Capitolo 72 - If today was your last day (Pt. 4)

-Posso farti una domanda?- le chiese subito dopo. Stavolta fu il turno di Caterina di muovere il capo in assenso.

-Ti sei mai chiesta se le cose tra noi ora funzionano perché siamo solo amici, e se magari tornerebbero a non funzionare altrettanto bene se ... - si interruppe per qualche secondo, lo sguardo abbassato – Se ci riprovassimo? A stare insieme, intendo-.

Stavolta fu il turno di Caterina di spostare gli occhi lontani da quelli di Nicola: si sentì vulnerabile, in quel momento, sotto osservazione, impreparata a quella domanda che le era appena stata rivolta.

-A volte me lo domando. Il fatto è che ... - si bloccò anche lei, la gola improvvisamente secca – Siamo stati bene in questi mesi, nonostante tutto. E non sai quanto questo mi faccia piacere-.

Nicola continuava a guardarla con sguardo confuso, come se si aspettasse da un momento all'altro qualcosa di negativo. Caterina si morse il labbro inferiore, indecisa su come proseguire: non aveva previsto di dover lanciarsi in una conversazione così complicata in un momento simile. Forse non aveva preventivato di doverne parlare mai, anche se da quel lato poteva aver peccato di ingenuità.

Sospirò piano, passandosi una mano sul viso, la matematica ormai dimenticata del tutto.

-Però credo che tornare insieme adesso sarebbe un errore-.

Il silenzio era calato irrimediabilmente, e Caterina ebbe timore che, se avesse alzato lo sguardo su Nicola, lo avrebbe trovato a guardarla con delusione.

-Un errore?- ripeté lui, con la stessa voce esitante di prima. 

Alzare lo sguardo verso il viso dell'altro procurò a Caterina una fitta: era sicura che Nicola stesse cercando di non lasciare troppo a vedere le sue vere emozioni, cercando di mantenere un tono di voce tutto sommato neutrale, ma non poteva controllare anche il suo sguardo. Era evidente che le due cose stessero cozzando, e che le sue speranze non stavano trovando il riscontro che probabilmente si era aspettato. 

Just have a little patience

I'm still hurting from a love I lost

I'm feeling your frustration

Any minute all the pain will stop

Nicola ancora rimaneva in silenzio, in attesa di una risposta che Caterina tardava a dargli. Si sentì un po' come il sabato di marzo in cui si erano rivisti dopo mesi, quando non aveva idea di cosa ne sarebbe uscito dalla loro conversazione o come avrebbe fatto meglio a comportarsi. Esisteva però un'unica via, che aveva imparato a seguire dopo tutto quello che era successo – con Nicola e anche con Giovanni-: quella della sincerità.

-Siamo cambiati- iniziò Caterina, a mezza voce ma con determinazione – Magari non sono passati così tanti mesi da quando abbiamo smesso di parlarci a quando siamo tornati a farlo, ma siamo cambiati entrambi. Tornare insieme non sarebbe comunque più la stessa cosa di prima, o almeno credo-.

Caterina trasse un altro respiro per calmare i battiti del cuore prima di pensare a come continuare.

"Mi serve tempo".

A volte, in quei due mesi in cui pian piano lei e Nicola avevano ripreso i contatti – parlandosi quando si incontravano a Torre San Donato quando lui era di passaggio nei weekend, o quando si scambiavano messaggi tra una lezione e l'altra, o ancora quando uscivano in compagnia dei loro amici- si era soffermata a volte a pensare alla possibilità di tornare con lui. Non poteva negare a se stessa quel che provava – ancora-, né che una parte di lei cominciava a sperarci, ma non riusciva nemmeno a ritenersi sicura di volerlo fare il prima possibile.

Era quello che doveva cercare di comunicargli, in un modo o nell'altro, senza nascondergli più niente.

-Però cambiare non vuol dire funzionare- riprese, alzando lo sguardo su di lui – E se dovessimo mai riprovarci, dobbiamo farlo dopo aver capito se ne vale la pena. E per questo serve tempo-

Nicola sembrava interdetto, tutt'altro che deciso sul da farsi: aveva socchiuso in paio di volte le labbra, come per voler dire qualcosa, per poi rimanere in silenzio di fronte allo sguardo perso di Caterina.

-Quindi un po' ci pensi alla possibilità di tornare insieme, prima o poi?- le chiese infine, cercando di non apparire troppo esitante.

Just hold, me close, inside your arms tonight

Don't be too hard on my emotions

'Cause I need time

My heart is numb, has no feeling

So while I'm still healing

Just try and have a little patience

-A volte sì- ammise Caterina – Ma tornerò con te se e quando sentirò che sarà l'unica cosa giusta da fare-.

Osservò Nicola annuire. Era difficile dire cosa potesse star pensando – se quelle sue parole gli lasciavano uno spiraglio sufficientemente grande per avere speranza, o se si sentisse ugualmente deluso. Avrebbe quasi voluto abbracciarlo, forse per farlo sentire meno sbagliato e sentirsi meno in colpa nei suoi confronti; si trattenne a stento, incapace di lasciarsi andare ad un gesto così spontaneo in quella situazione così fragile. Passarono diversi attimi prima che Nicola parlasse:

-Le cose sono già cambiate diverse volte, magari cambieranno ancora-.

"Già, le cose cambiano in continuazione" si ritrovò a pensare Caterina, "E anche le persone".

In quel lasso di tempo che le parve infinito, Caterina non poté fare a meno di chiedersi se dopo quella giornata sarebbe cambiato di nuovo tutto tra loro. Volle credere che Nicola l'avesse capita, e che avrebbe di nuovo rispettato il suo pensiero così come aveva fatto in quegli ultimi due mesi in cui entrambi si erano messi alla prova. Sperava di vedere Nicola accettare quelli che erano i suoi sentimenti attuali, riuscire a fargli capire fino in fondo il suo punto di vista, e non ripetere gli stessi errori che avevano commesso sei mesi prima.

-Però serve tempo per capirlo, e avere pazienza e non accelerare le cose- disse ancora.

Non riusciva a pensare di aver sbagliato nell'aver pronunciato quelle parole: dopo mesi dal loro secondo inizio le si era presentata l'occasione per mantenere fede alla sincerità reciproca che si erano ripromessi per i momenti futuri, e non aveva nascosto nulla di ciò che realmente pensava. Per quanto le fosse risultato difficile, e per quanto ancora le sembrasse arduo risollevare la situazione, nel tornare indietro Caterina non avrebbe voluto dire null'altro di diverso.

I'll try to be strong

Believe me, I'm trying to move on

It's complicated but understand me

Quando Nicola tornò a guardarla, si sentì sollevata: era evidentemente teso, ma dava anche l'impressione di non voler andare contro le sue affermazioni.

-Sì, credo che sia giusto così-.

Le sorrise timidamente, forse per rincuorarla maggiormente:

-In fondo, piuttosto che perderti del tutto, preferirò sempre averti anche solo come amica-.

Caterina prese un respiro profondo, consapevole che per quanto Nicola avesse accettato a tutti gli effetti ciò che gli aveva appena detto, non era riuscito del tutto a nascondere il velo di tristezza che gli rendeva gli occhi meno luminosi.

-Non è detto che le cose rimarranno sempre così, come ora- la voce inizialmente insicura le si fece molto più convinta – Però non forziamo gli eventi, ok? Voglio avere del tempo per me, per capire fino a che punto mi voglio spingere, e poi cercare di fare la cosa migliore per entrambi-.

Aveva cercato di trattenersi, ma alla fine non aveva potuto fare a meno di lasciare una carezza sulla spalla di Nicola. Fu un contatto fugace, delicato, ma che le era servito per fargli capire che era seria su ciò che stava dicendo.

Nicola aveva seguito con lo sguardo il movimento fluido della mano, annuendo piano:

-Va bene- rispose, prima di lasciarsi andare di nuovo ad un sorriso timido – Pazienza sarà la parola chiave-.

Sarebbe stato disposto ad aspettarla sul serio, senza sapere se davvero avrebbero potuto ricostruire qualcosa insieme? Caterina non aveva alcuna certezza, ma qualcosa le diceva di sì.

-Esatto- stavolta anche lei gli sorrise di rimando, in modo spontaneo – Però sono fiduciosa. Per la prima volta dall'inizio di quest'anno lo sono, e sono felice di esserlo davvero. A volte il tempo può essere sul serio chiarificatore-.

Si sentiva davvero felice, per la prima volta in più di sei mesi, di come le cose stavano andando, felice per la possibilità di riparare ad errori che, nel ripensare al passato, avrebbe volentieri evitato in partenza.

Avvicinò una mano a quella che Nicola teneva appoggiata sulla superficie del tavolo; la avvicinò tanto da rischiare di sfiorarla, ma mantenne uno spazio minimo sufficiente per impedirne il contatto e percepirne comunque il calore.

Non lo stava guardando in viso, ma fu sicura che anche sul volto di Nicola il sorriso inizialmente appena accennato si fosse fatto ora più visibile e luminoso.

'Cause the scars run so deep

It's been hard but I have to believe

'Cause I need time

My heart is numb, has no feeling

So while I'm still healing

Just try and have a little patience*

*

Era l'ultima. Era davvero l'ultima prova.

O almeno, l'ultima prima dell'orale, ma sempre meglio di nulla.

Quella mattina, il lunedì della settimana dopo, Giulia non aveva sprecato nemmeno tempo a sperare in un qualcosa di positivo durante quella giornata. Voleva solo entrare in quella maledetta scuola, e occupare le seguenti tre ore a portarsi sempre più vicina alla fine di quell'esame.

Era con quell'obiettivo ben fissato in testa che in quel momento, seduta al solito banco – lo stesso che aveva usato per le precedenti due prove-, stava scrivendo forsennatamente, dedicandosi a finire le tre domande di tedesco. Fino a quel momento non c'erano stati particolari problemi: si era già occupata di inglese e filosofia, domande particolari ma non troppo ostiche, e quando avrebbe finito anche con tedesco sarebbe rimasta solo matematica.

Fu qualche minuto dopo, quando effettivamente arrivò al foglio di esercizi, che si rese conto che il grado di facilità delle prime tre materie veniva compensato dall'astrusità dei quesiti di matematica. Sospirò profondamente, stanca e irritata: non le importava più di nulla. Voleva solo finire tutto, uscirsene da lì, e pensare all'ultima fatica dell'orale, e poi finalmente al resto dell'estate che l'aspettava, prima dell'inizio dei corsi dell'università a Venezia.

Iniziò a leggere il primo esercizio, pensando già a come potersi muovere per risolverlo al meglio, quando una risata non troppo sommessa spezzò l'atmosfera concentrata che si respirava in quel momento.

Giulia alzò il capo di scatto, la fronte aggrottata e un sopracciglio alzato per la curiosità; le bastò poco, comunque, per individuare la fonte delle risate, ormai incontrollate.

Valerio, rosso in viso come non mai, sembrava stesse quasi per soffocare a forza di ridere: non sembrava affatto sul punto di smettere, ma anzi, continuava sempre più forte, tanto da richiamare l'attenzione del resto della classe e dei professori seduti alla cattedra.

-Ma che ha?- Giulia si rivolse ad una frastornata Caterina, seduta come sempre ad un banco dall'altro lato del corridoio, e che sembrava saperne ancora meno di quanto non potesse saperne lei. Si limitò ad alzare le spalle con fare incerto

-Non ci capisco più niente!- Valerio cercò di pronunciare quelle uniche parole distinguibili tra le risate, scuotendo la testa con fare rassegnato – Oggi è una giornata così elettrizzante-.

Seguì qualche secondo di silenzio, Giulia ancora sbigottita e non del tutto certa di quel che Valerio voleva dire.

-Nel senso che cercherei volentieri la prima presa della corrente dove infilare le dita- finì Valerio, con un ultimo accesso di risate isteriche.

L'occhiata che Giulia e Caterina si scambiarono non ebbe bisogno di altre parole. Gli esami avevano dato alla testa a chiunque.














*il copyright della canzone (Take That - "Patience") appartiene esclusivamente alla band e ai suoi autori.

NOTE DELLE AUTRICI

E così siamo arrivati alla inevitabile conversazione tra Caterina e Nicola. Alla fine le carte sono state almeno in parte scoperte, e hanno affrontato la conversazione di un loro possibile ritorno come coppia. Ma Caterina ha messo bene in chiaro le cose: se mai succederà, non sarà una cosa che accadrà a breve. Insomma, resterà tutto da vedere ... Secondo voi come finiranno le cose tra loro? Resteranno amici, o Nicola riuscirà a guadagnarsi sufficiente fiducia per avere una seconda chance?

E poi c'è finalmente l'ultima prova scritta della maturità... La famosa terza prova, che all'epoca comprendeva vari quesiti di quattro materie. Prova che a quanto pare ispirava parecchie la poca sanità mentale negli studenti, come ci conferma Valerio 😂 Per chi ha fatto in tempo a farla, nelle maturità degli anni passati, ci confermate questa cosa?😄

Ci rivediamo venerdì per la fine del capitolo!

Kiara & Greyjoy

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