Capitolo 57 - Closing time (Pt. 3)

Alessio lasciò perdere il fingere di non capire dove volesse andare a parare. L'unica cosa che gli interessava ora era eludere quella domanda con una qualsiasi scusa.

-Credo che andrò un attimo fuori a prendere un po' d'aria fresca, ho una nausea atroce-.

Si era reso conto di non essere suonato affatto credibile, ma se ne fregò di nuovo: avrebbe raggiunto la porta della camera e sarebbe uscito, a qualsiasi costo.

Fece appena in tempo ad accennare un solo passo, quando si accorse, con la coda dell'occhio, del repentino scatto di Pietro: in pochi veloci passi aveva aggirato il letto, per arrivare davanti a lui. Alessio si ritrovò ad indietreggiare istintivamente, finendo inevitabilmente con la schiena al muro, finendo bloccato tra quello e Pietro, ormai di fronte a lui a meno di un metro. Nella confusione più totale, non aveva la minima idea di che sarebbe potuto succedere da quel momento in poi.

-Vuoi smetterla di evitarmi e parlarmi? Non puoi sempre scappare senza neanche cercare di chiarire- Pietro gli sibilò addosso, senza più cercare di nascondere la propria irritazione – Ancora non so leggerti il pensiero. Non so cosa ti passi per la testa se tu non me lo dici-.

Alessio, con gli occhi rivolti altrove, lo percepì fin troppo vicino al suo viso; si ostinò comunque a puntare lo sguardo da qualsiasi altra parte che non fosse il volto di Pietro.

Non provò nemmeno a negare il fatto che lo avesse ignorato fino a quel momento, e che avrebbe continuato a farlo fino a quando non sarebbe stato in grado di pensare ad altro: sarebbe stato stupido farlo, soprattutto in quel momento in cui Pietro gli sembrava piuttosto irritato e fin troppo vicino a sé.

-Non credi di dovermi qualche spiegazione?- parlò ancora lui, continuando ad insistere – Perché è evidente che è successo qualcosa con me-.

A quelle parole Alessio si voltò di scatto, guardandolo di stucco. Era piuttosto ironico come, agli occhi di Pietro, fosse colpa sua la situazione che si era creata, come se fosse stato lui a prolungare troppo un bacio che di per sé non ci sarebbe mai dovuto essere.

-E lo chiedi a me?- sbottò, rosso in viso per il nervoso – Sei tu che ieri sera mi hai baciato come se non fossimo davanti a tutti gli altri a fare un gioco idiota. Sembrava quasi che ... -.

Si mise a tacere subito, prima di lasciarsi sfuggire troppi dettagli.

"Sembrava quasi che lo desiderassi e che non fosse qualcosa che non avresti voluto".

Pietro lo guardò aggrottando la fronte, d'un tratto perdendo tutta la sicurezza con cui gli si era rivolto fino a quel momento:

-È per quello?- gli chiese ancora, scuotendo il capo incredulo – Eppure non mi parli da prima che succedesse-.

Quello Alessio non poteva negarlo, e per un attimo si sentì preso contropiede dal fatto che Pietro fosse stato così attento ai dettagli. Era evidente che, nonostante le apparenze, avesse intuito molto più di quel che Alessio credeva.

Prese un sospiro profondo: dubitava che quella situazione si sarebbe mai sciolta da quello stallo in cui si trovavano, non senza parlare. Pietro lo stava ancora guardando in attesa, insistentemente, e anche se non l'aveva detto a voce Alessio sapeva che non l'avrebbe lasciato andare facilmente.

Chiuse gli occhi, frustrato all'idea di dover vuotare il sacco. Si era ritrovato pronto a ignorare il dubbio martellante che l'aveva perseguitato negli ultimi due giorni, ma non aveva tenuto conto di Pietro, né della sua apparente sete di risposte che lui, invece, preferiva non conoscere.

-Ti piaccio?-.

Si pentì nell'immediato di averglielo chiesto, e soprattutto di averlo fatto in quel modo a tratti asettico, con voce atona e a malapena udibile. Nel momento stesso in cui vide Pietro irrigidirsi, e gli occhi scuri farsi disorientati, si dette dello stupido. Avrebbe voluto tornare indietro nel tempo, cancellare ciò che gli era appena uscito dalla bocca, fare finta che non fosse mai successo.

-Cosa?- gracchiò Pietro. Sembrava che i ruoli si fossero improvvisamente scambiati, e che fosse lui, ora, ad essere con le spalle contro il muro.

Alessio sospirò ancora pesantemente:

-Hai capito-.

-No, io ... - iniziò piccato Pietro, vagamente arrossito, interrompendosi per qualche secondo di cupo silenzio – Cosa te lo fa credere?-.

-Certe cose- mormorò Alessio, abbassando lo sguardo in imbarazzo – Certi gesti. Ho la sensazione che ci sia qualcos'altro-.

-Qualcos'altro del tipo?- insistette Pietro, esitante.

Alessio si sentì sull'orlo dell'esasperazione più profonda:

-Hai capito che intendo!-.

Avevano preso a parlare piano, come a non voler farsi sentire da qualcun altro, come se quelle stesse parole facessero talmente male da non poter essere pronunciate ad alta voce.

Pietro lo guardò gravemente per diversi secondi, in uno sguardo enigmatico che fece supporre ad Alessio che non stava dicendo nemmeno la metà delle cose che gli stavano passando per la mente in quel momento.

-Ti ho già risposto- mormorò infine, con fare sconfitto.

-E sei stato sincero?-.

Quella domanda spaventò Alessio ancor più di quella che aveva fatto partire quella conversazione senza né capo né coda. Forse, si ritrovò a pensare, avrebbe fatto meglio a cullarsi nell'illusione che Pietro fosse stato effettivamente onesto, senza dover andare più a fondo nella vicenda.

-Anche se non lo fossi stato, cosa cambierebbe tra me e te?-.

Pietro sembrava aver soppesato quelle parole per millenni prima di pronunciarle: aveva cercato di dare una parvenza calma alla sua voce, ma non era riuscito a controllare del tutto la nota esitante di cui quelle parole erano impregnate. Alessio si ritrovò a sollevare il capo di scatto, per la prima volta dopo diversi minuti. Riusciva a rispecchiarsi negli occhi neri ed immobili di Pietro, leggendovi dentro quella insicurezza mascherata che aveva percepito anche nelle sue parole.

-Stai scherzando, vero?- si lasciò andare a quella domanda retorica con fervore – Hai idea di come sarebbe dover vivere nello stesso posto con qualcuno che so provare qualcosa per me e che non ricambio? O che deve ancora fare coming out? Sempre se non ti consideri un etero semplicemente curioso di sapere cosa si prova a stare con un altro ragazzo-.

Pietro continuava a guardarlo con occhi sempre più straniti, disorientati, ma ciò non fermò Alessio.

-Cambierebbe tutto-.

Sapeva che, in quel momento, Pietro non avrebbe cercato di fermarlo se avesse tentato di sgusciare via. Fu esattamente ciò che fece: approfittò del suo immobilismo per sottrarsi allo spazio ristretto in cui era rimasto fino a quel momento, senza sapere nemmeno dove i suoi stessi piedi lo stessero guidando, lasciandosi alle spalle la figura ancora inerme di Pietro.

Seppe solamente di essere uscito dalla stanza in pochi passi, il più velocemente possibile, e pentendosene subito dopo. Alessio si lasciò scivolare lungo la parete liscia del corridoio deserto, respirando a fatica per il ritmo accelerato del suo cuore.

*

La brezza leggera che si era alzata scostava leggermente i capelli di Pietro dal viso, ormai fin troppo lunghi e spettinati. Steso sulla sdraio, abbandonato al tepore del sole e lasciandosi cullare dallo scrosciare ritmico delle onde contro la riva, non era la malinconia per la fine di quella vacanza quella che sentiva attanagliarlo da quella mattina. Ritornarsene a casa, al lavoro part-time che gli serviva per guadagnare qualcosa in vista dell'università, il ritorno alla solita vita, non lo preoccupava più di tanto, non quanto l'idea di tornare quando la conversazione con Alessio era ancora in sospeso – nella maniera peggiore possibile.

Era da solo, sotto uno dei due ombrelloni prenotati: Nicola, Caterina, Filippo e Giulia dovevano essere da qualche pare in mare, a nuotare ancora un po' prima di tornare per l'ora di pranzo. Per quanto ne sapeva su Gabriele, Alberto e Valerio, dovevano essersi allontanati per un'ultima passeggiata tra le zone boschive dell'isola. Aveva rifiutato il loro invito, perché benché una passeggiata nella pineta potesse essere una buona occasione di distrazione, cercare di intercettare Alessio – dovunque fosse in quella maledetta spiaggia- in quel momento era più importante.

Lo scorse qualche secondo dopo: se ne stava seduto, sulla zona della battigia, solitario sotto il sole. Non era nemmeno poi così tanto distante da lui – di sicuro meno del giorno prima, quando senza nemmeno aspettarselo lo aveva trovato già in camera, dopo averlo perso di vista per tutta la mattinata.

Gli tenne gli occhi addosso, sebbene Alessio gli desse le spalle: non poteva studiarne l'espressione, ma solo la rigida postura che stava mantenendo, quasi non riuscisse a rilassarsi nemmeno lì da solo. Forse si immaginava che da un momento all'altro Pietro lo avrebbe raggiunto per parlargli di nuovo.

"È quel che dovrei fare".

Si era rifiutato di avvicinarsi a lui per il resto della giornata, il giorno prima, troppo impaurito di replicare quella loro conversazione che, se possibile, l'aveva solo mandato ancor più in confusione.

A ripensarci, Pietro si sentì di nuovo un idiota. Era stata una situazione talmente assurda, quasi surreale, e a poco era servito passare il resto del pomeriggio e la serata che era seguita cercando di pensare ad altro. Le parole di Alessio avevano sostituito la litania rappresentata da quelle di Filippo e Alberto, ed in modo decisamente più tagliente.

Forse aveva sottovalutato il bacio che c'era stato tra loro, riducendolo ad un incidente di percorso di cui poteva facilmente dimenticarsi. Per Alessio non sembrava essere così – e per quanto gli fosse difficile ammetterlo, e per quanto cercasse di non pensarci, in fondo valeva lo stesso per lui.

Pietro sospirò a fondo, staccando per qualche attimo gli occhi dalla direzione di Alessio: non sapeva cosa esattamente avrebbe fatto bene a dirgli, se si fosse alzato da quella sdraio per andare da lui, e non sapeva nemmeno cosa aspettarsi dal suo fronte. Aveva una paura enorme di replicare la conversazione che avevano avuto il giorno precedente, ma l'alternativa di continuare ad ignorarsi lo terrorizzava ancor di più: ricordi dei mesi che avevano passato distanti, senza parlarsi, tornarono vivi a riempirgli la mente. Non poteva permettersi di ripetere la cosa, non quando già dal giorno dopo quella vacanza sarebbe stata solo un ricordo estivo, ma tacere su quella questione incerta sarebbe rimasto un errore difficile da sottovalutare. 

Si mise in piedi lentamente, lanciando ad Alessio un'ultima occhiata prima di avviarsi nella sua direzione. Cercò di liberare la mente dai dubbi e dalle incertezze, sperando di ostentare invece una parvenza di calma e di sicurezza che sarebbe stata decisamente più utile per ciò che lo aspettava.

Alessio non si accorse di lui fino a quando Pietro non gli arrivò accanto, rimanendo in piedi: lo vide girarsi dopo qualche secondo, forse sentendosi troppo osservato da vicino, lanciandogli un'occhiata sorpresa. Tenne gli occhi sgranati per qualche secondo, e Pietro gli lesse in quell'espressione stupita tutto il timore che lo investì in quel momento.

-Posso sedermi?- gli chiese comunque. Alessio alzò un po' di più lo sguardo verso di lui, probabilmente soppesando quella sua domanda. Passarono alcuni secondi prima che Pietro lo osservasse annuire, in silenzio.

Si lasciò sedere adagio sulla sabbia appena inumidita dall'acqua del mare arrivata sulla battigia; si sentì nervoso, senza una vera idea da dove partire a parlare.

-Forse dovremmo ... - iniziò, prima di interrompersi brevemente, mordicchiandosi il labbro inferiore con ansia – Dovremmo cercare di parlare con più calma. È stato solo tutto un equivoco, te lo assicuro-.

-Sei sicuro di volerne parlare ancora?- Alessio lo interruppe, voltandosi appena verso di lui. Non sembrava né arrabbiato né ostile, ma riluttante. Pietro immaginò che, se non fosse stato lui a prendere quella iniziativa, di certo non lo avrebbe fatto Alessio.

-Abbiamo già avuto abbastanza incomprensioni nell'ultimo anno- riprese a parlare, cercando di apparire più calmo – Non voglio ripetere l'esperienza per una cosa così stupida-.

Sospirò ancora, prima di aggiungere a mezza voce:

-Sei mio amico, tutto qui-.

Alessio lo guardò a lungo, per secondi che a Pietro parvero infiniti, con fare enigmatico.

-Davvero non è cambiato nulla?-.





Ci rivediamo tra un'ora per sapere come finirà 😉

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