

Pur rimanendo fuori dal locale, Giulia sentiva la musica provenire dall'interno pulsarle nelle orecchie. In piedi di fianco all'entrata se ne stava avvinghiata a Filippo, cercando di non perdere l'equilibrio a causa dei tacchi troppo alti che aveva deciso di indossare quella sera. Non riusciva ancora a capacitarsi di come non fosse già caduta nel camminare fino a quel discopub, pentitasi di aver messo proprio quelle scarpe l'attimo in cui aveva accennato il primo passo. Più di qualcuno, entrando nel locale, le aveva fatto l'occhiolino – alcuni le avevano addirittura fischiato, ed in quel momento aveva temuto seriamente che Filippo potesse compiere una strage. Giulia, stretta nel suo vestito bordeaux, si era sentita quanto mai a disagio, infastidita e sull'orlo di una crisi di nervi.

Non era abituata ai locali alla moda, a vestiti eleganti e a tacchi vertiginosi – non sapeva bene neanche lei cosa l'avesse spinta per quel cambio di look quella sera-, e sperava soltanto che gli altri si sbrigassero ad arrivare, per evitare di dover rimanere ferma lì ancora per molto: non vedeva l'ora di sedersi, di essere lasciata in pace, e di bere qualcosa di fresco.

-Non potevano scegliere un posto un po' più sobrio?- borbottò, corrugando la fronte e scrutando l'orizzonte, per cercare di individuare uno qualsiasi dei loro amici – Sarebbe andato benissimo anche un normalissimo bar. Un posto qualsiasi dove sarei potuta venire anche in maglietta, jeans e scarpe da ginnastica-.

-Credo che il posto l'abbia proposto Alice- le rispose Filippo, calmo e tranquillo come se si sentisse completamente a suo agio, al contrario di Giulia – Quindi magari evita di lamentarti davanti a lei. Non sarebbe un modo carino per iniziare a conoscersi-.

Giulia tirò un sospiro scocciato, spostando il peso da una gamba all'altra. Odiava già quel posto, e il fatto che avesse deciso Alice di andarci non la tranquillizzava. Era curiosa di conoscerla, finalmente, anche se temeva la possibilità di trovarla antipatica o insopportabile. Sarebbe stato arduo, in quel caso, riuscire a non darlo a vedere in maniera troppo esplicita.

-Sta arrivando Nicola- la voce di Filippo giunse a distrarla dai suoi pensieri. Giulia acuì lo sguardo, e non le ci volle molto per individuare la figura bionda e slanciata di Nicola camminare verso la loro direzione. In pochi attimi li raggiunse, l'aria stravolta e gli occhi azzurri velati di stanchezza.

-Che ti è successo per avere un'aria così sbattuta?- Giulia non gli lasciò nemmeno il tempo per salutare, lievemente preoccupata ed incuriosita dall'aspetto affaticato di Nicola. Si ricordava vagamente che doveva aver appena finito di lavorare – aveva trovato giusto qualche settimana prima un impiego da cameriere in un ristorante veneziano, e sebbene i turni non fossero troppo massacranti, a quanto pareva doveva ancora abituarsi ai nuovi ritmi-, ma in quel momento non si fidava molto della sua memoria.

-Ho finito di lavorare giusto mezz'ora fa- disse lui, scostandosi una ciocca di capelli dalla fronte leggermente sudata – Quindi sono dovuto correre a casa per cambiarmi e darmi una sistemata. E poi sono corso qui ... Pensavo che sarei stato l'ultimo ad arrivare, ma a quanto pare non sono io il ritardatario di turno-.

-Alessio ed Alice non si sono ancora visti- spiegò Filippo, tirando un sospiro profondo, quasi rassegnato – E spero che Caterina e Pietro non si siano persi nei meandri della città. O potremmo anche rischiare di rivederli direttamente il prossimo secolo-.

Giulia ebbe la netta sensazione che, nel sentire parlare di Caterina insieme a Pietro, Nicola fosse stato punto sul vivo: aveva sbuffato piano, una smorfia dipinta sul viso, ed infine aveva distolto lo sguardo. Non ebbe comunque il tempo per rispondere: Filippo riprese subito a parlare, indicando con la mano due persone ancora lontane da loro, ma dirette proprio a quel locale.

-Meglio tardi che mai! Alessio ed Alice sono finalmente giunti-.

L'attenzione di Giulia si catalizzò completamente sulla coppia in arrivo: benché fossero ancora parecchio distanti da dove si trovavano, non poté fare a meno di starli ad osservare. Alessio sembrava fin troppo elegante, nella camicia scura con solo i primi bottoni aperti, e i capelli biondi perfettamente in ordine. Lo vedeva piuttosto sorridente, mentre avanzava mano nella mano con quella che non poteva che essere Alice. Il suo viso incorniciato dai capelli rossi, che le arrivavano poco più sotto delle spalle, le sembrava effettivamente famigliare – non che ci fosse da sorprendersi visto che Alessio aveva già rivelato loro che Alice non era altri che la cameriera con cui aveva avuto l'incidente la sera della festa di compleanno di Giulia.

Anche Alice sorrideva rilassata, lanciando spesso delle occhiate ad Alessio: sembrava completamente presa solamente da lui, come se non esistesse nient'altro attorno a loro. Giulia non riuscì a trattenere un timido sorrido, nell'osservarli: per quanto dubbiosa potesse sentirsi verso di lei, non conoscendola affatto, sperava soltanto che quella non fosse l'ennesima delusione per Alessio.

Quando finalmente, dopo appena qualche minuto, giunsero davanti a Giulia, Filippo e Nicola, il sorriso di Alessio si fece più imbarazzato e allo stesso tempo più ampio: sembrava lievemente impacciato, e anche Alice le dava l'impressione di essere esitante e timida.

-Scusate il ritardo- Alessio esordì subito, non appena si fu fermato di fronte agli amici, lanciando poi un'occhiata veloce ad Alice – Ammetto che ce la siamo presa un po' troppo comoda. Siete qui da tanto?-.

-Oh no, solo da circa mezzo secolo- ironizzò Giulia, sorridendo innocentemente, e ignorando bellamente l'occhiataccia che le rivolse Filippo.

-In realtà pure io sono appena arrivato- si intromise Nicola, in piedi di fianco ad Alessio, lo sguardo che sembrava ancora cercare qualcuno all'orizzonte.

-Comunque potete consolarvi: non siete gli ultimi. Mancano ancora altri due elementi, come si sarà già notato- proseguì Giulia, annuendo: non poteva fare a meno di domandarsi che fine potessero aver fatto Caterina e Pietro. Nessuno di loro era in genere ritardatario, ma in quel frangente sembravano essere letteralmente spariti dalla circolazione, senza lasciare nessuna notizia.

Alessio annuì subito, e forse fu solo un'impressione di Giulia, ma sembrò cercare di nascondere la sua espressione abbastanza stizzita.

-Fa piacere sapere che Pietro e Caterina abbiano disertato così- replicò lui, cercando di buttarla sul ridere, pur continuando a sua volta a guardarsi alle spalle.

-Magari si sono semplicemente persi- suggerì Filippo, alzando le spalle – Caterina ancora non conosce la città, e Pietro ... Beh, diciamo che il senso dell'orientamento non è il suo forte-.

-In ogni caso- Alessio riprese la parola, voltandosi ancora una volta verso una ancora silenziosa Alice, che si era tenuta in disparte e non si era intromessa, prima di rivolgersi agli altri arrossendo ancor di più – Direi che possiamo iniziare le presentazioni: questa è Alice-.

-Credo che ormai lo avessero già intuito- Alice prese finalmente la parola, il sorriso timido ancora stampato in viso. Parlando aveva rivelato l'accento inglese che la contraddistingueva, anche se Giulia doveva ammettere che parlava in italiano piuttosto bene.

-Ho l'impressione che ci siamo già visti in giro- commentò Nicola a mezza voce, intercettato subito da Giulia:

-Forse perché era al locale dove abbiamo festeggiato il mio compleanno l'ultima volta?- gli ricordò, con un sopracciglio alzato. Nicola la guardò spaesato per qualche secondo, poi sembrò ricordarsi di quando Alessio aveva spiegato loro chi fosse Alice.

-Che è dove lavoro ancora- confermò Alice, annuendo pensierosa – Forse era la sera in cui ho incontrato per la prima volta Alessio. E poi ci siamo incrociati anche in università-.

-Esattamente- confermò lui, per poi proseguire:

-Comunque questi sono Nicola, Filippo, e Giulia, che ovviamente è la stessa Giulia che era festeggiata quella sera in pizzeria-.

-E indovinate un po', vedo qualcuno di nostro conoscenza in lontananza- lo interruppe Giulia stessa, non appena fu sicura di vedere, oltre le spalle di Alessio e Alice, Caterina e Pietro avanzare piuttosto celermente. Sembravano piuttosto accaldati e scombinati – e Giulia sperò sarcasticamente che quel particolare fosse dovuto al fatto che dovevano aver corso, essendo in estremo ritardo-, e Caterina sembrava camminare a fatica sui sandali dal tacco abbastanza basso. In pochi passi arrivarono dove si trovavano gli altri ad attenderli, trafelati e con le guance arrossate per il caldo.

-Cominciavamo a pensare che vi foste perduti per sempre- Giulia cercò di trattenere le risate, quando notò Caterina rivolgere veloce uno sguardo torvo nella direzione di Pietro.

-Diciamo soltanto che abbiamo avuto qualche difficoltà a trovare la direzione giusta- spiegò Pietro, passandosi una mano tra i capelli ormai scombinati, e facendosi aria con una mano.

-Diciamo che stavamo andando esattamente nella direzione opposta a quella giusta- lo corresse Caterina, fulminandolo ancora una volta con lo sguardo – Credo che avrò bisogno di restare seduta per tutto il resto della sera: i miei piedi stanno gridando pietà-.

Alessio si limitò a ridere piano, senza nemmeno accorgersi di aver appena ricevuto a sua volta un altro sguardo truce da parte di Caterina. Giulia spostò gli occhi su Pietro, che sembrava quanto mai a disagio: non aveva detto più nulla dopo la sua prima giustificazione al loro ritardo, e appariva quanto mai indeciso su dove rivolgere lo sguardo. Sembrava del tutto intenzionato ad evitare in qualsiasi modo il contatto visivo con Alessio, e soprattutto con Alice: le aveva riservato solo un'occhiata breve e veloce non appena lui e Caterina erano giunti, per poi distogliere gli occhi – un po' come se stesse fingendo che lei nemmeno ci fosse.

Le iridi azzurre di Nicola, invece, dardeggiavano su Caterina e Pietro, ancora in piedi fianco a fianco, taciturne e fredde come non le vedeva da un po'. A Giulia venne quasi da ridere al pensiero che Nicola potesse sentirsi geloso di Pietro, o forse semplicemente invidioso perché Caterina sembrava aver preferito la sua compagnia per arrivare fin lì, piuttosto che chiedere a lui di accompagnarla.

-Direi che ora siamo al completo, perlomeno- Alessio riprese la parola, un po' meno impacciato di quanto non appariva prima – Questa è Caterina. Di fatto è stato grazie a lei se ho conosciuto anche tutti gli altri del gruppo. E Pietro, il mio coinquilino-.

-Il tuo amato coinquilino- lo prese in giro Giulia, trattenendosi a stento dallo scoppiare a ridere nell'accorgersi degli sguardi attoniti dei due interessati. Alice si limitò a ridere a sua volta, evidentemente per nulla insospettita o infastidita da quella puntualizzazione.

-I'm really glad to have you all here tonight- disse Alice, le gote appena arrossite, stringendosi nelle spalle esili – Alessio mi ha già parlato un po' di voi, ma sono davvero curiosa di conoscervi personally-.

Alice sembrava realmente sincera nel dirlo, un po' in inglese e un po' in italiano forse per via dell'agitazione.

"Non sembra male" si ritrovò a pensare Giulia. Le premesse sembravano promettere bene, almeno ad una prima impressione.

-Allora, che ne dite se proseguiamo la serata all'interno del locale?- propose infine Filippo – Non so voi, ma io sto morendo di sete-.

In un'accoglienza generale, dopo pochi secondi si avviarono finalmente all'entrata. Sembrava che, finalmente, la serata potesse avere ufficialmente inizio.

*

La musica impazzava in maniera assordante all'interno del locale, unita ad una luce soffusa e calda che a Nicola stava provocando un terribile mal di testa. Avrebbe solamente voluto chiudere gli occhi e tapparsi le orecchie, giusto per avere qualche minuto di libertà da tutto quel fracasso. Il discopub era particolarmente affollato, quel sabato sera: avevano faticato a trovare un tavolo libero, e parecchia altra gente si era dovuta rassegnare a rimanere in piedi, a volte anche piuttosto distante dal bancone del bar.

Proprio per quella ressa di gente Nicola si era fatto spazio a malapena, riuscendo ad arrivare al bancone solo sgomitando e cercando di avanzare lentamente.

Dovette quasi urlare per farsi sentire dal barista, e sperò vivamente che almeno avesse capito bene. Il caldo che c'era gli aveva provocato una sete tremenda. Forse era stato tutto quell'insieme di cose che gli aveva procurato quell'insolito nervosismo che sentiva crescere in lui.

Tutto sommato, però, la serata stava procedendo come previsto: erano rimasti fermi al tavolo per un'ora circa, non potendo però scambiarsi tutte le parole che avrebbero voluto per il frastuono della musica a tutto volume. Poi Filippo si era alzato, praticamente costringendo Giulia a seguirlo sulla pista da ballo, trascinandosela dietro quasi di peso e non badando alle sue proteste sempre più accese. Poco dopo anche Alice si era alzata, dicendo di aver bisogno di un po' d'aria fresca, e Alessio l'aveva seguita fuori, ed era successo così che Nicola si era inaspettatamente ritrovato da solo con Caterina e Pietro.

E lì la situazione era come precipitata, immancabilmente: i sospetti che Caterina lo avesse evitato per tutti i giorni precedenti si erano rivelati fondati nel momento stesso in cui, rimanendo loro tre da soli, lei non aveva fatto altro che rivolgersi solamente a Pietro, evitando accuratamente qualsiasi contatto visivo con Nicola.

Stupidamente, lui aveva preferito allontanarsi a sua volta. Si era sentito particolarmente vulnerabile in quella situazione, incapace di girarla a suo favore, e poi si era sentito anche in colpa, per il senso di gelosia che lo aveva attanagliato sin da quando Caterina era arrivata con Pietro.





NOTE DELLE AUTRICI

Siamo dunque giunti al cuore di questa scena: la presentazione ufficiale di Alice al gruppo. Una presentazione in parte rocambolesca e in parte spezzettata dato che qualcuno è arrivato in orario e qualcun'altro in ritardo... Ma alla fine la missione è stata portata a termine!
Le prime impressioni, almeno sul versante Giulia, sembrano essere positive, ed hanno infatti "distrutto" in pochissimo tempo le cattive impressioni date invece dalla location scelta per la serata.
La serata sembra invece prendere una piega meno felice per Nicola. Il ragazzo è ormai in balia del mal di testa causato dalla musica eccessivamente alta e dai troppi pensieri su Caterina. Come evolverà questa serata? Sarà da ricordare o da dimenticare?
Appuntamento a lunedì (ebbene sì, avete capito bene) per scoprirlo!

Kiara & Greyjoy

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