Capitolo 70 - Honesty (Pt. 2)
-E come credi che mi senta?- ribatté Caterina sulla difensiva, rossa in viso e incapace di trattenere oltre le lacrime.
In quel momento Giovanni dovette resistere con tutte le sue forze per non abbracciarla.
-Sola-.
Sospirò di nuovo, permettendosi di avvicinarsi a lei di un solo passo.
-E con la testa altrove- disse ancora, a mezza voce – E va bene così. Non hai bisogno di me e di nessun altro per farcela, per stare meglio quando verrà il momento e riuscirai a lasciarti tutto alle spalle-.
Caterina gli si avvicinò ulteriormente, e stavolta Giovanni non fece nulla per fermarla, nemmeno quando lei si abbassò e appoggiò la fronte sulla sua spalla.
-Quello che ho capito dagli ultimi mesi è che sei più forte di quel che credi- le sussurrò, alzando una mano per portarla sulla parte alta della sua schiena, accarezzandola per rassicurarla – Ma devi darti tempo per stare meglio. Certe cose non si cancellano con uno schiocco di dita-.
Erano parole che aveva rivolto a lei, ma che sapeva stava rivolgendo anche a se stesso.
Passarono alcuni minuti prima che Caterina rialzasse il viso dalla sua spalla. Giovanni la osservò scuotere il capo, e passarsi poi una mano per asciugare le ultime lacrime che ancora le imperlavano gli occhi, staccandosi poi definitivamente da lui.
Giovanni rimase in silenzio, incapace di dire o fare qualsiasi cosa: avrebbe voluto anche lui lasciarsi andare ad un pianto liberatorio, andarsene e chiuderla così per rendere il tutto meno doloroso di quanto già non fosse.
-Non volevo farti del male- farfugliò Caterina, dopo aver preso un respiro profondo per calmare i singhiozzi – Forse, in fondo, speravo anch'io di lasciarmi tutto alle spalle e innamorarmi di te. Te lo saresti meritato ben di più di questa serie di bugie in cui ci siamo ritrovati a vivere-.
Giovanni annuì, cercando di lottare contro l'istinto di portare una mano al viso di Caterina, e accarezzarle via le lacrime che le bagnavano ancora le gote:
-Ci abbiamo provato, ma è andata così-.
To buy the truth
And sell a lie
Cercò di sorriderle, nonostante fosse forse una delle cose più difficili da fare in quel momento.
-Non preoccuparti per me. Prima o poi me ne farò una ragione, e starò meglio anche io- le disse, il sorriso che però non raggiungeva gli occhi – Sono sicuro che staremo bene entrambi-.
Caterina si strinse nelle spalle, lo sguardo perso oltre le spalle di Giovanni in una direzione qualsiasi.
-Ma separati- mormorò.
Giovanni annuì, le lacrime che ancora non erano scese che gli rendevano la visione offuscata.
-Ma separati-.
Per qualche secondo nessuno di loro disse nulla. Per un attimo Giovanni credette che si sarebbero divisi dopo quella comune conferma, ma fu Caterina stessa a togliergli quel dubbio, quando cercò di ricambiare il suo sorriso.
-Lo so che non è andata come avresti voluto, e che entrambi abbiamo sbagliato a non parlarci sinceramente, ma ... - si sforzò di alzare lo sguardo, e Giovanni non si stupì affatto nel constatare che c'erano altre lacrime a velarle gli occhi, di nuovo – In fin dei conti ti ho voluto bene. Ci sei sempre stato ... Come un amico. In un certo senso ti considero ancora un amico su cui poter contare-.
"Ti voglio bene anche io".
-Lo so- le rivolse un altro timido sorriso che gli increspava le labbra, in un tentativo di rassicurare Caterina, ancora una volta intenta a trattenere altre lacrime – Anche se credo che entrambi sappiamo che d'ora in poi non sarà più lo stesso-.
Giovanni si morse il labbro, e stavolta non fece nulla per trattenersi dall'abbracciare Caterina un'ultima volta. La tenne stretta a sé, sentendone il calore del corpo e i tremiti che il pianto le stava causando, e non poteva fare a meno di pensare che quella sarebbe stata davvero l'ultima volta in cui avrebbe potuto tenerla così vicina.
Cercò di stampare nella memoria ogni singolo dettaglio ed ogni singolo istante.
The last mistake before you die
So don't forget to breath tonight
Tonight's the last to say goodbye
-So che un giorno ci ritroveremo e parleremo di questi mesi come di un lontano ricordo e di un dolore che ormai non ci tocca più-.
Caterina alzò il viso, per incrociare lo sguardo dell'altro: Giovanni aveva parlato, e forse oltre che delle parole per consolare lei, erano parole anche per sé.
-Lo spero- gli disse lei, prima di tacere di nuovo.
Lo guardò un'ultima volta, con sguardo triste, disorientato:
-Quindi è davvero la fine?-.
Giovanni rimase in silenzio, rimanendo di fronte a Caterina, e con il pensiero altrove: gli era tornato in mente l'odore pungente e umido della pioggia di un pomeriggio di gennaio, quando era tutto cominciato sotto il cielo plumbeo e carico di nuvole scure.
Ora gli sembrava solo un ricordo sfumato, come di qualcosa che era esistito solo per un fugace momento.
"Siamo davvero alla fine".
Goodbye*
*
-Quindi, fammi capire- iniziò Giulia, con voce ancora totalmente scioccata – Nicola doveva parlare con te, e invece ha parlato con Giovanni?-.
Caterina non poté fare altro che annuire, guadagnandosi l'ennesima reazione stupita di Giulia.
-E non ha commesso nessun omicidio? Wow-.
A quel commento Caterina rise un po'.
-A quanto pare si sono parlati molto tranquillamente- disse, dopo qualche secondo – E ora ... Beh, è finita con entrambi-.
Quando quel sabato mattina era arrivata a scuola, aveva messo in conto di raccontare a Giulia cos'era successo con Giovanni il giorno prima. Ed aveva messo in conto anche la sua reazione: Giulia aveva cercato di non lasciare trapelare troppo la sua voglia di esultare, ma Caterina la conosceva troppo bene per non essersi accorta che ci fosse riuscita a stento.
Diversa era stata la reazione nello scoprire che Nicola si era palesato prima con Giovanni che con lei – una reazione che ricalcava molto quella che era stata anche la sua il giorno prima.
-Lo so che sei felice che Giovanni si sia tolto di mezzo da solo- Caterina parlò dopo qualche secondo, mentre lei e Giulia continuavano a camminare fianco a fianco per i corridoi del Virgilio, i minuti del primo intervallo che passavano inevitabilmente.
-Non mi definirei felice- rifletté a voce alta Giulia, tenendo tra le mani il bicchierino di plastica che fino a poco prima conteneva il suo caffè, bicchierino pronto ad essere buttato nel primo cestino trovato – Un po' mi spiace anche per lui, non deve essere stato facile. Però è meglio così, inutile negarlo-.
"Già, inutile negarlo".
Senza Giovanni accanto a sé a Caterina era parso di tornare ad una sorta di normalità, una normalità preesistente a tutto quello che era accaduto in quegli ultimi mesi, o forse ancor prima, quando aveva iniziato a passare più tempo con lui per via delle ripetizioni d'inglese.
Era tornato tutto più o meno come prima: lei e Giovanni che si salutavano solo quando si incrociavano per i corridoi della scuola, come era successo quella stessa mattina, senza però fermarsi a parlare. E anche se a volte Caterina sentiva una fitta ogni volta che si incontravano, allo stesso tempo riusciva a sentirsi più libera.
Non poteva negare che Giovanni le mancasse già: riusciva a percepire il vuoto lasciato dall'assenza delle sue parole rassicuranti e della sua presenza, ma allo stesso tempo, per la prima volta in tutti quei mesi, riusciva a respirare senza sentirsi soffocata dai sensi di colpa.
-E Nicola?- Giulia interruppe il suo flusso di pensieri – Giovanni ti ha detto come mai non si è palesato?-.
-No- rispose Caterina, scuotendo il capo – E anche se lo sa, non me l'ha detto. O magari non lo sa nemmeno lui-.
Giulia annuì, ancora pensierosa:
-Tu hai qualche idea su come mai sia sparito?-.
Caterina scosse di nuovo il capo, alzando le spalle:
-Nessuna- ammise con voce rassegnata – Forse si è fatto prendere dal panico? O magari ha davvero avuto un imprevisto-.
"Che però non gli ha impedito di vedere Giovanni".
Era una situazione strana, doveva ammetterlo. Quando Nicola le aveva telefonato aveva quasi creduto di star avendo un'allucinazione, ma quando aveva accettato la chiamata e aveva ascoltato la sua voce, si era ricreduta, lasciando che lo stupore e il panico lasciassero posto ad una sincera voglia di sapere cosa potesse essere cambiato per indurlo a contattarla dopo mesi di silenzio completo.
Forse aveva davvero creduto che si sarebbe presentato lì al Virgilio come concordato, o forse in fondo si era aspettata di vederlo cambiare idea all'ultimo. Era tutto il resto che non riusciva a spiegarsi: Giovanni non era entrato troppo in dettaglio su come Nicola avesse scoperto di loro due. Qualcuno tra Filippo, Alessio e Pietro glielo aveva detto? Caterina ne dubitava. E poi l'aveva scoperto prima di telefonarle? Era quello il motivo per cui voleva parlarle? O l'aveva scoperto dopo, in un qualsiasi modo, ed era stato allora che aveva rinunciato ad incontrarla? Ma allora, anche così, non riusciva a capire fino in fondo come mai avesse preferito vedere Giovanni anziché lei, piuttosto che non vedere nessuno di loro due.
C'erano così tanti interrogativi che non riusciva a chiarire che la testa le girava.
-È passata una settimana da quando vi siete sentiti- replicò Giulia, mentre arrivavano infine a pochi metri dalla 5°A – Forse è venuto il momento di chiedergli dov'è finito-.
-Magari ha semplicemente cambiato idea- soppesò Caterina.
-Ok, è una possibilità, ma è stato lui a contattarti e a chiederti di vedervi- insistette Giulia – Dovrà aver avuto un motivo per farlo. Magari ha davvero avuto un problema che gli ha scombinato i piani, ma fino a quando non glielo chiederai non potrai saperlo-.
Era vero anche quello, dovette ammettere Caterina. Anche se continuava a trovar insolito che non avesse trovato tempo per lei – nemmeno per risponderle al messaggio d'auguri che gli aveva comunque scritto per il suo compleanno, nonostante i mille dubbi- e per Giovanni sì, poteva comunque essere successo qualcosa di totalmente slegato alla loro situazione. Era improbabile, ma non impossibile.
-Forse è successo qualcosa e ha avuto la testa altrove o non ha avuto proprio tempo per pensare di chiederti di rivedervi un altro giorno- continuò Giulia, con fervore – O magari pensa che, visto che non gli hai più chiesto di organizzarvi di nuovo, lo stessi solo accontentando e che non ti importi più-.
Giulia aveva ragione anche su quello. Alla fine si trattava sempre di comunicazione, ciò che era mancato tra lei e Nicola nei sei mesi prima della loro rottura.
Forse era venuto il momento di cominciare a porvi rimedio.
-Quindi dici che dovrei scrivergli?- tentò Caterina, anche se sapeva già quale sarebbe stata la risposta.
Giulia annuì subito:
-Puoi semplicemente chiedergli se è tutto ok e se vuole organizzare per un altro giorno- disse lei, con convinzione – Se non si fa vivo neanche così ... Occasione persa per lui. Tu ci avrai comunque provato-.
Caterina rimase in silenzio, ancora assorta nel dubbio. Giulia aveva avuto ragione su tutta la linea: forse le conveniva seguire il suo consiglio e tentare. In qualsiasi caso, non aveva più nulla da perdere.
*il copyright della canzone (Thirty Seconds to Mars - "A modern myth") appartiene esclusivamente alla band e ai suoi autori.
NOTE DELLE AUTRICI
Sembra proprio che per i sostenitori della coppia Caterina - Giovanni non ci sarà un lieto fine... Le cose tra i due ragazzi, infatti, non sono andate nel migliore dei modi, ma almeno si sono lasciati in modo pacifico. In questo clima di addii, pure Giulia ha provato un po' di dispiacere per Giovanni... Lo avreste mai immaginato qualche mese fa?
Ma in men che non si dica la sua attenzione ritorna su Nicola, sul suo misterioso comportamento e sulla sua sparizione. Caterina le darà ascolto? Prenderà quindi l'iniziativa decidendo di scrivere a Nicola? E Nicola, nel caso, le risponderà?
Per scoprire come evolverà la situazione vi diamo appuntamento a mercoledì prossimo!
Kiara & Greyjoy
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top