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George potrà anche aver parlato con estrema convinzione e con un tono di voce serio, ma purtroppo non mantiene la sua promessa: non solo, per la seconda volta consecutiva, non si presenta all'orario stabilito per pranzare insieme, ma di nuovo non mi avvisa e riappare nella suite solo a pomeriggio inoltrato, quando gli resta appena poco tempo per prepararsi per il concerto; questa volta, dopo la delusione della sera precedente e la promessa che nulla di simile sarebbe accaduto ancora, non mi sforzo neppure di apparire comprensiva nei suoi confronti e di evitare un litigio: non m'importa se in questo momento ha bisogno di calma e tranquillità in vista dell'esibizione che lo aspetta, perché ha superato il limite con il secondo pacco che mi ha tirato senza tanti complimenti.
E di nuovo, come la sera precedente, ha pure il coraggio di offendersi, come se la vittima della situazione fosse lui e non io, che sono reclusa qui dentro già da quarantotto ore; finora sono uscita dalla mia stanza solo per i pasti, ed in ogni caso non ho mai messo piede fuori dall'albergo per timore di perdermi e di non riuscire più a trovare la strada di ritorno.
Vorrei tanto visitare questa bellissima città, ma di sicuro non completamente da sola e con in mano una cartina per non rischiare di perdermi in qualunque momento; e se anche dovessi farlo, se anche dovessi uscire per conto mio, avrei di sicuro la sfortuna d'incontrare tutte coppie mano nella mano, e ciò non farebbe altro che irritarmi maggiormente: non sarebbe altro che la beffa in aggiunta al danno.
"Io non riesco proprio a capire qual è il tuo problema!" ripeto per l'ennesima volta, ormai esasperata perché ho l'impressione di discutere con un muro "si può sapere perché anche oggi non mi hai avvisata che c'è stato qualche imprevisto? Che cosa mi avevi promesso ieri sera? Ti sei già scordato tutto quello che mi avevi detto? La promessa che mi hai fatto? Avevi garantito che mi avresti avvisata in caso ci fosse stato di nuovo qualche imprevisto, ma a quanto pare anche questa volta non hai avuto neppure un minuto di tempo per avvicinarti al cellulare e mandarmi un semplice messaggio! Possibile che anche oggi tu non abbia avuto modo di farlo? E possibile che anche oggi, guarda caso, sia sbucato fuori qualche imprevisto?"
"E con questo cosa vorresti dire?" ribatte prontamente lui, togliendosi le scarpe, la giacca e posando sia gli occhiali da sole che il cellulare sopra il suo comodino "stai forse insinuando qualcosa?"
"Non sto insinuando un bel niente, sto solo aspettando una risposta. Allora? Si può sapere qual è? Perché non mi hai avvisata? Perché anche oggi hai ignorato le mie chiamate?"
"Io non ho ignorato un bel niente, semplicemente anche oggi è successo un enorme... Imprevisto e ho perso di nuovo la cognizione del tempo. Senti, mi dispiace, ma non è dipeso da me, d'accordo? Quando fai un lavoro come il mio, sono moltissimi gl'imprevisti che possono accadere, e possono anche verificarsi uno di seguito all'altro, d'accordo? E se ora stai cercando lo scontro, beh, non sono problemi che mi riguardano perché ho poco tempo a mia disposizione ed ho assolutamente bisogno di farmi una doccia. Sono a pezzi e la serata non è ancora iniziata" George mi fa capire che con queste parole per lui il discorso è chiuso, ma per me non lo è affatto; non abbiamo risolto proprio un bel niente, perché le sue spiegazioni sono tutt'altro che delle spiegazioni, ma non posso controbattere perché si chiude in bagno per la doccia di cui avrebbe così tanto bisogno, ed io mi ritrovo da sola, a fissare il legno chiaro della porta con uno sguardo sconcertato.
Mi ha letteralmente sbattuto una porta in faccia!
Non solo non mi ha dato alcuna spiegazione logica e sensata, ma ha avuto perfino la sfacciataggine di sbattermi la porta in faccia!
Mi lascio cadere sul bordo del letto e scuoto lentamente la testa, sconcertata; sono in Italia da appena quarantotto ore e sento sempre più forte la sensazione di avere a che fare con una persona che non conosco affatto, un completo sconosciuto che non ho mai visto prima d'ora: George non è la stessa persona di sempre, lo dimostrano le risposte evasive che mi dà ed il suo comportamento nei miei confronti.
Finora non è mai stato così suscettibile, così freddo e così duro nelle risposte che mi dà... E la questione dei continui imprevisti... E quella delle mie chiamate a cui non ha mai risposto...
Lentamente, giro il viso in direzione del comodino del mio compagno e mi ritrovo a fissare il suo cellulare, che ha lasciato lì subito dopo essere rientrato nella suite, insieme agli occhiali da sole; dal bagno sento arrivare il rumore dell'acqua corrente, segno che George è appena entrato in doccia... E ciò significa che a mia disposizione ho tutto il tempo necessario se volessi fare ciò che mi sta passando per la mente.
Lancio un'occhiata in direzione della porta del bagno, allungo la mano destra verso il comodino, ma all'ultimo momento mi blocco a causa di un ripensamento.
Che cosa sto facendo? Sto davvero per prendere in mano il suo cellulare senza il suo permesso per controllare tutti i messaggi e le chiamate? Sto davvero per mettere in discussione la fiducia che finora ho sempre detto di avere nei suoi confronti?
Sì, lo sto per fare per davvero: sto per guardare il suo cellulare senza il suo consenso per una questione di mancanza di fiducia, ma la colpa non è mia; non lo sto per fare perché soffro di paranoie senza alcuna fondamenta, ma perché lui non ha voluto darmi alcun genere di spiegazione riguardo allo strano comportamento degli ultimi due giorni.
E se lui non si fosse mai dimostrato così evasivo, adesso io non mi ritroverei costretta a prendere questa decisione così scomoda di cui potrei pentirmene.
E me ne pento eccome quando prendo in mano il cellulare ed inizio a curiosare tra i messaggi e le chiamate, perché se è vero che ha ignorato tutto quello che è arrivato da parte mia, lo stesso non vale per i messaggi di una donna che ha salvato sotto il nome di Priscilla: trovo un'intera conversazione tra loro due che risale proprio ad oggi e che mi lascia senza parole perché si tratta di un appuntamento.
Un appuntamento in carne ed ossa.
Proprio qui.
Ed a quando risale l'appuntamento in questione? Ovviamente a quando avrebbe dovuto esserci il nostro pranzo.
E non è tutto, perché al peggio non c'è mai fine: trovo una chiamata tra loro due, ed un'altra conversazione che risale al giorno precedente... Una conversazione che spiega anche il suo ritardo della sera precedente, una conversazione che lascia benissimo intendere che non c'è stato nessun genere d'imprevisto come ha voluto far credere a me.
Sono così sconcertata da ciò che ho scoperto, che non mi preoccupo neppure di riporre il cellulare al suo posto e di pensare a come affrontare l'argomento senza esplodere ed iniziare ad urlare, e quando George esce dal bagno, pronto per sparire di nuovo per tutto il resto della serata, sono ancora seduta sul bordo del letto, con il cellulare tra le mani e lo sguardo incollato allo schermo.
"Quello è il mio cellulare?" chiede immediatamente, anche se conosce già la risposta alla domanda "si può sapere che cosa ci fai con il mio cellulare in mano?"
"E si può sapere perché tu mi hai raccontato solo una sfilza infinita di cazzate?" finalmente mi volto a guardarlo in faccia ed allungo verso di lui il cellulare, ancora aperto su una delle conversazioni incriminate "hai avuto diversi imprevisti sia ieri che oggi per quanto riguarda le tue esibizioni, ma da quando un imprevisto ha le fattezze di una donna che si chiama Priscilla? Chi è questa donna? Ha a che fare con il tuo entourage? Perché dal tono dei messaggi che ti ha mandato, non mi sembra affatto una tua collaboratrice... Ti sei incontrato con lei sia ieri che oggi?"
"Non avresti dovuto prendere in mano il mio cellulare" anziché rispondere alle mie domande, e darmi finalmente delle spiegazioni, mi strappa letteralmente il suo dannato cellulare dalle mani e lo sbatte con forza sopra il comodino "lo sai che questa si chiama violazione della privacy? E lo sai che si tratta di un reato? Dovresti saperlo molto bene visto il lavoro che fai"
"Sì, ma tu non mi hai lasciato altra scelta. Non avrei mai guardato nel tuo cellulare se tu mi avessi dato delle spiegazioni. Ma non lo hai fatto. E non lo hai fatto perché non sapevi cosa inventarti. Hai il coraggio di offenderti perché ho invaso il tuo spazio personale? Ed io che cosa dovrei dire con quello che ho scoperto? Sia ieri che oggi mi hai detto che sei rientrato con ore di ritardo perché hai avuto degli imprevisti e poi scopro che l'imprevisto in questione si tratta di una donna che hai visto e sentito. Si può sapere chi diavolo è questa donna? Hai qualche spiegazione pronta anche in questo caso, come è successo con la tua ex compagna? Vuoi dirmi che non stai tenendo il piede in due staffe?"
"Ancora una volta hai frainteso tutto quanto, Vera"
"Ahh, molto bene!" esclamo in tono puramente sarcastico, incrociando le braccia sotto il seno "quindi mi stai dicendo che non ti sei visto con quella donna? E perché dai messaggi che vi siete scambiati risulta proprio il contrario? A lei hai risposto a tutti i messaggi e l'hai perfino chiamata, nel mio caso invece hai ignorato tutti i messaggi e le chiamate. Hai ancora il coraggio di dirmi che non hai ignorato palesemente i miei messaggi e le mie chiamate?"
"Sì, mi sono visto con quella donna ma, esattamente come è successo l'anno scorso, anche in questo caso si tratta solo di un grandissimo fraintendimento. Senti, ti avrei spiegato tutto quanto non appena si sarebbe presentato il momento opportuno, adesso non lo è perché sono già in ritardo ed è una storia troppo lunga ed intricata da spiegare in poco tempo. Possiamo andare al concerto e rimandare le spiegazioni ad un secondo momento?"
"Io non vado da nessuna parte"
"Che cosa?"
"Ho detto che non vado da nessuna parte" ripeto una seconda volta e, per fargli capire che non sto affatto scherzando, anziché alzarmi dal letto accavallo le gambe.
"Stai scherzando? Ti sembra il momento di fare scherzi simili? Hai sentito quello che ho detto poco fa?" George si ferma un istante per lanciare un'occhiata al quadrante del Rolex che ha al polso sinistro "Vera, sono in ritardo, la macchina mi starà già aspettando fuori dall'albergo. Cambiati e andiamo, per favore, non comportarti come una bambina".
Non comportarti come una bambina.
Ecco: adesso anche secondo lui ho atteggiamenti infantili, proprio come mio padre.
Ha la faccia tosta di puntarmi l'indice contro, smuovendo accuse infondate, quando l'unico che dovrebbe farsi un bell'esame di coscienza è proprio lui; può essere stato un grosso fraintendimento quello che è accaduto con Laurie, ma non può essere lo stesso anche con questa fantomatica Priscilla.
Stanno sbucando troppe donne, si stanno creando troppe situazioni strane e queste cose non mi piacciono affatto; non è quello che mi aspettavo quando ho deciso, nonostante tutto, di dare una possibilità al nostro rapporto.
"Mi hai forse presa per una scema? Ho appena scoperto che negli ultimi due giorni mi hai dato buca per incontrarti con una donna di cui ignoravo completamente l'esistenza, ed ora dovrei fingere che non sia accaduto nulla ed accompagnarti al concerto? Ma ti sembra normale quello che mi stai chiedendo? Dovresti spiegarmi una volta per tutte cosa è successo, non pretendere di farlo in un secondo momento perché adesso hai altro da fare. Vuoi spiegarmi tutto quanto in un secondo momento perché così avrai il tempo necessario per studiare l'ennesima cazzata da raccontarmi? Ti ho dato una possibilità perché mi fidavo di te, ed è questo il modo in cui mi ripaghi?"
"Ohh, ho visto quanta fiducia nutri nei miei confronti! Ti fidi così tanto di me che alla prima buona occasione che ti si è presentata, non hai esitato un solo istante a prendere in mano il mio cellulare, invadendo la mia privacy! Se davvero ti fidassi di me, non lo avresti mai fatto!"
"E cosa avrei dovuto fare visto che ti sei rifiutato di darmi qualunque spiegazione? Tu che cosa avresti fatto al posto mio? Se fossi stata io a comportarmi in questo modo, non avresti reagito nello stesso modo? Vuoi dirmi che tu non avresti preso in mano il mio cellulare per verificare se c'era qualcosa che non quadrava?"
"Senti, io... Non ho tempo da perdere con sciocchezze come questa perché sono già terribilmente in ritardo. Devo andare, quindi te lo dirò un'ultima volta: vieni con me ed affrontiamo questo argomento con calma quando torneremo in albergo"
"Io di qui non mi muovo" ripeto per l'ennesima volta, scuotendo la testa; se prima il suo tono cercava di essere conciliante, adesso non prova più a trattenersi, ed anche la sua espressione cambia completamente: i tratti del suo viso s'induriscono e sono certa che non inizia ad urlare solo perché deve andare.
Si sta trattenendo non poco, lo capisco dal modo brusco in cui afferra una giacca nera.
"Bene, perfetto, allora resta qui dentro se è questo che vuoi, ma non è in questo modo che avevo immaginato il soggiorno in Italia. E non credere di essere dalla parte della ragione perché non avresti mai dovuto spingerti a controllare il mio cellulare senza il mio permesso! Passa una buona serata!" mi liquida in questo modo, senza tanti complimenti e sbattendo la porta della suite con forza, assolutamente convinto di essere dalla parte della ragione ed altrettanto assolutamente convinto che io, invece, sia da quella del torto.
Incredibile.
Davvero incredibile.
Mi ha raccontato una lunga serie di bugie, ha incontrato per due volte un'altra donna mentre io lo aspettavo qui dentro per ore ed ore (come un'emerita cretina) e non solo voleva che io lo seguissi per assistere al suo concerto come se non fosse accaduto nulla, ma pretende anche di essere dalla parte della ragione; ha avuto perfino il fegato di darmi della bambina.
Beh, questo potrà anche non essere il soggiorno in Italia che lui si aspettava, ma non è l'unico ad essere profondamente deluso: neanche io lo avevo immaginato in questo modo... E sicuramente non immaginavo di scoprire dell'esistenza di un'altra donna. Un'altra donna che, per giunta, si trova a sua volta qui.
Chissà se alloggia perfino nel nostro stesso albergo.
Mi auguro che non si sia spinto a commettere un simile affronto nei miei confronti, ma al tempo stesso, con tutto quello che ho scoperto mio malgrado, non rimarrei affatto sorpresa se fosse proprio così.
Non me ne vado solo per due motivi.
Primo: non ho la più pallida idea di dove andare visto che al momento mi trovo in una città lontanissima da casa.
Secondo: sono troppo curiosa di ascoltare le fantomatiche spiegazioni che voleva lasciare ad un secondo momento.
Sono queste due motivazioni combinate insieme che mi spingono a non riempire il bagaglio a mano che ho portato con me ed a trascorrere l'intera serata semisdraiata sul letto matrimoniale, con una piccola abatjour accesa, a leggere il romanzo che ho portato con me da casa, prestatomi da Andy.
Caso vuole che il libro in questione sia un romanzo d'amore.
Attendo pazientemente per tutta la serata, tempo in cui riesco perfino a riacquistare in parte la calma, e quando George rientra finalmente nella suite, la mezzanotte è passata già da un bel pezzo; non appena lo vedo entrare in camera, chiudo subito il libro, lo poso sul mio comodino e concentro lo sguardo su di lui.
Anche lui mi osserva, e noto immediatamente uno sguardo sorpreso nei suoi occhi azzurri.
"Non mi aspettavo di trovarti qui" anche la sua voce è sorpresa "credevo di trovare la stanza vuota al mio ritorno"
"Quello è stato il mio primo impulso quando te ne sei andato, ma poi ho preso un paio di respiri profondi ed ho approfittato di queste ore per calmarmi e ragionare con lucidità, e così facendo sono scesa ad una conclusione: se me ne fossi andata, non avrei mai potuto ascoltare le spiegazioni a cui hai accennato ed io sono particolarmente curiosa di ascoltare queste cosiddette spiegazioni visto che avrei frainteso tutto quanto per la seconda volta. Voglio proprio vedere come giustificherai gli appuntamenti con questa donna che è sbucata dal nulla"
"Non si tratta di una donna sbucata dal nulla"
"Ahh, meglio ancora" commento, inarcando le sopracciglia "quindi mi stai dicendo che questa storia va avanti da un bel pezzo in contemporanea alla nostra frequentazione?".
George emette un sospiro seccato, si avvicina al letto e si siede a sua volta sul materasso.
"Vuoi ascoltare ciò che ho da dirti o vuoi discutere ancora? Perché se la tua intenzione è quella di discutere ancora, allora è meglio chiudere qui l'intera questione... Ma se invece vuoi davvero ascoltare le mie spiegazioni, allora ti prego di farlo senza interrompermi. Quando avrò finito di parlare, potrai dire tutto quello che vorrai".
Resto in silenzio, e così facendo lascio intuire che non voglio cercare ancora lo scontro... Almeno non prima di avere ascoltato le sue fantomatiche spiegazioni; voglio proprio sentire che cosa mi racconterà, perché sono curiosa di vedere quale cazzata si è inventato durante la sua assenza e come pensa di uscire indenne da questa situazione di merda.
George capisce che sono pronta ad ascoltarlo; si schiarisce la gola ed inizia col proprio racconto.
"Sì, è vero, conosco questa donna da diverso tempo e, sì, si trovava qui... Ma tra lei e me non c'è nulla. Non c'è più nulla da molto tempo. Priscilla è la mia ex moglie"
"La tua ex moglie?" anche se il mio compagno mi ha pregata di non parlare fino alla fine del suo racconto, non riesco a rimanere in silenzio dopo quello che ha appena detto "e perché la tua ex moglie è venuta qui in Italia? Vuole tornare insieme a te?"
"No, tra noi due è finito tutto già da un pezzo. È venuta fin qui, anche se io le avevo detto di non farlo, perché a suo parere non vedo nostro figlio da troppo tempo"
"Credevo che una volta mi avessi detto di avere tre figli"
"Si è vero, ma i due più grandi sono nati da un'altra relazione. Jack, invece, è nato durante il matrimonio con Priscilla. Non abbiamo avuto un divorzio molto pacifico e... Come posso dire... Diciamo che il suo timore è quello che io possa trascurare nostro figlio per i suoi fratelli più grandi. Avevo in mente di organizzare una vacanza per quest'estate con Jack, durante una pausa dal tour, ma poi sono subentrati dei problemi con alcune date, delle esibizioni sono state spostate ed è saltato tutto. Priscilla non l'ha presa affatto bene, anche perché sei anni fa i miei figli più grandi mi hanno accompagnato in alcune tappe del mio tour precedente, ed ora si aspetta che questa volta faccia lo stesso con Jack... Ma Harry ed India avevano già ventiquattro e ventidue anni, Jack è molto più piccolo. Ho provato a spiegarle che era una pessima idea, ma non ha voluto ascoltarmi. E se tu avessi dato un'occhiata alle conversazioni più vecchie, nel mio cellulare, lo avresti visto tu stessa. Guarda" George prende il suo cellulare da una tasca e mi fa vedere una conversazione tra lui e la sua ex moglie che effettivamente conferma appieno tutto quello che mi ha raccontato "me la sono ritrovata qui, che cosa potevo fare a quel punto? Dire a lei ed a nostro figlio di andarsene perché non avevo abbastanza tempo per loro?"
"E allora perché non mi hai raccontato tutto fin dall'inizio?"
"Perché pensavo di riuscire a gestire entrambe le cose senza complicazioni, ed invece la situazione mi è sfuggita di mano. Non ho voluto dire nulla a te per non turbarti, ed allo stesso tempo non ho detto nulla neanche a Priscilla per non rischiare di inasprire ancora di più il nostro rapporto. Non ha mai sopportato Laurie, figurati se sapesse che adesso sto frequentando un'altra donna! Ne approfitterebbe subito per rigirare ancora di più il dito nella piaga, rinfacciandomi ancora di più il fatto che, a suo parere, trascuro nostro figlio... Come ti avevo anticipato: è una faccenda molto complicata".
Già. È una faccenda molto complicata, però c'è un piccolo dettaglio che mi lascia alquanto perplessa: perché, a quanto pare, tutte le donne che sono entrate in contatto con lui finiscono sempre per provare un profondo risentimento nei suoi confronti quando il loro rapporto termina?
Prima Laurie, adesso Priscilla... Possibile che entrambe siano solo una casualità?
"Sì, ma avresti potuto ugualmente dirmi tutto fin dall'inizio e non ci sarebbe stato alcun problema. Lo avrei capito se avessi dovuto dare la priorità a tuo figlio per trascorrere un po' di tempo in sua compagnia, George. Invece, così facendo, mi hai fatto pensare al peggio"
"Avresti dovuto fidarti di me. E non avresti dovuto controllare il mio cellulare senza il mio permesso. Hai commesso un'azione molto grave, Vera"
"Vuoi ancora dare la colpa a me? Sei ancora convinto che sia io ad essere dalla parte del torto?" domando sconcertata, sbattendo più volte le palpebre; per fortuna che non cercava lo scontro, perché adesso sembra essere intenzionato a far di tutto pur di riprendere il litigio che ore fa abbiamo lasciato in sospeso "prova a metterti nei miei panni!"
"E tu nei miei, allora!" insiste lui, testardo, alzandosi dal bordo del letto "come mi dovrei sentire dopo quello che hai fatto? Col tuo gesto hai dimostrato di non nutrire la minima fiducia nei miei confronti! Come posso stare con una persona che non si fida di me? E, soprattutto, come posso stare con una persona che ha invaso la mia privacy senza alcun rispetto? Chi mi assicura che tu non lo faccia ancora ed ancora?"
"Scusa, ma devo ricordarti la scenata che hai fatto dopo il nostro secondo appuntamento? Come hai reagito quando Chris mi ha salutata? A quale interrogatorio di terzo grado mi hai sottoposta una volta che siamo saliti in macchina? Hai il coraggio di dirmi che quella non è stata una scenata di gelosia?" ribatto subito a tono, perché non sono intenzionata a subire in silenzio.
Ovviamente, e non c'è neppure bisogno che lo dica, non gli manca affatto il coraggio di affermare che quella non è stata in alcun modo una scenata di gelosia.
"Assolutamente no!" esclama con estrema convinzione, posando le mani sui fianchi "si tratta di due situazioni completamente diverse"
"Ed in che cosa, di grazia?" riesco a malapena a trattenermi dallo scoppiare a ridergli in faccia perché la discussione sta assumendo una piega grottesca: non solo è convinto di non aver fatto alcuna scenata di gelosia al termine del nostro secondo appuntamento, ma è altrettanto convinto che quella con Chris e quella con Priscilla siano due situazioni completamente diverse! Proprio non riesce a capire, o forse non vuole vedere, che in realtà sono la stessa identica cosa!
Io ho semplicemente salutato un ragazzo che consideravo un amico, lui mi ha appositamente taciuto la presenza della sua ex moglie qui, in Italia.
La presenza di una delle sue ex mogli: è stato costretto a raccontarmi di Priscilla perché ho letto di nascosto i messaggi e visto le chiamate, ma riguardo le altre non ha ancora proferito parola, ed ormai la nostra frequentazione va avanti da quasi un anno; è passato quasi un anno dal nostro primo incontro ed io non so quasi nulla della vita di quest'uomo, e tutto quello che scopro per conto mio, in modo accidentale, assomiglia sempre ad una lunga serie di mezze verità.
"Io non sapevo nulla di quel ragazzo, avrebbe potuto benissimo essere un'altra persona con cui ti stavi frequentando. Ho già vissuto in passato una situazione non molto piacevole e vorrei evitare che accadesse di nuovo"
"E questa, allora, non è stata una mancanza di fiducia anche da parte tua? E se è per questo, anche io non sapevo nulla di Priscilla fino a quando non sei stato costretto a raccontarmi tutto! Quando ho trovato quei messaggi, come potevo immaginare che si trattava della tua ex moglie?"
"Ma questo non sarebbe mai accaduto se tu non avessi guardato nel mio cellulare senza avere il mio permesso!"
"No, George, questo non sarebbe mai accaduto se tu mi avessi raccontato quello che stava accadendo quando sei rientrato in camera la prima sera! Invece hai preferito tacere e creare un nuovo fraintendimento tra noi due!"
"Ahh, con te è impossibile parlare! Mi sono proprio stufato di tentare di spiegarti il mio punto di vista perché tu non vuoi sforzarti di comprenderlo!"
"Ohh, finalmente siamo d'accordo su una cosa: con te è proprio impossibile parlare! E si può sapere dove stai andando ora?" mi alzo a mia volta dal bordo del materasso e lo seguo nell'altra stanza della suite, un piccolo salottino; incrocio le braccia e lo guardo in silenzio indossare la stessa giacca con cui è uscito e recuperare in fretta il portafoglio, un pacchetto di sigarette ed un accendino "hai intenzione di uscire? E dove vuoi andare a quest'ora di notte? Ma hai visto che ore sono?"
"Dove credi che vada, mh? Pensi che stia andando da Priscilla per passare la notte con lei?" la sua non è altro che una provocazione bella e buona, probabilmente perché si è accorto di essere dalla parte del torto e non sa più in che modo ribattere con me "ti piacerebbe che fosse così perché avresti qualcosa in più da rinfacciarmi all'infinito! Beh, mi dispiace deludere le tue aspettative, ma non sto andando da lei. Vado fuori a prendere una boccata d'aria fresca ed a fumare una sigaretta, altrimenti finisce che esplodo... Guardalo pure questa volta il cellulare, se vuoi. Tanto è completamente scarico e si è spento già da un pezzo. Notte"
"Stai scherzando?" domando, completamente allibita.
No, non sta affatto scherzando, e la conferma mi arriva sottoforma del rumore della porta sbattuta con forza.
Mi affaccio sul terrazzo, guardo verso il basso e dopo un paio di minuti vedo il mio compagno uscire dall'albergo, allontanarsi in fretta e sparire altrettanto in fretta; non provo neppure a gridare qualcosa per farlo tornare indietro od a scendere a mia volta in strada, perché tanto non funzionerebbe e perché in questo momento anche io ho bisogno di stare un po' da sola, e non sono per niente ansiosa di vedere la sua faccia.
In realtà, sono così arrabbiata con lui, così furiosa, che vorrei prendere ogni singolo oggetto presente nella suite (a partire dai suoi effetti personali) e gettarlo giù dal terrazzo, perché non merita altro visto il modo in cui mi ha trattata; e non lo faccio solo perché sarebbe un gesto terribilmente infantile e non voglio assolutamente dargli la soddisfazione di dimostrarmi la bambina infantile che lui crede che io sia.
E per non essere tentata a cedere al mio lato impulsivo, e prima che i miei pensieri si concentrino sul minibar presente nella suite, decido d'infilarmi sotto le coperte e di spegnere la luce, con la speranza di riuscire a sbollire la rabbia, la frustrazione e la delusione con una bella dormita; ma il sonno ovviamente non arriva e ben presto mi ritrovo a girarmi e rigirarmi sul materasso matrimoniale con la testa piena di pensieri.
Ha osato definirmi una bambina infantile, proprio come molto spesso fa mio papà, solo perché ho controllato il suo cellulare senza il suo permesso; forse ho sbagliato ad agire in questo modo, forse non è stata la migliore delle decisioni, ma l'ho fatto solo perché lui non mi ha lasciato altra scelta. Perché le spiegazioni che mi aveva dato in un primo momento non avevo alcun senso.
Se mi avesse spiegato la situazione delicata in cui si trova, fin dall'inizio, io mi sarei dimostrata comprensiva nei suoi confronti e nulla di tutto questo sarebbe accaduto: non ci sarebbe stato nessun litigio, non sarei rimasta un altro giorno intero rinchiusa nella suite ed adesso non sarei da sola a letto.
Probabilmente, se George avesse gestito la situazione in modo completamente diverso, optando per la verità, a quest'ora staremo trascorrendo dei piacevoli momenti all'interno della vasca ad idromassaggio; ed invece, ho l'orribile sensazione che quella bellissima vasca, che fin da subito ha catturato la mia attenzione, resterà inutilizzata fino alla fine del nostro soggiorno in Italia...
Sono ancora sveglia quando lo sento rientrare in camera, ma chiudo gli occhi e fingo di dormire perché sono curiosa di vedere cosa vuole fare; spero che la boccata d'aria fresca e la sigaretta che ha fumato lo abbiano aiutato a riflettere sui propri errori, e mi aspetto che si avvicini a me, mi accarezzi i capelli e mi chieda scusa perché si è reso conto di aver sbagliato tutto quanto.
Ed invece non accade né l'una né l'altra cosa: non si avvicina, non mi accarezza i capelli e soprattutto non mi chiede scusa; si cambia e si sdraia a letto, con la schiena rivolta verso la mia, e non mi rivolge una sola parola perché, evidentemente, è ancora convinto di essere pienamente dalla parte della ragione.
Ed in questo modo trascorre anche la seconda notte del nostro soggiorno in Italia.
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