Capitolo 44 - Love song (Pt. 1)

È solo una follia

Un salto nel vento

Un'ora nello spazio

Un punto nel tempo

È un giorno che va via

Un appuntamento

Un battito perpetuo

Che dura un momento

(Francesco Gabbani - "Spazio tempo")*


Si rigirò per l'ennesima volta, nel buio della camera da letto. Cominciava a provare caldo, la pelle leggermente sudata nonostante avessero spento solo da poco il climatizzatore.

Nicola trattenne a stento un sospiro – o uno sbuffo, come probabilmente sarebbe risultato-, troppo timoroso di rischiare di svegliare Caterina, stesa di fianco a lui. La persiana della finestra era completamente abbassata, e l'oscurità era troppo profonda anche solo per poter osservare le linee del suo corpo addormentato. Rinunciò a voltarsi verso di lei, lasciando cadere con rassegnazione il capo sul cuscino.

"Se sono agitato ora, non oso pensare come sarà domani".

Aveva cominciato a chiedersi da tempo come sarebbe stata la giornata del 15 Giugno, e ormai avrebbe potuto scoprirlo aspettando direttamente il giorno dopo. O solo poche altre ore, visto che la mezzanotte era già passata, seppur da poco.

Si mise su un fianco, sperando che in quella posizione il sonno sarebbe arrivato. Ne dubitava, ma doveva almeno provarci, o quando si sarebbe alzato, alla mattina presto, si sarebbe ritrovato con delle occhiaie spaventose.

-Che stai facendo?-.

Nicola si bloccò nei suoi movimenti non appena udì la voce di Caterina. Sebbene avesse bisbigliato, l'aveva fatto con un tono che sembrava quasi stesse urlando. Si costrinse a rimanere immobile per qualche secondo, prima di cedere all'evidenza di averla disturbata troppo con il suo muoversi isterico, e girarsi verso di lei.

-Ti ho svegliata?- le chiese, pur conoscendo già la risposta. Si mise sul fianco sinistro, in una posizione speculare a quella di lei. Non poter distinguere l'espressione del suo viso un po' lo disorientò, ma non gli andava certo di accendere la lampada sul comodino solo per quello.

-Penserei di sì- replicò Caterina, perentoria – Non stavi fermo un secondo-.

Nicola sospirò a fondo:

-Sono in ansia-.

-E che non ti devi neanche sposare-.

"Infatti" si ritrovò a pensare, con una punta d'ironia, "Se domani ci fosse stato il nostro matrimonio, avrei rischiato la pelle dall'agitazione".

-Non è un matrimonio, ma è comunque un atto ufficiale- rispose dopo qualche attimo, un po' per giustificarsi, un po' per ricordarle che, in qualsiasi caso, qualcosa sarebbe cambiato.

Si sarebbero dovuti recare in Comune in tarda mattinata, verso le undici, quando di sicuro avrebbe fatto caldo e il sole avrebbe picchiato forte sulle loro teste e sui vestiti eleganti che avevano acquistato per l'occasione – perché, nonostante non fosse un matrimonio ciò che li attendeva, sarebbe stata comunque una giornata importante. Si sarebbero incontrati con i loro amici – solo loro, e sarebbero stati presenti solo in qualità di testimoni- direttamente alla sede dove avrebbero firmato le carte della convivenza di fatto, per poi filare al ristorante scelto da lui e Caterina per un pranzo con loro e con i genitori. Tutto molto semplice all'apparenza, ma Nicola aveva il cuore in gola ogni volta che ci pensava.

-Tu non sei agitata?-.

Caterina fece un mugugno, come se fosse indecisa su come rispondergli.

-Per ora no- gli disse – Probabilmente domani, quando arriveremo in Comune, lo sarò-.

Nicola annuì, pur consapevole che Caterina non avrebbe potuto notarlo nel buio che adornava la stanza. La avvertì spostarsi, farsi più vicina, e ne ebbe la prova definitiva qualche secondo dopo, quando a tentoni la mano di lei trovò la sua guancia.

-Cerca di dormire- gli mormorò, accarezzando piano la pelle – O avrai delle occhiaie terribili. E poi verrai malissimo nelle foto-.

Nonostante la tensione, nonostante i mille pensieri che gli riempivano la testa, Nicola rise di gusto a quelle parole.

-Probabilmente verrò malissimo comunque- le rispose – Suderò tantissimo, visto quanto caldo farà e come sarò vestito-.

Era altamente probabile che il suo completo elegante non avrebbe avuto alcuna giustizia, di certo non accompagnato dalla sua faccia sudata per l'ansia e per l'afa.

-Quanto sei polemico-.

Nonostante il rimprovero, era evidente che Caterina stesse a sua volta ad un passo dallo scoppiare a ridere.

-Tu hai detto la stessa identica cosa ieri pomeriggio-.

-Io sono anche incinta. Ho più diritto a lamentarmi del caldo- sbuffò lei, teatralmente. Lasciò la sua mano sulla guancia di Nicola ancora per qualche secondo, prima di ritrarla.

-Su, dormi. Domani ci attende una giornata lunga e memorabile-.

"Memorabile lo sarà di sicuro, e anche lunga".

Nicola si limitò solo a pensarlo, ma era sicuro che Caterina sapesse già che la pensava come lei. Rimase in quella posizione, nonostante stesse avvertendo lei che si girava, forse dandogli la schiena; era stato uno scambio di battute breve, ma in un modo o nell'altro aveva spezzato almeno un po' lo strato d'ansia in cui si era ritrovato impantanato per tutta la giornata. Forse sarebbe riuscito a dormire almeno qualche ora, prima che la sveglia suonasse e desse ufficialmente il via a quel nuovo giorno.

*

Su una cosa si era decisamente sbagliata la notte prima: aveva detto a Nicola che si sarebbe agitata solo quando si sarebbero ritrovati in Comune, in procinto di firmare tutti i documenti, senza però tener conto della sua pessima gestione dell'ansia.

Caterina sbuffò per l'ennesima volta mentre cercava di vestirsi il più in fretta possibile, senza rovinare troppo la piega dei capelli, sistemati in lunghi boccoli castani che le ricadevano sulle spalle e sulla schiena – nulla di eccessivamente vistoso o troppo diverso da come li portava ogni giorno. Avvertiva la morsa dell'agitazione chiuderle lo stomaco, unico giorno negli ultimi mesi in cui non avrebbe avuto la nausea a causa della gravidanza ma per tutta la tensione e le aspettative che stava accumulando.

Si era svegliata con lo stomaco chiuso, motivo per cui era riuscita a far colazione a fatica, mangiando poco e malvolentieri. Nicola non sembrava passarsela molto meglio di lei, ma almeno le era parso meno agitato della notte prima: era come se le ore di sonno, le poche che era riuscito a dormire, lo avessero anche rasserenato almeno in parte.

"Non so come abbiano fatto Giulia e Filippo a non diventare isterici" si ritrovò a pensare, andando con il ricordo all'estate di sei anni prima, quando si erano sposati. Anche Giulia all'epoca era incinta, come lei, e terrorizzata da quello che avrebbe potuto riservarle quella giornata, ma a Caterina era comunque sembrata decisamente più in controllo di quanto non si sentisse lei in quel momento.

Finì di vestirsi qualche minuto dopo. Si guardò allo specchio, per controllare che fosse tutto in ordine: aveva scelto un outfit non troppo eccentrico, anche se il tailleur di un fucsia tendente al magenta di certo non poteva dirsi non vistoso. Era, però, un colore che le donava e che le piaceva, acceso e piuttosto a tema con la stagione calda di fine primavera, ed era decisamente più comodo di un abito. L'aveva abbinato con un top bianco a fiori che andava ad evidenziare non troppo visibilmente il suo grembo che cominciava già ad arrotondarsi.

Non indossò subito la giacca del tailleur, che avrebbe infilato solo poco prima di entrare in Comune, lasciandola sulla gruccia e stesa sul letto, uscendo poi dalla camera da letto. Doveva ancora truccarsi e rifinire gli ultimi dettagli, ma prima avrebbe fatto bene a controllare a che punto fossero Nicola e Francesco.

Quando si fermò sulla soglia della stanza di suo figlio, quasi scoppiò a ridere alla vista che le si stava presentando – una risata di disperazione o di divertimento non lo sapeva nemmeno lei.

-Siete ancora lì?- chiese, non particolarmente sorpresa nel vedere come Francesco si stesse evidentemente ribellando con tutte le sue forze dall'indossare la camicia azzurra che lei e Nicola gli avevano acquistato per l'occasione. E Nicola, ancora solo mezzo vestito, aveva già uno strato di sudore leggero ad imperlargli la fronte.

-Non la voglio mettere!- quasi urlò Francesco, continuando a tenere le braccia incrociate contro il petto, e a scuotere il capo.

-Ti prego, rischiamo di fare tardi se continui così- lo rimproverò Nicola, che doveva essere ad un passo dall'esaurimento nervoso – Anche papà si metterà una camicia, sai? Saremo vestiti praticamente uguali. Non vuoi vestirti come il papà?-.

Francesco lo guardò dritto in faccia:

-No-.

Prima che Nicola scoppiasse, se a piangere o ad urlare Caterina non lo sapeva, si avvicinò lei. Si chinò, togliendo dalle mani dell'altro la camicia, e poi rivolgendo a Francesco un ampio sorriso:

-Tesoro, basterà che tu te la tenga fino a dopo pranzo- iniziò a dire, con voce dolce – Se te la metti, il prossimo weekend andiamo a Gardaland-.

L'espressione di suo figlio cambiò radicalmente nel giro di un secondo: adesso era decisamente interessato a ciò che lei gli stava dicendo.

-Sul serio? Lo prometti?-.

"La corruzione funziona sempre".

-Promesso-.

Caterina sapeva che Nicola probabilmente la stava maledicendo per quello che gli sarebbe toccato vivere il weekend dopo – un'intera giornata sotto il sole, con file chilometriche e chissà cos'altro-, ma non avevano altra scelta se non volevano arrivare in ritardo. Francesco doveva essere convinto a vestirsi, ad ogni costo.

-Faccio io- gli disse, senza nemmeno girarsi, mentre si apprestava a far indossare quella maledetta camicia a Francesco – Tu vai a darti una risciacquata e a vestirti. Ci manca solo che ti presenti in Comune in mutande e già in un lago di sudore-.

Nicola sospirò a fondo:

-Se ci andassi in mutande forse suderei un po' meno-.





-Sei quasi pronta?-.

Avvertì la voce di Nicola particolarmente vicina, e nel voltarsi appena Caterina lo osservò mentre se ne stava appoggiato alla parete, vicino alla porta aperta del bagno. Pur guardandolo solo con la coda dell'occhio, poté notare come il completo blu faceva risaltare l'azzurro intenso dei suoi occhi, donandogli un'aria piuttosto affascinante.

-Ci sono quasi- gli rispose lei, portando di nuovo lo sguardo allo specchio. Stava finendo di truccarsi, con un velo leggero di ombretti dai toni nude e tortora; le mancava solo un filo di rossetto, che non era per niente abituata ad usare, e sarebbe stata pronta anche lei.

-Francesco?-.

-È in salotto davanti alla tv che ci aspetta. Deve solo mettersi le scarpe ed è pronto- replicò prontamente Nicola. Fu un sollievo per Caterina sentirglielo dire: dopo tutte le fatiche che avevano vissuto per prepararlo, era decisamente una buona cosa che se ne stesse fermo senza combinare guai per casa.

-Perfetto-.

Si fermò, tenendo a mezz'aria il pennello con le setole sporche d'ombretto, osservandosi allo specchio: sotto il trucco c'era un viso teso d'agitazione che le restituiva lo sguardo. E più si soffermava a pensare che tra poco sarebbero usciti di casa, avrebbero percorso le calli di Venezia fino alla sede del Comune, e si sarebbero avviati a firmare i documenti della convivenza di fatto, più sentiva il proprio cuore accelerare il battito.

Nicola era ancora lì, fermo a guardarla, forse intuendo il tumulto interiore che la stava investendo in quel momento. Caterina sospirò a fondo, posando il pennello accanto al lavandino, e girandosi verso di lui:

-Sto morendo d'ansia-.

Lo disse in maniera forse inaspettata, tanto che Nicola rise debolmente:

-Oh, è venuta anche a te, alla fine-.

-Già- Caterina annuì, avvicinandoglisi. Posò il capo contro il petto di Nicola, cingendogli la vita con le braccia. Lui ricambiò la stretta, posandole un bacio sui capelli, in un gesto che, almeno in parte, la calmò.

-Sei pronto per farlo?-.

Era una domanda che aveva temuto di porgli, sebbene non temesse la risposta. Non credeva che l'ansia di Nicola fosse dovuta ad un cambio d'idea, ma a qualcosa che lo riportava a tutto il significato del passo che stavano per fare.

Ed era lo stesso per lei.

-Molto pronto- le rispose, in un sussurro poco più che udibile.

Caterina chiuse gli occhi per pochi secondi, annuendo tra sé e sé.

-Allora andiamo-.








*il copyright della canzone appartiene esclusivamente al cantante e ai suoi autori
NOTE DELLE AUTRICI
Buon 2025 a tutt*! Inauguriamo questo nuovo anno, che sarà anche l'anno ufficiale di chiusura di Walk of Life, con un capitolo che sembra promettere molto bene... Almeno per Nicola e Caterina! Li troviamo infatti presi negli ultimi preparativi prima di recarsi in Comune, in una giornata piuttosto importante per loro. Chissà cos'altro avrà in serbo per voi questo capitolo 👀
Lo scopriremo già venerdì con un nuovo aggiornamento!
Ma prima di tutto, se ve lo siete perso, recuperate il nuovo capitolo della raccolta "I just wanna live in this moment forever" 😉
Kiara & Greyjoy

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