Capitolo 61 - Love illumination (Pt. 7)
Caterina rimase in silenzio per almeno un minuto, prima di tornare a parlare:
-Siamo in una pizzeria- disse, aggiungendo qualcosa sottovoce che Pietro non udì, prima di tornare a parlare con voce un po' più forte – Non è male ... È il resto che non va-.
"Come volevasi dimostrare".
Quella conferma lo rese ancor più inquieto. Doveva essere qualcosa di ben più grave di quel che aveva ipotizzato, forse anche di quel che aveva sospettato Alessio.
Si chiese con ancor maggior curiosità chi potesse essere la persona con cui Caterina si stava confidando: era di certo qualcuno di cui doveva fidarsi perché, da quel che lasciava intuire quella conversazione, doveva aver parlato con quella persona di cose di cui, invece, aveva lasciato all'oscuro il resto del gruppo.
Non passò molto altro tempo prima che Caterina parlasse di nuovo, con voce carica di gratitudine:
-Grazie, Giovanni. Davvero, non so che altro dire-.
Pietro si ritrovò immobilizzato, gli occhi sgranati e il dubbio di aver capito male.
Era piuttosto probabile, però, che avesse ascoltato bene, e l'unica persona a cui poteva associare quel nome era la persona che meno si sarebbe aspettato tra tutte.
"Possibile che sia davvero lui?".
Si strofinò le mani ancora un po' umide sui jeans, lasciandosi alle spalle la toilette della pizzeria. Giulia l'aveva trovata claustrofobica esattamente come le aveva detto Alessio qualche minuto prima, incrociato quando lui era tornato dal bagno e lei invece aveva approfittato dell'attesa dei dolci appena ordinati per andarci a sua volta.
Percorse con calma il corto corridoio che l'avrebbe portata di nuovo nella sala dove c'erano tutti i tavoli, sentendosi già le orecchie riempite dalla musica lasciata a volume un po' troppo alto. Quando si ritrovò a girare l'angolo, quasi sobbalzò quando si sentì afferrare da una mano sulla spalla; riprese a respirare regolarmente solo quando, girandosi, riconobbe il viso di Pietro. Doveva essere appena rientrato dalla sua pausa sigaretta, diretto anche lui al loro tavolo.
-Oh, finalmente- lo accolse Giulia – Finito di fumare?-.
-Sì, anche se un po' me ne sono pentito- disse, guadagnandosi un'occhiata confusa da parte di lei – Fuori si gela-.
Giulia annuì. Era fine novembre, ed era pure sera: era perfettamente normale che facesse molto freddo, per quanto potesse risultare fastidioso per i più freddolosi.
-Caterina è ancora fuori?- gli chiese poi. Non era ancora rientrata quando lei se ne era andata verso il bagno, ma poteva benissimo aver preceduto sia lei che Pietro in quel lasso di minuti di loro assenza.
Al sentir pronunciare il suo nome, però, Pietro sembrò assumere un'aria più guardinga. Giulia si chiese se fosse solo una sua impressione, o qualcosa che effettivamente c'era.
-Sì, e a proposito di lei, svelami un segreto-.
Giulia, che aveva percorso con lui ancora qualche passo, si fermò di riflesso. Lo guardò di nuovo disorientata, con la netta sensazione di non potersi aspettare nulla di positivo.
-Da quando è così amica del suo spasimante?-.
L'allegria che Pietro aveva mostrato per tutta la cena, se possibile anche aumentata dalla birra bevuta, sembrava ora solo un lontano ricordo, a favore invece di un'espressione più seria e dubbiosa.
Era lo stesso dubbio che Giulia sentì serpeggiare dentro di lei, la sensazione negativa che ora stava cominciando ad assumere contorni meno sfocati.
-Chi intendi?- gli chiese, anche se aveva già un'idea più che certa della persona a cui si stava riferendo Pietro.
Lui la guardò in silenzio per qualche secondo, prima di rispondere:
-Stava parlando con un certo Giovanni al telefono- iniziò a dire, un sopracciglio alzato e le braccia incrociate contro il petto – E se la memoria non mi inganna, non è il nome del tizio che le andava dietro a scuola e che si è attirato l'odio del buon Tessera?-.
Giulia sentì un velo di sudore coprirle la fronte:
-Era lui al telefono?-.
Non poteva dirsi stupita, non del tutto. Lo era perché, fino a quel giorno, non aveva mai nemmeno preso in considerazione che Caterina e Giovanni potessero parlare tra loro fuori dalla scuola, ma non poteva considerarsi sorpresa che, dopo quei due mesi passati insieme per quelle dannate ripetizioni d'inglese, sembravano aver legato più di quanto si sarebbe mai aspettata.
Una punta di fastidio emerse nel rendersi conto che Caterina non le aveva mai detto molto di Giovanni, non negli ultimi tempi. Era come se avesse preferito tenere per sé cose che ora, per Giulia, stavano assumendo contorni ben diversi da quelli che si era immaginata tra sé e sé.
-L'ha chiamato per nome, quindi direi di sì- confermò Pietro, annuendo – Mi sono perso qualcosa?-.
Giulia lo guardò a lungo, senza sapere bene cosa dire.
"Mi sa che un po' tutti ci siamo persi qualcosa".
-No, niente di importante-.
Pietro la guardò poco convinto per qualche secondo, prima di annuire di nuovo e ricominciare a camminare verso il tavolo. Giulia lo seguì poco dopo, sommersa in pensieri a cui non sapeva dare ordine.
Caterina non era ancora tornata quando lei e Pietro si rimisero seduti, ma passarono pochi attimi prima del suo arrivo. Sembrava più rilassata rispetto a prima, notò Giulia: meno tesa sia nei movimenti, sia nell'espressione del viso, quasi fosse riuscita a trovare un modo per calmarsi. Un effetto che non avrebbe mai creduto possibile potesse scaturire da una chiamata con Giovanni.
Caterina si rimise di nuovo a sedere tra Nicola e Alessio, voltandosi verso di lei con sguardo interrogativo, forse sentendosi troppo osservata.
-Tutto bene?- le chiese subito Giulia, cercando di apparire calma e non come se sapesse perfettamente ciò che stava nascondendo – Sei stata fuori un po' di tempo-.
Caterina annuì, sorridendole appena:
-Oh sì, tutto bene- rispose, prima di guardarsi intorno – Avete già mangiato il dolce?-.
Prima che Giulia potesse risponderle, Alessio le si rivolse con uno sguardo vagamente torvo:
-A dire la verità è successo un piccolo imprevisto. Che hai in parte causato pure tu-.
Caterina lo guardò confusa, la fronte aggrottata:
-Che è successo?-.
Giulia ascoltò solo distrattamente il racconto degli altri a Caterina dell'incidente che aveva causato la dipartita della torta che avrebbero dovuto mangiare come chiusura della cena. Continuava ad osservarla, a chiedersi cosa le stesse succedendo, e come mai avesse evidentemente deciso di tenersi così tante cose per sé. Si chiese ancora fino a che punto fossero legati lei e Giovanni, quanto si fosse invece confidata con lui.
Caterina si voltò di nuovo verso di lei, con sguardo disorientato di fronte al silenzio di Giulia; per un attimo sembrò quasi che nel suo sguardo ci fosse un lampo di timore, quasi temesse di essersi fatta scoprire, qualunque cosa stesse facendo con Giovanni.
Erano domande, quelle di Giulia, a cui avrebbe cercato di dare risposte. Ancora, però, non sapeva come.
NOTE DELLE AUTRICI
Ed eccoci giunte alla fine di questo quasi eterno capitolo.
Dopo aver assistito al fataccio nel precedente appuntamento (Giulia, non piangere sul latt... ehm, torta versata!), spostiamo ora l'attenzione su Alessio alle prese con gli effetti collaterali dello scontro e la misteriosa cameriera, che si dimostra molto disponibile e gentile nel rimediare in qualche modo a quanto accaduto.
Nel frattempo i sospetti per la situazione di Caterina e Nicola sembrano diffondersi velocemente: i dubbi di Pietro, nati da una conversazione che non voleva ascoltare, sembrano essere confermati da una Giulia molto vaga, che lascia il moro un po' perplesso. La verità è che anche la nostra festeggiata, un po' come tutti, ha ben poche certezze, ma sempre più domande.
Riuscirà a trovare qualche risposta nel prossimo capitolo? Cosa succederà ai nostri protagonisti?
Tornate mercoledì per scoprirlo!
Kiara & Greyjoy
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