Capitolo 75 - This is how you fall in love (Pt. 1)

Nonostante stesse per arrivare la sera le calli di Venezia brulicavano ancora di turisti, intenti a fotografare ed ammirare ogni più piccolo dettaglio della città. Sembrava che mezzo mondo si fosse rifugiato proprio a Venezia, per niente scoraggiato dal caldo e dall'afa estiva nelle visite e nelle passeggiate per le calli.

Pietro schivò appena in tempo una giovane coppia di turisti, che in una qualche strana lingua asiatica con ogni probabilità dovevano essersi scusati per la loro disattenzione nell'avergli tagliato la strada. Pietro non ci fece nemmeno caso: camminava velocemente lungo le calli, non prestando davvero attenzione a quel che gli succedeva intorno.

Conosceva a memoria la strada di casa, e nonostante gli rimanesse ancora un po' da camminare in quella giornata afosa e troppo calda di metà agosto, si sentiva bene. Così bene che gli sembrava di star volando, leggero come una piuma, e l'anima finalmente fiduciosa e positiva.

Era passata poco più di un'ora da quando aveva lasciato la redazione de Il Mattino di Venezia, e sebbene quella fosse stata solo la seconda volta che vi metteva piede, si sentiva già a casa in quell'ambiente.

Doveva ancora realizzare di essere riuscito a farsi assumere come praticante. Era un'idea che gli vorticava in mente da diversi mesi, ed era altrettanto tempo che cercava una redazione disposta a dargli un posto per imparare. Le ultime due settimane, il tempo passato dal colloquio che aveva avuto con il direttore, gli avevano un po' cambiato la vita.

Non era stato come cercare un lavoro normale – di certo il posto da cameriere che aveva trovato da luglio in un ristorante della città non gli era costato neanche la metà della fatica fatta per trovare un posto da praticante-, ed era stato estenuante, e probabilmente quello del giornalismo sarebbe rimasto solo un hobby, almeno per diversi anni, ma Pietro si sentiva come volare.

Si rese conto, mentre quasi correva per le calli per far prima, che la sua vita stava davvero cambiando: aveva un lavoro che poteva garantirgli uno stipendio minimo per le spese che doveva affrontare, ed ora aveva anche qualcos'altro, qualcosa di più simile ad un sogno che aveva tenuto nel cassetto troppo a lungo e che ora necessitava di uscire allo scoperto.

Quella era la prima cosa davvero positiva che gli capitava dopo mesi e mesi. In quel momento perfino il fatto di essere andato piuttosto bene agli esami universitari nella sessione estiva passava in secondo piano.

Sapeva di avere un sorriso ebete stampato in faccia, ma non gliene importava: si sentiva talmente bene che non gli importava del giudizio altrui.

L'unica cosa che voleva fare ora, per concludere quella giornata, era arrivare il prima possibile a casa. Avrebbe dato qualsiasi cosa per vedere la faccia sorpresa e soddisfatta di Alessio a quella notizia.





-Stasera ci si ubriaca!-.

Alessio aprì una bottiglia nuova di prosecco, non aspettando nemmeno un secondo per versarne generosamente nel bicchiere di Pietro.

-Guarda che dovrei essere io quello ad ubriacarsi, non tu- gli fece notare lui, non smettendo di ridere.

Alessio si limitò a fare spallucce:

-Festeggiamo entrambi, altroché. Non sono cose che succedono tutti i giorni-.

Pietro non riuscì a trattenere una risata esasperata, nel notare che Alessio aveva già fatto fuori metà bottiglia di vino, e che ora si stava apprestando a bere anche il prosecco. Sembrava quasi più entusiasta lui, tra loro due.

Quando un'ora prima Pietro era finalmente rientrato, non era riuscito a trattenersi nemmeno un secondo dal dare la notizia ad Alessio. Il secondo dopo si era ritrovato abbracciato dall'altro, il suo corpo completamente appiccicato al suo. Pietro aveva faticato a rimanere impassibile, e avrebbe mentito se avesse negato che era stato difficile non dare la parvenza di essere molto più contento per quel contatto, che non per il suo nuovo lavoro.

Avevano preparato la cena con allegria e spensieratezza, in un modo che Pietro sentiva diverso dal solito: vedere il sorriso di Alessio, ricevere le sue attenzioni, lo aveva fatto sentire ancor meglio – ed altrettanto turbato.

Anche in quel momento, nonostante l'esaltazione causata dall'alcool e dall'allegria generale, sentiva dentro di sé come se qualcosa non fosse al suo posto. Avrebbe voluto attirare ancora a sé Alessio, abbracciarlo senza per forza aver un motivo valido. Gli sarebbe bastato averlo accanto a sé, respirarne a fondo il profumo, poggiare la guancia contro quella ruvida di barba di Alessio.

-Dovresti essere più contento- Pietro lo sentì dire, dopo aver preso un altro sorso di prosecco, andando a sedersi accanto a Pietro sul divano – Sembri piuttosto pensieroso-.

-Forse devo ancora realizzare il tutto- sospirò Pietro, buttando la testa indietro, fino ad appoggiarla sullo schienale del divano.

-Comunque non mi avevi detto di questo tuo progetto-. Forse fu solo una sua impressione, ma a Pietro parve quasi di vedergli un velo di delusione attraversargli gli occhi azzurri.

Pietro sorrise timidamente:

-Non l'ho detto a nessuno per scaramanzia-.

-Beh, sembra abbia funzionato alla fine-.

Pietro sorrise, gli occhi chiusi: ricordava bene le prime incertezze che aveva avuto, due settimane prima. Aveva passato un'intera giornata a pensare a come presentarsi al meglio a quel colloquio, in preda all'ansia.

Un po' si sentiva in colpa per averlo nascosto a tutti – Alessio compreso. Aveva la sensazione che se glielo avesse detto lo avrebbe perlomeno incoraggiato, quasi convinto a potercela fare.

Gli erano mancate quelle possibili sue parole di cui si era privato consapevolmente, ma ormai non aveva più importanza. Gli potevano bastare quelle che gli stava dedicando ora.

Quasi gli pareva strano star riuscendo a scrollarsi di dosso, almeno temporaneamente, quell'apatia che l'aveva assalito in quei mesi.

Deliver me, out of my sadness

Deliver me, from out of the madness

Deliver me, courage to guide me

Deliver me, strength from inside me*

-Prossimamente cercherò più seriamente un lavoro pure io- Alessio continuò a parlare, con fare pensieroso – Avrei dovuto già farlo da mesi, ma tant'è ... -.

Sembrava già un po' brillo, e Pietro immaginò già che sarebbe toccato a lui, stavolta, fargli da infermiere quando sarebbe stato completamente ubriaco. Per una volta tanto avrebbe ricambiato il favore.

-Così, quando lo avrai trovato, avrai un'altra buona scusa per sbronzarti-.

Pietro rise sguaiatamente, nel notare lo sguardo minaccioso dell'altro; rise ancor di più nel ricevere su una spalla un pugno poco convinto di Alessio, che ancora lo guardava come se avesse appena detto qualcosa di oltremodo offensivo.

-Non mi serve certo una scusa per bere- Alessio lo borbottò imbronciato – Se mi va, lo faccio e basta-.

-Lo so, lo so- Pietro scosse la testa divertito, portando una mano ai capelli biondi di Alessio e arruffandoli ancor di più – Amante del prosecco che non sei altro-.





Non c'era da stupirsi se, come Pietro aveva previsto, fu sul serio Alessio quello che a fine serata si ritrovò con un'ubriacatura in piena regola. Dopo aver bevuto qualsiasi cosa alcolica avessero trovato in casa, riusciva a malapena a tenersi in piedi. Pietro dovette mettersi il cuore in pace e prendere coscienza che avrebbe dovuto trascinarlo di peso per tutto lo spazio che separava il salotto dalla sua stanza.

Non l'aveva mai visto ubriaco, almeno non a quel livello, rifletté Pietro: non era la prima volta che nell'ultimo mese Alessio aveva toccato bottiglie varie, anche quando restava in casa. Non esagerava mai, e lo faceva con moderatezza, ma ricordava ogni singola volta che l'aveva visto bere. Si era sempre chiesto se quella sua nuova quanto pessima abitudine, di bere alcune volte alla settimana un bicchiere di qualcosa di alcolico alla sera, fosse una sorta di meccanismo di difesa verso quel che era successo a luglio. Non aveva mai preso sufficiente coraggio per chiederglielo.

Quella sera sperava fosse un po' diverso, che l'ubriacatura fosse davvero dovuta – almeno per la maggior parte- alla contentezza che poteva provare verso di lui. Sperava comunque che quella dovesse anche essere l'ultima volta nel vederlo in quello stato: Alessio non sembrava per niente in vena di voler dormire, e anzi, appariva piuttosto incontrollabile. Non faceva altro che parlare, anche mentre lo trasportava quasi in braccio verso la sua stanza, Pietro che  rispondeva a malapena e a stento lo stava ad ascoltare. Per tutta risposta Alessio gli si era aggrappato addosso come se non volesse più staccarsi, impedendogli di camminare decentemente. Avevano rischiato di cadere entrambi sul pavimento per così tante volte in così pochi metri che Pietro rimase del tutto stupito nel constatare, una volta arrivati alla soglia della camera di Alessio, che in realtà erano riusciti a mantenersi in piedi entrambi.

Pietro lo buttò sul materasso senza troppa grazia, approfittando dell'improvviso silenzio in cui Alessio era calato. Sperò che non si rialzasse subito dopo, mentre si stendeva a sua volta di fianco a lui. Non voleva fermarsi lì: voleva stendersi giusto il tempo per riprendere un po' di fiato e per aspettare che la testa smettesse di girare almeno un po'.

-Dormi qui, vero?-.

La voce impastata di Alessio lo distrasse. Sembrava la prima domanda vagamente sensata che gli faceva da un bel po' di tempo, anche se Pietro non riuscì ad afferrarne il senso fino in fondo.

-Certo che no. Perché dovrei restare qui?- replicò Pietro, scandendo le parole e sperando che Alessio recepisse il messaggio, nonostante l'ubriacatura – Ci stiamo a malapena-.

-Ma io voglio che resti qui!- Alessio si dimenò un po', fino a che non riuscì a portarsi sull'altro fianco in modo da osservare Pietro accanto a sé. Aveva il broncio e la fronte aggrottata in maniera comica, e Pietro, nonostante la situazione che sembrava sempre più ingestibile, si trattenne dal ridere a stento: gli sembrava di avere a che fare con un bambino capriccioso che aveva appena adocchiato un giocattolo, e che cercava di convincere inutilmente il proprio genitore a farglielo avere.

-Ma ti ho appena detto che ... -.

Pietro non fece nemmeno in tempo a concludere che, con suo stupore, vide Alessio alzarsi appena dal materasso; pur mancando completamente di agilità o velocità, non gli ci volle molto per riuscire a mettersi a cavalcioni su di lui, guardandolo con un sorriso malizioso che raggelò Pietro, lasciandolo nell'imbarazzo più totale.

"È ubriaco, completamente ubriaco".

Pietro si irrigidì completamente, gli occhi sgranati e la bocca completamente secca. Si rese conto che stava respirando decisamente più veloce di prima, ma non più per la fatica.

"È ubriaco. Non si rende conto di quel che sta facendo".

Cercò di respirare a fondo, in un tentativo ultimo di ritrovare un minimo di lucidità e calma che, in quel frangente, sembrava star perdendo pure lui.

"Domani non se ne ricorderà nemmeno. Forse".

-Adesso non te ne vai- lo canzonò Alessio, prima di scoppiare in una risata sommessa.

Pietro deglutì a fatica, cercando di pensare ad un modo qualsiasi per togliersi da quella situazione prima che degenerasse. Prima che potesse fare qualsiasi cosa, Alessio gli appoggiò le mani sul torace come per bilanciarsi meglio e per non perdere l'equilibrio – Pietro non metteva in dubbio che dovesse avere dei giramenti di testa dovuti alla sbronza-, e in quel momento si sentì letteralmente avvampare.

Continuò a fissare Alessio, pur con la consapevolezza di dover essere arrossito oltremodo: ricambiava lo sguardo lucido che gli occhi azzurri dell'altro gli stavano riservando, per poi concentrarsi più in basso – sulle sue labbra socchiuse, rese lucide per tutto quel che aveva bevuto.

In quel momento di silenzio, teso come se potesse succedere qualcosa da un momento all'altro, come se mille pensieri fossero sul punto di essere pronunciati a voce, Pietro non si stupì poi molto nel rendersi conto che baciare Alessio sarebbe stato facile come respirare. Gli sarebbe bastato alzarsi solo di poco, facendo leva sui gomiti, avvicinarsi a lui, accarezzargli il viso, e poggiare le labbra sulle sue.

Sarebbe stato un bacio veloce come un respiro, o magari sarebbe finto per volerne sempre di più, per approfondirlo senza stancarsi mai. Sarebbe stato il sigillo ideale per quella giornata, l'ultima cosa che avrebbe voluto e che gli si stava presentando davanti agli occhi, pronta ad essere presa.

E sarebbe stata altrettanto sbagliata, perché Alessio era ubriaco, e perché, anche se fosse stato perfettamente sobrio, sarebbe stata sbagliata in qualsiasi caso.











*il copyright della canzone (Sarah Brightman - "Deliver Me") appartiene esclusivamente alla cantante e ai suoi autori.

NOTE DELLE AUTRICI

Nuovo capitolo...  e nuovo lavoro per il nostro amato Pietro! Ebbene sì, ogni tanto noi autrici concediamo qualche gioia ai nostri personaggi e, in questo caso, la sorte (alias noi) ha deciso di baciare il buon Pietro. Il praticantato, che avverrà in un quotidiano locale da noi appositamente inventato, rappresenta infatti un grande cambiamento per il moro, un cambiamento decisamente positivo che merita di essere festeggiato. Ma i festeggiamenti finiscono in modo un po' inaspettato e così, senza troppo preavviso, Pietro viene messo a nudo dai comportamenti di un Alessio non propriamente lucido.Come proseguirà questa serata? Il disagio di Pietro svanirà prima o poi grazie a un finale più tranquillo, oppure succederà qualcosa di ancor più compromettente data la poca lucidità di Alessio?Tornate mercoledì per scoprirlo!

Kiara & Greyjoy

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