Capitolo 70 - Honesty (Pt. 5)

Come aveva sospettato, nessuna voce era giunta a Nicola da parte di qualcuno dei loro amici. Era stata semplicemente una coincidenza di cui non aveva tenuto conto, come se ci avesse pensato il destino a far incrociare quegli eventi.

-E poi hai parlato con lui-.

-Sì, ed è stato un bene- annuì Nicola – Mi ha fatto capire molte cose-.

-Non ti ha fatto male sapere che mi frequentavo con lui?- gli chiese ancora Caterina, a disagio nel porgli quella domanda, ma bisognosa di una risposta.

Nicola alzò le spalle:

-Sì, da una parte sì. Però sarei contento per te se foste felici insieme- mormorò, con voce spezzata - È che poi Giovanni mi ha fatto capire che le cose non stanno andando bene-.

-Adesso le cose sono direttamente finite- disse Caterina quasi casualmente, ma notando subito lo sguardo a tratti stupito che Nicola le rivolse subito – Una settimana fa-.

-Mi dispiace- farfugliò lui.

-Era ovvio che sarebbe finita così. Forse non sarebbe neanche dovuta cominciare-.

Nicola non aggiunse altro; non sembrava né deluso né sollevato nell'apprendere quella notizia, perso in chissà quali pensieri che sembrava esitare ad esprimere a voce. Ed era strano, si ritrovò a pensare Caterina, vederlo così neutrale mentre parlavano di Giovanni, la stessa persona a cui un tempo aveva dedicato parecchia ostilità, ed era altrettanto strano vederlo così in preda alle proprie emozioni. Non ricordava un altro momento in cui aveva visto Nicola così facile da leggere. Forse era capitato solo il giorno in cui l'aveva lasciato, ma in nessun altra occasione.

-Sei cambiato in questi mesi-.

Nicola scosse debolmente il capo:

-Non credo di essere cambiato. Credo solo di aver scoperto un lato di me che non conoscevo- mormorò, prima di alzare gli occhi verso di lei – Ho ripensato molto alle cose che ho sbagliato e sottovalutato, e voglio fare ammenda per questo-.

Caterina sospirò a lungo, lo sguardo lontano dalla figura di Nicola, come se stesse facendo finta di essere sola anche in quel momento.

Con gli occhi persi verso un orizzonte imprecisato, le sembrò di riuscire a vedere se stessa sei mesi prima, durante la serata del suo compleanno. Ricordava ancora il sapore del vuoto che provava dentro di sé, la desolazione che il rapporto ormai logorato con Nicola le lasciava dentro.

Le sembrava passato un secolo, da quella notte, e nemmeno Nicola sembrava essere lo stesso che l'aveva trattata nella più totale indifferenza, lasciandola sola nelle sue angosce e preoccupazioni.

-Avrei tanto voluto sentirtelo dire sei mesi fa- fu l'unica cosa che Caterina riuscì a sussurrare, rivolta più a sé e alla propria sofferenza che non a Nicola stesso.

-Lo so. Anche io vorrei aver capito quanto avessi bisogno di sostegno-.

Pur non potendolo vedere, Caterina era sicura che Nicola avesse abbassato gli occhi, come per nascondere la vergogna e il senso di colpa che trasparivano dal tono amareggiato della sua voce.

-Invece ho minimizzato il tuo malessere e non ti ho ascoltata-.

Non aggiunse altro, e ciò spinse inevitabilmente Caterina a parlare nuovamente, trattenendo a stento le lacrime di rabbia che aveva represso per mesi:

-Nei giorni in cui credevo ... Credevo di essere incinta, l'unica cosa che avrei voluto era la tua presenza. Mi sarebbe bastato avere la certezza che eri con me, che ci saresti stato per me, qualunque cosa accadesse- si passò una mano sul viso, asciugandosi le guance di nuovo rigate da altre lacrime – Non è stato così, nemmeno lontanamente-.

-Non ho capito che avevi davvero paura e che avevi bisogno di me- Nicola fece ancora un passo, affiancandosi a pochi centimetri da Caterina, in un timido tentativo di avvicinamento – Non ho capito in tempo che dal tuo punto di vista me ne stavo lavando le mani. Non ho capito di averti ferita, e non ho capito nemmeno che ci stavamo allontanando sempre di più, inevitabilmente. Ci sono un sacco di cose che non ho capito in tempo-.

Caterina annuì impercettibilmente, ancora risoluta nel non volersi voltare verso Nicola, ma percependo il suo corpo lì accanto, vicino come non lo era da tempo.

-Mi sono sentita sola-.

"Mi sento ancora sola".

Caterina chiuse gli occhi, le lacrime che ormai scalpitavano per uscire, e non oppose resistenza quando Nicola le circondò le spalle con un braccio. Si lasciò cullare da quella specie di abbraccio, in un gesto di intimo dolore.

-Lo so. E vorrei poterti dire che ho provato ad evitarlo, ma non sarebbe del tutto vero-.

Nicola sospirò, e anche se ancora evitava il suo sguardo, Caterina si sentì i suoi occhi addosso.

-Però vorrei dirti che se mai ci fosse la possibilità in futuro di esserci per te, stavolta lo farei- disse ancora, con voce altrettanto stentata – Non sai quanto mi vergogno di quel che sono stato-.

Spiegami le cose che non ho capito

E svegliami se senti freddo

Vedi, sono qua

Caterina non fece più nulla per trattenere quelle lacrime che aveva cercato di ricacciare indietro fino all'ultimo. Le lasciò rigarle le guance, dandosi mentalmente della stupida che scoppiava a piangere per qualsiasi cosa, ma sapendo che in fondo quella era l'unica valvola di sfogo che poteva permettersi in quel momento.

Nicola non disse nulla, rimanendo in silenzio a guardarla, e Caterina si chiese se stesse faticando per impedirsi di portarle una mano al viso come aveva fatto poco prima.

Si limitò ad attirarla verso di sé, tra le braccia, stavolta in un abbraccio vero, e Caterina non oppose alcuna resistenza a quel movimento delicato dell'altro; appoggiare la fronte tra il collo e la spalla di Nicola, e respirarne il profumo famigliare dopo così tanto tempo le parve quasi rassicurante, a tratti la cosa più giusta da fare.

Rimasero così per un tempo indefinito. Caterina non aveva idea di quanti minuti fossero passati da quando si era appoggiata a lui, al momento in cui aveva finalmente rialzato il capo, imbarazzata per quella vicinanza infinitesimale. Nicola allentò la presa dell'abbraccio sulle sue spalle, lasciandole più spazio di manovra, guardandola di rimando, con aria apprensiva.

-Stai meglio, ora?- le sussurrò appena, osservando Caterina asciugarsi gli occhi con un gesto veloce della mano, le gote ancora un po' arrossate.

-Sì, decisamente- annuì lei, per poi sbuffare subito dopo – Non so che mi prende ultimamente, scoppio a piangere troppo facilmente per i miei gusti. Mi sento così idiota-.

Nicola scosse il capo:

-Non c'è niente di male ad aver bisogno di piangere- le disse con delicatezza, il tono pacato di sempre ma venato di qualcosa che Caterina non seppe decifrare – E a me non dispiace darti una spalla su cui piangere, in ogni caso. Letteralmente parlando-.

Caterina rise sommessamente, ritrovandosi a sorridere subito dopo:

-Sei addirittura diventato spiritoso, in questi mesi- replicò, con una punta d'ironia nella voce, scontrando lo sguardo con gli occhi chiari e il sorriso di Nicola.

-Può darsi-.

Caterina rimase a guardarlo, senza rispondere: le acredini che si erano formate tra di loro mesi prima sembravano ormai lontane, anche se il ricordo ancora la tormentava. Non si sentiva più così in imbarazzo nel ritrovarsi così vicina a Nicola, non come nei primi secondi in cui aveva realizzato il tutto: era come essere tornata al calore di casa, dopo un lungo tempo passato altrove.

Riusciva a rivedere il Nicola di sempre, in quegli occhi limpidi e quel sorriso un po' esitante, in una versione solamente più matura e vera.

Per un attimo si ritrovò a pensare che si sarebbe potuta benissimo innamorare di nuovo di lui, rivivere per la seconda volta il trasporto con cui aveva vissuto i primi tempi con lui. Allontanò quel pensiero un attimo dopo, perché per quanto non provasse più la rabbia di un tempo, rimanevano sempre le cose che tra loro non erano funzionate.

Non sarebbe mai potuta andare bene se prima non avessero risolto quelle.

Senza dirsi nulla, lei e Nicola ripresero a camminare. Non erano nemmeno giunti a metà della strada sterrata che attraversava la riviera, quando lui parlò di nuovo:

-Non so cosa succederà dopo oggi, e non voglio farmi aspettative che potrebbero non avverarsi- disse, interrompendosi qualche secondo, esitante – Ma se vuoi potremmo provare a continuare a parlarci. Magari vederci ogni tanto insieme agli altri. Cose così-.

Caterina intuì subito cosa intendeva:

-Come amici-.

Nicola annuì subito dopo:

-Sì, come amici-.

-Avevi sperato in altro?- gli chiese in un filo di voce.

Nicola si girò verso di lei, guardandola in silenzio per diversi secondi prima di rispondere:

-No- mormorò, scrollando le spalle – O forse un po' sì, ma so che non sarebbe possibile. Non adesso-.

Si bloccò, fermandosi di fronte a lei, respirando a fondo come se dire quel che stava per pronunciare gli stesse costando fatica e gli facesse paura:

-Voglio esserci per te, e piuttosto che perderti del tutto preferisco essere semplicemente un tuo amico-.

Caterina annuì.

Non si era del tutto aspettata una proposta del genere, ma si riscoprì contenta che fosse accaduto. Ricordava com'erano stati i giorni dopo la loro rottura: dietro la rabbia c'era anche il vuoto, l'assenza di Nicola che non sapeva se sarebbe stata per sempre, da quel momento in poi, o qualcosa di passeggero. Ed ora che si erano parlati, che si erano chiariti senza urlarsi addosso, era contenta che le stesse chiedendo di provare a mantenere perlomeno l'amicizia tra loro.

Era il massimo che poteva esserci, almeno al momento, ma era già qualcosa.

In un certo senso, tra tutte quelle incertezze, riusciva a intuire una sola unica sicurezza che quei mesi di lontananza aveva fatto emergere: non voleva rinunciare completamente alla presenza di Nicola. Qualunque fosse il sentimento che ancora la legava a lui, non voleva davvero perderlo. E forse così non avrebbe dovuto farlo.

-Possiamo provare a vedere se può funzionare così- disse infine, lasciando che le labbra le si stendessero in un sorriso timido. Lo stesso che ora c'era sulle labbra di Nicola:

-Certo. Non c'è alcuna fretta-.


"Stringimi la mano e non lasciarla mai.

Anche se queste mie dita tremanti non recano né filo rosso del destino né anelli che promettono amore eterno" - Ai Yazawa

Dimmi che tu ci sarai

Quando il tempo su di noi

Avrà ormai lasciato

Segni che non vuoi

Dimmi che tu ci sarai

Quando la malinconia

Vestirà i ricordi

Della vita mia*








*il copyright della canzone (Francesco Renga - "Ci sarai") appartiene esclusivamente alla band e ai suoi autori.

NOTE DELLE AUTRICI

Eccoci arrivati alla fine di questo lungo, lunghissimo capitolo. Alla fine tutto è bene quel che finisce bene... almeno per quel che riguarda questo incontro. Caterina e Nicola, infatti, dopo mille peripezie, sono riusciti finalmente a chiarirsi, portando un po' di luce in tutte le zone d'ombra presenti nella loro relazione. Da questa situazione i due ragazzi escono con un buono proposito: quello di rimanere amici. Sarà fattibile? Ci riusciranno?Lo scopriremo solo nel lungo periodo... ma nel frattempo vi diamo appuntamento a mercoledì prossimo con l'inizio di un nuovo capitolo!


Kiara & Greyjoy

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