Capitolo 44 - Love song (Pt. 4)
Alessio avanzò senza voltarsi indietro, anche se avrebbe voluto farlo. S'impose, però, di cercare di apparire perlomeno sicuro di sé; arrivò all'interno della cucina, e camminò fino alla credenza dove c'erano i bicchieri.
Aprì l'anta e ne estrasse uno, e poi allungò la mano verso la bottiglia d'acqua che c'era già sulla tavola. Fu in quella danza di movimenti che si scontrò, inevitabilmente, con il viso di Giada: era in piedi poco dietro di lui, le braccia incrociate contro il petto, e un'espressione sul viso enigmatica. Non aveva idea di cosa stesse pensando o provando.
-Basta così?- le chiese, dopo aver riempito mezzo bicchiere.
-Sì, va bene- fece lei, prendendoglielo dalle mani quando lui glielo offerse – Grazie-.
Bevve qualche sorso, forse domandandosi come mai Alessio non se ne stesse andando subito, ma non appena allontanò il bicchiere dalle labbra fu lei a parlare:
-Quando tornerai ad abitare qui, esattamente?-.
C'era una fredda gentilezza nella sua voce, come se si stesse imponendo di utilizzare quel tono e quel modo perlomeno educato.
-A fine mese-.
"Non sarà per niente facile".
Alessio si morse il labbro inferiore. Per quanti anni potessero essere passati dall'ultima volta che si erano visti, non riusciva ad essere del tutto distaccato dall'ostilità e l'antipatia che aveva sempre provato nei suoi confronti, ma era altrettanto consapevole che era qualcosa che doveva superare.
-Non manca molto- commentò lei.
-No, direi di no- Alessio sospirò, passandosi una mano sul viso – Lo so che Pietro ti ha già parlato un po' di tempo fa di ... Tutto questo, ma credo che dovrei farlo anche io-.
Era un pessimo inizio, ma non aveva avuto nessuna idea migliore.
Giada, per la prima volta, sembrò almeno in parte sorpresa:
-E cosa vorresti dirmi?-.
Quel che veniva ora era anche più complicato da esporre a parole, ma Alessio doveva sforzarsi e fare almeno un tentativo, sperando di non peggiorare le cose.
-Penso che prima di tutto vorrei scusarmi-.
Adesso era evidente che l'aveva spiazzata: Giada aveva sollevato entrambe le sopracciglia, come se non credesse alle proprie orecchie.
-Non l'ho mai fatto prima ... Non del tutto perché non avrei voluto- continuò lui, le mani nelle tasche dei pantaloni della tuta – È che non avrei saputo come approcciarti, visto le nostre esperienze passate. Però ora è necessario che lo faccia-.
Giada annuì:
-Per te stesso o per Pietro?-.
-Non può essere per entrambi?-.
Alessio avrebbe voluto sedersi, agitato come si sentiva, ma non si mosse dalla posizione in cui si trovava. Doveva rimanere concentrato, cercare di non farsi innervosire da possibili colpi bassi da parte di Giada.
-Non è stato facile arrivare a questo equilibrio con Pietro. E non so nemmeno quanto potrà durare, prima che arrivi qualche crisi ... - disse, con franchezza – Però ce la sto mettendo davvero tutta per cercare di far funzionare le cose. Molto di più di quanto abbia mai fatto-.
Giada lo stava ascoltando con attenzione. Alessio poteva capirne il perché: non doveva certo essersi aspettata una sua manovra del genere, perlomeno non così diretta.
-Ed è ovvio che d'ora in poi avremo molto più a che fare anche tra noi due- disse ancora Alessio, un po' esitante sul proseguire – E sebbene pensi ancora che la relazione tra te e Pietro non fosse molto equilibrata, soprattutto all'inizio quando era ancora solo uno studente, credo di aver sbagliato molto nel modo in cui mi sono posto nei tuoi confronti. Vorrei davvero che cercassimo di avere un rapporto perlomeno civile-.
Aveva timore di essersi spinto troppo in là, di essere parso poco sincero nelle sue scuse ... Ma allo stesso tempo, se non si fosse spiegato a fondo, era altamente probabile che Giada non gli avrebbe creduto ugualmente.
-Ero preoccupato per Pietro, per quello non mi fidavo di te. Temevo lo stessi solo usando-.
Giada annuì, alzando le spalle:
-Ma ero davvero innamorata di lui-.
Anche lei sembrava sincera, ora, molto meno controllata in ogni parola pronunciata.
-Solo che lui non poteva certo provare lo stesso-.
-Era una situazione complicata- le concesse Alessio.
La osservò mentre faceva qualche passo in avanti, posando infine il bicchiere di nuovo sopra il tavolo. Sembrava in parte amareggiata, e in parte molto meno sul chi va là di quando si erano ritrovati da soli in quella cucina.
-Mi sono lasciata la rabbia alle spalle. Non ho intenzione di passare il resto della mia vita incazzata- replicò, con un mezzo sorriso – Mi sono lasciata alle spalle anche il tuo livore ... E se devo essere del tutto sincera, nemmeno io mi sono mai messa in discussione e cercato di capire da cosa derivasse la tua ostilità-.
"Lo ha davvero detto?".
Fu il turno di Alessio di stupirsi.
-Ci ho ripensato spesso, ultimamente, e in verità ora un po' ti capisco- ammise Giada – Dispiace anche a me, comunque-.
Alessio annuì, senza aggiungere altro. Non si era aspettato un risvolto del genere, ma non poteva non dirsene piuttosto sollevato: non aveva mai pensato che lui e Giada sarebbero riusciti a seppellire l'ascia da guerra, non in quel modo.
-Cerchiamo di comportarci meglio entrambi, d'ora in poi- le disse, con voce gentile – Per Pietro e i bambini-.
Il cenno d'assenso che ricevette in risposta gli fece capire che, per quanto quello fosse solo un inizio, le premesse non sembravano essere poi così male.
*
Non ne poteva più di vedere altri scatoloni, ma non aveva altra scelta se non quella di continuare a riempirli. Alessio si sedette sul pavimento della sua camera da letto, consapevole che quella a venire sarebbe stata una lunga settimana, l'ultima di Giugno e anche l'ultima passata in quell'appartamento.
Era tardo pomeriggio, e di lì a un'ora sarebbe dovuto uscire di casa per andare a prendere Christian e Federica lasciati a casa di Caterina e Nicola per passare un po' di tempo con Francesco. Era stata un'ottima scusa per avere quella domenica pomeriggio libera: si era preparato a pregare i suoi amici per tenere i bambini almeno per un po' di ore, in modo che potesse essere libero di impacchettare più cose possibili. Alla fine, per sua fortuna, non era dovuto arrivare a tanto, e subito dopo pranzo era uscito di casa con Christian e Federica al seguito per accompagnarli alla meta.
Di scatoloni, in quelle ore, ne aveva preparati parecchi. Forse era la sensazione di acqua alla gola e di poco tempo rimasto ad averlo reso più veloce, ma si stava rendendo conto di aver fatto un buon lavoro.
"Lavoro che avrei dovuto fare prima" si rimproverò tra sé e sé, colpevole di aver aspettato quegli ultimi giorni per il grosso del lavoro. A sua discolpa, poteva almeno dire che tra le settimane passate a lavorare e i weekend sempre pieni d'impegni, era stato davvero difficile organizzare quel trasloco.
Ora che mancava una settimana precisa, e dopo quel pomeriggio passato a sgobbare, poteva dire di non essere più ad un punto critico: aveva finito di sistemare praticamente tutti i vestiti e gli oggetti di Christian e Federica tra valigie e scatoloni, lasciando fuori solo le cose necessarie a quell'ultima settimana, e aveva anche definitivamente liberato tutti i mobili del salotto e gran parte della cucina.
Doveva solo ultimare i preparativi per quanto riguardava la sua camera e poi, durante quella settimana, avrebbe anche potuto pensare di trasportare altre valigie e scatoloni da Pietro.
"Non a casa di Pietro. A casa nostra" si corresse mentalmente.
Si risollevò dal pavimento, guardando con odio l'armadio sulla parete di fondo. C'era un bel po' di roba da tirar fuori – e probabilmente anche molta che avrebbe dovuto buttare o riciclare-, ma non poteva rimandare ancora. Doveva farlo e basta ... Ma non subito.
Per l'armadio avrebbe aspettato l'arrivo di Pietro, a cui non doveva mancare molto. Si voltò, invece, verso i comodini ai fianchi del letto, e lanciò un'occhiata anche alla scrivania all'angolo della stanza: avrebbe iniziato da lì, svuotando i cassetti e riunendo tutto il contenuto in uno o due scatole.
"Posso farcela".
Non tentennò oltre: ogni secondo era prezioso, e non poteva indugiare oltre.
I cassetti dei comodini contenevano prevalentemente biancheria e calzini, qualche canotta per l'inverno e delle magliette a maniche corte. Lasciò fuori solo lo stretto necessario che gli sarebbe servito per i prossimi giorni, e il resto lo divise tutto nelle buste per abiti e nei sacchetti sottovuoto, e mise questi a loro volta negli scatoloni vuoti che si era portato dietro dal salotto. Non ci mise molto a finire quella zona della camera, passando poi alla scrivania.
In quei cassetti c'erano molte più scartoffie che altro – vecchie fatture, documenti relative a visite mediche, addirittura cose che riguardavano ancora l'università-, e si rese conto che, prima di tutto, avrebbe dovuto fare una cernita per scoprire cosa avrebbe dovuto tenere sul serio e cosa cestinare. Poteva ringraziare solo il suo disordine e la sua pigrizia per tutto quell'accumulo di carta.
Si sedette sul bordo del letto, tirando fuori a mano a mano i fogli e i documenti. Proseguì a dividere le cose da tenere e da buttare per quella che gli sembrò una lunga mezz'ora, quando finalmente arrivò all'ultimo cassetto. Lì dentro, ad una prima occhiata, c'erano solo documenti riguardanti i suoi anni da studente universitario: tutte cose completamente inutili, ormai, ma per sicurezza si impose di controllarli tutti.
"Ci mancherebbe solo che buttassi via qualcosa di ancora utile".
Quando, in mezzo a tutti quei fogli di tasse pagate e piani studi ormai vecchi, si ritrovò tra le mani una busta senza diciture all'esterno, si fermò. La guardò aggrottando la fronte per qualche secondo, prima che la curiosità lo spingesse ad aprirla. Quando lo fece, e si ritrovò tra le mani la sola pagina che vi era contenuta, scritta a mano, si dette dell'idiota per non aver riconosciuto subito cosa fosse.
NOTE DELLE AUTRICI
Ciò che è successo in questo doppio aggiornamento potremmo quasi paragonarlo ad un miracolo: Alessio e Giada, infatti, si sono parlati in maniera civile senza arrivare a qualche litigio 😂
Sebbene inizialmente Pietro fosse tentennante di fronte alla proposta di Alessio per questa conversazione, alla fine si può dire che sia andata bene e che sia stata effettivamente utile: per mantenere una stabilità famigliare, infatti, Alessio e Giada hanno finalmente seppellito definitivamente l'ascia di guerra, scusandosi per errori passati e chiarendosi una volta per tutte. Secondo voi questa sarà solo una tregua temporanea o una pace durevole?
Nell'ultima parte di aggiornamento, poi, ritroviamo Alessio continuare con i preparativi del trasloco, ritrovando qualcosa di particolare ... Avete qualche idea di cosa potrebbe essere?
La risposta l'avremo mercoledì prossimo!
Kiara & Greyjoy
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