Capitolo 2: è contro la legge

Corro giù per le scale e vado in soggiorno. La mamma non c'è. La stanza è molto spoglia, non proprio, ma a me da questa impressione da quando lui non c'è più. Pavimento scuro, pareti di un colore bianco; divani rossi e al centro della stanza un tavolo in vetro e vicino alla finestra, un mobile antico con sopra una tv a 40 pollici. Vado nel mobile e apro le ante. Rovisto come una furia scatenata e butto le carte all'indietro.

La stanza è un caos. Chi sente quella "pazza" di mia madre? Devo sistemare prima che lei rincassi a casa.

La porta dell'entrata si apre. «Penny, sono ritornata dalla spesa. Dove sei?»

Troppo tardi. «In soggiorno. Non riesco a ritrovarla. Mi dai una mano?»

Lei lascia le cose in cucina e viene da me. Mi fulmina con lo sguardo appena vede la stanza. «Signorina, è da tre giorni che hai compiuto quindici anni e ti ho insegnato a essere ordinata. Ma cosa stai cercando?»

«La sua foto, ma non la trovo. Mi aiuti? Voglio avere un ricordo del mio Pà.»

Lei si abbassa e mi bacia la testa. «Veramente hai quella specie di autoritratto che avevi fatto quando avevi quasi sette anni. Lui non tornerà più indietro e lo sai anche tu. Devi reagire e non puoi stare male per questa cosa anche se sono passati solo tre giorni. Lui ci ha lasciate definitivamente.»

«No!», urlo, svegliandomi di soprassalto. Ogni anno, da tre anni, faccio lo stesso sogno o incubo. Non ho mai ritrovato la foto del mio Pà. Io e mamma siamo state diversi giorni per cercarla, ma senza risultato, anzi, io la cercavo e lei mi diceva sempre che lui non sarebbe più ritornato da noi. Lo so anch'io e mi fa male questa cosa. Non doveva andare così. Da quel giorno lei si è trasformata e mi ha fatto vivere in una bolla di cristallo.

Prendo i miei vestiti di ieri: jeans grigi e una maglietta rosa a tre quarti e vado in bagno per lavarmi.

Il bagno della mia migliore amica, è piccolo e carino. Pavimento verde acqua, piastrelle dello stesso colore del pavimento con dei fiori azzurri. A destra c'è la box doccia, a sinistra il lavabo e infondo, vicino la finestra: il wc e il bidet. Tutto bianco e puro.

Bussano la porta. «Chi è?», chiedo mentre mi avvolgo nell'asciugamano di cotone.

«Principessa, sono io. Hai finito?»

Il mio ex Nicholas, ed è anche il fratello di Martha. Mia madre mi disse sempre che, non era bello fidanzarsi con il fratello della mia migliore amica, ma io testa dura, non l'ho mai ascoltata.

Bussa la porta di nuovo e poi la scalcia con il piede.

«Allora?», sbraita dall'altra parte.

Alzo gli occhi al cielo. «Adesso esco. Lasciami il tempo di vestirmi e ti lascio il bagno, impaziente che non sei altro.»

Lui sbraita alcune parole, ma non capisco nemmeno una sillaba.

«Parli al vento?», domando, ma lui non mi risponde.

Mi vesto ed esco.

Lui è appoggiato al muro con la schiena.

«Adesso è tuo. Devi imparare l'educazione.»

Il mio ex mi sorride, avvicinandosi a me. «Principessa, allora sarai tu la mia maestra. Quando cominciamo?»

«Nei tuoi sogni», ribatto sarcastica.

Nicholas: capelli neri e occhi azzurri. Si mette una mano sulla chioma, portandoli all'indietro.

Lo guardo meglio e indossa dei pantaloni neri e una polo dello stesso colore degli occhi. Si avvicina a me. «Principessa, sei sexy, ma devi dimagrire. Devi togliere i tuoi sessanta chili. Amo le persone magre. Lo sai che ti amo e tu ami me.»

Non è mai stato un ragazzo romantico, ma da bambina ero convinta che fosse il più dolce del mondo, quanto ingenua che ero.

«Se mi ami, devi dimagrire e ritornare con i tuoi cinquanta chili. Non chiedo tanto, ma devi perderne dieci, per ritornare al tuo peso forma.»

Alzo le mani, toccando le sue spalle muscolose.

«Brava, devi ubbidirmi. Vedi come mi vuoi?»

Le mani si abbassano sulla sua polo e mi ci pulisco. «Hai mormorato qualcosa? Scusami, ma non sei nulla per me. Non più...sei come quella macchia di unto che hai.» In verità mi sono lavata e, quella macchia c'era già nella sua maglietta, ma lui è stupido da non capire.

Lui mi dice che devo ritornare con lui. «Te lo ripeto per l'ultima volta. DEVI DIMAGRIRE», con una voce da far paura, da far tremare il pavimento.

Pensa per te! Commenta il mio subconscio. Non lo fare!

Il mio io, sa che non farò mai una cosa del genere. Se devo dimagrire, lo faccio per me stessa e non per altri.

Mi giro a sinistra e lui mi prende per il braccio destro, stringendomi, con forza, con violenza. Mi porta vicino a lui, da sentirgli il cuore che accelera di brutto, il mio vuole scappare a gambe levate.

Il mio viso è vicino al suo, posso sentirgli il respiro e anche il fiato puzzolente di rum.

Ma cosa ha bevuto di prima mattina?

«Principessa, mi stai ignorando?»

Certo che lo sto facendo. Lo odio con tutta me stessa.

Una volta sarei caduta ai suoi piedi. Avrei fatto qualsiasi cosa che mi dicesse, ma grazie a quell'episodio sono diventata un'altra persona e non più la ragazzina ingenua di una volta.

Mi abbraccia. Non voglio essere toccata da lui. Il mio corpo si blocca. «Togliti da me», ringhio a denti stretti.

Lui stringe forte, ancora di più. «Principessa, è brutto da dirtelo, non puoi stare male ancora per questa cosa. Tuo padre è morto quattro anni fa e non puoi stare così. Devi reagire e ritornare con me.»

Riesco a liberarmi. «Mio padre è morto quando ho compiuto quindici anni e sono furiosa anche con te. Te lo ricordi, vero?»

«Sì, me lo ricordo, ma devi superarlo e poi sono cambiato da quattro anni fa. Non sono più quella persona.»

«Ma sei ancora autoritario e manipolatore.»

Ride. «Non lo sono mai stato. Non sono un manipolatore. Te lo sei sognato?», ribatte.

Questa volta sono io che gli rido in faccia. Questa è una barzelletta di prima mattina che solo Nicholas Mong può raccontare.

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«Ciao, cara...buongiorno.»

«Buongiorno, Marie.» Le sorrido. È una donna religiosa, ma molto buona. Con me si è sempre comportata benissimo.

Ha i capelli neri che le arrivano alle spalle, raccolti con una coda di cavallo e gli occhi cerulei, vestita con un vestito rosso fuoco. Fa la casalinga e anche mia madre fa lo stesso lavoro.

Guardo la cucina spaziosa. I mobili sono di un color avorio e il piano cottura in marmo rosso di Carrara. Sopra al fornello a gas, c'è la caffettiera che sta fumando e il suo odore impregna la stanza.

«Penelope, vuoi il caffè?»

«Ti ringrazio, Marie, ma vorrei qualcosa di leggero.» Non vado matta per quella bevanda e non la bevo quasi mai, ma qualche volta l'assaggio, solo per far compagnia a qualcuno. Ma stamattina desidero qualcosa di diverso, più leggero.

Sua madre annuisce. «Certo, ora ti verso una cosa leggera e scura.»

La mia coscienza è turbata e io con lei. Va a prendere una tazza bianca e mi versa cioccolata calda.

Marie ha preparato quella bevanda per Nicholas poiché non ama il caffè; ma dopo tutti questi anni che mi conosce, pensavo che avrebbe capito che quando dico "qualcosa di leggero" desidero un tè. Non voglio rovinare il suo buon umore. Prendo la tazza, ringraziando.

Mi piace la cioccolata, ma non di prima mattina.

Mi siedo sulla sedia, bevo e tossisco, lasciando la tazza sul tavolo. Il caldo mi ha bruciato la lingua.

Poco dopo entra Nicholas e subito sua madre ci dice che siamo fatti l'uno per l'altra e che dovremo ritornare a essere una coppia.

Mi viene da rimettere tutto quello che ho mangiato ieri sera.

Nicholas annuisce a sua madre, sorridendole come un ebete e mi guarda felice.

«Hai visto cosa dice mia mamma? Siamo fatti l'uno per l'altra. Io ho bisogno di te e tu di me.»

Alzo gli occhi al cielo, immaginandomi di vedere una botola al soffitto e scappare da quella casa.

«Ritornerai con mio figlio?», mi chiede lei, con un sorriso dolce e amorevole.

Nervosamente batto, piano, il piede destro sul pavimento bianco.

«Mi dispiace, ma non tornerò con tuo figlio, nemmeno se fosse l'ultimo uomo sulla faccia della terra!»

«Ripetilo!», ringhia Nicholas, tenendosi le mani sui fianchi.

Volevo solo pensarlo e invece l'ho detto a voce alta.

Finisco di bere la mia cioccolata calda e appoggio la tazza sul tavolo.

«Penelope, sicura di quello che hai appena detto? Mio figlio è un ragazzo dal cuore d'oro e ti ama ancora. Non so perché hai deciso di lasciarlo.»

Ho i miei buoni motivi per averlo lasciato, ma non rispondo alla domanda di Marie.

Suo figlio può essere il ragazzo più dolce del mondo, ma ai suoi occhi è così; ma per me non esiste più.

Nicholas sbuffa e mi chiede: «Cosa ti ho fatto per meritarmi questo trattamento?»

«Poco fa sapevi che ero ancora arrabbiata con te» lo fulmino con lo sguardo «E adesso mi fai questa domanda? Svegliati fuori, mio caro.» Ha il cervello e lo potrebbe usare invece di fare il prepotente e il manipolatore.

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Mi fermo con Nicholas sulla porta.

«Nicholas, non farlo! Non puoi entrare nella camera di tua sorella anche se è stata tua madre a chiedertelo. Tua sorella ha bisogno di privacy.»

«Privacy? È mia sorella e non mi scandalizzo a vedere una donna. Poi ho visto anche te, specialmente nuda.» Si tocca i capelli. «Comunque, fatti i cazzi tuoi.»

Gli rido in faccia. «Dici di amarmi e mi tratti in questo modo! Svegliati!»

Lui mi guarda malissimo, la mano destra si mette sulla maniglia della porta, aprendola.

«Ti amo», dice Roberta a Martha.

Le due ragazze sono sotto le coperte a coccolarsi. A me non dà fastidio vedere due persone dello stesso sesso che si amano e soprattutto so della loro relazione, ma Nicholas è sconvolto: sembra che abbia visto un fantasma.

«Da quanto va avanti questa storia?», urla Nicholas. Martha, la mia migliore amica, lo guarda a bocca aperta. «Da due anni.»

La mia migliore amica: capelli biondi e occhi cerulei, alta un metro e sessanta. Roberta, alta uguale, capelli rossi, ondulati e occhi azzurri.

Nicholas le osserva con una faccia disgustata e vomitevole. «Non vi vergognate? E tu...», guardando Roberta. «Sei la sua amica e hai portato mia sorella nella cattiva strada. Non meriti di stare in questo mondo.»

Sento una fitta al cuore. Non pensavo che fosse così con sua sorella.

«Siete la rovina di quest'umanità», dice Nicholas.

Questa frase poteva risparmiarsela. Che colpa ne hanno se sono attratte dalle donne?

Nicholas entra furioso; cammina velocemente, fermandosi alla finestra e apre la persiana.

La luce del sole ci acceca gli occhi.

Martha si copre il viso con il lenzuolo di lino. Dopo alcuni secondi lo abbassa. «Tu non sei nessuno, per dirmi chi amare!», stropicciandosi gli occhi con una mano e con l'altra si tiene ancora il lenzuolo.

Lui ritorna vicino a me e osserva sua sorella. «Sono tuo fratello e tu farai come diciamo noi», indicando anche me.

Ma che c'entro io?

Nicholas continua a urlare e mi prende il braccio, con una forza d'animale, primitiva.

«Mi fai male!», urlo, guardandolo malissimo.

«Lei è sana e mi ama ancora! Vero, che mi ami ancora, Principessa?»

«No!», rispondo esasperata. «Tu, non mi ami, ma provi quello tossico. Fatti curare, figlio mio...ma da uno "bravo, bravo". Comunque togliti da me.»

Mi lascia andare. Forse le mie parole sono riuscite a colpirlo.

Si massaggia il viso, con aria pensierosa e poi mi guarda furioso. Ha gli occhi iniettati di sangue. «Ritornerai da me e quando questo accadrà, non ti lascerò andare. Parola di Nicholas Mong», poi alza il viso verso il soffitto, fa una faccia seria e alla fine mormora: «Noi siamo diversi, ma tu cambi me e io te. Ci amiamo e lo sai anche tu. Tu non puoi vivere senza di me.»

«Mmmm, scusa?» Sta cercando di usare la psicologia inversa, di farmi il lavaggio del cervello, di manipolarmi. Non sono un'oca e so ragionare con la mia testa; poi voglio diventare una psicologa e conosco questi trucchetti da quattro soldi.

Nicholas cerca di usare di nuovo la psicologia inversa, ma alla fine sbotto: «Ma allora non capisci un tubo. Sei duro di comprendonio. Non ti amo e non provo più nulla per te. Ti è chiaro il concetto o ti devo fare un disegnino?»

Alza le mani in alto. «Per carità! Meglio di no. Non sai disegnare», ride. «Quell'autoritratto che avevi fatto a tuo padre era un obbrobrio. Mi chiedo come ha fatto Mark a dirti che era un bellissimo disegno. Di sicuro l'avrà fatto perché era tuo padre. Io ti avrei detto la verità, Principessa.»

«Poi mi chiedi di ritornare con te. Ma ci sei o ci fai? Quanto sei patetico e stronzo.»

«Ti farò cambiare idea. Presto ritornerai da me e soprattutto...», alza il sopracciglio destro. «Non sei la ragazzina di cui mi ero innamorato e soprattutto eri magra. Non te lo ripeto più. Devi dimagrire.»

Anch'io sono stufa di ripetere sempre le stesse cose. La mia coscienza mi fa calmare.

Gli sorrido, dolcemente.

Lui si lecca le labbra, lentamente, da sinistra a destra. «Brava, Principessa. Con me devi essere dolce e amorevole. Ripetilo.»

«Nicholas, hai ragione...Sono cattiva e devo dimagrire. Sono solo tua e tu sei mio.» dicendolo in tono sarcastico.

Fa un sorriso trionfante. «Ora ragioniamo, dammi un bacio, Principessa», dice lui, leccandosi di nuovo le labbra con la lingua, facendo lo stesso movimento.

Nel frattempo le due ragazze si vestono, in modo che Nicholas non le guarda: è di spalle. Indossano una tuta da casa e loro ci raggiungono.

Martha non fa altro che ridere in faccia a suo fratello. «Se siamo noi la rovina dell'umanità...tu cosa sei? Non ti sei nemmeno accorto che, la tua "Principessa", ti stava prendendo in giro? La sua frase era sarcastica. Povero idiota!»

Lui mi guarda furioso. «Mi stavi prendendo in giro? Da quando sei diventata sarcastica?», urla.

Anche fuori dal bagno avevo usato il sarcasmo, ma lui era impegnato a fare altro. «Da quell'episodio, grazie a te! Te lo ricordi? Ma penso di sì, anche tu me l'hai detto.»

Lui non dice nulla. Cosa pensava, di avere davanti una stupida e senza cervello? «Comunque, è più sveglia tua sorella di te. Sono passati quattro anni e non sono più quella ragazza. Cresci! Non te lo ripeto più, non ti amo e per tua informazione, non perderò mai peso per nessuno. Lo farei solo per me stessa.»

Ci guarda malissimo e va al piano di sotto, dicendomi le peggio cose.

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In entrata ci aspetta Marie. Ha uno sguardo crudele.

La donna prende il crocifisso che ha appeso al collo, avvicinandosi a Martha, sempre di più. Lo porta alle labbra rosse e bacia il rosario. «Dovevo immaginarmi che fossi malata, ma così stai esagerando. Adesso capisco perché hai lasciato Malik. All'epoca non capivo e adesso vengo a scoprire che l'hai lasciato per una donnaccia.»

«Donnaccia? È la mia ragazza e si chiama Roberta. Devi portarle rispetto. Quando era solo mia amica le volevi bene, trattandola come una figlia e adesso invece la guardi con disgusto.» Tira su col naso. «Comunque non amo più Malik e soprattutto sono lesbica. Mi piacciono le donne. Fattene una ragione, non posso essere quella che volete. Comunque, non vi ho detto nulla perché sapevo della vostra reazione, siete troppo bigotti. Aprite la mente siamo nell'anno 2015 e non nel medioevo.»

Sua madre le dà uno schiaffo al viso, lasciandole le impronte delle cinque dita.

«Signorina, Malik era giusto per te. Tu sei una femmina e lui un uomo. Non puoi amare una donna, è contro la legge.»

«Quale legge? Quella tua? Quella che ti sei creata tu? Non posso stare con una persona se amo un'altra. Amo Roberta.»

Sua madre non vuole più ascoltala. E le dice che è solo una sbandata e presto sarebbe ritornata nella retta via.

Marie deve andare avanti e non pensare al migliore amico di Nicholas. Malik è un bravo ragazzo, quello è vero; ma Martha non può stare con una persona se il suo orientamento sessuale è un altro.

Alla fine sua madre mi vede scossa. «Penelope, anche tu la pensi come noi, vero?»

Scuoto la testa per dirle di no e mi asciugo le lacrime con l'indice della mano destra. «La penso diversamente, Marie. Lasciala vivere.»

«Cosa stai dicendo?», urla. Si porta la mano sinistra alla bocca, mordendosela: i denti bianchi s'impiantano nella pelle. Ho un brivido di freddo per quel gesto, pazzo e osceno.

«Questa è un'orrenda cosa. Martha deve amare gli uomini. Se vuoi rimanere in questa casa devi ragionare come noi o, quella è la porta. A te la scelta, Penelope», sghignazza e indicando, con l'indice destro, l'uscita.

Le mie amiche rimangono a bocca aperta. Nicholas mi guarda sogghignando.

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#Angoloautrice
Ciao, vi piace questo capitolo? A me, ha lasciato con l'amaro in bocca. Odio molto Nicholas, quando scrivevo volevo entrare dentro la storia e portarmi via Penelope, Martha e Roberta. Non sono una persona che si concentra molto sulla storia d'amore, ma do spazio anche ad altri personaggi. Perché in questo modo sappiamo qualcosina in più di loro.

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