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Chris è solito salutarmi sempre e trovare qualche istante per scambiare un paio di parole quando mi fermo in caffetteria per la pausa pranzo, anche quando ci sono molti clienti, e quindi capisco subito che c'è qualcosa che non va quando non vedo ricambiato il mio cenno di saluto; in un primo momento penso che non mi abbia vista, ma quando provo a chiamarlo più volte, ad alta voce, ed ancora non ricevo alcuna risposta allora capisco che non si tratta di una semplice casualità: mi sta ignorando apposta e non ne capisco il motivo.
Alla fine riesco a trovare il modo di parlare con lui perché è costretto a portare la mia ordinazione; viene al mio tavolo solo perché tutti gli altri camerieri sono già impegnati con altre ordinazioni e non perché desidera chiacchierare brevemente con me, come di solito accade, e questo particolare contribuisce solo a convincermi maggiormente che qualcosa tra noi due è accaduto.
In qualche modo, nel nostro rapporto d'amicizia si è formata una sottile crepa.
Sono costretta ad insistere, perché in un primo momento cerca di sottrarsi alle mie domande, ma alla fine cede alla pressione e, sempre senza guardarmi negli occhi, confessa che la sua improvvisa ritrosia nei miei confronti ha a che fare con l'imbarazzante episodio accaduto al ristorante.
"Non è successo nulla al ristorante, Chris, non devi sentirti in imbarazzo perché non è necessario, credimi" provo a rassicurarlo, perché sono certa di avere capito quale sia il problema, ma subito dopo mi rendo conto di aver frainteso la sua reazione; e me ne rendo conto grazie alla sua risposta, che mi lascia sconcertata.
"No, è solo che... Non pensavo fossi quel genere di persona. Tutto qua" posa il cappuccino sopra il tavolo e prova ad allontanarsi di nuovo, ma lo blocco prontamente per la seconda volta perché adesso esigo ancora più spiegazioni da parte sua.
"Scusa, ma che cosa intendi dire con non pensavo fossi quel genere di persona? Che significa?" domando, corrucciando le sopracciglia.
"Hai capito a cosa mi sto riferendo"
"No, affatto, altrimenti non ti avrei appena chiesto di spiegarmi la tua risposta"
"Vera, devo lavorare adesso, se non te ne fossi resa conto. Non posso perdere tempo in chiacchiere con tutti i clienti, altrimenti rischio di ritrovarmi senza più un lavoro e... Beh... Io ho bisogno di questi soldi"
"E con quest'ultima frase cosa vorresti dire? E perché improvvisamente non puoi fermarti a scambiare qualche parola con me, se finora lo hai sempre fatto?"
"Le cose cambiano, Vera"
"Stai facendo questa sceneggiata perché mi hai vista insieme ad un altro uomo?" insisto, perché voglio scoprire qual è il problema "non sono libera di frequentare chi voglio, scusa?"
"Per quel che mi riguarda sei liberissima di frequentare chiunque tu voglia... Semplicemente non immaginavo che preferissi la compagnia di uomini così... Maturi. Evidentemente, mi sono fatto un'idea sbagliata sul tuo conto. Tutto qua. Buona giornata"
"Buona giornata un cazzo!" esclamo, lasciando da parte le buone maniere e senza prestare attenzione alle persone che si girano verso di me perché ho parlato con un tono di voce più alto del normale "ti rendi conto di quello che hai appena detto? Come dovrei sentirmi? Tu... Tu mi hai deliberatamente offesa! Dal momento che sono libera di frequentare chi voglio io, perché per te dovrebbe essere un problema se esco in compagnia di un uomo più grande di me?"
"Perché lo sanno tutti che una ragazza giovane frequenta un uomo molto più grande di lei solo perché c'è di mezzo uno scopo secondario, altrimenti perché dovrebbe farlo? Ci sono rimasto male quando ti ho vista in sua compagnia perché non immaginavo che fossi una persona così arrivista, ma evidentemente sei abituata ad un tenore di vita così alto che per mantenerlo devi uscire con una determinata categoria di uomini".
Dopo la sua risposta secca e tagliente, lascio andare immediatamente il suo braccio e lo fisso ad occhi spalancati; non so in che modo ribattere: cattiverie simili sono abituata a sentirle in ambito lavorativo, dai colleghi invidiosi, nessuno si aspetterebbe di sentirle pronunciare dalle labbra di una persona amica.
È proprio vero che non ci si può fidare di nessuno perché tutti sono pronti a pugnalarti alle spalle in qualunque momento, soprattutto quando meno te lo aspetti.
Le parole di Chris non meritano alcuna risposta, e dopo quello che ha detto non sono intenzionata a trascorrere un solo istante in più nella caffetteria; mi alzo dal divanetto, recupero il cappotto e la borsa, ordino un cappuccino d'asporto al bancone, pago la mia ordinazione e rientro a lavoro a stomaco vuoto e senza salutare nessuno.
Non ricambio neppure il saluto di Andy, che è appena arrivata perché oggi ha il turno pomeridiano, e difatti, visto che al momento non ci sono ancora clienti, mi segue prontamente nel mio ufficio per chiedermi cosa è successo perché, come mi fa osservare lei stessa, è evidente che qualcosa sia accaduto.
"Ohh, no, non è accaduto proprio nulla!" esclamo, sistemando la borsa ed il cappotto su un appendiabiti "devo solo decidere in quale nuova caffetteria trascorrere le mie prossime pause pranzo. Tutto qua"
"Perché? Cosa è successo? È accaduto qualcosa tra te e Chris?" Andy si affretta a chiudere la porta del mio ufficio, affinché nessuno possa origliare la nostra conversazione; qui dentro ci sono così tanti serpenti che non rimarrei affatto sorpresa se qualcuno dovesse commettere veramente un'azione così meschina "vuoi parlarmene? Cavolo, se è successo qualcosa tra voi due, deve essere stato qualcosa di molto grave perché hai un'aria sconvolta"
"L'avresti anche tu se avessi sentito le parole che ha avuto il coraggio di rivolgermi!" mi lascio cadere sulla poltroncina sistemata dietro la mia scrivania ed inizio a tamburellare le dita della mano sinistra sul coperchietto di plastica del mio cappuccino d'asporto; Andy occupa a sua volta una delle poltroncine messe a disposizione per i clienti, e dietro sua esortazione, le racconto la conversazione avuta con Chris in caffetteria.
Non c'è alcun bisogno che le spieghi quello che è accaduto in precedenza, perché è a conoscenza sia del secondo appuntamento che ho avuto con George, sia della nostra nuova frequentazione e sia dell'incidente imbarazzante avvenuto al ristorante; al termine del mio racconto, anche Andy è sconcertata, proprio nello stesso modo in cui lo ero io in caffetteria.
"Ha avuto davvero il coraggio di dirti questo?"
"Sì, e vuoi sapere qual è la parte peggiore? Non mi sarei mai aspettata di sentire parole simili proprio da parte sua. Perché lo ha fatto? Perché è stato così stronzo all'improvviso e senza alcun motivo? Non riesco proprio a capirlo. Mi ha definita un'arrivista, te ne rendi conto? Ed anche se non lo ha detto a parole, ha lasciato intendere che mi considera un'escort!"
"Non lo dico per difenderlo, ma non sono così sicura che abbia avuto questa reazione senza alcun motivo... Penso piuttosto che tu non abbia intuito alcuni retroscena, Vera"
"Alcuni retroscena? A cosa ti stai riferendo?"
"Ahh, Vera, io proprio non capisco! Quando si tratta di certi argomenti ti trasformi nella persona più ingenua al mondo! È proprio vero che le persone non si accorgono mai di quello che hanno sotto gli occhi!" sospira Andy, scuotendo i lunghi e folti capelli castani "in tutta onestà, ho l'impressione che le parole di Chris siano quelle di una persona gelosa. Pensaci bene: perché il suo comportamento è cambiato così drasticamente dopo l'incidente imbarazzante al ristorante? Perché avrebbe voluto essere lui l'uomo a tuo fianco, mi sembra ovvio. Ha detto quelle parole semplicemente perché si sta rodendo il fegato"
"Io e lui siamo solo amici"
"Certo, certo... Perché un semplice amico fa sempre di tutto per riservarti lo stesso tavolo in caffetteria, ricorda alla perfezione quello che di solito ordini e per quando arrivi te lo fa trovare già pronto, ed ogni sera ti aspetta per accompagnarti a casa perché non vuole che rientri da sola col buio. È proprio così che si comporta un ragazzo che desidera essere solo un amico nei confronti di una ragazza" risponde la mia amica, lanciandomi un'occhiata più che eloquente.
In effetti, nelle ultime settimane ci sono stati momenti in cui mi sono chiesta se Chris prova nei miei confronti solo un sentimento di amicizia o qualcosa di più, proprio a causa delle premure che mi riserva quotidianamente, ma ho sempre accantonato tutto quanto perché lui per primo non si è mai fatto avanti, e le occasioni non gli sono di certo mancate; faccio notare questo piccolo particolare ad Andy, ma lei scuote con vigore la testa, restando ferma nella propria idea.
"Non vuol dire niente. Forse non si è mai esposto finora perché aspettava il momento giusto per farlo. Magari stava pensando all'occasione migliore per chiederti di uscire insieme. O forse avrebbe voluto chiedertelo già da tempo, ma non sapeva come fare perché è timido"
"Beh, oggi non mi ha dato affatto l'impressione di essere una persona timida. Ed anche se di mezzo ci fosse una questione di gelosia, ciò non lo autorizzerebbe a parlarmi in questo modo. Con me ha chiuso, Andy, non voglio avere più nulla a che fare con quel tipo... E questa volta è diversa dalla precedente, non sono intenzionata a tornare indietro sui miei passi" chiudo per un istante gli occhi e quando li riapro, guardo la mia amica. La mia unica amica "Andy, sii sincera con me, ti prego: pensi anche tu quello che mi ha detto Chris?"
"Perché mai dovrei pensare delle simili assurdità?"
"Perché è la prima cosa che penserebbero tutti se sapessero che mi frequento con una persona che ha ben trentadue anni in più di me. Cosa credi che direbbero i nostri colleghi se la voce arrivasse fin qua?" domando, riprendendo a tamburellare le dita della mano destra sul coperchio del cappuccino d'asporto "sii sincera, per favore"
"Ma ti pare che possa pensare una cosa simile sul tuo conto, Vera? Ti conosco da abbastanza tempo per sapere che non sei affatto un'arrampicatrice sociale. Neppure avevi idea di chi fosse quell'uomo. Lascia perdere quello che ti ha detto quel cretino, hai ragione tu: anche se ha parlato in quel modo per una questione di gelosia, ciò non giustifica affatto quello che ti ha detto. Avrebbe potuto formulare l'intero discorso in modo diverso, e comunque lo conosci da poche settimane. Non è nessuno per parlarti in quel modo"
"Sì... Hai ragione... Scusami, non avrei dovuto dubitare di te. Oggi non è affatto giornata"
"Ti lascio un po' da sola, allora, così avrai a tua disposizione un po' di tempo per calmarti, ma dai retta a me: non badare alle parole di quel cretino. Non ne vale proprio la pena" Andy mi rivolge un sorriso, si alza dalla poltroncina e se ne va, lasciandomi sola nel mio ufficio; e non appena la porta si chiuse, e sento i suoi passi allontanarsi, mi lascio andare con un sospiro contro lo schienale della poltroncina e mi passo le mani tra i capelli.
Ha ragione: le parole di Chris si commentano da sole e non dovrei fare altro che lasciarmele scivolare addosso come se fossero acqua per poi cancellarle per sempre, ma non è così semplice; e non è così semplice perché non si tratta di cattiverie dette da dei colleghi di lavoro, persone con cui desidero avere a che fare il meno possibile, ma di accuse che mi sono state rivolte da una persona amica.
Molto probabilmente, come ha supposto la stessa Andy, Chris ha parlato in quel modo per gelosia, ma che bisogno c'era di accanirsi così tanto solo perché mi ha vista in compagnia di un altro uomo molto più grande di me?
È vero, è inutile negarlo, la maggior parte delle ragazze che iniziano una frequentazione con un uomo maturo lo fanno perché hanno in mente uno scopo secondario ben delineato, ma esistono anche casi in cui i soldi, il lusso, un tenore di vita molto alto non c'entrano assolutamente nulla; esistono casi in cui due persone con una consistente differenza d'età si mettono insieme e restano legate per molti anni, a volte anche per tutta la vita.
Nel caso mio e di George non esiste alcuno scopo secondario, quando l'ho incontrato per la prima volta non avevo neppure idea di quale fosse la sua vera identità, ma da un lato è comprensibile che agli occhi di una persona esterna come Chris appaia fin troppo semplice e scontato pensare che la mia frequentazione con lui nasconda degli interessi personali, perché è il pensiero più semplice da formulare, la motivazione più ovvia e scontata, ma non m'importa; mi dispiace che tra noi due sia andata in questo modo, mi dispiace che il nostro rapporto d'amicizia ancora fresco si sia distrutto a poche settimane dalla sua nascita, ma non sono intenzionata a recuperarlo in nessun modo perché io non devo chiedere scusa per nulla, tantomeno per le scelte che riguardano la mia vita personale.
Ho già commesso in passato l'errore di adattarmi a quello che gli altri volevano per me per non deludere ancora le loro aspettative, e non sono intenzionata a permettere che accada di nuovo; e se Chris è stato così cretino, come la mia amica lo ha giustamente definito, da scendere a conclusioni così affrettate senza prima chiedermi qualcosa a riguardo e da rivolgermi quelle parole irripetibili, allora significa che è una persona che non merita di far parte della mia vita.
Certe persone è meglio perderle subito; e fortunatamente nel suo caso, la maschera che indossava è scivolata in fretta, permettendomi di scoprire in poco tempo il suo vero volto.
Una mattinata iniziata male non può che trasformarsi in un pomeriggio ancora peggiore: scopro quest'amara verità a mie spese quando un'altra segretaria, che condivide lo stesso turno di Andy, mi avvisa tramite un piccolo citofono che c'è una nuova cliente per me, ed io, ovviamente, le rispondo di farla accomodare subito nel mio ufficio; dopo aver consumato velocemente il cappuccino d'asporto, ho approfittato del resto della pausa pranzo per gettarmi a capofitto sul caso Sharapova, e sto ancora terminando di revisionare alcuni documenti aggiunti di recente alla cartellina quando sento qualcuno prima bussare e poi entrare nel mio ufficio personale.
Immaginando che si tratti della nuova cliente, senza alzare lo sguardo dalle carte che so sistemando, le dico di accomodarsi e la sento distrattamente rispondere qualcosa in tono gentile; la sua voce non mi dice nulla, sono assolutamente sicura di non averla mai sentita prima, ma non appena finisco di sistemare tutti i documenti, e metto la cartellina dentro un cassetto della scrivania, e concentro finalmente lo sguardo sulla donna che ho di fronte a me, lo stesso non vale per il suo aspetto fisico.
Anche se non l'ho mai vista di persona, la riconosco immediatamente, senza bisogno di fare mente locale o di pensarci per qualche istante.
Ricordo perfino il suo nome.
Si tratta di Laurie: la donna che ho visto in diverse foto ritratta in compagnia di George, la sua ex compagna... O almeno, questo è ciò che lui mi ha assicurato quando abbiamo avuto il nostro incontro chiarificatore.
È chiaro che non si trova qui perché ha bisogno di rivolgersi ad un avvocato divorzista (è pressoché impossibile che sia incappata in una coincidenza così grande. E poi, George mi ha solo detto che loro due stavano insieme. Non che fossero marito e moglie), è chiaro che è venuta qui con una banale scusa perché vuole parlare con me, ma faccio finta di non averla riconosciuta e la tratto come se fosse una cliente qualsiasi perché voglio vedere quale sarà la sua prima mossa; peccato che lei capisca subito il mio gioco e passi direttamente al contrattacco: senza tanti giri di parole, va subito dritta al dunque e dice di sapere perfettamente chi sono io e quello che sta avvenendo tra me e George.
Lancio una fugace occhiata in direzione della porta mentre lei è in attesa di una risposta da parte mia: potrei chiamare qualcuno della sicurezza e ordinare di far allontanare questa donna dallo Studio, perché non voglio avere nulla a che fare con lei, ma una mossa simile non passerebbe affatto inosservata agli occhi dei miei colleghi, le chiacchiere inizierebbero subito a girare e ben presto tutti scoprirebbero perché ho cacciato in malo modo una cliente dal mio ufficio.
Mio padre per primo esigerebbe delle spiegazioni da parte mia, e sarei costretta a mettere anche lui al corrente della mia frequentazione con George.
E so per certo che non la gradirebbe affatto.
"Scusami ma, se non te ne fossi accorta, adesso sto lavorando, non ho tempo da perdere e non sono tenuta a fornire alcuna spiegazione ad una completa sconosciuta" dico, dopo aver soppesato a lungo le parole "quindi, se gentilmente vuoi accomodarti fuori dal mio ufficio, mi faresti un grande favore"
"Non ci siamo mai incontrate prima di questo momento, ma non puoi dire che siamo delle complete sconosciute l'una per l'altra visto che dividiamo lo stesso uomo" dalla sua risposta, capisco che non è affatto intenzionata ad andarsene e che è venuta qui non per parlare semplicemente, ma per andare in cerca di uno scontro verbale; non m'importa quali siano le sue intenzioni perché io non voglio assolutamente dare spettacolo pubblico, e mi limito a replicare con un sorriso tirato.
"Non mi risulta che stiamo dividendo proprio un bel niente visto che George mi ha detto che la vostra relazione è finita già da un pezzo. So perché sei qui, so quello che stai facendo e lasciati dire una cosa: è tutto quanto inutile. Puoi dire quello che vuoi, perfino minacciarmi, ma nulla mi farà cambiare idea riguardo la frequentazione tra me e lui. Faresti meglio a guardare in faccia la realtà fin da subito, Laurie: la vostra storia è completamente finita, lui non vuole saperne più nulla di te e dubito che tu possa compromettere in qualche modo la nostra conoscenza" penso di averla colpita ed affondata con queste parole, ma mi sbaglio di grosso, e me ne accorgo quando la vedo ricambiare il mio sorriso, perfettamente impassibile, e squadrarmi da capo a piedi; ne approfitto per osservarla a mia volta: è una donna bionda e slanciata, ma francamente, a parte queste due caratteristiche fisiche che possono subito balzare all'attenzione di un uomo, non racchiude in sé nessuna bellezza particolare.
"Guarda che non sono venuta qui per convincerti a farti da parte, ma per avvisarti"
"Avvisarmi?".
Avvisarmi?
E perché mai questa donna dovrebbe mettermi in guardia? E da cosa, poi?
"Voglio solo cercare di farti capire a quale grosso errore stai andando incontro, tesoro".
Preferisco sorvolare sulla parola tesoro e sul tono di voce con cui l'ha pronunciata e le chiedo spiegazioni in merito alle sue parole sibilline: a quale grosso errore starei andando incontro? Si sta riferendo alla mia frequentazione con il suo ex compagno? Ohh, è ovvio che si sta riferendo a questo, visto che è l'unica cosa che funge da collegamento tra noi due, ma perché l'ha definita in questo modo?
A che gioco sta giocando?
"A quale grosso errore starei andando incontro?"
"Anche io quando ho iniziato a frequentare Roger ero entusiasta come te, sai? All'inizio è sempre bello perché lui sa come comportarsi da vero gentlemen. Scommetto che ti ha chiesto di uscire, che ti ha letteralmente stregata con le parole e che ti ha riservato ogni genere di premura, come tirare indietro la sedia per farti accomodare o aiutarti ad indossare il cappotto, vero? E sai come mai so tutte queste cose? Perché all'inizio anche con me si comportava allo stesso modo. I primi mesi sono stati fantastici, poi abbiamo deciso di andare a convivere insieme e lì è cambiato tutto, perché ho avuto occasione di iniziare a conoscere il vero Roger"
"Che vuoi dire?"
"Voglio dire che lui non è affatto il perfetto gentlemen che si sta dimostrando nei tuoi confronti. Si sta comportando in questo modo perché vuole conquistarti, farti cadere ai suoi piedi, tutto qui. Devi metterti in testa che se vuoi davvero stare insieme a lui, e non è detto per chissà quanto tempo, devi sempre stare un passo dietro di lui. Non potrai mai essere affianco a lui, perché non c'è spazio per nessun altro che non sia il suo ego. Ohh, ed oltre a questo, devi anche entrare nell'ottica che non sarai mai la sola. Ci sarà sempre qualcun'altra perché non riesce a rinunciare alle donne, neppure quando ha una compagna fissa".
Ascolto in silenzio e con attenzione le parole di Laurie e ciò che ne esce fuori è un'immagine di George completamente distorta da quella che ho creato nella mia mente; lei potrà anche conoscerlo da molto più tempo di me, ma nulla di quello che finora ho visto coi miei occhi mi ha lasciato presagire qualcosa di quello che mi ha appena rivelato: certo, forse a tratti ostenta fin troppa sicurezza, mi ha rivelato che in passato ha avuto diverse avventure, ma niente di che.
Non ho mai avuto l'impressione che fosse una persona orribile come quella descritta da Laurie e non ho alcuna intenzione di lasciarmi condizionare dalle sue parole: non è venuta qui per avvisarmi e per evitarmi di commettere un grosso errore; sta dicendo tutte queste malignità sul conto del suo ex compagno solo perché spera di farmi cambiare idea e di farmi allontanare da lui.
La sua non è altro che la mossa di una donna disperata.
"Ti ringrazio per la tua premura, ma sono certa che durante la mia frequentazione con George avrò occasione di conoscere meglio il suo carattere e di scendere alle mie conclusioni personali"
"Tu non credi a quello che ti sto dicendo, vero?" di nuovo, per la seconda volta, intuisce all'istante ciò che mi passa per la testa "pensi che la mia sia solo una tattica, una serie di bugie, ma ti posso assicurare che non è affatto così: quello che ti ho detto, è tutto vero. E se non ora, in un secondo momento te ne renderai conto tu stessa"
"Tu che cosa penseresti se venisse da te la ex compagna dell'uomo con cui stai uscendo insieme e te lo descrivesse come una persona orribile? Come puoi pretendere che creda alle tue parole quando è fin troppo evidente che non si tratta altro che di una tattica? Tu lo rivuoi indietro, ma siccome non sai più come convincere lui a tornare da te, allora stai tentando di far cambiare idea a me"
"Vuoi una prova che dimostra che quello che ho detto non è una tattica?"
"Fammi vedere questa prova" dico, senza un attimo di esitazione, perché sono curiosa di vedere quale altra bugia s'inventerà.
"Roger ti ha accennato di avere ben tre matrimoni falliti alle spalle?".
La rivelazione di Laurie mi coglie del tutto impreparata.
Da quando io e George abbiamo ripreso a frequentarci, ci siamo visti poche volte e nelle poche volte in cui ci siamo visti non abbiamo trascorso la maggior parte del tempo a parlare.
Mi rendo conto solo ora di conoscere ancora ben poco della sua vita privata, e lui non mi ha mai accennato nulla riguardo ai tre matrimoni falliti che ha alle proprie spalle.
Anche Laurie capisce che non so proprio nulla a riguardo, ed il sorriso sulle sue labbra si accentua maggiormente.
"No, è evidente che ha accuratamente evitato di accennare a questo piccolo particolare della sua vita passata. Puoi chiedergli spiegazioni tu stessa, e vedrai che lui non potrà fare altro che confermare ciò che ti ho detto. Pensaci bene, perché non credo affatto che tu sia una ragazza stupida, secondo te perché ha così tante relazioni stabili fallite? Deve esserci dietro un motivo ben valido se non è riuscito a tenere in piedi non uno, non due, ma bensì tre matrimoni, non credi?"
"Io credo che la vecchia vita privata di George non siano affari che mi riguardano. Io guardo solo il presente, il passato non mi tocca minimamente. Ed ora, se non ti dispiace, prima di essere costretta a chiamare qualcuno della sicurezza ti pregherei per l'ultima volta di uscire dal mio ufficio perché devo lavorare e non ho tempo da perdere. Grazie".
Finalmente riesco a cancellare il sorriso dalle labbra dell'ex compagna di George e la vedo alzarsi di scatto dalla poltroncina, ma prima di uscire dal mio ufficio si gira di nuovo verso di me per rivolgermi un'ultima frecciatina.
"Pensi di essere speciale solo perché adesso la sua attenzione è rivolta a te, ma ben presto ti accorgerai da sola che non è affatto così. Tu non hai nulla di speciale. Non hai nulla di diverso da tutte le altre, anche se magari, e di questo sono certa, lui ti ha detto il contrario. Sei solo la novità del momento. E lui si stanca molto in fretta della novità del momento per passare alla successiva. Fai quello che vuoi perché a me non interessa, ma ben presto ti accorgerai di avere sbagliato a non ascoltare le mie parole. Rimpiangerai di non averlo fatto" non perdo neppure tempo prezioso a formulare una risposta e, mentre richiude la porta con forza, scuoto lentamente la testa.
Laurie voleva dimostrarmi quanto George sia una persona profondamente diversa da quello che io credo, ma alla fine non ha fatto altro che dimostrarmi quanto in realtà sia disposta a fare e dire di tutto pur di riaverlo al proprio fianco: l'ultima frecciatina che mi ha rivolto non è stata altro che la conferma finale, l'ultimo piccolo tassello che mi mancava per esserne del tutto certa.
La testa di Andy sbuca dentro il mio ufficio mentre devo ancora riprendermi dall'incontro/scontro con Laurie, e dalla sua espressione si capisce benissimo che anche lei l'ha riconosciuta.
"Ho visto giusto?" domanda, entrando per la seconda volta e chiudendo la porta alle sue spalle "quella che è appena uscita era..."
"Sì"
"Ed è venuta qui per te?"
"Tu che dici?"
"E cosa voleva?"
"Secondo te? Cosa poteva mai volere da me l'ex compagna dell'uomo che sto frequentando?" rispondo con un sorriso ironico, per poi raccontarle l'intera conversazione che c'è stata tra me e lei; al termine dell'intero resoconto, prendo in mano una penna stilografica ed inizio a giocherellarci "e sai qual è la parte migliore? Quella stronza ha avuto perfino il coraggio di dirmi che è venuta qui solo per avvisarmi, affinché non possa commettere un grave errore. Deve proprio avermi preso per una scema se sperava di ottenere qualcosa in questo modo... E lei deve essere proprio disperata..."
"Se è vero quello che mi hai raccontato dei vostri dopocena, non faccio affatto fatica ad immaginare perché lo rivoglia indietro".
La battuta di Andy riesce a strapparmi un sorriso, ma subito dopo torno seria perché c'è una piccola parte di quello che Laurie mi ha detto su cui non posso fare a meno di continuare a rimuginare.
"Dimmi una cosa, visto che tu lo conosci molto meglio di me ed in modo più approfondito..."
"Ohh, Vera, penso che in modo più approfondito di te sia alquanto difficile dati i recenti sviluppi"
"È vero che è stato sposato tre volte? Quella stronza ha detto che ha ben tre matrimoni falliti alle proprie spalle. È vero oppure si è inventata una bugia pur di farmi cambiare idea?"
"Beh... Che io sappia, sì... Ma..."
"Lo immaginavo. Immaginavo che su questo non avesse mentito perché mi ha detto che sono libera di chiedere a lui. Se fosse stata un'altra bugia, non avrebbe parlato con così tanta sicurezza" commento con un sorrisetto, giocherellando ancora con la penna stilografica "non dovrei essere sorpresa di questa scoperta, visto che si tratta di un personaggio pubblico, ma non mi aspettavo che avesse alle proprie spalle ben tre divorzi. Tre relazioni importanti fallite... Quattro, considerando quella con Laurie, dato che comunque andava avanti da tre anni..."
"Sì, ma non vuol dire nulla, Vera"
"Lo so, è quello che ho detto anche a lei. Non m'importa nulla del suo passato, io guardo solo il presente, e comunque, almeno per il momento, gli ho detto che voglio vivere la nostra frequentazione alla giornata perché non desidero correre troppo in fretta, e George ha concordato con me, però... Però fa comunque riflettere, non credi?"
"Ohh, andiamo! Non dirmi che ti stai lasciando condizionare dalle parole di quella donna! Lo hai detto tu stessa che è venuta qui perché è disperata!"
"Sì, lo so, però..."
"Niente però, Vera. Ascoltami" Andy si stacca dalla porta e si accomoda davanti alla scrivania "lascia perdere quello che ha detto Chris e quello che ha detto quella donna perché le parole di entrambi erano solo che dettate dall'invidia e dalla gelosia. Chissenefrega del suo passato: solo perché le sue vecchie relazioni non hanno funzionato, non significa che accadrà lo stesso anche tra voi due. Non ricordo di averti vista così serena da quando hai iniziato ad uscire con quell'uomo, quindi non permettere a nessuno di mettere in dubbio la vostra frequentazione".
Smetto di giocherellare con la penna, fisso la mia amica e, dopo averci riflettuto per qualche istante, le rivolgo un sorriso sincero e rilassato perché, come spesso accade, per l'ennesima volta le sue parole mi hanno aiutata a dissipare ogni dubbio.
Non ha alcun senso che permetta alle parole di Chris e di Laurie di mettere in discussione la mia frequentazione con George, proprio adesso che è appena ricominciata e tutto sta procedendo a gonfie vele; le loro non sono altro che parole dettate dall'invidia e dalla gelosia, non meritano di essere prese in considerazione e non lascerò condizionarmi da esse.
Di sicuro, non permetterò loro di rovinarmi definitivamente la giornata.
Anzi. Forse c'è ancora un modo per recuperare questa giornata iniziata così male.
Quando Andy esce dal mio ufficio per ritornare alle sue consuete mansioni alla reception, frugo all'interno della mia borsa, prendo in mano il cellulare e mando immediatamente un messaggio a George, in cui gli chiedo se ha già qualche impegno per la serata o se, in caso contrario, vuole trascorrerla insieme a me nel mio appartamento, mangiando qualcosa insieme e rilassandoci sul divano (per poi passare, magari, alla camera da letto); ripongo il cellulare nella borsa e dopo qualche minuto lo sento squillare, segno che è arrivata la sua risposta.
E quando la leggo, non posso che sorridere: non solo ha detto di essere libero, ma ha anche detto che alla cena ci penserà lui. Io non devo pensare a nulla, solo a farmi trovare pronta per il suo arrivo.
Incredibile, ma vero: è bastato un messaggio di poche parole da parte sua per trasformare una pessima giornata in una giornata meravigliosa; e questa non è altro che l'ennesima dimostrazione di quanto non corrisponda al vero il lungo discorso di Laurie, mirato a screditare il suo ex compagno.
Il suo non è stato altro che un banale e disperato tentativo di riavere indietro l'uomo di cui è ancora innamorata, ed io non mi ritroverò a rimpiangere proprio un bel niente.
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