Capitolo 64 - The bitter end (Pt. 1)

Reminds me of the summer time

On this winter's day

See you at the bitter end

See you at the bitter end

(Placebo - "The bitter end")*


La pioggia continuava a ticchettare contro i vetri chiusi delle finestre senza interruzioni ormai da ore, accompagnata da tuoni e lampi che giungevano violenti a squarciare il cielo plumbeo.

Nicola lasciò scivolare il capo ancor più in basso, arrivando ad appoggiarlo alla superficie fredda e liscia del tavolo in legno lucido. Chiuse per qualche secondo gli occhi, troppo stanchi ed infastiditi dall'odiosa luce artificiale dell'aula studio per poterli tenere aperti ancora a lungo.

Non riusciva ancora a capire come avessero fatto Alessio e Pietro a convincerlo a venire fino a lì, alla sede dell'università a Mestre, per studiare insieme in vista degli esami. Cominciava a dubitare che sarebbe seriamente riuscito a sostenere un'intera sessione: il primo esame, quello di programmazione, avrebbe preso luogo pochi giorni dopo. E lui, nonostante fosse già il 7 di gennaio, non era neanch'ora lontanamente pronto per affrontarlo. L'unica cosa che poteva consolarlo era che così, in qualsiasi caso, non sarebbe potuta andare peggio: si trovava già impreparato alla prima sessione d'esami della sua vita, si sentiva apatico come mai prima, e Caterina lo aveva lasciato da poco più di una settimana.

Quello era stato il momento in cui tutto era andato definitivamente a catafascio.

Non era nemmeno riuscito a tenerlo nascosto ai suoi amici per più di qualche giorno: la sua espressione disastrata parlava da sé, e sebbene Alessio, Filippo e Pietro non avessero insistito molto per farlo parlare, alla fine era crollato comunque, in un bisogno di sfogarsi che raramente aveva provato prima di quel momento.

Parlarne non aveva fatto altro che rendere il tutto più concreto. Più reale.

Era tornato a Venezia subito dopo Capodanno, bisognoso di ritrovare una routine che lo distanziasse da Torre San Donato e dai ricordi che lo avevano soffocato per giorni. Aveva ricominciato tutto come prima di quelle vacanze natalizie, dormendo poco e alzandosi poco dopo l'alba, andando in quella stessa aula studio dove si trovava in quel momento in disperati tentativi di trovare la giusta concentrazione, e la sera andandosene a lavorare nella solita pizzeria dove aveva trovato un lavoro part time a metà dicembre.

Tutto come prima, tranne il fatto che si ritrovava in molti momenti a fissare lo schermo del cellulare, aspettando di trovarsi un messaggio da Caterina o una sua telefonata, e rimanendo ogni volta con l'amaro in bocca nel ricordare che ora non aveva alcun motivo per riceverne.

Si guardava ogni giorno allo specchio, e non si riconosceva: non rivedeva lo stesso Nicola freddo e con il controllo in mano di qualche tempo prima, non rivedeva la stessa persona calma e serena. Quelle occhiaie che invece ora si ritrovava erano il chiaro segno che qualcosa era cambiato.

Non si era mai sentito così a terra, e non aveva mai immaginato che l'amore potesse far stare così dannatamente male.

-Oh, Nicola? Ci sei con la testa o ti abbiamo perso?-.

Sobbalzò come se gli avessero appena urlato nelle orecchie, anche se la voce di Alessio gli era giunta ovattata e lontana, nonostante gli fosse seduto di fronte dall'altra parte del tavolo che avevano occupato. Nicola si riscosse a fatica dal torpore in cui era caduto senza nemmeno accorgersene, ritrovandosi davanti gli occhi limpidi dell'amico, sportosi in avanti verso di lui da sopra il tavolo. Si guardò attorno, vagamente spaesato: la massa di studenti seduti agli altri tavoli era diminuita, probabilmente per l'approssimarsi dell'ora di pranzo; all'esterno, invece, lo stesso temporale continuava ad imperversare violento. Doveva essere rimasto così concentrato nei propri pensieri da non aver sentito nemmeno la voce di Alessio chiamarlo diverse volte.

-Forse non è stata una buona idea costringerlo a venire fin qui- commentò Pietro, seduto accanto ad Alessio e rivolgendo uno sguardo confuso e preoccupato a Nicola – Sembri davvero uno zombie, Tessera-.

-Non è che sembro, lo sono- borbottò Nicola, abbassando lo sguardo, ma potendo distinguere comunque le imprecazioni sussurrate di Alessio rivolte a Pietro – Comunque non credo che se me ne fossi rimasto a casa sarebbe stato tanto diverso-.

-Invece sì che sarebbe stato diverso- lo rimbrottò Alessio, sbattendo sulla superficie del tavolo, con una certa veemenza, il libro che stavano cercando inutilmente di ripassare – Te ne saresti rimasto tutto il giorno a casa da solo, senza nemmeno provare a studiare, e magari senza nemmeno alzarti dal letto. Bello passare la giornata a guardare fuori dalla finestra questo cazzo di temporale, eh?-.

Erano parole che facevano male, ma Nicola non provò nemmeno a negare: era piuttosto sicuro che sarebbe andata esattamente così, se non si fosse trascinato lì. Il fatto che Filippo non fosse ancora rientrato a Venezia, al contrario loro, acuiva solo il silenzio e la sua solitudine nel loro piccolo appartamento.

-Permettimi solo un appunto al tuo discorso strappalacrime- intervenne Pietro, voltandosi verso Alessio e ignorando bellamente lo sguardo omicida che l'altro gli rivolse all'istante – Non che qui stia andando tanto meglio. L'unica differenza è che invece che starsene sdraiato su un letto, è seduto su una comodissima sedia dell'università, a rimuginare su quanto sfortunato e incompreso è con noi due presenti-.

Nicola sarebbe scoppiato a ridere all'istante di fronte ad una scena simile, con Alessio già evidentemente pronto a saltare al collo dell'altro, se solo fosse successo in un qualsiasi altro momento. In quell'occasione, invece, l'unica cosa che avrebbe voluto fare sarebbe stata quella di andarsene da lì, e starsene perennemente da solo.

-Potete, per favore, evitare di scannarvi per me?- Nicola prese voce con fare piuttosto stanco – Lo so che mi avete portato con voi solo per distrarmi e non lasciarmi solo, e vi ringrazio. Ma forse avrei fatto davvero meglio a rimanere a casa-.

Si sentiva gli sguardi di tutti e due puntati addosso, e dovette aspettare svariati secondi per prendere abbastanza coraggio per sostenere le iridi azzurre di Alessio e quelle nere di Pietro; si sentiva fin troppo indifeso davanti agli sguardi dei suoi amici.

-Lo sai che chiuderti in casa e rimanertene da solo per giorni interi non migliorerà le cose-.

Era stato Alessio il primo a parlare, addolcendo il tono e cercando di non far trasparire troppa apprensione.

-Non fare lo stesso errore che avevo fatto io a mio tempo- proseguì ancora, abbassando per qualche secondo gli occhi – Dentro casa mi piangevo addosso, avevo allontanato tutti per rimanere solo con me stesso ... E cos'ho risolto? Nulla. Isolarti ora non è l'atteggiamento giusto. Stare da soli per riflettere fa bene, ma non dovresti esagerare-.

-Anche se sembra strano, Lentiggini ha detto una cosa sensata- convenne Pietro, con tono stavolta più conciliante – Non ti stiamo dicendo di non starci male, ma dopo aver sbattuto la testa contro il muro devi reagire un po'. E non startene da solo ad ogni costo-.

Nicola non disse nulla, evitando di replicare. Capiva bene quali erano le intenzioni dei suoi amici, e sapeva che erano intenzioni buone, ma sapeva anche che un po' di solitudine per riflettere – e superare il colpo- era ciò che gli sarebbe servito.

Si chiese, per un attimo, come dovesse passarsela Caterina. Stava soffrendo anche lei, come stava facendo lui? O era il sollievo la sensazione che prevaleva in lei?

Non ne aveva idea, perché per quanto avesse deciso di parlare con Pietro, Alessio e Filippo, non aveva fatto lo stesso con Giulia. Era sicuro che lei sapesse meglio di tutti loro come Caterina la stesse vivendo, ma non aveva davvero il coraggio di chiederglielo.

E ancor meno aveva il coraggio di parlare direttamente a lei.

-Avete parlato con Caterina?- chiese in un attimo d'impulsività. La festa di Capodanno che avevano organizzato tutti insieme era stata annullata dopo gli ultimi eventi; non aveva idea se ci fossero state altre occasioni, almeno per Alessio, di vederla.

-In realtà no- rispose subito Pietro.

Alessio scosse il capo, ancor prima di rispondere a voce:

-Non l'ho praticamente sentita durante le vacanze- spiegò, con voce vagamente tesa – Forse ha parlato con Giulia-.

Le ultime parole di Alessio passarono quasi ignorate, l'attenzione di Nicola concentrata sull'affermazione precedente:

-Quindi il 27 non era con te?-.

Alessio lo guardò confuso:

-Il 27?-.

-Sì, di pomeriggio-.

Nicola lo osservò scuotere ancora una volta il capo:

-No, avevo un impegno. Stavo cercando un regalo per mia nonna-.

Prima che Nicola potesse dire altro, Pietro scoppiò a ridere piuttosto sonoramente.

-Dopo Natale lo cercavi?- lo prese in giro, ricevendo da Alessio l'ennesima occhiataccia della giornata.

-Ho perso quello che le avevo comprato, e me ne sono accorto troppo tardi per comprargliele uno entro Natale, va bene?- Alessio sbottò con fare scocciato – Quindi gliene ho preso un altro in ritardo-.

-E tu non sai nulla su dove Caterina fosse quel giorno?- Nicola tagliò corto, puntando gli occhi su Pietro. Anche lui fece segno di diniego:

-No, e di certo non era con me. Ho passato tutto il pomeriggio a studiare a casa-.

Stavolta fu il turno di Alessio di sbuffare con tono canzonatorio:

-Tu che studi? Strano non sia nevicato il giorno dopo-.

Prima che Pietro potesse replicare qualcosa e distogliere definitivamente il focus dall'argomento per cui aveva iniziato quella conversazione, Nicola tornò a riflettere ad alta voce:

-E non era nemmeno con Giulia, perché so che quel giorno era da Filippo-.

Alessio lo guardò con fare pensieroso, come se gli stesse sfuggendo qualcosa, senza però dirlo esplicitamente:

-Ma perché ti interessa tanto dove fosse quel giorno?- gli chiese invece, la fronte aggrottata – Magari era in giro con i suoi genitori-.

-Non esattamente- Nicola si morse il labbro inferiore, riportando alla mente il suo incontro con Lorenzo. Lo raccontò ad Alessio e Pietro cercando di riportare le parole esatte che gli aveva rivolto, e disse anche quello che Caterina gli aveva detto in merito a quell'uscita di cui non aveva mai accennato.

Incrociò almeno un paio di volte ancora lo sguardo sempre più incerto di Alessio, come se i dubbi stessero cogliendo anche lui allo stesso modo; forse era solo una sua impressione, il suo giudizio troppo influenzato dai suoi stessi interrogativi.

-Non è che sia una cosa importante, era solo un mio dubbio- concluse infine con voce esitante, dopo il suo breve racconto – Nulla di che-.

-Magari era con Valerio- suggerì Pietro.

Qualcosa nel silenzio di Alessio, e nel suo sguardo fisso in un punto non ben definito, fecero presupporre a Nicola che lui, invece, non credesse affatto a quella possibilità. E sapeva che, in fondo, valeva anche per se stesso. Non si era più posto domande su chi fosse l'altra persona con cui Caterina era uscita quel giorno, tenendolo nascosto a tutti, e le sue incertezze stavano nascendo solo in quel momento, nel rendersi conto che ogni sua congettura era stata appena spazzata via.

C'era qualcosa di strano, ma non riusciva a capire cosa.

-Poteva dirlo direttamente se era con lui- fece notare, sospirando a fondo.

"In fondo non fa più alcuna differenza".

Si prese il viso tra le mani, il mal di testa che aveva avuto spesso nei giorni passati che stava lentamente tornando a torturarlo.

-Lasciate stare, non ha importanza- mormorò dopo alcuni secondi di silenzio – Non più-.

In quel momento sperava solamente che il temporale all'esterno dell'università facesse scivolare via almeno un po' del sapore amaro che tutta quella storia aveva.





*il copyright della canzone appartiene esclusivamente alla band e ai suoi autori

NOTE DELLE AUTRICI

Nuovo capitolo, nuovo dramma!Ebbene sì. Come avete intuito durante la lettura di queste prima pagine di questo nuovo capitolo, le cose non stanno andando per il meglio per il nostro Nicola. Il biondo, infatti, non riesce a non pensare a quanto successo di recente con Caterina. Inutili sembrano quindi i tentativi di distrazione di Pietro e Alessio che, come spesso accade, finiscono per stuzzicarsi a vicenda (chissà cosa direbbe la nostra Giulia!). Ma nemmeno questi momenti più spensierati sembrano toccare il sempre più affranto Nicola. Migliorerà la situazione del biondo?Parlando invece dell'altro biondo, il nostro amato Alessio... Il ragazzo potrebbe aver intuito il soggetto misterioso tanto nominato da Nicola. Avrà ragione oppure no? Il mistero si risolverà?Chi lo sa! Per provare a scoprirlo vi diamo appunto a domenica!

Ebbene sì, vi lasciamo con un appuntamento insolito, ma vogliamo cogliere l'occasione per augurarvi buon Natale e buone Feste! 🎄🎅🏻

Kiara & Greyjoy

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