Capitolo 68 - Breaking the habit (Pt. 4)

Prima di lasciarvi al consueto appuntamento del mercoledì con il capitolo, volevamo segnalarvi il racconto pubblicato qualche giorno fa, scritto per il contest di San Valentino indetto da AmbassadorITA. Andate a darci un'occhiata a questo link 😄:
https://www.wattpad.com/1029632682-the-night-we-met


I don't know how I got this way

I know it's not alright

So I'm breaking the habit

Tonight

(Linkin Park - "Breaking the habit")*


Il resto della settimana era passato senza che riuscisse a trovare il coraggio sufficiente per tornare a Venezia. Era stato facile dire a Giulia ciò che avrebbe fatto, diverso era metterlo in atto. I primi giorni di marzo erano passati nella nebbia del dubbio più totale, senza che questa riuscisse a dissiparsi offrendogli la soluzione migliore.

La rassegnazione di Alessio era giunta nel weekend, quando ormai si era deciso di far ritorno a Venezia e convintosi che doveva perlomeno provare ad andare da Nicola. Il risultato poi non poteva essere certo.

Era quello che si stava domandano lungo le calli veneziane, quando la sera stava ormai calando per le ultime ore di quella domenica. L'appartamento di Nicola e Filippo non era troppo distante da quello suo e di Pietro, e quando arrivò di fronte al vecchio palazzo si rese conto che erano passati troppi pochi minuti per riuscire a mettere a tacere definitivamente l'ansia che si sentiva addosso.

Entrò nell'atrio a quell'ora vuoto, dopo aver trovato il portone del palazzo già aperto, e dirigendosi con passo cadenzato verso le scale che lo avrebbero portato al primo piano. Per quanto stesse cercando di andare lentamente per recuperare ulteriore tempo, non si stupì quando, dopo appena un minuto, si ritrovò davanti alla porta d'ebano dell'appartamento.

Pigiò appena sul campanello, sospirando a fondo e ritrovandosi a sperare per qualche breve attimo che non ci fosse nessuno, ma le sue speranze si dissolsero nel momento in cui si ritrovò davanti il viso pallido e più scavato del solito di Nicola. Ad Alessio non rimase che spiaccicare pacato un saluto, cercando di non apparire teso.

-Come mai sei qui?- la sorpresa di Nicola si poteva leggere negli occhi chiari spalancati. Si spostò dalla porta per far entrare Alessio, richiudendola subito dopo con un tonfo che risuonò nell'appartamento.

Nicola doveva essere solo in casa: per quanto Alessio si stesse sforzando di avvertire un qualche rumore che rivelasse la presenza di Filippo, non intercettò nulla.

-Ero in giro da queste parti, ed ho pensato di fare un salto a vedere come stavi- Alessio si voltò verso l'amico, seguendolo verso il salotto dell'appartamento – Filippo è in casa?-.

-È uscito per ordinare delle pizze per cena-  spiegò Nicola, rimanendo in piedi di fronte ad Alessio, ora seduto sul divano al centro della sala – Io non avevo molta voglia di uscire-.

Alessio annuì, semplicemente: si sentiva in totale soggezione, soprattutto per il fatto che gli occhi di Nicola sembravano squadrarlo da capo a piedi, come a voler leggergli nella mente la vera ragione per la quale si trovava lì senza alcun preavviso.

-Pensavo aveste già cenato- commentò casualmente Alessio. Erano da poco passate le nove, e quando era uscito di casa aveva sperato di non arrivare in un momento in cui avrebbe potuto disturbare. A quanto pareva sarebbe stato il terzo incomodo a cena.

-Ci siamo presi un po' tardi- replicò Nicola, sedendosi in un angolo del divano, incrociando le gambe – In realtà non ho nemmeno molta fame-.

Alessio annuì, evitando di dire che pure lui si era sentito allo stesso modo un'ora prima, e che alla fine aveva mangiato poco niente perché l'ansia gli aveva chiuso la bocca dello stomaco.

Per un po' nessuno di loro disse nulla, e fu in quel momento che Alessio decise che era giunto l'attimo giusto.

-Hai intenzione di tornare a Torre San Donato il prossimo weekend?- Alessio cercò di sembrare il più indifferente possibile, alzando il capo verso Nicola – Per il tuo compleanno, intendo-.

-Non ne sono così sicuro- Nicola storse il naso, alzando le spalle con indifferenza.

-È per via ... - Alessio si morse il labbro inferiore, indeciso se continuare o meno a parlare – Per Caterina?-.

Nicola non sembrava voler rispondere, perlomeno non subito. Abbassò appena il capo, gli occhi fissi in una direzione ignota, senza che però stesse fissando qualcosa di preciso.

Alessio si morse il labbro inferiore, intimorito: sapeva di aver appena toccato il tasto dolente dell'altro, e il fatto di aver appena cominciato l'opera non prometteva nulla di buono.

-Non credo farebbe ormai molta differenza tornare o no a Torre San Donato per lei- parlò infine Nicola, mormorando appena con tono spento – Tanto non ci vedremmo comunque-.

-Perché invece non provi a scriverle?- tentò Alessio, prendendo un respiro profondo – Ormai sono passati due mesi, le acque si sono calmate. Non credi sia il momento giusto per parlarle?-.

-E cosa cambierebbe?- si lasciò sfuggire Nicola, con voce scoraggiata.

Alessio si passò la lingua sulle labbra secche, prendendosi qualche attimo per pensare. C'erano così tante cose ancora in sospeso tra Caterina e Nicola, e così tante cose che avrebbero dovuto ancora dirsi che quasi gli sembrava ovvio cosa sarebbe cambiato.

-Avreste un po' di chiusura entrambi- mormorò infine – O magari scoprireste che chiarendovi potreste comunque non tagliare del tutto il legame che avete-.

Nicola sembrò preso contropiede, l'espressione confusa e la fronte solcata da rughe.

-Il fatto è che la situazione in cui siete non fa bene a nessuno di voi due- continuò Alessio – Per quanto io, Giulia, o Filippo e Pietro cerchiamo di darvi una mano non basta, e non serve. Dovete essere voi due a chiarirvi tra voi-.

Alessio si alzò di scatto dal divano su cui si trovava, gironzolando agitatamente lungo lo spazio del salotto. Si stava facendo prendere troppo la mano, ma non credeva di avere molte altre scelte: doveva convincerlo.

Doveva convincerlo, e sperare che quella fosse la vera soluzione di cui tutti loro necessitavano in quel momento.

-Devi tornare, Nicola. Devi andare a Torre San Donato, da lei. Anche solo per capire e comprendere meglio ciò che state passando- Alessio si fermò, di nuovo di fronte all'altro. Non sapeva che altro avrebbe dovuto aggiungere, che altro invece avrebbe dovuto tacere. Aveva finalmente tratto il dado, e non aveva la minima idea di che sarebbe successo da quel momento in poi.

L'aver spezzato quel ciclo di silenzio lo faceva intimorire, e lo faceva sperare di aver fatto la scelta migliore.

Passarono alcuni secondi prima che anche Nicola alzasse il viso verso di lui, lo sguardo confuso e a tratti circospetto con gli occhi azzurri che indugiavano sul suo viso teso:

-A cosa servirebbe, ormai?-.

"Ha bisogno di te più di quanto non ne avesse bisogno prima".

-Se ci tieni ancora a lei, in un qualche modo, allora devi andare là e farglielo sapere-.

In quel momento, scrutando le iridi profonde di Nicola, Alessio colse qualcosa di diverso negli occhi dell'altro, come se il legame con il dolore che ancora viveva in lui fosse ancora presente, ma affievolito.

Sperava solo di averci visto giusto.


"Ci sono sempre due scelte nella vita: accettare le condizioni in cui viviamo o assumersi la responsabilità di cambiarle" - Denis Waitley














*il copyright della canzone appartiene esclusivamente alla band e ai suoi autori.

NOTE DELLE AUTRICI

Siamo finalmente giunte alla fine di questo pellegrinaggio di Alessio nelle terre di nessuno... Ehm, volevamo dire nelle terre del Veneto. Chissà come sarebbe stato questo "viaggio" se fosse stato limitato da zone rosse, lockdown o altre restrizioni... Ma tornando a noi, secondo voi Nicola seguirà il consiglio di Alessio o farà di testa sua? Appuntamento al prossimo capitolo per scoprirlo!


Kiara & Greyjoy

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