Capitolo 43 - Happier than ever (Pt. 6)
You say you'll give me
Eyes in the moon of blindness
A river in a time of dryness
A harbour in the tempest
-Sei pronto a riempire un po' di scatoloni?-.
Alessio osservò l'espressione rassegnata disegnarsi sui tratti del viso di Pietro. Riuscì a stento a trattenere una risata, ma le sue labbra si distesero comunque in un sorriso piuttosto divertito.
-Quello è il meno- borbottò Pietro, facendo qualche passo in avanti, spostando gli occhi dalle due librerie che adornavano quella parete del salotto, agli scatoloni vuoti lasciati in un angolo della sala – Il più sarà portarli da un appartamento all'altro-.
"E questo è solo l'inizio".
Quando anni prima si era trasferito in quell'appartamento condiviso con Alice, lasciando la casa che fino a quel momento era stata sua e di Pietro, Alessio non aveva avuto troppa difficoltà con il traslocare tutte le sue cose. Aveva dovuto riempire e poi svuotare un paio di valigie più volte, ma non era stato nulla di troppo tragico. Ora che invece avrebbe dovuto compiere l'esatto tragitto inverso – di nuovo a quell'appartamento che aveva visto lui e Pietro coinquilini, e che ora li avrebbe rivisti come conviventi-, il carico era aumentato di un bel po'. Gli bastava anche solo pensare che, oltre a quello materiale, stavolta c'era anche quello umano che rispondeva ai nomi di Christian e Federica.
-Ce la faremo. Non abbiamo i giorni contati- Alessio si avvicinò a Pietro, cingendogli la vita da dietro. Posò il mento nell'incavo tra la spalla e il collo, chiudendo le palpebre.
Non si erano visti per tutto il giorno dato che, come ogni weekend, Pietro passava la maggior parte di quelle due giornate con Giacomo e Giorgio. Avevano già usato il pomeriggio precedente per una ricognizione all'Ikea di Padova, dove avevano infine acquistato una libreria aggiuntiva, ma per quella giornata avevano dovuto separarsi: Pietro era giunto lì solo dopo cena, giusto in tempo per passare un po' di ore di giochi con Christian e Federica, e poi metterli a letto quando ormai erano passate anche le undici. Era stata una domenica di inizio Giugno piena e stancante, ed Alessio per primo avrebbe lasciato volentieri perdere l'incombenza di cominciare a inscatolare le prime cose, ma non se lo potevano permettere. C'era parecchio lavoro da fare, e non troppe settimane rimaste.
-Dovremo anche montare la libreria da te, se è per quello- mormorò, il ricordo della giornata precedente che gli riempiva ancora la mente.
-Quello sarà anche peggio-.
Pietro rise piano, e Alessio, da quella distanza praticamente nulla, poté percepire la risata scuotergli il petto.
-Non ho alcun talento nel cercare di decifrare le istruzioni dell'Ikea-.
-Molto male- Alessio si costrinse a staccarsi da lui a forza, pur a malincuore, o non avrebbero concluso nulla nemmeno quella sera – Su, muoviamoci. È già mezzanotte-.
-Appunto- Pietro si girò verso di lui, lanciandogli un'occhiata maliziosa – Dovremmo fare altro, a quest'ora-.
Alessio alzò gli occhi al soffitto:
-Magari sarà il tuo premio per aver riempito quegli scatoloni-.
Non aveva idea se avrebbe avuto energie per fare altro ancora, dopo tutti i libri che avrebbero dovuto inscatolare, ma l'importante era almeno dare un imput a Pietro per iniziare. Al resto avrebbe pensato dopo.
Si misero all'opera un paio di minuti più tardi, cominciando dalle mensole più alte. La libreria del salotto occupava gran parte della parete, ed era altrettanto occupata quasi nella sua totalità, anche se ora alcune delle mensole risultavano già vuote dopo che Alice aveva spostato le sue cose. Rimanevano comunque moltissimi libri e album, e Alessio sapeva già che si sarebbero ritrovati con le braccia doloranti quando avrebbero finito.
Ci volle più di un'ora, con qualche pausa inframmezzata nel loro lavoro continuo, per arrivare quasi alla fine. C'erano diversi scatoloni già chiusi con il nastro adesivo e accatastati in un angolo del salotto, e ne rimaneva solo uno da poter riempire – e di certo, quell'ultimo scatolone, non sarebbe bastato per le ultime mensole rimaste.
Alessio fece un rapido calcolo, pensando che si sarebbe dovuto procurare un bel po' di altri scatoloni per finire con gli oggetti del salotto – per non parlare di tutto il resto.
"Odio i traslochi".
L'unica consolazione in quella situazione era che, almeno, stava per andare a vivere con Pietro.
-Oh-.
Fu proprio la sua voce a rompere il silenzio che si era instaurato da un po' di minuti. Non avevano potuto nemmeno accendere una playlist musicale perché era ormai notte fonda, ma durante quell'ultima ora avevano chiacchierato parecchio, a mezza voce per non rischiare di svegliare i bambini. Il silenzio che era sceso poco prima aveva rischiato di far realizzare ad Alessio quanto sonno e quanta stanchezza stava provando.
-Che c'è?- chiese, voltandosi verso l'altro – Che hai trovato?-.
Pietro era andato a sedersi sul tappeto, la schiena appoggiata contro il divano, tenendo gli occhi abbassati su un libro che stava sfogliando. Alessio riuscì a riconoscerne la copertina solo quando Pietro lo alzò per mostrarglielo.
-Questo- mormorò, con un mezzo sorriso nostalgico.
-Oh, già-.
Alessio andò a sederglisi accanto, prendendo dalle sue mani la copia di Sulla strada, che probabilmente Pietro aveva trovato in una delle mensole più basse della libreria.
-Un altro tuo regalo- rammentò ad alta voce, lanciando un'occhiata d'intesa verso l'altro.
-Uno dei tanti- rise Pietro, stringendosi nelle spalle – Ci conosciamo da un po' troppo tempo-.
Era fin troppo vero, ponderò Alessio. E riusciva a comprendere bene l'aria di nostalgica malinconia che adombrava il viso di Pietro in quel momento: quel libro era stato il suo regalo di compleanno nell'anno in cui era andato a vivere in quello stesso appartamento con Alice.
"Insieme alle chiavi del nostro vecchio appartamento" ricordò ancora. Chiavi che sarebbe tornato ad utilizzare quotidianamente tra un mese, quando il cerchio si sarebbe finalmente chiuso.
-Mi ricordo che quando me l'hai dato ti ho chiesto se era un invito per un viaggio negli Stati Uniti- sussurrò Alessio, cercando di virare sulla parte più positiva di quel ricordo.
A quelle sue parole, Pietro sbuffò divertito:
-Beh, alla fine l'abbiamo fatto sul serio. Ma sei stato tu a proporlo a me-.
-E non era esattamente un viaggio di piacere-.
-Lo rifaremo, in futuro- mormorò Pietro, prendendo di nuovo il libro, sfogliandolo lentamente – Potrebbe starci come viaggio di nozze-.
L'attimo stesso in cui Pietro aveva concluso quella frase, Alessio si rese conto che se ne era pentito subito. Fu quasi impercettibile vederlo irrigidirsi, ma quando Pietro si voltò verso di lui, il panico era evidente sul suo viso.
-Voglio dire ... -.
Alessio provò a fermarlo:
-Pietro ... -.
-No, aspetta, stavo scherzando- venne interrotto dall'altro, che parlò quasi febbrilmente – Anche perché non ci possiamo sposare sul serio-.
-Ci sono le unioni civili- gli fece notare Alessio.
-Sì, ma in ogni caso ... - Pietro si mordicchiò il labbro inferiore, rosso in viso, gli occhi abbassati – Non stavo dicendo seriamente-.
Era ormai evidente come si stesse davvero pentendo di aver fatto prendere quella piega alla loro conversazione. E forse, in un altro momento o a parlarne con qualcun altro, Alessio per primo sarebbe stato poco propenso a parlare di matrimoni futuri, ma inaspettatamente non si sentiva affatto così.
-Vorresti sposarti un giorno?-.
Lo chiese a mezza voce, con calma, sospettando già quale potesse essere la risposta che gli avrebbe dato Pietro. Lo osservò mentre continuava ad evitare il suo sguardo, puntandolo invece sul libro che ancora teneva tra le mani.
-Mi piacerebbe-.
Pietro gli rivolse un fugace sorriso amaro.
-Forse sogno le cose in maniera troppo tradizionale- proseguì, dopo qualche secondo – Volevo dei figli, un matrimonio, una bella casa con giardino. I figli li ho avuti, ma tutto il resto ... -.
Sospirò a fondo, scuotendo il capo:
-Adesso non credo mi sia così necessario per essere felice-.
Sembrava meno agitato ora, anche se Alessio poteva intuire come stesse ben attento a ponderare le sue parole.
-La compagnia è decisamente più importante- Pietro si girò di nuovo verso di lui, stavolta meno esitante – E poi so che tu non sei molto favorevole al matrimonio-.
Non aveva torto, anzi: Alessio era piuttosto consapevole di non essersi mai lasciato sfuggire occasione per esprimere quanto il matrimonio fosse l'ultimo dei suoi desideri.
-È vero, non lo sono- ammise – Non ci ho nemmeno mai pensato troppo seriamente. Di certo non mi vedevo sposato con Alice-.
Pietro annuì:
-In ogni caso, sposati o no, va bene lo stesso-.
Glielo disse con un sorriso sincero, come a volerlo tranquillizzare – quando era stato lui per primo, pochi secondi prima, ad essere sull'orlo di un attacco di panico. Alessio gliene fu grato.
-Non so cosa ci riserverà il futuro ... - iniziò a dire – Ma non è poi così strano cambiare idea su qualcosa-.
Non voleva illudere Pietro, dicendo quelle parole. Non aveva davvero idea se sarebbe mai arrivato un giorno in cui gli sarebbe passata per la testa l'idea di proporgli di rendere ufficiale, agli occhi dello Stato, il loro legame. Forse l'avrebbe fatto solo per le tutele legali che ciò avrebbe portato loro, ma non aveva idea se avrebbe mai sentito davvero necessario un matrimonio o un un'unione civile per dimostrare che sarebbero potuti stare insieme per tantissimo tempo.
-Non ti devi sentire in obbligo- Pietro sembrò quasi intuire ciò che doveva stargli passando per la mente. Allungò una mano verso quelle di Alessio, prendendone una tra le dita e stringendola.
-Non ho detto questo-.
Alessio quasi rise, trovando parecchio ironico che fosse lui il primo a non voler negare del tutto quella possibilità futura.
-Dico solo che già tante cose tra di noi sono cambiate ... Potrebbero cambiarne altre ancora-.
-Basta che non cambi quello che abbiamo ora-.
"Basta che tu rimanga al mio fianco".
But all the promises we make
From the cradle to the grave
When all I want is you
Non aveva idea di cosa il futuro avrebbe loro riservato – di cosa il futuro avrebbe riservato a lui-, ma sorprendentemente si ritrovò calmo nel pensarci. Era una sensazione nuova, come quella che provava da mesi ogni volta che guardava Pietro, come stava facendo in quel momento.
Avvertiva il cuore gonfiarsi di una felicità che non aveva provato nemmeno quando le cose tra loro avevano cominciato ad aggiustarsi, nemmeno ai tempi prima di tutto il caos che era arrivato, quando già si era innamorato pur non ammettendolo neanche a se stesso.
Meno di un anno prima si sarebbe ritrovato nel panico a realizzare tutto questo. Ricordava tutta la paura e il terrore che la realizzazione di essere innamorato di Pietro aveva portato con sé. Aveva avuto paura di non esserne all'altezza, e di lasciarsi andare ad un sentimento così forte che non sarebbe riuscito a controllare.
Il giorno prima aveva avuto una realizzazione simile. Ma non era stato colto dal panico come allora. E non lo stava facendo neanche in quel momento, neanche pensando che dirlo a voce, tradurre quello che provava a parole, avrebbe cambiato moltissime cose.
"Ne ho fatta di strada in questi mesi".
E ne avrebbe fatta ancora molta.
Quando Pietro alzò gli occhi nella sua direzione, forse incuriosito dal silenzio prolungato e dallo sguardo di Alessio posato su di lui, per i primi secondi nessuno di loro disse ancora nulla. E Alessio sentì che era il momento giusto, e che non avrebbe rifatto l'errore di aspettare fino a rischiare di perderlo di nuovo.
-Ti amo-.
L'aveva solo sussurrato, il sapore di quelle parole a cui era ancora disabituato. Con Alice gli era sempre parso artificiale e non del tutto sincero, ma con Pietro era diverso.
Lo vide sgranare gli occhi, come se temesse di aver udito male:
-Cosa?-.
Anche se l'illuminazione del salotto era solo parziale, Alessio fu sicuro di vedergli gli occhi farsi lucidi. Gli si avvicinò un altro po', incerto sul da farsi.
-Io ... - si passò la lingua sulle labbra secche, esitante – Non avevo esattamente pianificato di dirlo così. Non la prima volta, almeno-.
Non disse, però, che aveva rischiato di farlo mentre erano in giro per l'Ikea il giorno prima. Forse glielo avrebbe detto tra un po' di tempo, quando avrebbe voluto far ridere Pietro con certi ricordi imbarazzanti.
-Ma avevi intenzione di farlo-.
Pietro si passò una mano sul viso, la voce appena incrinata, in preda all'emozione. Alessio immaginava che dovesse essere strano anche per lui sentirselo dire dopo anni passati a desiderarlo, ad aspettare che arrivasse un momento simile senza averne mai la certezza. Gli sorrise con malinconia:
-L'ultima volta che mi sono tenuto dentro quello che provavo non è finita molto bene-.
Avrebbe voluto far ridere Pietro anche in quel momento, ma temette di essersi spinto troppo in là quando non lo fece. Ma Pietro si sporse verso di lui, baciandolo all'angolo della bocca, poi staccandosi di poco.
-Ti amo anche io-.
Si era sempre immaginato il momento in cui Pietro glielo avrebbe detto – o, perlomeno, aveva sperato che Pietro glielo avrebbe detto, prima o poi- come un attimo di catarsi. Non si sentiva davvero diverso da pochi secondi prima, quando ancora non aveva udito quelle parole, ma provava una sorta di serena felicità che difficilmente poteva associare ad un qualsiasi altro momento della sua vita.
Alessio rise piano, sorridente:
-Meno male, allora-.
-Sul serio questa è la tua risposta?- gli chiese Pietro, ma stava ridendo a sua volta, non davvero offeso.
-Per ora non riesco a dire nient'altro- Alessio prese tra le mani Sulla strada per posarlo a terra, e permettersi così di tenere le mani di Pietro tra le sue – Magari tra qualche ora riuscirò ad aggiungere qualcosa-.
-Va bene, va bene-.
Chiuse gli occhi quando Pietro si sporse ancora una volta verso di lui, lasciandogli un altro bacio sulle labbra, stavolta non allontanandosi subito.
-È già stata una nottata pazza così-.
You
All I want is you
All I want is you
All I want is you
(U2 - "All I want is you")*
*il copyright della canzone appartiene esclusivamente alla band e ai suoi autori
NOTE DELLE AUTRICI
È stato un doppio aggiornamento sufficientemente felice per chiudere questo 2024, vero?😂
Ma andiamo con ordine: il tanto atteso coming out di Pietro ai suoi genitori è finalmente avvenuto, e fortunatamente i suoi timori di venire respinto dalla sua famiglia si sono rivelati del tutto infondati. E anzi, di certo non mancherà anche l'occasione per presentare direttamente Alessio come suo compagno prossimamente... Anche se forse Alessandra già nutre qualche sospetto 😂
E poi concludiamo questo capitolo su una nota ancor più positiva, perchè è arrivato finalmente il primo vero "ti amo" tra Alessio e Pietro... Meglio tardi che mai!
Chiudiamo questo 2024 con un capitolo molto felice... ma sarà così anche per i prossimi?
Lo scopriremo nel 2025... cioè già da mercoledì prossimo!
Inoltre lunedì 30 dicembre ci sarà anche un nuovo aggiornamento di "I just wanna live in this momento forever"... Non perdetevelo!
Detto questo non ci resta che augurarvi un buon anno nuovo ... e stay tuned!
Kiara & Greyjoy
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