Capitolo 68 - Breaking the habit (Pt. 1)
Won't be long 'til everybody knows
"Pensa sempre a quanto è lungo l'inverno" - Marco Porcio Catone
L'aria fredda gli pizzicava la pelle del viso non coperta dalla lana della sciarpa, rendo le sue guance arrossate e in netto contrasto con il candore del resto del volto.
Giovanni cercò di accelerare il passo, camminando il più velocemente possibile, in un disperato tentativo di riscaldarsi almeno un po': aveva sempre odiato quella sensazione di freddo pungente che accompagnava l'inverno, ma il gelo che lo avvolgeva non sembrava poter essere attenuato molto facilmente. Si strinse nelle spalle, attraversando la strada dopo aver controllato che nessuna auto stesse arrivando. Era ormai giunto quasi alla sua meta, e a quel pensiero non poté fare a meno di sospirare sconfitto tra sé e sé.
Non ricordava un'altra volta in cui era mai arrivato a scuola con così tanto anticipo: prima di quegli ultimi mesi spesso si ritrovava a dover correre per non tardare troppo, magari arrivando proprio al suono della seconda campanella. In quei quasi due mesi era cambiato tutto, forse anche troppo: si ritrovava perfino a camminare velocemente non per non arrivare in ritardo, ma per arrivare ancor di più in anticipo.
Probabilmente Caterina doveva già stare ad aspettarlo.
Era difficile discernere la felicità e l'amarezza ogni volta che si ritrovava a pensarlo.
S'immaginò mentre lo stava aspettando alla fermata delle corriere, dove avevano deciso di vedersi quella mattina, magari mentre si guardava intorno per cercare di intravederlo arrivare.
Forse quella sarebbe stata l'ultima mattina in cui si sarebbero visti – sarebbe stata l'ultima se solo Giovanni avrebbe trovato la forza di dirle quello che gli ronzava in testa già da un po' di tempo, se finalmente sarebbe riuscito a dare un taglio a ciò che stavano facendo.
Erano passate settimane da quando Caterina gli aveva raccontato che Giulia era venuta a sapere di loro. Non gli aveva raccontato cosa si erano dette, ma Giovanni poteva intuirlo comunque: si immaginava la disapprovazione di Giulia, il suo essere contraria alla loro storia. Glielo leggeva negli occhi ogni volta che la incrociava nei corridoi di scuola: più di una volta si sarebbe aspettato di vedersela venire di fronte, magari per minacciarlo o semplicemente sfogarsi contro di lui, ma non era mai successo. Non si era messa in mezzo.
E poi c'era sempre qualcos'altro negli sguardi che gli rivolgeva. Era qualcosa di diverso dall'ostilità che gli aveva sempre rivolto senza nemmeno troppo nasconderlo, qualcosa di diverso anche dall'antipatia. Qualcosa che Giovanni non era riuscito a decifrare, ma che gli era sembrato come venata di una certa tristezza che, però, non avrebbe saputo spiegare.
Forse era la stessa cosa che aveva anche lui nello sguardo, quando la consapevolezza si faceva più forte e la certezza che lui e Caterina fossero stati due stupidi si faceva sempre più fondata. Era stato un errore lasciarsi trascinare dall'amore e dal dolore, e le conseguenze cominciavano a farsi sempre più pesanti sulle sue spalle.
Arrivò finalmente all'ultimo incrocio che si frapponeva tra lui e la strada in cui si trovava la fermata. Non gli ci volle che un colpo d'occhio per individuare Caterina: non c'erano molti ragazzi oltre a lei, non a quell'ora della mattina, ma sapeva che l'avrebbe comunque individuata subito anche se ce ne fossero stati mille.
Se ne stava ferma, la schiena appoggiata ad un muretto che delimitava la strada, il sole pallido che sbucava dalle nuvole a riscaldarla appena. Sembrava completamente persa nei suoi pensieri, voltata nella direzione opposta a quella da dove stava giungendo lui.
I've seen her smiling
The sunlight is shining on her now
She couldn't stay here
She knows you won't let her down
Aveva lo sguardo perso nel vuoto, ma Giovanni sapeva, dentro di sé, chi in realtà stesse guardando, con lo sguardo del ricordo. Nonostante Nicola fosse lontano, distante da lei e da quel luogo, Giovanni sapeva che Caterina stava pensando a lui. Vedeva Nicola quando guardava Giovanni in faccia, quando gli parlava, o quando stavano insieme. Era sempre apparso così chiaro che provare a negarlo, e tentare ancora di farlo, sarebbe equivalso ad una sconfitta ancor più bruciante.
Non era Giovanni che stava aspettando lì, appoggiata a quel muretto, ma lui. Anche se non sarebbe mai arrivato.
Giovanni se ne stette fermo, maledicendosi per tutto il male che si stava facendo, e che si stava facendo anche Caterina.
Probabilmente se non lo avrebbe visto arrivare non si sarebbe dannata troppo: si sarebbe allontanata verso la scuola, magari sorpresa, magari a tratti delusa, ma non certo troppo sofferente.
Un sentimento piuttosto diverso da quello che avrebbe provato lui a ruoli invertiti.
Sapeva che gli sarebbe costato molto lasciarla andare, anche se a quel punto anche andare avanti risultava sempre più arduo. Non si era mai sentito così egoista in vita sua, e sapeva che prima o poi gli si sarebbe ritorto contro: perché non trovava la forza per far finire tutto? Perché non riusciva ad imporsi su quei sentimenti così sbagliati?
Con il senno di poi, capiva solo ora quanto avevano corso e quanto per questo stavano pagando. Per quanto il suo amore potesse essere sincero, non era altrettanto sincero anche il loro rapporto.
Paradossalmente lo era molto di più quando si parlavano a malapena, quando ancora si vedevano per quelle ripetizioni d'inglese. Ora, a ripensarci, quelli sembravano bei tempi, in cui tutto sembrava normale e che ogni cosa non potesse cambiare per il meglio.
Erano sempre stati in tre, in quella storia, Giovanni lo ammise con amarezza: ogni volta che lo baciava immaginava come Caterina potesse sentirsi in colpa, verso se stessa, verso di lui, e verso Nicola.
Prima o poi quella catena si sarebbe spezzata, ma quello poteva accadere solamente se uno tra di loro avrebbe deciso finalmente di dare una svolta. Nonostante i migliori propositi, Giovanni non era sicuro di poter essere proprio lui, quella persona.
You know she couldn't stay here with you
You know she had to go
Even though she couldn't stay here with you
You know you're not alone
Forse ci doveva solo provare, e tutto il resto sarebbe venuto da sé, ma la sola idea di iniziare, la sola idea di pronunciare a voce alta quelle parole che aveva in testa lo destabilizzava.
Trasse un profondo respiro, muovendo qualche passo insicuro per attraversare la strada. Gli parve che fosse passato un secolo quando, finalmente, arrivò a distare da Caterina solo pochi metri.
Quando la vide girarsi nella sua direzione le era ormai accanto, indeciso ed afflitto anche più di prima, ma deciso a non farlo trasparire.
-Cominciavo a pensare che non saresti arrivato-.
Caterina esordì accennando ad un sorriso veloce, che Giovanni cercò di ricambiare suo malgrado.
Gli risultava difficile pensare di doverla lasciare proprio in quel momento, dopo quel sorriso, a quella vicinanza tra di loro. Si schiarì la voce, in un intento impacciato di prendere tempo.
-Stavo pensando ad una cosa, mentre camminavo fino a qui- la voce gli risultò troppo poco convinta, e Giovanni non poté fare a meno di credere che quello fosse un pessimo inizio per mollare qualcuno – Pensavo a noi due-.
-E cosa pensavi su noi due?-.
Gli occhi di Caterina lo scrutavano, scuri e silenziosi, attendendo che Giovanni proseguisse.
"Che stiamo sbagliando. Tu non ti meriti questo, e nemmeno io. Tu pensi ancora a lui, e io tengo troppo a te per vederti così".
Con gli occhi di Caterina davanti, però, sembrava tutto più difficile, quasi impossibile da realizzare – anche se quella era la verità.
Giovanni si morse il labbro inferiore nervosamente, sentendo sulla punta della lingua quelle parole che ormai gli ronzavano quotidianamente in testa, senza però riuscire a pronunciarle.
-Niente, solo ricordi- Giovanni si morse il labbro inferiore senza sapere bene cosa dire ora, non trovando nemmeno termini adatti con cui chiamare se stesso in quel momento – È che è già passato un mese da quando ci siamo baciati la prima volta-.
Si sentì così dannatamente codardo.
No matter what you think you did wrong
She knew she had to go all along
No matter what you think you did wrong
She knew she had to go all along
Scorse nelle iridi scure di Caterina un tratto di incredulità, quasi di delusione.
Come poteva aspettare che lei potesse ricambiarlo, quando sbagliava sempre? Si sentiva come un'inadatta alternativa a Nicola, qualcuno con cui Caterina stava solo per cercare un modo maldestro per distrarsi.
-Già- disse flebilmente lei, scostando lo sguardo e puntandolo in una direzione casuale, ma ben lontana dagli occhi di Giovanni – Sembra che febbraio sia un mese pieno di ricorrenze e anniversari-.
Più che in qualsiasi altro momento, Giovanni avvertì di nuovo il fantasma di Nicola incombere su di loro, talmente vivido da sembrare quasi presente, proprio lì accanto.
Sospirò tra sé e sé, sconfitto.
-Non aspettarmi oggi, all'uscita da scuola- Caterina lo riportò alla realtà, cambiando argomento e lasciando Giovanni disorientato per i primi secondi – Un mio amico dovrebbe darmi un passaggio-.
-Chi è?-.
Non riuscì a trattenersi dal domandarlo, non riuscendo a farsi venire in mente nessuno. Caterina lo guardò negli occhi, prima di scostare lo sguardo e rispondergli indifferente:
-Un amico che non vedo da un po'. Non lo conosci-.
A Giovanni non rimase altro che annuire, deluso per quella risposta e per se stesso.
Non ce l'avrebbe mai fatta a lasciare Caterina, così come lei non avrebbe chiuso con lui.
Non gli rimaneva altro che sperare che qualcun altro si facesse avanti, per il bene di entrambi.
Sperava solo che le cose cambiassero presto.
I see her shining
The sunlight's crying for her now
She wouldn't stay here
She knows you won't let her down
*
Aveva rimuginato su quella decisione per giorni interi, prima di decidere di metterla finalmente in atto. Si era chiesto a lungo cosa ne avrebbe ricavato da quel suo ritorno, ma credeva che non l'avrebbe mai potuto scoprire se prima non ci provava.
Le strade di Piano gli stavano dando una certa nostalgia, che gli stava attanagliando inevitabilmente la bocca dello stomaco, facendolo sentire un po' più agitato di quel che sperava di essere. Provò una certa mancanza per gli anni della scuola, contro ogni pronostico provò mancanza perfino per i quotidiani viaggi in corriera. Eppure, quello che provava in quel momento – seduto dentro alla sua auto, nel parcheggio del Virgilio -, non era soltanto malinconia per gli anni passati. C'era dell'agitazione che lo teneva sul chi vive, quando avrebbe solamente voluto sciogliersi di più.
Era tornato a casa in quei giorni in un momento impulsivo, senza nemmeno pensare che avrebbe perso diverse ore di lezione spalmate in quei giorni della settimana. Si era sentito in colpa, terribilmente in colpa a pensare a quanto sarebbe rimasto indietro, ma si era ripetuto mille volte che lo stava facendo per un buon motivo, e che avrebbe sempre potuto guardare gli appunti di Pietro per rimettersi in pari.
Controllò l'ora dal display del cellulare: mancava poco alla fine dell'ultima ora di scuola.
Si era sentito sollevato quando la sera precedente, dopo averle scritto un messaggio nel pomeriggio, Caterina gli aveva finalmente risposto, accettando il passaggio da scuola fino a casa che lui le aveva offerto.
Non era ancora del tutto convinto che fosse stata una buona idea, ma non escludeva risvolti inaspettati. Forse, contro ogni previsione, avrebbero potuto iniziare a risanare quel distacco che c'era stato anche tra loro, spiegarsi e cercare di capire; forse era ciò in cui sperava di più, perché per quanto avesse cercato di non pensarci, ora si rendeva pienamente conto di quanto gli fosse mancava Caterina in quegli ultimi mesi.
Alessio uscì dall'auto, incapace di rimanersene calmo nell'attesa che suonasse anche l'ultima campanella. Non aveva idea di cosa avrebbe detto a Caterina, e si ritrovava quasi a disagio a pensarci, ma ormai era lì, e l'ipotesi di andarsene non lo toccava minimamente. Non si sarebbe tirato indietro proprio giunto a quel punto.
*il copyright della canzone (Linkin Park - "She couldn't") appartiene esclusivamente alla band e ai suoi autori.
NOTE DELLE AUTRICI
Nuova settimana e nuovo capitolo! Il 68 inizia una ventina di giorni dopo il capitolo precedente, e si apre con il POV di Giovanni, che come possiamo notare non se la sta passando troppo bene. I suoi timori stanno prendendo sempre più vita, e ha come l'impressione che tra lui e Caterina non finirà affatto bene ... Questa sensazione però non basta a dargli il coraggio necessario a troncare la loro specie di storia.
E poi scopriamo subito chi è il misterioso amico che Caterina deve vedere quello stesso giorno: altri non è che Alessio, che sembra essersi riscosso dal torpore in cui era caduto finora, e sembra deciso a cambiare un po' di cose... Si parleranno? E che succederà durante il loro viaggio in auto?
A venerdì per la seconda parte!
Kiara & Greyjoy
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