Capitolo 42 - Lazy Saturday mornings (Pt. 2)
-Quindi era questo il programma che avevi in mente?-.
Alessio si mosse appena tra le lenzuola sfatte, il corpo spossato e il sonno che cominciava ad arrivare. Non aveva idea di che ore fossero, ma non doveva essere passata più di un'ora e mezza da quando erano rientrati: ormai non doveva mancare molto all'ora di cena. Per quanto stesse cominciando ad avvertire un certo languorino, l'idea di doversi alzare da quel letto, farsi una doccia e possibilmente preparare qualcosa da mangiare – o, più correttamente, osservare Pietro mentre cucinava-, non lo allettava per niente. Avrebbe preferito di gran lunga rimanere steso lì, a scaldarsi nel calore del corpo nudo di Pietro.
-Passare il resto del mio compleanno a letto?-.
A quelle domande Pietro rispose con uno sbuffo divertito. Si passò una mano sul viso, gli occhi chiusi sebbene Alessio fosse sicuro che si stesse sentendo osservato sotto il peso del suo sguardo.
-Non esattamente- esalò dopo qualche secondo, portando una mano sulla schiena di Alessio e tracciando percorsi sulla pelle – Dopo cena voglio portarti in un posto-.
Alessio alzò subito il viso, che fino a quel momento aveva tenuto posato sul petto dell'altro.
-Dove?-.
Pietro non aveva fatto cenno in nessun momento in tutta la giornata – e nemmeno nelle precedenti- a qualcosa del genere. Non aveva idea di cosa avesse in mente, e la curiosità cominciò già a divorarlo. Tutto ciò che ebbe in risposta fu, però, un sorriso scaltro.
-Sorpresa-.
Pietro aveva riaperto gli occhi, giusto in tempo per vedersi rifilare l'espressione esasperata che Alessio gli stava rivolgendo:
-Sul serio?- fece, dandogli un buffetto sulla spalla – Dammi almeno un indizio-.
-No, o indovineresti subito-.
Alessio sapeva che era inutile insistere: quando Pietro si metteva in testa di fare il misterioso, l'avrebbe fatto fino alla fine senza farsi scucire nulla di bocca.
-Che noioso che sei- borbottò, scuotendo il capo. Non lo pensava davvero – era quanto mai intrigato da quello che poteva aver organizzato Pietro-, ma era spassoso fingersi almeno un po' offeso. Pietro, di certo, si stava divertendo parecchio: rideva ancora sotto i baffi, e per quanto Alessio avesse fatto finta di volersi spostare un po' più lontano da lui, glielo aveva impedito tenendolo tra le sue braccia.
-Ti ricrederai quando arriveremo al posto prescelto-.
Alessio si limitò a sospirare, guardandolo di rimando, e ritrovandosi a pensare che avrebbe voluto più giorni e più serate così, spensierate e con l'unico problema di scoprire dove Pietro lo avrebbe portato.
I am beautiful with you
Even in the darkest part of me
I am beautiful with you
Make it feel the way it's supposed to be
You're here with me
Just show me this and I'll believe
That I am beautiful with you
(Halestorm - "Beautiful with you")*
*
Pietro era stato bravo a non cedere alle sue domande inquisitorie e non fargli capire minimamente, senza alcun indizio e senza tradirsi nemmeno per un secondo, dove erano diretti quella sera. Alessio si era ritrovato a elencare a mente tutte le opzioni possibili, senza soffermarsi però su una in particolare che gli facesse dire che doveva essere quella di sicuro.
Quando però Pietro gli aveva fatto capire che avrebbero dovuto usare l'auto, e quindi andare fuori Venezia, il primo sospetto era comparso nella sua mente. Ed ora che si ritrovavano a Mestre, in una strada che Alessio già conosceva perché l'aveva percorsa già una volta, mesi prima, non poteva fare a meno di pensare che le intenzioni di Pietro erano state ovvie sin dall'inizio.
-Dovevo aspettarmelo- fece Alessio, non appena sceso dall'auto – Anche se sinceramente un po' avevo perso la speranza che un giorno mi ci avresti portato-.
Avevano parcheggiato poco distante dalla loro meta. Le luci del Celebrità lo rendevano visibile da ogni angolo della zona, soprattutto ora che si stagliava sullo sfondo del cielo notturno.
-Non me lo avevi più chiesto, quindi era arrivato il momento giusto per portartici- replicò Pietro sarcastico, raggiungendolo ed affiancandolo. Si avviarono velocemente lungo il marciapiede, arrivando alla meta in pochi minuti. Erano solo le dieci di sera, eppure c'era già la fila all'entrata, la musica sparata all'interno che si avvertiva anche lì fuori.
-Pensi che ci sarà anche Martino?- chiese Alessio. Per quel che ne sapeva, Pietro poteva anche essersi accordato con lui per vedersi al locale, e la cosa non lo avrebbe sorpreso affatto. Se doveva essere sincero, incontrare Martino gli avrebbe fatto piacere: a parte qualche incontro veloce e saltuario, era da Novembre che non si vedevano sul serio.
-Non ne sono sicuro, ma stasera ci dovrebbe essere la serata a tema Lady Gaga- Pietro sembrò pensieroso, mentre lo diceva – Non credo se la perderà-.
-Ma secondo te potevo perde la serata a tema Lady Gaga?-.
Martino lo stava guardando a metà tra lo scioccato e il deluso.
-Ma famme ride'-.
Pietro rise debolmente, accompagnato da Alessio, che doveva aver assistito a quel loro scambio di battute cercando di trattenersi dallo scoppiare a ridere troppo presto.
Non era stato del tutto sicuro che Martino sarebbe stato lì quella sera, dato che non gli aveva detto in anticipo che ci sarebbero stati lui ed Alessio, ma la fortuna aveva girato dalla sua parte: lo avevano incrociato ancor prima di entrare nel Celebrità, quando erano ancora in fila. Martino era piombato loro addosso da dietro, con verve e con una mise tutt'altro che sobria – come era sua tradizione.
Erano riusciti ad entrare da una quindicina di minuti, fermandosi in piedi in un angolo non troppo affollato per poter parlare senza dover urlare per farsi udire sopra la musica – probabilmente avrebbero avuto l'intera discografia di Lady Gaga ad accompagnarli, almeno per quella sera. Non avevano ancora ordinato nulla al bancone, ma per quello c'era tempo: la serata era solo appena iniziata.
-Il make up è a tema?- gli chiese ancora Pietro. Anche se non aveva le palpebre coperte da ombretti dai suoi tipici colori sgargianti, il trucco era reso extra dai tratti di eyeliner nero.
-Preso direttamente spunto dal video di Judas- rispose Martino, con soddisfazione evidente – "I'm just a Holy Fool, oh, baby, it's so cruel, but I'm still in love with Judas, baby"-.
-Ti vedo preparato sul tema- commentò Alessio.
Pietro lo osservò per qualche secondo in silenzio: sembrava essere a suo agio, piuttosto contento del posto in cui lo aveva portato. E, d'altra parte, era quello l'effetto che aveva sperato di avere – soprattutto dopo tutte le volte che Alessio gli aveva rinfacciato di non averlo ancora invitato a passare una serata al Celebrità.
-Tu invece come te la stai a passà, ora che sei invecchiato di un altro anno?-.
A quella domanda di Martino, Alessio sbuffò:
-Esattamente come ieri, quando avevo un anno in meno-.
-Non sei diventato più saggio?-.
-Adesso non esageriamo- replicò Pietro, guadagnandosi un'occhiataccia da Alessio.
Martino ignorò del tutto quel suo intromettersi, continuando a rivolgersi soltanto al biondo – stavolta con un'espressione apertamente sconveniente:
-Hai ricevuto almeno il pacco regalo da parte del tuo adorato fidanzato?-.
Se fossero stati in un posto più illuminato, Pietro era sicuro che avrebbe potuto notare la sfumatura rossa che doveva aver ricoperto le gote di Alessio in quell'esatto momento. L'unica cosa che poté osservare, però, fu la sua espressione d'imbarazzo, forse ripensando, esattamente come stava facendo lui, a come avevano passato la serata da soli.
-Ho come l'impressione che l'ambiguità sia del tutto voluta- gracchiò Alessio, senza dare una vera risposta.
Pietro sbuffò:
-Tipico suo-.
Era decisamente venuto il tempo di abbandonare Martino – e le sue domande un po' troppo ficcanaso- per un po'. Allacciò le dita intorno all'avambraccio di Alessio, con tutta l'intenzione di trascinarlo altrove:
-Andiamo a ballare-.
A quelle parole, Martino rise di gusto:
-Ah, paura che se scoprano gli altarini?- chiese, con ancora un sorriso malizioso – Mille anni a portarlo qui, e poi me lo fai scappà così?-.
-Anche troppo- replicò Pietro, che si stava già allontanando, con un Alessio troppo impegnato a ridere sotto i baffi per essere in grado di dire qualsiasi cosa – A dopo!-.
Si buttarono nella mischia subito dopo, perdendo Martino di vista quasi subito nel caos della folla. Pietro era sicuro che l'avrebbero ritrovato, in un modo o nell'altro, successivamente, ma per il momento avrebbe mantenuto fede alla promessa fatta ad Alessio: una serata tra loro due per festeggiare al meglio il suo compleanno.
Arrivarono nella zona del locale dove la musica era più forte e le luci stroboscopiche rischiavano di far ubriacare chiunque con i loro giochi luminosi e colorati. Pietro allungò un braccio per cingere la schiena di Alessio, e farlo avvicinare di più a sé. Fu in quel momento, a quel tocco, che l'altro si sporse verso di lui, accostandoglisi ad un orecchio per farsi udire:
-Beh ... - Alessio parlò con voce vagamente roca – Potevi almeno dirglielo che in effetti mi hai consegnato il tuo personale pacco regalo-.
Tutto quello che riuscì a fare Pietro per i primi secondi – ebbro del profumo di Alessio, che da così vicino gli era entrato nelle narici, e desideroso di replicare di nuovo quel pomeriggio passato insieme il prima possibile, anche quando sarebbero rientrati a casa quella notte- fu scuotere il capo, incredulo.
-Martino ha decisamente una pessima influenza su di te-.
Alessio gli rise mentre gli era ancora addosso, in un modo che fece supporre a Pietro che quella serata era qualcosa di desiderato tanto quanto l'aveva desiderata lui stesso.
*
C'era pioggia che cadeva lungo i vetri delle finestre del salotto, tracciando decine di percorsi con le gocce che cadevano sempre più verso il basso, fino a sparire. Aveva smesso di piovere da poco, ma il cielo era così grigio e le nuvole ancora così cariche che Alessio era sicuro che, prima che arrivasse l'ora di pranzo, avrebbe ricominciato a breve.
-Quando arriva lo zio Pietro?- la voce di Christian lo fece tornare a voltarsi verso i suoi figli, seduti con lui sul grande tappeto rosso che copriva la maggior parte della superficie del salotto. Erano lì sin da dopo colazione – circa un'ora, calcolò Alessio-, e d'altra parte, con quel tempaccio tipico della primavera inoltrata, non potevano fare molto altro. Era sabato mattina, e Alessio si era ripromesso di portare Christian e Federica fuori, magari in uno dei parchi della città, ma la pioggia aveva inevitabilmente cambiato ogni programma.
Era toccato rimanere in casa, passare il tempo al meglio delle possibilità, con la sola speranza che il pomeriggio potesse andare meglio di quanto non aveva fatto la mattinata.
-Probabilmente domani sera- gli rispose Alessio, sorridendogli – Doveva stare con Giacomo e Giorgio, ricordi?-.
Christian annuì, rimanendo in silenzio, forse non del tutto soddisfatto dalla risposta ricevuta. Alessio poteva capire a cosa fosse dovuta la delusione: sia lui che Federica si erano ormai abituati a vedere Pietro molto tempo durante la settimana, molto di più di quanto non accadesse fino a tre settimane prima, quando Alice doveva ancora partire. E forse, ad ogni sua assenza non del tutto preventivata, c'era ancora lo spettro dei mesi invernali durante i quali non l'avevano visto nemmeno una volta, la sua assenza che, come era pesata ad Alessio, era pesata anche a loro.
Sperò che ricordare a Christian che Pietro doveva semplicemente passare un po' di tempo con i suoi, di figli, potesse bastare a tranquillizzarlo – a fargli capire che Pietro sarebbe tornato presto.
-Non siete contenti di stare con il vostro papà?- chiese, con tono leggero, scompigliando i capelli biondi di entrambi. Federica, fino a quel momento, non aveva badato molto allo scambio di battute che c'era stato tra lui e Christian, preferendo continuare a sfogliare uno dei tanti libri per bambini che c'erano in casa, ma ora aveva alzato il viso nella sua direzione:
-Possiamo vedere i cartoni animati?-.
Alessio rise, un po' divertito e un po' spiaciuto di non aver ricevuto alcun riscontro alla sua domanda:
-Tra un po', tesoro-.
Prima che potesse aggiungere altro, fu di nuovo Christian a parlare:
-Ma sei sicuro che viene domani sera?-.
Aveva lasciato perdere i mattoncini Lego con cui si stava scatenando nel creare le più improbabili costruzioni, fissando Alessio con attesa.
-Se non ci sono imprevisti dovrebbe venire- gli rispose, cercando di apparire più convincente. Era evidente che il primo tentativo non fosse bastato a rassicurarlo.
Stavolta quella sua risposta sembrò soddisfare Christian. Alessio lo osservò mentre qualche secondo dopo tornava a giocare, sdraiato supino sul tappeto, due mattoncini – uno bianco e uno giallo- tra le mani. Si ritrovò inconsapevolmente a sospirare a fondo, chiedendosi se avessero ereditato direttamente da lui quella paura dell'abbandono e se sarebbe peggiorata con il passare degli anni.
-Vi piace stare con lo zio Pietro?-.
*il copyright della canzone appartiene esclusivamente alla band e ai suoi autori.
NOTE DELLE AUTRICI
Alla fine Pietro aveva un programma ben specifico per festeggiare il compleanno di Alessio: portarlo al Celebrità, in onore di una vecchia promessa fattagli in uno dei capitoli passati. Non è la prima volta che Alessio è stato al locale, è vero, ma perlomeno stavolta ci sono andati insieme e con ben altro spirito rispetto a quando lui e Pietro ci si sono incontrati nel capitolo 32!
Nella seconda parte, invece, seguiamo ancora Alessio, alle prese con Christian e Federica. Sembra che l'ultima domanda di questo aggiornamento lasci presagire una certa conversazione... Come finirà?
A mercoledì prossimo per scoprirlo!
Kiara & Greyjoy
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