Capitolo 58 - Summertime sadness (Pt. 5)
Per un attimo Alessio ebbe la tentazione di dirgli tutto ciò che gli era appena passato per la testa, anche se ormai mancavano pochi secondi al momento in cui si sarebbe dovuto alzare da quella sedia per uscire e iniziare quella sua ultima serata. Era il tempo che mancava, e anche il coraggio di mettersi così a nudo di nuovo.
-Va tutto bene- disse infine, alzando lo sguardo a fatica – È la mia ultima serata perché poi dovrò trasferirmi a Venezia, quindi va tutto bene-.
Pietro lo guardò scetticamente per qualche attimo:
-Anche se lo stai dicendo con una faccia da funerale-.
Alessio non replicò nemmeno, consapevole che negarlo non sarebbe poi stato così credibile. Lasciò cadere la conversazione, preferendo tornare a far finta di leggere gli spartiti, pur sentendosi addosso ancora lo sguardo di Pietro.
Ci volle solo poco altro tempo prima che l'ora di alzarsi arrivasse per davvero, a toglierlo da quella situazione e a fargli saltare il cuore in gola dall'agitazione.
-Devo andare- iniziò a dire, alzandosi in piedi facendo strisciare appena la sedia, e raccogliendo alla rinfusa tutti i fogli che aveva sparso sulla superficie del tavolino. Anche se non lo stava guardando, solo vagamente di sottecchi, Alessio sapeva che Pietro gli stava sorridendo.
-Ti rifarò quella domanda dopo il concerto, allora- gli disse, prima di alzarsi a sua volta e posargli di nuovo una mano sulla spalla – Buona fortuna-.
La fortuna era esattamente ciò che gli sarebbe servito per dopo, quando il concerto sarebbe finito, pensò Alessio. Gliene sarebbe servita parecchia per non crollare troppo, o farlo senza troppi occhi addosso.
As the orchestra plays
The people take the seats
There's no room left in this house
It's only you and me
And if life is your stage
I'll be watching
*
As we start, rehearsing every scene
The words to everything
We realize that the crowd is listening
Aveva bevuto due bottigliette d'acqua di fila, assetato come poche altre volte gli era capitato. Alessio si passò la mano libera, quella che non doveva reggere l'ultima bottiglia ormai quasi del tutto vuota, tra i capelli e sul viso, imperlati da minuscole goccioline di sudore.
Sentiva ancora l'adrenalina in corpo, la stessa che gli era corsa nelle vene appena si era posizionato davanti a quel microfono. Nonostante il tempo pessimo dei giorni precedenti e del pomeriggio, almeno per quell'ora e mezza non si era rimesso a piovere. Era andato tutto bene, fin troppo: il Babylon era ancora piuttosto affollato, e ormai, a concerto finito, Alessio poteva dirsi totalmente distrutto.
Aveva evitato di fermarsi dentro al locale, come invece avevano fatto i suoi compagni del gruppo: lo trovava troppo pieno di gente in quel momento, quando tutto ciò che stava cercando era un po' di calma solitudine. Aveva preferito rimanersene ancora un po' all'aria aperta; la strada stretta che si trovava sul retro del locale appariva come il posto ideale per restarsene un po' in pace, e per ascoltare allo stesso tempo la musica proveniente dall'interno del bar, che andava ora a sostituire quella suonata dal vivo che aveva impregnato l'aria fino ad una decina di minuti prima.
Tutto sommato, nonostante la stanchezza, la gran sete, e la gola dolorante, si sentiva meglio di quanto non si sarebbe aspettato: era andata bene, e probabilmente era stata una delle serate migliori in tutto quell'anno. Rivedeva ancora davanti a sé tutti i tavoli del Babylon occupati, sentiva ancora le corde della chitarra graffiargli i polpastrelli, e il respiro calmo che era riuscito a mantenere fino a poco prima dell'inizio di tutto. Si era meravigliato della tranquillità con cui aveva iniziato a cantare: in quell'istante gli era sembrata la cosa più semplice del mondo, la più rilassante, quella che gli dava più soddisfazione.
Aveva intravisto di nuovo i suoi amici, nei pochi istanti prima dell'attacco della prima canzone: pur non essendo ad un tavolo troppo frontale, era riuscito a distinguere chiaramente Caterina, Nicola, Giulia, Filippo e Pietro seduti su quelle sedie, in attesa di ascoltarlo. Un secondo prima di aprir bocca per articolare le parole da cantare, aveva realizzato che quella sarebbe stata l'ultima volta in cui li avrebbe visti lì, in quel posto, seduti su quei tavoli in una qualsiasi serata d'estate.
Il cigolio improvviso della porta che dava all'interno del bar fece voltare Alessio nella sua direzione: non fu comunque una sorpresa quando vide Pietro uscire fuori, con lo stesso ghigno di quando era arrivato al Babylon quella stessa sera.
-Sei piuttosto malmesso, sicuro di riuscire a tornare a Villaborghese sano e salvo?-.
In pochi passi Pietro lo raggiunse, mantenendo lo stesso sorriso malizioso e facendo cenno al viso stralunato di Alessio.
-Mi stai per caso offrendo un passaggio? O direttamente un soggiorno a casa tua?- Alessio articolò quelle parole un po' a fatica, la voce roca e la gola che gli doleva ancora. Aveva davvero dato tutto se stesso per quell'ultima serata, su quello non c'erano dubbi. Non ricordava di essersi distrutto così nessun'altra volta. Bevve un altro sorso d'acqua, finendo definitivamente anche quella bottiglia. Rimase a fissarla con il cuore infranto per qualche secondo, prima di decidersi a tornare con gli occhi su Pietro.
-Non ho un letto libero su cui farti dormire, e il divano è piuttosto scomodo- riprese lui, appoggiandosi con fare scanzonato contro il muro, dopo averlo affiancato – Visto che ci è bastata l'esperienza della Puglia del dormire insieme sullo stesso letto, direi che rimane solo il passaggio come soluzione-.
Nonostante il tono ironico con cui aveva parlato, Pietro non era del tutto nel torto: Alessio stesso si sentiva più che stanco, e il solo pensiero di dover guidare fino a Villaborghese per tornare a casa non lo allettava per niente. Fu seriamente tentato di accettare la proposta.
-A me va bene, basta che non ti fai pagare- gli rispose, facendolo scoppiare a ridere.
Rimasero in silenzio per un po', la sola musica proveniente dal bar a spezzare in parte l'atmosfera del momento. Era un silenzio rilassante, diverso da quello che aveva preceduto il concerto, si rese conto Alessio. In un modo o nell'altro era riuscito a disfarsi di tutta l'ansia che prima l'aveva reso inquieto.
-Comunque, se non sbaglio mi dovevi rispondere ad una certa domanda- la voce di Pietro fu la prima a rompere la barriera di silenzio, cosa che non sorprese affatto Alessio – Come ti è sembrata la tua ultima serata?-.
Alessio alzò le spalle, incerto:
-Meglio del previsto?-.
Si era quasi scordato di quella domanda che Pietro gli aveva fatto prima del concerto, e a cui non aveva risposto. E sì, probabilmente era davvero andata meglio del previsto, ma rimaneva sempre quella nota di malinconia che non se ne voleva andare.
-Detto con così tanta convinzione- Pietro lo prese in giro con ironia evidente – Sicuro di volerti licenziare?-.
-Sì, ovvio- stavolta la voce di Alessio non incespicò.
Lasciare quel lavoro era una cosa necessaria, ora come ora; era un gesto di cui non si sarebbe pentito. Non si sarebbe guardato indietro, nonostante in quel momento gli sembrasse più difficile di quel che si era sempre immaginato. Era stata un'epoca, quella passata al Babylon, che aveva sempre saputo fosse destinata a finire; con tutto quello che aveva imparato, con le serate passate a bere e cantare fino allo sfinimento.
Nessun rimpianto e nessuna aspettativa diversa rispetto a ciò che aveva realmente vissuto.
Gli sarebbe semplicemente mancato tutto quel che aveva vissuto quel momento, quella era l'unica cosa che potesse racchiudere appieno ciò che stava provando.
-È solo che ogni volta che arrivi ad un traguardo, uno qualsiasi, non puoi fare a meno di guardarti indietro per guardare un'ultima volta tutto quello che hai dovuto passare per arrivare fino a lì- si ritrovò a mormorare a mezza voce, con gli occhi che si facevano lucidi – Ma questo non vuol dire che non voglia più andare avanti-.
Alessio lasciò che un altro sorriso gli nascesse in viso, rilasciando un altro sospiro profondo; si sentiva lo sguardo interrogativo di Pietro su di sé, ma non si voltò comunque.
-Quanto sei saggio. Si vede che stai diventando vecchio-.
La sola risposta che Pietro ricevette da Alessio, dopo quell'uscita ironica che aveva spezzato l'atmosfera, fu un pugno diretto, senza troppa forza, alla sua spalla, ed evitato solo per pochi secondi facendo qualche passo indietro.
-Il vecchio può ancora farti un occhio nero. Ricordatelo- Alessio fece finta di minacciarlo, pur, trattenendo a stento una risata maliziosa, e facendo a sua volta qualche passo avanti. Non doveva comunque risultare affatto credibile, perché il sorriso di Pietro sembrava ribadire la sua totale tranquillità.
-Questo tuo impeto orgoglioso mi rallegra, in un certo senso- Pietro gli si avvicinò di nuovo, appoggiandogli una mano sulla spalla – Non sei del tutto depresso-.
-Solo un po'- Alessio lo ammise con un po' di esitazione, continuando a sorridere – Ma passerà. Stavolta passerà-.
Continuo a sorridere, quando nel silenzio rilassato e naturale che era calato tra lui e Pietro, la musica proveniente dall'interno del Babylon si era fatta più udibile e più viva.
Più vicina ed allo stesso tempo più lontana.
La stessa musica che aveva sentito scorrere dentro di sé ogni singolo giorno di quell'anno, nelle serate di pazzia nel lungo inverno passato, e nelle malinconiche serate estive. Quella musica che lo aveva accompagnato e risollevato nel momento più buio della sua vita, e che, in un certo senso, lo stava ora spingendo a riprendersi tutto ciò che aveva rimpianto fino ad allora.
Era difficile da dire, ma era il momento giusto per dire quell'addio.
On every street tonight
You can see all lovers dancing round
I'll be watching
Hold up a light for me
Hold up a light for me
I'll be watching you
I'll be watching you*
*il copyright della canzone (Take That - "Hold up a light") appartiene esclusivamente alla band e ai suoi autori.
NOTE DELLE AUTRICI
Come i capitoli della vita, anche il capitolo della nostra storia si chiude.
Sì chiude con Giulia super preoccupata, ma prontamente sostenuta da Filippo e il suo affetto, che promette di esserci sempre per lei, e con Caterina che, invece, non trova esattamente lo stesso comportamento in Nicola.
Si conclude poi anche con Alessio e Pietro. Il primo, nello specifico, sembra avere qualche difficoltà ad andare oltre e cambiare, e lo si nota nell'ultima sera di lavoro. Ma il biondo, alla fine, porta a termine la serata e trova al suo fianco Pietro, pronto a sostenerlo e ad accompagnarlo a casa.
Per scoprire invece come inizierà il prossimo capitolo della vita dei nostri protagonisti, vi diamo appuntamento a mercoledì! Non mancate!
Kiara & Greyjoy
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