Capitolo 75 - This is how you fall in love (Pt. 6)
TW// omofobia interiorizzata
L'aria frizzante e pura della montagna gli riempì i polmoni in un respiro profondo e liberatorio. Pietro si guardò intorno, accorgendosi che non c'erano poi tante auto a percorrere quella strada in mezzo ai tornanti e ai prati verdi di quella montagna.
Non si trovavano distanti dalla loro meta, ma in un certo senso Pietro era contento di quella sosta temporanea: non ne poteva più di starsene seduto in auto, al caldo, con la nausea sempre più forte. Quella pausa sul ciglio di una strada lievemente in salita lo stava decisamente aiutando. Alessio non aveva resistito, e pochi minuti prima aveva accostato l'auto, scendendo con l'intento di fare qualche foto; Pietro si era ritrovato a seguirlo comunque, giusto per respirare un po' d'aria fresca e per sgranchirsi le gambe, non certo per scattare foto a ripetizione come stava facendo l'altro.
Lasciò però il proprio sguardo vagare per il paesaggio sperduto e rigoglioso che gli si presentava davanti agli occhi, le montagne più alte che li circondavano. Quel posto era davvero bello: gli sterminati prati verdi, dove una piccola mandria di mucche stava brucando poco più in là da dove si trovavano loro, e la sagoma azzurra delle montagne all'orizzonte gli donavano la sensazione di tranquillità eterea che, in quel frangente, gli serviva. Non era mai stato amante della montagna in vita sua, eppure in quel momento non avrebbe voluto essere da nessun altra parte se non lì, a respirare a pieni polmoni sotto il sole di settembre, appoggiato con la schiena conto l'auto e sorridendo appena verso l'orizzonte.
-Fosse per me rimarrei qui steso al sole tutto il giorno- Alessio gli si rivolse dopo interminabili minuti di silenzio, dopo aver scattato l'ennesima foto –Qui, sul prato a non fare nulla, smettendo di pensare a qualsiasi cosa ... Niente problemi, niente pensieri, niente ansie. Sarebbe il paradiso-.
-L'aria di montagna ti rende un vero poeta, noto- replicò Pietro, portando lo sguardo su Alessio, poco distante da lui.
-Magari mi arriva meglio l'ossigeno al cervello, e così penso in maniera migliore- Alessio si voltò verso di lui, il sorriso stampato sul viso e ancor più luminoso del solito. Pietro non riuscì a non ricambiarlo: sotto la luce del sole i capelli biondi di Alessio sembravano più chiari, quasi dorati, e le lentiggini del viso si facevano più visibili. Sarebbe potuto sembrare un ragazzino, visto così, se non fosse stato per la barba incolta sulle guance.
-Hai finito di fare foto, o hai intenzione di farne un altro centinaio?- riprese a parlare Pietro, prendendolo in giro. In tutta risposta Alessio riportò il telefono in alto, scattandogli una foto in meno di un secondo, e lasciando Pietro completamente disorientato.
-Mi mancava solo una foto fatta a te-.
Alessio rise di nuovo, di fronte allo sguardo impietrito dell'altro. Fece un passo indietro, per mirare meglio al paesaggio che si estendeva alle loro spalle, ma appena mise giù il piede, Pietro lo vide ruzzolare giù, in un grido sorpreso. Doveva aver beccato l'unico punto in cui doveva esserci una buca o un leggero smottamento nel terreno.
-Non ci posso credere- Pietro si staccò dall'auto, facendo qualche passo avanti: Alessio era lungo disteso sul prato, un braccio alzato per impedire al telefono di cadere e sbattere a terra. Sembrava illeso, e alquanto irritato per la sua stessa caduta.
-Davvero, se avevi voglia di stenderti sull'erba potevi farlo anche in maniera meno plateale- Pietro trattenne a stento le risate, fino a quando non riuscì più a fermarsi dall'incrociare lo sguardo minaccioso dell'altro.
-Sto morendo dalle risate per la tua splendida battuta, sul serio- replicò piccato Alessio, cercando di rialzarsi velocemente e con nonchalance, come se non fosse successo nulla.
Pietro si lasciò sfuggire un altro sorriso nell'osservarlo alzarsi e tornare verso l'auto: se solo avesse aspettato ancora qualche secondo, di certo sarebbe andato lui stesso a dargli una mano per tirarlo su. Aveva preso un colpo quando l'aveva visto ruzzolare in quel modo, e una sorta di istinto di protezione l'aveva inevitabilmente invaso. Ora, nel guardarlo corrucciato e con i capelli del tutto in disordine, invece, avrebbe solamente voluto stringerlo a sé, senza un motivo in particolare.
-Come mai mi stai guardando così?-.
La voce di Alessio lo riportò con i piedi a terra, nel momento stesso in cui se lo ritrovò ad affiancarlo. Pietro corrugò la fronte, d'un tratto sul chi va là:
-Così come?-.
-Dolcemente, direi- Alessio gli rispose con un sorriso sghembo a increspargli le labbra. Pietro sbuffò, sollevando gli occhi al cielo: non avrebbe potuto sempre trovare delle scuse per giustificare certi sguardi, certi gesti. Già in quel momento si trovava in difficoltà, e sperò che Alessio attribuisse il rossore delle sue guance al caldo, e non all'imbarazzo che l'aveva appena colto.
-Per prima cosa: non ti stavo guardando così- iniziò a dire, distogliendo lo sguardo – E poi temevo solamente che saresti finito male, dopo essere inciampato. È stato un sollievo sapere che non avrei dovuto chiamare un carro funebre per riportarti indietro-.
-Se fossi finito così tanto male come minimo ti saresti disperato- replicò Alessio, ancora con lo stesso ghigno astuto rivolto al volto serio di Pietro – Come faresti a vivere senza di me?-.
Pietro rimase per qualche attimo attonito, a quelle parole.
"Sta solo scherzando".
Sapeva che Alessio non era serio, glielo leggeva in faccia, ma si sentiva strano ugualmente. Sperava solamente che Alessio non intuisse di avere detto qualcosa di assolutamente vero.
Di fronte all'improvviso silenzio prolungato di Pietro, si mise a ridere sommessamente.
-Non prendere fuoco, mi raccomando- Alessio lo provocò di nuovo, ridendo più forte nel notare le gote di Pietro arrossate come non mai – Nemmeno io voglio chiamare un carro funebre per riportare il tuo corpo a casa-.
Alessio gli diede una pacca sulla spalla, che Pietro recepì più come una carezza affettuosa. Si morse il labbro inferiore, impedendosi di fare qualsiasi gesto istintivo come fiondarsi sulle sue labbra; doveva sforzarsi di fare finta di nulla, agire come avrebbe fatto mesi prima, quando ancora tutto sembrava normale.
-La vuoi piantare di prendermi per il culo?- sbottò, fintamente offeso. Alessio, in tutta risposta, scoppiò in una risata fragorosa, che si fece ancora più forte quando Pietro, per ricambiare la pacca ricevuta, fece finta di dargliene una sulla schiena. Nel movimento troppo veloce per scostarsi Pietro vide Alessio perdere di nuovo l'equilibrio, facendo appena in tempo ad aggrapparsi al suo braccio. Fu questione di pochi secondi prima che si ritrovassero a terra entrambi, lunghi distesi sull'erba.
Pietro imprecò a labbra serrate, i fianchi che gli dolevano, e la vicinanza al corpo di Alessio che lo faceva sentire come in fiamme per davvero.
-Mi vuoi spiegare come mai oggi non riesci a stare in piedi per più di cinque minuti di seguito?- borbottò, vagamente irritato. Si spostò in meno di un secondo da Alessio, stretto tra lui e il terreno.
Non arrivò alcuna risposta, mentre Alessio si metteva a sedere goffamente, massaggiandosi la schiena. Pietro sbuffò nuovamente, lasciandosi cadere di fianco all'altro, le spalle e le braccia che si sfioravano inevitabilmente. Sentiva il cuore martellargli in petto, il respiro corto e la voglia di tornare sopra il corpo di Alessio. Aspettò qualche secondo prima di girarsi verso di lui:
-Stai bene?-.
L'aveva sussurrato piano, con il viso vicino a quello di Alessio più di quanto gli sarebbe stato consentito. Si alzò l'attimo dopo, senza nemmeno aspettare una risposta dall'altro, e tendendogli la mano per aiutarlo ad alzarsi.
-Potrebbe andare meglio, ma sono ancora tutto intero- mormorò Alessio.
-L'aria di montagna ti fa male, davvero- replicò Pietro, ricevendo in risposta il sorriso dell'altro. Non sembrava per niente in imbarazzo, Alessio, al contrario suo. Si beò per pochi altri secondi del suo sorriso, prima di girarsi ed aprire la portiera dell'auto. Non appena si sedette, attendendo che Alessio lo raggiungesse, Pietro tirò un sospiro lungo, chiudendo gli occhi.
Era come essere in trappola, senza alcuna via d'uscita. Non aveva idea di quanto ancora sarebbe potuto resistere, andando avanti a fingere in quella maniera. L'unica cosa che sapeva era che, al di là del dolore che tutto ciò poteva provocargli, era l'unica cosa da farsi.
So hold on, hold on
Hold on, hold on, hold on, hold on, hold on, hold on
Everybody hurts
*il copyright della canzone (REM - "Everybody Hurts") appartiene esclusivamente alla cantante e ai suoi autori.
NOTE DELLE AUTRICI
Alla fine questa scampagnata in quel di Asiago sembra essersi rilevata più tranquilla del previsto, fatta eccezione per un po' di disagio di Pietro verso certe frasi di Alessio, frasi alle quali non sapeva bene come reagire ... O almeno questo è quello che ci è dato sapere finora! Nulla esclude, infatti, la possibilità che emergano nuovi interessanti dettagli. Quindi, mi raccomando, occhi aperti e sempre allerta! Nel frattempo, però, potete godervi le straordinarie avventure di Raggio di sole e il suo splendido equilibrio (🤭) prima di un nuovo capitolo. Chi saranno i protagonisti? L'anno accademico sarà già iniziato e con esso tutte le novità che ne conseguono? A mercoledì prossimo per scoprirlo!
Kiara & Greyjoy
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