Capitolo 42 - Lazy Saturday mornings (Pt. 4)

-Questa non è male come opzione- borbottò Filippo, dopo un paio di minuti di silenzio.

Era passata un'altra ora, e Giulia era sicura che ormai sua sorella, Ettore, Davide e le figlie dovessero essere in dirittura d'arrivo. Quando lei e Filippo, invece, avevano usato tutto quel tempo unicamente per proseguire nella ricerca di una nuova casa, senza pensare che qualcuno avrebbe pur dovuto preparare il pranzo.

"È un problema al quale penserò dopo".

Non fu molto fiera di quel suo procrastinare consapevole, ma lei e Filippo avevano certe priorità – e il pranzo non era ancora tra quelle.

L'appartamento su cui si erano soffermati negli ultimi dieci minuti era situato nella periferia di Mestre, non distante dalla stazione. Non la zona che preferivano, ma la casa sembrava piuttosto spaziosa, con grandi finestre che davano agli ambienti un aspetto arioso e luminoso, e l'affitto non sembrava esagerato.

-Sì, possiamo tenerla in conto- annuì Giulia. Forse non rispecchiava tutte le loro esigenze come nuova casa, ma era un buon punto d'inizio da cui partire.

Filippo fece scorrere un altro po' la pagina, fino a quando Giulia non individuò un'altra opzione interessante.

-Nemmeno questa sembra male- commentò a mezza voce, riflessiva, mentre osservava le foto in corredo alla descrizione dell'appartamento. Ne avevano già individuati altri due che potevano fare al caso loro, sebbene non avessero tutte le caratteristiche che ricercavano, allo stesso modo di quell'ultimo appartamento su cui si stavano ancora soffermando.

-Dovremmo contattare le agenzie immobiliari- soppesò Giulia, dopo un minuto in cui neppure lei aveva spiccicato parola – Solo così, andando a visitare gli appartamenti, avremo un'idea più precisa-.

Sapeva già che avrebbe odiato doverlo fare – così come aveva detestato dover cercare un appartamento dove stare come studentessa quando lei e Caterina si erano trasferite a Venezia, all'inizio dell'università-, ma era necessario.

"La vita da adulti fa schifo troppo spesso".

-Va bene. Appena avremo più tempo inizieremo i nostri tour di visite- Filippo sbadigliò rumorosamente – È già tanto se abbiamo trovato qualcosa che può fare al caso nostro-.

-È solo un punto d'inizio-.

Giulia gli sorrise, accarezzandogli la nuca con gesti regolari. Le ci era voluto tempo per famigliarizzare di nuovo con gesti simili tra di loro, ma ora poteva dire di esserci riuscita, così come era riuscita a metabolizzare il fatto che, a dispetto di tutto quello che era successo tra loro, erano lei e Filippo che stavano cercando casa insieme. Ancora una volta.

-Sono sicura che troveremo altri appartamenti- disse, posandogli un bacio su una guancia – Con il tempo-.

*

L'aria di quel sabato mattina di fine Aprile era riempito dagli schiamazzi dei bambini che correvano tra i prati del parco. Il posto in cui si trovavano, non troppo distante dalla stazione di Santa Lucia, offriva una bella area verde e un angolo in cui i più piccoli potevano sfogare la propria voglia di giocare. Quello era il motivo per cui Alessio aveva scelto proprio quel posto: era una bella mattinata di sole, calda per la stagione, e Christian e Federica sembravano star divertendosi parecchio a salire e scendere dallo scivolo, con altri bambini loro coetanei. Li stava osservando a pochi metri di distanza, dopo aver concluso con loro una sessione d'altalena – lui aveva spinto Federica, mentre Pietro si era occupato di Christian.

-Tra poco devo andare- mormorò Pietro, in piedi di fianco a lui, dopo aver controllato l'ora sul cellulare. Alessio annuì, provando già la nostalgia che lo assaliva ogni volta che doveva separarsi da lui. Pietro aveva passato la notte a casa sua – avevano cenato tutti insieme, con Christian e Federica, e poi passato un paio d'ore a guardare un film prima di andare a dormire-, in un contesto così casalingo e famigliare che si era dovuto sforzare per non andare troppo in là con l'immaginazione sulla loro vita insieme, nella stessa casa.

Ora che però Pietro doveva andare, a casa di Giada come quasi ogni weekend, ad Alessio sarebbe toccato ancora una volta tornare con i piedi per terra. Ancora non vivevano insieme, e forse non sarebbe accaduto ancora per un po' di mesi.

-Forse ti converrebbe scappare ora senza che se ne accorgano- disse, facendo un cenno con il capo nella direzione dei suoi figli – O cercheranno di trattenerti-.

-Ma se me ne vado senza salutarli, poi saranno loro a togliermi il saluto per chissà quanto- replicò Pietro, ridacchiando.

Alessio si unì alla sua risata:

-Forse resisterebbero un'ora-.

-Il prossimo weekend Giacomo e Giorgio dovrebbero venire da me a casa. Potete venire anche voi-.

Pietro l'aveva proposto con occhi fiduciosi, come se ci fosse anche la sola minima possibilità che Alessio rifiutasse. Lui, in tutta risposta, gli si fece un po' più vicino; senza abbassare lo sguardo, girandosi nella direzione di Pietro solo brevemente per non rischiare di perdere di vista Christian e Federica, allungò i polpastrelli verso la sua mano, sfiorandone il dorso con il pollice.

-Sì, si può fare. Almeno giocheranno tutti insieme-.

Anche se non lo stava guardando, sapeva che Pietro ora stava sorridendo.

-Già- lo sentì dire, a mezza voce, più rilassato – Vado a salutare i bambini e poi vado. Avevo detto a Giada che sarei arrivato da lei per le undici e mezza-.

-Va bene-.

Alessio aveva annuito, ma come l'altro mosse il primo passo, lo frenò aggrappandosi al suo braccio.

-Aspetta un attimo- farfugliò, mentre Pietro si girava di nuovo verso di lui, l'espressione perplessa e confusa.

-Che c'è?- gli chiese, tornando ad avvicinarsi.

Alessio si strinse nelle spalle, nervoso:

-Mi stavo dimenticando di dirti una cosa-.

"Sono un idiota".

Lo era perché la sera prima avrebbe avuto tutto il tempo per dirglielo. Aveva avuto mille occasioni per parlargli della cosa che, invece, stava per dirgli in quell'esatto momento, pochi minuti prima che Pietro dovesse andarsene.

Aveva avuto un sacco di chance, ma alla fine non l'aveva mai fatto, sempre troppo nervoso per comunicare a voce la decisione che, inevitabilmente, avrebbe cambiato la traiettoria non solo della loro storia, ma anche delle vite di Christian e Federica.

-Cosa?- chiese ancora Pietro, gli occhi scuri che dardeggiavano sul volto di Alessio, come in cerca di una risposta.

E Alessio quella risposta gliela avrebbe data, nonostante la sensazione d'aspettativa e di ansia che stava provando. Cercò di calmarsi respirando a fondo: non aveva reali motivi per sentirsi così. Aveva riflettuto così tanto su quella decisione che alla fine, quando si era reso conto di quel che voleva davvero in pochi minuti, gli era sembrato tutto così logico. E sapeva che parlarne a Pietro sarebbe stato più semplice di quel che poteva credere – che ne sarebbe stato contento anche lui.

-Stavo pensando che nel salotto di casa tua c'è ancora spazio per aggiungerci una libreria-.

Il modo in cui Pietro aggrottò la fronte, probabilmente ancora più disorientato di prima, fu quasi comico. Ma Alessio non rischiò nemmeno per un secondo di scoppiare a ridere, rimanendo serio e continuando a parlare:

-Sai, con tutta la roba che mi devo portare dietro probabilmente me ne servirà una vuota intera ... E la stanza dei bambini sarà un bel rompicapo- si morse il labbro inferiore, il viso di Pietro ancora corrucciato – Mi sa che dovremo aggiungere un letto a castello, oltre a quello che hai per Giacomo e Giorgio. Altrimenti non saprei proprio come farceli stare tutti quando saranno in quattro-.

Avrebbe continuato a parlare, in quello che sarebbe anche potuto sembrare un delirio campato in aria, quando Pietro alzò le mani per interromperlo:

-Frena un attimo-.

Ora più che confuso sembrava sorpreso, forse speranzoso.

-Stai cercando di dirmi ... -.

Stavolta fu il turno di Alessio di fermarlo:

-Che ho passato l'ultimo mese a riflettere sulla tua proposta. Sul venire a vivere da te-.

Come disse quelle parole, vide Pietro bloccarsi, gli occhi sgranati.

-Ne ho anche parlato con Christian e Federica, visto che è una cosa che li riguarderà da molto vicino- Alessio parlò in fretta – Lo so che ci ho messo un po' di tempo a darti una risposta, ma ci ho voluto pensare davvero a fondo-.

-E hai deciso di accettare?- lo incalzò Pietro, con occhi pieni di speranza.

Alessio annuì, senza tenerlo in sospeso ancora di più:

-Sembra di sì-.

Gli sorrise allegro, nell'attesa che Pietro dicesse qualcosa – qualsiasi cosa- che esplicitasse quanto la notizia lo rendesse felice. Ma Pietro seguitava a rimanere in silenzio, gli occhi ancora pieni di stupore. Alessio cominciò a guardarlo a disagio:

-Non mi dici niente?-.

"Adesso magari scopro che ha cambiato idea lui".

Ma prima che potesse aggiungere altro Pietro si mosse, così veloce da lasciarlo interdetto, prendendogli il viso tra le mani e scoccandogli un bacio a fiori di labbra. Era stato un contatto fugace, un bacio di cui a malapena si sarebbe accorto per quanto era stato leggero, ma ad Alessio bastò.

-Ok, credo che questo sia abbastanza eloquente- disse ridendo debolmente. Era la prima volta che Pietro si lasciava andare ad effusioni in pubblico, con il serio rischio che anche Christian e Federica li vedessero; Alessio lanciò un'occhiata nella loro direzione, in cima alla costruzione del castello, ma erano troppo impegnati a disquisire con il gruppetto di bambini con cui avevano fatto amicizia quella mattina.

Per quanto riguardava il resto degli adulti intorno a loro, genitori degli altri bambini o semplici passanti, non gliene sarebbe potuto importare di meno.

-Già- mormorò Pietro, un po' rosso in volto – Sei sicuro di volerlo fare?-.

-Sì. Non penso inizieremo subito il trasloco. Ci vorranno ancora un po' di settimane- ponderò Alessio – Però intanto potremo decidere come sistemarci, organizzare gli spazi-.

Pietro annuì, sorridente:

-Dovremo decisamente farlo-.

-E poi ... -.

Alessio si interruppe esitante, mordendo il labbro inferiore.

-A questo punto, forse è anche giunto il momento di dire che non siamo più solo amici-.

Pietro stavolta non fu sorpreso da quell'affermazione: si limitò solo a chiudere gli occhi e sospirare esageratamente forte, con teatralità.

-Quindi è davvero arrivato il tempo della grande notizia?- fece, scuotendo il capo – Oddio. Dovrò seriamente prepararmi psicologicamente alle battute di Giulia-.

Arrivati a quel punto, Alessio stava ridendo sonoramente:

-Temo dovrai farlo sul serio-.

Sapeva che in realtà, a dispetto di quella reazione esasperata, Pietro era felice di quel che prospettava loro il futuro. E lo era anche lui: c'era sempre la paura di sbagliare, di rovinare tutto ancora una volta e di non poter sistemare le cose, ma cresceva sempre di più anche la voglia di costruire una nuova vita come non se l'era mai immaginata prima. Con Pietro poteva farlo.

Lasciò che Pietro gli avvolgesse le spalle con un braccio, attirandolo a sé. Gli posò le labbra sulla fronte, e Alessio si lasciò cullare da quel contatto.

-Va bene. È un prezzo che pagherò volentieri pur di avere te, Christian e Federica in casa-.

Risero entrambi, a mezza voce, con il cuore leggero.











NOTE DELLE AUTRICI
Se Giulia e Filippo non sembrano particolarmente ottimisti con i loro progetti di trasloco, pur avendo individuato alcune opzioni da tenere in conto, Alessio e Pietro sembrano passarsela un po' meglio di loro (strano ma vero!).
Alessio, infatti, rivela infine a Pietro di aver deciso di tornare a vivere da lui... E di certo la reazione dell'altro è stata di sorpresa, ma anche di gioia 🥹
Insomma, sembra proprio che la loro storia si stia muovendo forse velocemente, ma anche in maniera positiva... continuerà ad essere così?
Per capirlo dovrete continuare a leggere, perció vi diamo appuntamento a mercoledì prossimo con l'inizio del capitolo 43... l'ultimo per questo 2024 😮
Kiara & Greyjoy

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