Capitolo 42 - Lazy Saturday mornings (Pt. 3)
Cercò di parlare ancora con lo stesso tono leggero e tranquillo di prima, ma in verità era una domanda calcolata. Un po' come lo erano state tutte quelle che aveva posto nelle ultime settimane, tutte riguardanti Pietro e tutte riguardanti la possibilità di passare più tempo con lui.
-Fa ridere- Federica fu la prima a rispondere – E gioca bene ai Lego-.
-Sì, eh?- Alessio dovette soffocare una risata, ma d'altro canto poteva comprendere che, dal punto di vista di una bambina di quasi tre anni, quella fosse una dote degna di nota – Vi ricordate quando vi avevo chiesto se vi sarebbe piaciuto vivere in un'altra casa?-.
Christian era tornato a voltarsi verso di lui, annuendo vistosamente. E a quel punto, con un po' d'ansia, Alessio si lanciò per davvero nella fatidica domanda a cui si stava preparando da settimane – sin dalla prima volta in cui, quasi in modo invisibile, aveva cominciato ad introdurre quell'argomento con i suoi figli:
-La casa di zio Pietro vi piace? La conoscete bene, ormai-.
-Sì, è bella- gli rispose Christian, che si era alzato a sedere, con Federica che gli fece coro, continuando a ripetere "bella" distrattamente, mentre continuava a sfogliare il suo libro.
Alessio sorrise, un po' più rincuorato:
-Vi piacerebbe abitarci?-.
Non aveva idea di come avrebbero reagito entrambi ad uno scenario simile. Se l'era chiesto così tante volte, da quando Pietro gli aveva proposto di andare a vivere da lui, che aveva perso il conto. E se per quanto lui stesso temesse e desiderasse allo stesso tempo compiere un passo del genere, non poteva non tener conto che non era una questione che riguardava unicamente lui. Christian e Federica avevano già subito diversi cambiamenti: cambiare casa era inevitabile in qualsiasi caso, che decidesse di accettare la proposta di Pietro o meno, ma si sarebbe aggiunto alla lista di tante cose che avrebbero modificato la loro vita in maniera permanente.
Cercare di far vivere loro quel possibile cambiamento nel modo meno traumatico, andando per gradi, era qualcosa di dovuto.
-Ci sono anche Giacomo e Giorgio?- chiese Christian, ora più interessato.
-Non tutti i giorni- gli ricordò Alessio – Ma li vedreste spesso-.
-Possiamo giocare a casa dello zio Pietro?- chiese Federica.
Alessio annuì, ridendo debolmente:
-Certo-.
-E guardare i cartoni animati?- domandò ancora Christian.
-Sì, direi che si può fare-.
Le priorità dei bambini erano decisamente diverse dalle sue, ma d'altra parte, si ritrovò a ponderare, era giusto così. Toccava a lui pensare ai lati più pratici, non certo a loro.
-Lo zio Pietro starebbe con noi molto più tempo rispetto ad adesso- disse, con cautela. Non aveva dubbi sul fatto che Christian e Federica sarebbero stati contenti di passare più tempo con Pietro, ma c'era una differenza abissale tra il vederlo spesso e viverci sotto lo stesso tetto. Sperava di poterglielo far capire appieno, anche se era inevitabile che molte cose le avrebbero comprese solo quando le avrebbero vissute.
-Perché è casa sua- completò Christian per lui, con fare ovvio.
Alessio annuì:
-Esatto. Quindi sarebbe con noi ogni giorno-.
-Mi piace!- esclamò Federica, entusiasta. Ormai aveva lasciato del tutto perdere il libro, mettendosi in piedi e saltellando di qua e di là. Tempo un minuto e finì addosso alle gambe di Alessio, ma fu più veloce lui: riuscì a portare le mani sulle spalle di sua figlia prima che rischiasse di cadere, tenendosela accanto.
-Stai attenta- la redarguì dolcemente, lasciandole un bacio sul capo.
Si accorse solo in quel momento che Christian lo stava guardando perplesso:
-Ma perché andiamo a casa dello zio Pietro?-.
"Come spiegarlo senza troppi fronzoli?".
Alessio sospirò a fondo:
-Ecco ... -.
Si sentiva agitato come se, tornato adolescente, si fosse trovato di fronte a sua madre a doverle dare la notizia che in realtà l'amico con cui usciva così spesso ultimamente non era solo un amico. Solo, farlo con sua madre sarebbe stato nettamente più facile che farlo con i suoi figli. Sia lui che Alice avevano sempre cercato di mostrare e spiegare loro che potevano esserci tanti tipi di famiglie diverse, senza malizia e senza pregiudizi – e un giorno nel futuro sapeva che, inevitabilmente, sarebbero finiti a parlare anche di tutto ciò che riguardava la sfera dell'orientamento sessuale di una persona, compreso il suo. Ora che però non erano esempi a caso, ma era lui stesso a dover parlare della sua situazione, era tutto più complicato.
"O forse dovrei semplicemente dirlo e basta".
Cercò di non farsi prendere ulteriormente dal panico, mentre trovava le parole per spiegarsi al meglio possibile, sotto lo sguardo curioso di Christian e Federica.
-Perché io e lo zio Pietro ci vogliamo molto bene-.
Avvertiva il proprio cuore accelerare il battito, agitato.
-E quando due persone si vogliono così tanto bene, vogliono sempre stare insieme, e quindi vivono nella stessa casa- continuò a parlare, scegliendo le parole con cura – Un po' come la mamma con Sergio: si volevano così tanto bene che sono andati a vivere insieme-.
Si rese conto di aver fatto un paragone azzardato troppo tardi, quando l'espressione di Christian si tramutò in un sorriso spento:
-Quindi la mamma non ci vuole più bene?-.
Quell'unica domanda riuscì a investirlo di tutta la tristezza che doveva star provando suo figlio in quel momento. Si era aspettato che prima o poi Christian o Federica gli avrebbero posto quella domanda, dopo la partenza di Alice, ma non era pronto in ogni caso ad affrontarla.
Allungò una mano verso Christian, invitandolo ad accoccolarsi accanto a lui, esattamente come aveva fatto Federica.
-No, amore. La mamma vi vorrà sempre bene, più di chiunque altro-.
Gli accarezzò i capelli con gesti calmi, spostando gli occhi da Christian a Federica.
-Di solito se ci si vuole bene si vive tutti insieme, ma ci sono altri motivi per cui lei non può tornare a Venezia subito- disse ancora – Ti ricordi che ne abbiamo parlato?-.
Fortunatamente, Christian annuì:
-Sì. E tu e la mamma non vi volete più bene?-.
-Certo che ce ne vogliamo- parlò ancora Alessio, sincero – Ma ora lei ne vuole di più a Sergio, e io allo zio Pietro. E va bene così: è solo un voler bene diverso, non meno importante-.
Non era sicuro che avrebbero capito subito cosa esattamente intendesse, ma era probabile che, prima o poi, lo avrebbero fatto.
-Ma in qualunque posto andremo a vivere e con qualunque persona, io e la mamma vorremo sempre bene a voi due più di tutti gli altri, capito?-.
-Ok- Christian sembrò non trovare altre obiezioni a quelle sue ultime parole, anche se la sua fronte era ancora aggrottata – Ma non possiamo rimanere qui?-.
-No, amore. Purtroppo non sempre possiamo fare tutto quello che vogliamo. Ma andremo dallo zio Pietro- Alessio cercò di sorridere, forse per trasmettere loro più serenità possibile – Staremo bene con lui-.
Si rese conto, nel pronunciare quelle parole, che lui per primo aveva finalmente preso una decisione su dove sarebbero andati a vivere di lì a qualche mese. Forse era ciò che aveva voluto sin dall'inizio, sin dal primo momento in cui Pietro gli aveva fatto quella proposta, frenato però dalla paura di aggiungere un altro cambiamento nella vita di Christian e Federica, intimorito lui stesso da un passo così importante.
Ma non stava provando ansia, in quel momento, al pensiero di tornare a vivere sotto lo stesso tetto di Pietro. Era qualcosa che desiderava anche lui, e qualcosa di cui avrebbero dovuto parlare di nuovo il prima possibile.
*
-Non so se sia stata una grande idea passare così tutta la mattina- mormorò Giulia con voce sommessa, mentre fissava lo schermo del laptop con aria sempre più perplessa. La luce della tarda mattinata di fine Aprile entrava dalla finestra aperta, rischiarando la cucina. Sul tavolo, oltre al pc portatile, c'erano ancora le due tazzine da cui lei e Filippo avevano bevuto il loro primo caffè della giornata.
L'appartamento era insolitamente quieto, ma Giulia sapeva che quella tranquillità era dovuta unicamente al fatto che Alberto, per quella mattina, avesse deciso di essere particolarmente dormiglione. Lo avevano riportato nella sua culla mezz'ora prima, e da quel momento non aveva dato alcun segno di volersi risvegliare.
Giulia lanciò un'occhiata al suo cellulare, ma non notò nessuna nuova notifica di qualche messaggio: doveva star andando tutto bene nella gita veneziana che sua sorella, con Ettore e il piccolo Davide, dovevano star facendo in compagnia delle gemelle. Sarebbero tornati lì per il pranzo – cosa a cui Giulia si rifiutava ancora di pensare, pur consapevole che sarebbe toccato a lei dover cucinare qualcosa.
L'arrivo di Ilaria per quella giornata di visite era stato provvidenziale, visto che non avere Caterina e Beatrice in casa stava permettendo a lei e a Filippo di lanciarsi in quell'impresa che avevano evitato e rimandato per troppo tempo: l'inizio della ricerca di una nuova casa.
Impresa di cui Giulia già si stava pentendo, ben consapevole di quanto sarebbe stata dura.
-Prima o poi avremmo dovuto farlo, quindi ... - Filippo scosse il capo, continuando a scorrere la pagina di annunci di appartamenti in vendita ed in affitto – Solo che non credevo sarebbe stato così difficile-.
Giulia sospirò a fondo:
-Io invece non avevo aspettative di semplicità-.
L'idea di trasferirsi non la allettava per tantissimi motivi, ma non c'era modo di poter continuare a vivere in quell'appartamento ancora per anni: cominciavano a starci stretti, nel rimanere lì in cinque, già adesso che Alberto era ancora solo un bambino di quasi sette mesi. Non osava immaginare come sarebbe stato di lì a pochi anni.
-Diciamo che cercare un appartamento in cui viverci da soli non è come cercarne uno in cui entrarci in cinque- commentò ancora Filippo, che di certo non doveva legare la ricerca di una nuova casa a ricordi dolci. L'ultima volta che ci si era cimentato era stato nel periodo in cui avevano sfiorato la separazione per pochissimo, e Giulia si era persino meravigliata che non ne avesse ancora fatto cenno. Forse anche lui preferiva lasciare quei ricordi nel dimenticatoio il più possibile.
-Abbiamo appena iniziato la ricerca. È normale che non troveremo nulla subito- cercò di essere un po' più ottimista, anche se era consapevole che la sua voce non doveva essere parsa così convinta come avrebbe voluto – Però i prezzi ... -.
Tornò a studiare meglio le soluzioni che la loro ricerca aveva dato. Non c'erano moltissimi appartamenti in affitto che potessero permettersi entro i confini di Venezia, ed era qualcosa che aveva preventivato ... Ma non si era aspettata nemmeno che la situazione fosse così tragica.
-Sul serio? Sono insostenibili-.
Filippo annuì:
-Credo che dovremo decisamente allargare la zona di ricerca-.
-Quindi andiamo fuori Venezia?-.
"Come volevasi dimostrare".
Giulia non era troppo entusiasta di quell'eventualità, ma era altrettanto consapevole che, in una situazione simile, avrebbero dovuto cercare diversi compromessi. Forse, prima o poi, si sarebbe abituata a vivere anche altrove, seppur non a Venezia come per gli ultimi dieci anni.
-Sì. Rimarrei su Mestre, come avevamo detto, per non andare troppo distanti- confermò Filippo.
-Proviamo-.
Giulia girò il laptop nella sua direzione, per essere facilitata nell'usare la tastiera e il touchpad. Sistemò i filtri della ricerca, premendo subito invio. I primi risultati la fecero scoraggiare, almeno in parte.
-Anche qui, prezzi impossibili ... - sospirò di nuovo, scorrendo la pagina sempre più in basso – A parte qualche posto, in realtà-.
-Peccato che in un appartamento simile dovremmo stare in tre in una stanza per entrarci tutti- commentò con ironia pungente Filippo, indicando una delle tante opzioni che potevano sembrare vantaggiose nel prezzo d'affitto, ma che poi presentavano problemi di dimensioni e di possibili ristrutturazioni – Non fanno più le case di una volta-.
A quelle sue parole, Giulia non riuscì a trattenere una risata:
-Mi sembri un sessantenne che si lamenta che al giorno d'oggi le cose vengono fatte diversamente da trent'anni fa-.
-Beh, un po' è vero-.
Giulia non lo corresse, continuando a ridere debolmente.
NOTE DELLE AUTRICI
Sembrerebbe che la conversazione tra Alessio e i suoi figli sia andata sufficientemente bene, e oltre a spiegare loro di che tipo sia la sua relazione con Pietro, scopriamo che Alessio sembra davvero intenzionato ad accettare la proposta di convivenza! Cosa che dovrà dire anche a Pietro... prima o poi 😂
Ma loro non sono gli unici del gruppo a dover pensare a dove vivere: anche Giulia e Filippo, infatti, in questo periodo si trovano alle prese con l'idea di trasferirsi in una nuova casa... cosa che non sembrerebbe affatto semplice 🥲
Ci rivediamo venerdì per il finale di capitolo!
Kiara & Greyjoy
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