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Sono trascorsi sei anni da quando George mi ha raggiunta a sorpresa al The Blue Lagoon ed abbiamo deciso di concedere una seconda possibilità al nostro rapporto, e nel nostro caso non si è trattato di un errore od un passo falso perché stiamo ancora insieme.
Non che sia sempre stato tutto 'rosa e fiori' da quando siamo tornati ad essere una coppia, sia chiaro: stare al fianco di una persona complessa e complicata come lui, con un carattere così spigoloso, non è affatto semplice e le discussioni non mancano; ma il vero problema è arrivato nel momento stesso in cui la nostra storia è diventata inevitabilmente di dominio pubblico.
La gente è cattiva, e per stupidità o per invidia è capace solo di scendere a conclusioni affrettate e superficiali: quando la nostra storia è diventata di dominio pubblico, sono stata sommersa da una valanga di insulti e sono stata additata non so neppure quante volte come un'arrampicatrice sociale, una poco di buono, una puttana... E tutto questo perché? Semplicemente perché tra me ed il mio compagno ci sono trentadue anni di differenza; e quando la gente vede una coppia in cui c'è una consistente differenza d'età, ed in cui una ragazza giovane si accosta ad un volto noto, allora tutti pensano subito che dietro debba esserci per forza uno scopo secondario legato alla fama, ai soldi ed alla possibilità di fare carriera.
Neppure si sforzano a pensare che possa esistere qualche piccola eccezione, come nel caso mio e di George.
Non è stato affatto semplice adeguarmi a questo rovescio della medaglia, e sono state tante le volte in cui io e lui abbiamo discusso perché mi sorprendeva a leggere cattiverie sul mio conto sui social, ma alla fine è stato proprio grazie al mio compagno ed alle sue parole se sono riuscita nell'arduo compito di lasciarmi scivolare tutto quanto addosso e non trascorrere più ore ed ore su internet a torturarmi con le mie stesse mani.
Ed è stato un bene che questo sia accaduto prima che la nostra piccola famiglia a due si allargasse.
Io e George non ci siamo sposati: dopo tre matrimoni falliti alle proprie spalle, il mio compagno mi ha detto molto chiaramente di non essere intenzionato a mettersi di nuovo la fede al dito, tuttavia non ha dimostrato la stessa fermezza sull'argomento figli, e tre anni dopo esserci rimessi insieme, l'ho reso nuovamente padre.
Questa volta di due gemelli.
Due gemelli terribilmente vispi e vivaci che hanno già compiuto tre anni.
"Bambini, basta!" sono costretta a bloccarmi, con il rossetto sistemato a metà, per riportare l'ordine all'interno della suite: i bambini sono appena sbucati dal salotto correndo, ridendo e soprattutto facendo una terribile confusione "se continuate in questo modo finirete o per disturbare gli altri ospiti o per farvi del male, ed a quel punto sarò costretta a mettervi in punizione ed a lasciarvi qui dentro con una babysitter! Avete capito? Eric? Felicia?".
Anche se sono gemelli, Eric e Felicia non si assomigliano affatto: hanno entrambi gli occhi azzurri, ma lui ha i capelli castani mentre lei li ha biondi; lui assomiglia a suo padre tanto quanto lei assomiglia a me.
L'unica cosa che hanno in comune è l'essere delle tremende pesti; e chissà perché, ma si scatenano sempre quando non c'è loro padre nei paraggi, perché in sua presenza non si azzardano mai a comportarsi come delle piccole e dispettose scimmie urlatrici.
Se iniziano ad esagerare, a George basta un solo sguardo per metterli di nuovo in riga.
Non è neppure necessario che apra bocca e dica mezza parola.
"Ma mamma, noi siamo stanchi di stae qui!" protesta immediatamente Eric "voliamo papà"
"Sì, mamma" gli fa eco la sorella "andiamo da papà!".
In contemporanea alle proteste dei gemelli, proprio nel momento giusto, una delle guardie del corpo che ho a mia completa disposizione bussa alla porta della suite per comunicarmi che è appena arrivata la macchina che ha il compito di scortarmi allo Stade de France, il luogo in cui si terrà la tappa conclusiva del tour del mio compagno; finisco di truccarmi in fretta, mi occupo di far indossare le scarpette ai gemelli, li prendo in braccio e, non senza qualche piccola difficoltà, scendo nella hall, esco dall'albergo ed entro nell'auto sportiva nera a mia disposizione, dopo che l'autista mi apre galantemente la portiera posteriore sinistra.
Quando la macchina parte, i gemelli, stranamente, si tranquillizzano anziché agitarsi ancora di più, e credo che questo abbia a che fare solo con il fatto che il loro capriccio sta per essere accontentato, perché a breve vedranno il papà; e visto che è raro vederli così tranquilli e composti, a meno che non stiano dormendo o non siano malati, ne approfitto per accarezzare le loro testoline e far loro qualche coccola.
Anche se ho smesso di badare alle cattiverie che la gente scrive sul mio conto, so comunque quello che dicono anche riguardo i gemelli; in molti si chiedono come abbiamo potuto prendere la decisione così egoistica di mettere al mondo dei figli visto che George ha già settant'anni, è già diventato nonno tramite il suo primogenito e potrebbe anche non esserci più quando i gemelli non avranno neppure vent'anni.
È vero, da un lato hanno perfino ragione perché stiamo parlando di un'ipotesi concreta che può verificarsi, e che io ho messo in conto dal giorno in cui Eric e Felicia sono nati, ma se io e lui siamo felici e stiamo bene insieme, perché non possiamo avere il diritto di allargare la nostra famiglia come fanno tante altre coppie?
E la nascita dei gemelli non dimostra, forse, che la nostra relazione si basa su veri sentimenti?
Quando arriviamo nei pressi dello Stade de France, ed entriamo nel backstage grazie al pass illimitato che abbiamo a nostra disposizione, l'atteggiamento dei gemelli cambia completamente perché adesso sanno di essere a pochissima distanza dal loro adorato papà e sono sempre più impazienti di vederlo.
"Sssssssh, basta fare così, altrimenti vi sentirà arrivare e non potrete fargli nessuna sorpresa! Lui non sa ancora che siamo qui, e pensate a quale sarà la sua faccia se dovesse vedervi arrivare all'improvviso sul palco! Non volete fargli una sorpresa simile?" fortunatamente l'idea di riuscire a fare una sorpresa riesce a tranquillizzare di nuovo Eric e Felicia, ma sono costretti a tenere una manina davanti alla bocca perché non riescono proprio a smettere di ridere; ed altrettanto fortunatamente, quando arriviamo nei pressi del palco, George non si accorge della nostra presenza perché ci da le spalle ed è troppo concentrato ad impartire ordini affinché anche questo spettacolo sia perfetto fin nei più piccoli particolari "ecco papà, avete visto? Forza, correte da lui, che non si è ancora accorto di nulla, così gli farete una bellissima sorpresa! La più bella che possa ricevere in questo momento!".
Non appena li poso a terra, i gemelli non se lo fanno ripetere una seconda volta: corrono subito sul palco, facendo una confusione tremenda, e si aggrappano agli stivali neri che George indossa, ridendo e parlando in contemporanea; e lui, dopo essere rimasto per un attimo immobile a causa della sorpresa, si china subito per scompigliare loro i capelli e per prenderli in braccio, facendoli ridere e strillare ancora più forte.
Non mi unisco subito a loro e preferisco restare nei pressi del backstage ad osservare la scena con un sorriso sulle labbra, perché momenti come questo non ci saranno ancora per molto visto quanto rapidamente i bambini stanno crescendo.
Lascio che questa scena s'imprimi per sempre nella mia mente, insieme a tanti altri bellissimi ricordi che riguardano loro tre, i miei più grandi amori, e poi, finalmente, prima che il mio umore venga guastato dalla nostalgia per qualcosa ben presto farà parte del passato, rivelo a mia volta la mia presenza con sorriso dolce sulle labbra.
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