Capitolo 64 - The bitter end (Pt. 2)

Pietro aveva avuto la brillante idea di trascinarli a mangiare qualcosa, prima che morissero tutti di fame. Era l'una, e la mensa universitaria era il luogo quanto più affollato che avessero mai visto. Alessio sbuffò amareggiato, fermandosi sulla soglia del salone per alcuni secondi, notando come tutti i tavoli fossero già occupati almeno per metà dei posti disponibili.

L'ennesimo segnale che quella non fosse proprio la loro giornata fortunata.

Lanciò uno sguardo a Nicola, di sottecchi, un retrogusto di colpevolezza a scivolargli lungo la schiena accompagnato dalla sensazione di aver taciuto troppo.

"Non sarebbe comunque cambiato nulla" si ritrovò a pensare tra sé e sé.

Si morse il labbro inferiore, scostando lo sguardo ed abbassandolo.

Quando Nicola aveva raccontato, qualche giorno prima, di come Caterina lo aveva lasciato, non si era affatto sorpreso della cosa. Non era certo qualcosa che l'aveva fatto sentire soddisfatto, sapere che due dei suoi più cari amici si erano lasciati, ma non poteva nemmeno dire di non esserselo aspettato. C'erano tutti i segnali, tutto ciò che poteva indicare un finale simile. Era stata solo questione di tempo prima che arrivasse quel momento – ed era sicuro che, in fondo, anche Nicola lo sapesse. Certe cose erano inevitabili.

Era sicuro che Giulia si sarebbe ritrovata in disaccordo su un'affermazione simile, ma nemmeno lei e le sue cosiddette buone intenzioni – mescolate ad accuse che avrebbero ferito anche la più distaccata delle persone- avrebbero mai potuto cambiare una situazione così pessima.

Forse, pensò ancora, non sarebbe cambiato nulla nemmeno se non ci fosse stato nessun Giovanni di mezzo. Non credeva che Caterina potesse essere stata influenzata da lui, non così tanto e non tanto da arrivare a quel punto.

"Doveva essere con lui il giorno in cui Nicola non l'ha trovata a casa".

C'era stato un momento, quando poco prima in aula studio Nicola aveva parlato di quel che era accaduto, in cui aveva percepito la sensazione di tradimento. Anche se non era sicuro che Caterina fosse davvero in compagnia di Giovanni quel giorno, c'era una buona probabilità che fosse così. Tacerlo a Nicola era stato un po' come tacergli qualcosa di estrema importanza, ma c'erano altrettanti motivi validi per tenere la bocca chiusa.

E in ogni caso, come si era ripetuto diverse volte nell'ultima settimana, ormai non avrebbe fatto alcuna differenza. Non stava a lui farla: erano Caterina e Nicola a dover decidere della loro relazione, non lui e nessun altro.

La sincerità aveva sempre un prezzo. Non era del tutto sicuro di volerlo pagare, non in quel momento, anche se si chiese se sarebbe riuscito a guardare in faccia Nicola dopo quel giorno. L'unica cosa che poteva fare per loro ora era dargli una spalla su cui piangere, esserci per loro nel caso avessero voluto parlare – o avere solo qualcuno da cui poter essere consolati.

Muovere i passi che lo dividevano dal tavolo in cui Nicola e Pietro avevano appena trovato alcuni posti liberi, fu però un po' più doloroso di quel che si sarebbe aspettato. 

Alessio mosse qualche passo, con poca convinzione: mancavano pochi metri per raggiungere quel tavolo, e poi avrebbe dovuto cercare con tutte le sue forze di fare finta di nulla, fingere che andasse tutto bene. Avvertì la testa che cominciava a girargli, un abbassamento di pressione che lo costrinse a rallentare il passo, e ad accostarsi un po' a lato per lasciar passare un ragazzo con un vassoio in mano; non si accorse di essersi spostato fin troppo, andando a sbattere contro una bottiglietta appoggiata alla superficie di un tavolo, che immancabilmente cadde rovesciando gran parte del suo contenuto sui suoi jeans.

-Oh God!-.

"Non è proprio giornata".

Alessio si trattenne a stento dall'imprecare; per centrare così facilmente l'unica bottiglietta semi aperta nelle vicinanze doveva avere il karma contro, senza alcun dubbio. Abbassò gli occhi, dando un'occhiata sconfitta ai suoi jeans: la macchia – probabilmente di coca-cola, a giudicare dal colore scuro- sulla stoffa del lato sinistro era fin troppo grande e visibile per essere nascosta facilmente, e smacchiarla sarebbe stato un altrettanto dispendio di energie.

-Scusami, scusami davvero-.

La voce femminile dalla cadenza inglese che aveva parlato anche qualche secondo prima doveva appartenere alla proprietaria della bottiglietta incriminata; Alessio alzò lo sguardo più velocemente di quanto avrebbe voluto, già pronto ad inventarsi una scusa qualsiasi per scappare il più lontano possibile e non farsi più vedere lì per un po' di giorni.

Rimase sorpreso, e piuttosto sconcertato dalla coincidenza, quando dopo aver alzato il viso si ritrovò ad incrociare le iridi verdi della cameriera del locale dove Giulia aveva festeggiato il suo compleanno.

Alessio si sentì morire d'imbarazzo alla sola idea che anche lei potesse riconoscerlo con la stessa velocità con cui l'aveva fatto lui. Sperò che non si ricordasse affatto della sua faccia.

-Tranquilla, non importa- scosse appena il capo,  gesticolando freneticamente.

Abbassò subito lo sguardo, sentendosi però quello di lei su di sé. Quando alzò gli occhi esitante, ancora senza essersi fatto venire in mente una scusa decente per defilarsi, notò che aveva la fronte aggrottata come se fosse incerta – o stesse cercando di ricordare- su qualcosa. Ebbe la spiacevole sensazione che anche lei l'avesse riconosciuto, come era stato per lui. Non c'erano dubbi che fosse la stessa cameriera di quella sera, non quando aveva lo stesso identico accento ed anche gli stessi tratti gentili del volto che Alessio stava ricordando sempre più precisamente ogni secondo che passava.

-Sembra che sia destino che ci incontriamo spandendoci qualcosa addosso- disse infine lei, arrossendo appena e con un sorriso timido.

Alessio preferì non soffermarsi troppo sulle sue speranze di non essere riconosciuto appena andate in fumo.

-Sei la cameriera di quella sera- replicò, sussurrando. Non era stata nemmeno una domanda, la sua: non ce n'era bisogno, quando lei stessa gli aveva appena fornito la conferma ai suoi sospetti. Non sembrava comunque in qualche modo infastidita di rivederlo in quella maniera; era una magra consolazione, ma che perlomeno gli aveva evitato l'ennesima brutta figura. Si sentiva comunque in imbarazzo, lì in mezzo alla sala e con pantaloni mezzi bagnati ed appiccicosi, ma cominciava già a sentirsi più a suo agio nel parlare con lei.

-Mi sembrava di conoscerti, ma non ero del tutto sicura fossi lo stesso di un mese fa- ammise di nuovo lei, scuotendo appena il capo mentre si alzava a sua volta di fronte ad Alessio, l'accento inglese reso più evidente per la velocità con cui aveva parlato – Mi dispiace ancora di più a pensarci. Avrei dovuto chiudere meglio quella bottiglia-.

-In realtà credo che sia colpa mia anche stavolta- ammise Alessio, sospirando a fondo. Cercò con lo sguardo Nicola e Pietro, puntando gli occhi oltre le spalle di lei e ritrovandoli al tavolo dove si erano seduti prima di lui, fermi ed intenti ad osservarli incuriositi. Probabilmente se si fosse avviato verso il bagno per darsi una ripulita almeno uno di loro avrebbe tentato di inseguirlo, almeno per capire cos'era successo e per dargli una mano. Per quanto dispiacevole fosse quella situazione per i suoi jeans, quel contrattempo era però esattamente ciò che stava cercando: qualcosa per rimandare almeno per un po' il dover stare insieme a Nicola, sedersi allo stesso tavolo e guardarlo negli occhi consapevole di non avergli detto tutto quel che sapeva sulla sua situazione con Caterina.

Tornò a puntare gli occhi sulla ragazza, ancora in silenzio ed in attesa. Sembrava ancora indecisa se offrirsi lei stessa per aiutarlo, o lasciarlo andare con qualche parola di commiato. Alessio si umettò le labbra, cercando di sorriderle gentilmente:

-Provo ad andare a darmi una ripulita in bagno- mormorò, prima di abbassare gli occhi sulla macchia e pensare che sarebbe stato piuttosto inutile – Anche se non credo cambierà molto.

Fece per andarsene subito dopo un ultimo cenno di saluto, ripercorrendo i metri che aveva percorso giusto poco prima, del tutto intenzionato a non mettere piede l' dentro ancora per molto; fu solo perché qualcuno lo afferrò per un polso, rallentandolo, che si fermò ancora una volta. Si sentì sollevato nel constatare che non era né Nicola e nemmeno Pietro ad averlo fermato, ma la stessa ragazza di prima.

-Non credo che quella macchia se ne andrà via tanto facilmente con della semplice acqua- gli disse, mentre lasciava andare la presa – Avrei un'altra idea, per scusarmi e per risolverti il guaio. Sempre se hai tempo-.

Alessio si sforzò di sorriderle, facendola arrossire ancor di più: sì, di tempo ne aveva.

Di tempo per scappare ne aveva anche troppo.

*

Essersene andato così, senza nemmeno avvisare Pietro - e tantomeno Nicola -, lo stava rendendo ancor più nervoso e colpevole di quanto non si sentisse già. Si sentiva un fuggitivo – un codardo sarebbe stata la parola più adatta, ne era consapevole, ma non era riuscito a dirla nemmeno nel sicuro dei suoi stessi pensieri-, uno che si era fatto prendere fin troppo dal peso delle proprie azioni senza tuttavia riuscire ad affrontarlo a dovere.

Forse quel momento sarebbe giunto, ma non quel giorno, non quando aveva preferito allontanarsi ed andarsene direttamente dall'università senza nemmeno un briciolo di spiegazione. Alla fine l'idea di Alice – le presentazioni erano avvenute non appena si erano ritrovati fuori dalla mensa universitaria- si era rivelata migliore a livello pratico di quanto Alessio non si aspettasse, senza contare che era anche la possibilità migliore per rimandare ancora un po' l'incontro con il suo stesso pentimento.

L'appartamento che Alice condivideva con alcune compagne di corso era davvero poco distante dalla sede universitaria, e l'idea di prestargli un paio di jeans puliti, che suo fratello Andy aveva dimenticato lì una settimana prima , quando era ripartito alla volta di Londra, era stata una manna dal cielo.








NOTE DELLE AUTRICI

Rieccoci di nuovo qui per proseguire con il capitolo 62! Come avete passato il Natale? 🎅🏻

Come c'era da aspettarsi dalla parte iniziale, la giornata non sembra proseguire con buone premesse... Stavolta scopriamo infatti che Alessio prova qualche rimorso (anche se lui stesso fatica ad ammetterlo) nei confronti di Nicola. Ed è piuttosto fortuito l'incidente avuto che gli fa guadagnare tempo per decidere sul da farsi.

Vi sareste aspettati di rivedere la cameriera del capitolo 61? Di certo non Alessio! Lui ed Alice si allontanano insieme, come si capisce dal finale di questo aggiornamento... Ma succederà qualcos'altro nel lasso di tempo che passeranno insieme?

E Alessio riuscirà a decidere che fare con Nicola?

Lo scopriremo forse con l'ultimo aggiornamento del 2020, mercoledì prossimo!

Kiara & Greyjoy

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