Capitolo 43 - Happier than ever (Pt. 4)
Stava continuando a girare il cucchiaino in attesa che il suo thè al limone si raffreddasse un po'. Sapeva che appena avrebbe iniziato a berlo si sarebbe sentito accaldato, anche se non avrebbe sudato. In fin dei conti, quella era una serata piuttosto fresca, quasi la primavera inoltrata avesse deciso di prendersi una pausa, l'aria meno calda e afosa a causa delle piogge che c'erano state nell'ultima settimana.
Anche Giada stava facendo lo stesso, tenendo lo sguardo abbassato verso la sua tazza. Pietro stava continuando ad osservarla in silenzio, in attesa di una qualche risposta o di un gesto che gli desse qualche indizio un po' più evidente di come stesse prendendo la notizia di lui e Alessio.
Ci volle un altro minuto almeno, prima che Giada risollevasse il viso:
-Quindi ora state insieme? Ufficialmente, intendo-.
Pietro annuì prontamente:
-Sì, da un po' di mesi-.
Giada annuì a sua volta, pensierosa. Non sembrava molto sconvolta nel venirlo a sapere, e Pietro cercò di convincersi che quello doveva essere un buon segno. Di certo non stava reagendo con l'entusiasmo che i suoi amici gli avevano riservato la sera prima, ma perlomeno non stava nemmeno strepitando incollerita.
E d'altra parte, con il trasloco di Alessio alle porte nelle prossime settimane, non avrebbe neanche potuto ritardare ulteriormente a dirglielo – anzi, era stupito di sé per averglielo omesso fino a quel momento.
-Non posso dire di essere troppo sorpresa- fece infine lei, prendendo la tazza tra le mani e bevendo un sorso – C'è sempre stata della tensione tra te e Alessio ... Anche se non capivo bene di quale specie. Ora mi è tutto più chiaro-.
Pietro non riuscì a darle torto, e fece finta di nulla.
-Lo so che tra te e lui i rapporti non sono mai stati magnifici ... - iniziò a dire, ma Giada gli parlò sopra:
-Questo è un eufemismo- rise con sarcasmo – In effetti no, non siamo mai andati d'accordo. Non si è mai fatto problemi a dimostrarmi quanto non gli piacessi-.
Pietro cominciò a temere che quella conversazione non sarebbe andata bene come aveva sperato all'inizio, ma poi Giada fece spallucce e aggiunse:
-Anche se negli ultimi anni si è calmato-.
-Nemmeno tu, però, ci sei mai andata morbida con lui- le ricordò, pur pacatamente. Doveva essere diplomatico, ricordarsi che doveva mantenere la situazione il più possibile distesa.
Giada sbuffò:
-Cosa vuoi che ti dica, sono sempre stata una persona competitiva- parlò ancora con ironia, lanciandogli un mezzo ghigno – In ogni caso, non sono io quella che ci deve vivere insieme, quindi ... -.
Pietro si prese qualche secondo in silenzio, soppesando le ultime parole di Giada. Non si era certo aspettato da lei salti di gioia, ma non poteva nemmeno dirsi deluso dal risultato e, forse, gli sarebbe semplicemente convenuto prendere e portare a casa.
-Beh, mi sembrava giusto dirtelo, visto che Giacomo e Giorgio lo vedranno decisamente più spesso d'ora in avanti- mormorò, bevendo a sorsi brevi e veloci il suo thè. Scottava ancora, e per poco non si bruciò la lingua.
-Non mi preoccupa che lo vedano o che stiano con lui- stavolta Giada parlò in tono più rilassato – Tra me e Alessio c'era dell'acredine in passato, ma non ho mai pensato che ce l'avesse anche con i nostri figli. Li ha sempre trattati bene e con affetto, questo devo riconoscerglielo-.
"Ok, sta decisamente andando meglio del previsto".
-Infatti- confermò Pietro.
Quelle parole concilianti di Giada lo avevano rasserenato decisamente di più delle precedenti.
-E poi siamo tutti e tre adulti, decisamente più vecchi e maturi di quanto eravamo tempo fa- proseguì ancora – Farà tutto quel che può per rendere le cose più semplici-.
Alessio non l'aveva esattamente detto, ma Pietro era sicuro che fossero quelle le sue intenzioni. Sperava solo che non ci fossero in partenza motivi di scontro.
-Ma poi non credo che voi due avrete molte occasioni per incrociarvi-.
-No, non credo- convenne Giada.
Finirono di bere il thè in silenzio, salve qualche parola su altri argomenti. Pietro non indugiò oltre, e non appena posata la tazza sul tavolo, si alzò per avviarsi verso l'ingresso, stanco per la giornata passata e piuttosto felice all'idea di andarsene a dormire a sua volta.
Fu sull'uscio, in procinto di uscire definitivamente, che Giada sembrò voler tornare un'ultima volta sulla conversazione di prima. Si schiarì la voce, le braccia incrociate contro il petto:
-Grazie per avermelo detto-.
Non c'era bisogno che specificasse a cosa si riferiva. Pietro le lanciò un sorriso di cortesia.
-Era giusto che lo sapessi-.
E sarebbe potuta concludersi così, ma sentì il bisogno di aggiungere anche un'altra cosa:
-Se dovessi trovare anche tu qualcuno, comunque ... -.
Giada arrossì lievemente, sgomenta:
-Oddio, non mi fare il discorsetto anche tu, ti prego- sbuffò teatralmente, roteando gli occhi. Per quel che ne sapeva Pietro, poteva avere avuto qualche flirt o storie non troppo serie, ma sperava che anche lei potesse sistemarsi con qualcuno. Almeno, sarebbe stata un po' più felice di quanto non fosse mai stata con lui.
-Come non detto- disse, ridendo debolmente prima di tornare serio – Però, se dovessi trovare qualcuno, sappi che non sarà un problema-.
Giada lo guardò scettica per qualche secondo, prima di annuire in maniera quasi impercettibile. Il secondo dopo, prese letteralmente a spingerlo fuori dalla porta, un gesto di certo definitivo.
-Ti prego, falla finita e vattene a casa dal tuo nuovo fidanzato-.
*
E non importa quanta gente ho visto, quanta ne ho conosciuta
Questa vita ha conquistato me e io l'ho conquistata
"Questa vita", ha detto mia madre, "figlio mio, va vissuta"
(Tiziano Ferro - "La fine")*
Era sempre la sensazione di tuffarsi dritto nel passato quella che lo accompagnava ogni volta che metteva piede in casa dei suoi genitori – la casa della sua infanzia, quella in cui aveva vissuto fino ai diciannove anni, prima di lasciarla alla volta di Venezia.
Pietro faticava a ricordare l'ultima volta che c'era stato: doveva risalire ancora all'anno precedente, forse quando l'estate era appena iniziata. La ricordava, però, come una giornata felice, con i suoi figli tra quegli spazi che avevano visto lui bambino, e i suoi genitori che, per una volta, potevano fare i nonni direttamente a Torre San Donato, risparmiandosi il viaggio che spesso dovevano compiere fino a Venezia.
Anche se erano passati anni da quando se ne era andato, e mesi dall'ultima volta che c'era stato, la casa non era cambiata poi così tanto. Riusciva ancora a riconoscerla come propria, senza fatica.
Pietro si fermò sulla soglia della sua vecchia stanza per qualche secondo, la nostalgia e l'emozione del ritorno che gli impedivano di procedere subito. Si limitò a guardarla da lì, senza entrare: forse l'avrebbe fatto più tardi, dopo che avrebbe compiuto il passo che attendeva di realizzare da anni.
"È arrivato il momento".
Tornò al pianterreno, dove nel salotto della casa sua madre stava spolverando alcuni soprammobili della grande libreria che abbelliva la stanza. Arrivò alle sue spalle con passo felpato, ma sapeva che sua madre già si era accorta della sua presenza: si bloccò nell'esatto attimo in cui Pietro aveva fatto lo stesso, restando in piedi dietro di lei a qualche metro di distanza.
-Vorrei averti più spesso qui- mormorò Alessandra, con aria malinconica – Vieni sempre così di rado-.
-Farebbe piacere anche a me, ma ho così tante cose a cui star dietro a Venezia ... - Pietro sospirò, consapevole che un giorno sarebbe toccato a lui stare al posto di sua madre e vedere i suoi figli allontanarsi, costruire una vita loro lontano da lui – Avete ancora Andrea, però-.
-Sì, ma prima o poi se ne andrà anche lui, come avete fatto tu e Michele- sbuffò Alessandra, tornando a prestare attenzione al suo spolverare qualsiasi superficie – Ma almeno saremo tutti insieme stasera a cena-.
-Già. Non capitava da parecchio-.
Pietro lo disse casualmente, quando in realtà, di casuale, c'era ben poco.
Quando qualche giorno prima i suoi genitori gli avevano detto, durante una telefonata serale, che suo fratello maggiore sarebbe stato da loro quel sabato, aveva preso la palla al balzo dicendo loro che avrebbe potuto esserci anche lui. Era stata una decisione totalmente istintiva – quasi folle-, senza ponderare né i pro né i contro. L'aveva semplicemente detto, forse consapevole che nel rimuginarci troppo su sarebbe finito per rimandare ancora l'inevitabile giorno in cui avrebbe dovuto parlare con la sua famiglia, e spiegare certi lati di sé di cui ancora non erano a conoscenza.
A ripensarci ora, però, non si pentiva di averlo fatto: dopo aver parlato con Giada e con i suoi amici più stretti, gli sembrava il minimo mettere a conoscenza degli sviluppi della sua vita anche i suoi genitori e i suoi fratelli. Alessio era stato dello stesso avviso, quando gli aveva confidato di aver deciso che quel sabato sarebbe stato il giorno decisivo.
Nel giro di una settimana avrebbe dovuto aprirsi con così tante persone che Pietro quasi stentava a credere di aver deciso consapevolmente, e da solo senza pressioni da parte di qualcun altro, di farlo in così poco tempo.
Sperava solo che, dopo tutti i riscontri più o meno positivi che aveva avuto finora, non fosse arrivato il momento anche del primo schianto.
-State parlando di me, per caso?-.
Pietro si voltò indietro in automatico, non appena la voce di suo padre lo aveva raggiunto. Era appena rientrato in casa, dopo una sessione di giardinaggio che durava da quando Pietro era arrivato a Torre San Donato.
-Ovviamente- rispose lui, ridendo. Osservò suo padre togliersi il maglione di lana pesante che usava quando se ne stava fuori, appenderlo all'appendiabiti di fianco alla porta d'ingresso, insieme al cappello. I suoi capelli, ormai, erano quasi completamente bianchi, poche tracce del castano originario rimaste.
-Spero almeno stiate dicendo tante belle cose- Luca avanzò verso il salotto, fermandosi di fronte a Pietro e posandogli una mano su una spalla – Sei arrivato un po' in anticipo rispetto ai tuoi fratelli. Vuoi fare una partita a briscola?-.
Pietro rise di nuovo, stavolta più debolmente. Sarebbe stato facile rispondere di sì e rimandare a dopo il resto, ma sapeva che non poteva farlo.
-A dire il vero ... - si passò la lingua sulle labbra secche, sperando che la voce non gli tremasse – In realtà sono arrivato in anticipo apposta. Vi devo parlare-.
Non lesse nessuna emozione in particolare sul volto di suo padre, ma Alessandra lo costrinse a voltarsi subito verso di lei, quando gli arrivò vicino all'improvviso.
-Questa frase non mi piace per niente- mormorò, con espressione corrucciata. Sua madre era facile preda dell'apprensione, ma prima che Pietro potesse anche solo provare a risponderle, Luca parlò di nuovo:
-Sei malato? Uno dei bambini sta male?-.
-No, non è nulla di drammatico- si affrettò a dire Pietro – Sto bene, e anche Giacomo e Giorgio stanno benissimo-.
Questo sembrò almeno in parte calmarli, ma non a convincerli. Pietro notò ancora lo sguardo disorientato di sua madre e quello enigmatico di suo padre, e a quel punto si ritrovò a sospirare a fondo.
-È una cosa che riguarda me soltanto-.
Ancor prima di osservare le espressioni dei suoi genitori, andò a sedersi ad una delle poltrone che c'erano attorno al tavolino da caffè al centro del salotto. Si sentiva tornato bambino, quando sua madre lo invitava a sedersi proprio lì, su quella stessa poltrona, quando combinava qualche marachella e aveva bisogno di un rimprovero. Stavolta, però, non c'era nessun bambino e nessuna ramanzina in vista: era un uomo adulto, che riteneva di essere ormai sufficientemente padrone della sua vita.
-Forse dovreste sedervi anche voi-.
A quelle sue parole, Luca sbuffò:
-Queste sì che sono ottime premesse- commentò con ironia, anche se Pietro poteva intuire che stesse cercando di nascondere sotto quel sottile velo di sarcasmo una certa confusione – forse, addirittura, un po' d'ansia.
Sua madre, invece, non si stava nemmeno premurando di far finta di non essere preoccupata: stringeva ancora stretto in mano lo straccio che aveva usato per spolverare fino a qualche minuto prima, e teneva gli occhi scuri fissi su Pietro. Si misero entrambi seduti sul divano, fianco a fianco, di fronte a lui.
*il copyright della canzone appartiene esclusivamente al cantante e ai suoi autori
NOTE DELLE AUTRICI
Buon Natale a tutt*!🎄🎅🏻 Come promesso abbiamo riservato questo aggiornamento come regalo natalizio, e alla fine dei conti ci sono stati eventi positivi!
Giada è stata finalmente informata da Pietro della sua relazione con Alessio, e tutto sommato sembra aver reagito bene alla notizia.
Ma il giro di conversazioni da fare per Pietro sembra non essere affatto finito: nella seconda parte di aggiornamento, infatti, lo troviamo a casa dei genitori, pronto a rivelare loro qualcosa... Avete qualche idea in merito?👀
Lo scopriremo nell'ultimo aggiornamento del 2024, anch'esso doppio per concludere quest'anno in bellezza! Ci rivediamo quindi venerdì 😉
Kiara & Greyjoy
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