-Ti ricordi quando l'anno scorso, in questo periodo, eravamo a Parigi?- Nicola parlò piano, dolcemente, come se non parlare delicatamente di quel ricordo potesse ferirlo – Sembra passata una vita da quei giorni-.
Nicola le tese la foto, e osservandola Caterina sentì nitidamente la gola chiudersi in un morso di malinconia: se lo ricordava ancora bene quel giorno, il giorno in cui quella stessa foto era stata scattata durante quella gita in Francia. Nella polaroid c'erano lei e Nicola, abbracciati e sorridenti sul ponte che dava sul canale Saint Martin; era sfocata, quella foto, ma il ricordo di quel momento le appariva nitido nella mente.
Era passato un anno, e le mancava terribilmente quel giorno – quei tempi.
-Già- mormorò, allungando le dita per sfiorare la polaroid – Ne sono successe di cose in un anno intero-.
Caterina respirò a fondo, la tensione che pian piano si scioglieva per lasciare il posto al languore nostalgico.
-Sono cambiate molte cose, e siamo cambiati anche noi- Nicola ritrasse la mano, rimettendo la foto nella tasca, e riportando lo sguardo sul viso di Caterina – Più guardo quella foto e più mi accorgo che noi due siamo sempre gli stessi, ma diversi da allora-.
-Diversi negativamente?-.
-No- Nicola scosse il capo, un sorriso lontano ad adornargli le labbra – Solo differenti-.
-Dove l'hai trovata?- gli chiese Caterina, lottando per non scoppiare in lacrime già subito in quel momento. Non si sarebbe mai immaginata di parlare di nuovo a quel modo con Nicola, men che meno in quel periodo delle loro vite. Quella conversazione le sembrava quasi più intima di quelle di quando ancora stavano insieme, più sincera e più liberatoria.
-Oh, in un cassetto della mia scrivania, nell'appartamento a Venezia. Era tra le pagine di un vecchio libro che avevo letto alcuni mesi fa- Nicola sorrise ancora una volta, in modo quasi impercettibile – Non ricordavo nemmeno di averla messa lì, però l'altro ieri sfogliandolo l'ho ritrovata-.
"E hai pensato di portarla con te oggi".
Caterina si morse il labbro inferiore. Non si era aspettata del tutto uno scenario del genere per quella giornata, niente di simile alla nostalgia che le stava attanagliando la bocca dello stomaco.
Si sentì emozionata e spaventata allo stesso tempo, al pensiero di dover affrontare finalmente tutte quelle questioni ancora aperte. Aveva paura di parlare a Nicola di Giovanni, di vedere quale sarebbe stata l'espressione del suo viso, o cosa le avrebbe detto, ma allo stesso non poteva fare a meno di attendere trepidante quel momento, per lasciarsi definitivamente tutto alle spalle – la ragione per cui aveva accettato di vederlo, il motivo che le faceva sperare di poter chiudere con il passato una volta per tutte.
-Sai, in realtà preferirei fare quattro passi- disse d'un tratto, incapace di restare lì seduta su quella panchina ancora a lungo – Sono già rimasta seduta abbastanza aspettandoti-.
-Mi hai dovuto aspettare tanto?- le chiese Nicola, gli occhi sgranati – Scusa, pensavo ... -.
-No, sono arrivata io in anticipo- Caterina si morse ancora il labbro, imbarazzata, indecisa su come proseguire e cosa dire – Tecnicamente non sei tu ad essere arrivato in ritardo-.
-Ok- osservò Nicola annuire, una risata sommessa a smorzare la tensione. Anche Caterina si ritrovò a ridere piano, sentendo le gote arrossarsi inevitabilmente: le sembrava quasi di essere tornata indietro ai loro primi incontri, quando ancora nessuno dei due aveva l'intimità sufficiente per scherzare e rimanere in silenzio senza alcuna sorta di imbarazzo.
-Beh, alziamoci allora- ancora una volta fu Nicola a prendere l'iniziativa, dopo alcuni secondi di silenzio; Caterina si limitò ad annuire, prima di seguirlo piano in piedi.
Si diressero verso la riviera, e Caterina non poté fare a meno di ricordare tutte le loro passeggiate che aveva fatto proprio in quella zona di Torre San Donato. Le sembrava quasi di essersi rituffata nel passato, in quel momento di silenzio, anche se in maniera diversa. Un viaggio tra i ricordi di un tempo.
Stavano compiendo un gesto che insieme avevano ripetuto decine di volte, eppure ora le appariva tutto così diverso, così imperfetto alla luce del presente che si ritrovavano a vivere.
Era come se gli avvenimenti degli ultimi mesi avessero influenzato e macchiato in modo irreversibile anche il loro passato, donandogli una luce differente. Una luce che Caterina, per il momento, ancora non riusciva a capire se avesse più effetti positivi o negativi.
L'ansia che la attanagliava in quel momento le impediva di pensare lucidamente fino in fondo: mille frasi le invadevano la mente, e nessuna le sembrava la più giusta per spiegare a Nicola come si era sentita davvero negli ultimi mesi.
Forse non avrebbe mai trovato le parole adatte nel rivelargli quanto si era sentita ferita dal suo menefreghismo, per parlare della sua storia con Giovanni, o quanto ancora sperasse che nulla di tutto ciò potesse pregiudicare già in partenza immancabilmente il loro rapporto futuro.
In quel momento voltò appena il viso verso l'altro, al suo fianco: sembrava che anche Nicola fosse perso in mille pensieri intricati tra loro, o nei ricordi che doveva star riportando alla mente ad ogni passo che facevano. Un sorriso appena accennato gli nacque sulle labbra, malinconico e addolcito allo stesso tempo.
-Perché stai sorridendo?- Caterina non riuscì a trattenersi dal domandarglielo, costringendolo a voltarsi per qualche attimo verso di lei.
-Sto solo ripensando a tutte le volte in cui ci siamo dati appuntamento proprio qua, per trovarci- le rispose, con voce dolce – Erano giornate divertenti, quelle-.
-Sì, le ricordo- rispose lei, a sua volta sorridente, una morsa di malinconia che le opprimeva il petto – Mi mancano quelle giornate-.
"Mi manchi anche tu, in fondo".
Nicola si fermò alcuni attimi, lo sguardo perso nella direzione del canale, lungo la riviera, che scorreva languido e luminoso sotto i raggi del sole pomeridiano:
-È quasi paradossale il fatto che ci siamo lasciati proprio qua, da queste parti, ed ora ci ritroviamo ancora una volta nello stesso posto per parlarci dopo mesi-.
Caterina abbassò lo sguardo, soppesando le parole dell'altro: il giorno in cui aveva lasciato Nicola le sembrava così distante, in quel momento.
Aveva mille dubbi ancora su ciò che provava, verso il loro presente e verso Nicola stesso, eppure non si pentiva del tutto di quella giornata. Non riusciva a pensare che lasciarlo fosse stata una scelta totalmente sbagliata.
-Sai, ho passato dei mesi interi pensando e ripensando a quel che mi hai detto quel giorno- continuò Nicola, senza aspettare una risposta da Caterina, e voltandosi finalmente a guardarla – Non pensavo che parlarci di nuovo, come stiamo facendo ora, sarebbe stato possibile. Anche se a dire la verità era da molti più mesi che non ci parlavamo sul serio ... Ero talmente preso dalla mia nuova vita che non ho fatto altro che trascurare quella vecchia che avevo con te. Ho dato tutto per scontato, quando invece non c'era nulla di scontato-.
Caterina fece qualche passo avanti, prima di ricambiare lo sguardo dell'altro: osservò Nicola attentamente, e più lo osservava e più le sembrava di scorgere una persona nuova davanti a sé. Un Nicola migliore e diverso di quel che aveva lasciato.
Faticava a credere che fosse stato proprio lui stesso a dire quelle parole: avrebbe scommesso che, se solo fosse stato qualche mese prima, nessuna parola del genere sarebbe uscita dalla sua bocca. Non gli aveva mai letto una sincerità simile negli occhi, e ciò non fece altro che incoraggiarla.
-Ad un certo punto sono arrivata a credere che non te ne importasse più niente di me- Caterina si sistemò nervosamente una ciocca di capelli cadutale sugli occhi, ma prima che potesse aggiungere altro fu di nuovo Nicola a parlare:
-E hai trovato conforto in Giovanni-.
Non c'era traccia di astio nella sua voce, né di rabbia o di qualsiasi altro sentimento apparentemente ostile, e Caterina se ne sorprese.
-Almeno lui riusciva a darti l'amore che non sono riuscito a dimostrarti-.
Caterina sbuffò, notando che quella di Nicola non era affatto una domanda esitante, ma un'affermazione pronunciata con convinzione, sebbene con una nota di rammarico probabilmente rivolta verso se stesso.
"Fosse stato tutto così facile".
-Non proprio, e penso che sappia anche tu cosa intendo- Caterina non fece nulla per nascondere l'incrinatura nella sua voce, né per nascondere l'agitazione e il dolore che la stavano scuotendo in quel momento, davanti agli occhi di Nicola – Sono stata arrabbiata con te. E un po' lo sono ancora. Forse in certi momenti ti ho persino odiato-.
Non si mosse per allontanarsi, né si fermò nel parlare, quando vide Nicola avanzare di qualche passo verso di lei, e quando una lacrima solitaria le bagnò una gota arrossata:
-Però nonostante tutto era come se una parte di me sperasse che ci fossi ancora tu al suo posto-.
Toglierò la polvere
Laverò le lacrime
Che tu
Non vuoi
Ogni goccia
È una poesia
Che non ho sentito andare via*
Nicola le si era avvicinato a sufficienza per poterle cancellare via quella lacrima, in un gesto lento e a tratti insicuro. Aveva ritratto immediatamente dopo la mano, rimanendo però lì di fronte a Caterina, non accennando a indietreggiare per mantenere la precedente distanza. Era stato quasi uno shock sentire la sua mano ancora una volta accarezzarle il viso: non ricordava nemmeno l'ultima volta in cui Nicola aveva compiuto un gesto tanto semplice ed intimo.
Gli occhi di Caterina erano ancora umidi, fissi sulla figura di Nicola in uno sguardo che oscillava dalla sorpresa all'indecisione: avere Nicola così vicino la mandava in confusione.
Si sentì ancora più fragile – vulnerabile- di quel che già si sentiva.
-Come hai scoperto di me e lui?- gli chiese in un filo di voce.
Nicola esitò qualche secondo, prima di aprire bocca:
-Vi ho visti il sabato in cui ci saremmo dovuti vedere. Ero arrivato in anticipo rispetto all'ora che ti avevo detto sarei arrivato- disse con voce bassa, lo sguardo abbassato – Vi siete baciati e vi ho visti. E mi sono fatto prendere dal panico-.
Caterina lo guardò strabuzzando gli occhi, a tratti incredula.
"Quindi è andata così".
*il copyright della canzone (Francesco Renga - "Ci sarai") appartiene esclusivamente alla band e ai suoi autori.
E tra un'ora ci rivediamo con l'ultima parte del capitolo!
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