Cruel Baby
" Ehy Sfigato , ti sei divertito ieri coi tuoi amici ? Ah già , tu non hai più amici, perché l'unico che avevi é sotto terra a far compania ai vermi!"
Urlò una voce dal tono odioso e canzonatorio in direzione di Jimin ,
il quale , fingendo impassibilitá , decise di ignorarlo perché alla prossima rissa sarebbe stato espulso da scuola.
Il provocatore in questione, lo sapeva benissimo e ci giocava sopra , sapendo che il preside della scuola lo lasciava impunito, temendo ripercussioni sulla propria carriera. Perché, Victor proveniva da una delle famiglie fondatrici di Decadence. Era il classico sbruffone della scuola , non conosciuto di certo per la sua bontà d' animo o bellezza , ma per la sua spocchiosità e arroganza.
Chiunque gli stava vicino lo faceva solo per guadagnarne i soliti benefici che si ricevono quando si hanno legami con persone di un certo rilievo. Non avendo grandi aspirazioni nella propria vita, Il suo passatempo preferito , consisteva nel tormentare un certo ragazzo dai capelli blu.
Ma le cose non sono sempre state così , perché si diceva che all'asilo erano amici . Fú con l'entrata in scena di un terzo bambino che lui trovava davvero antipatico a far germogliare il seme dell'odio insito in lui, che col tempo crebbe e mai s' estirpó.
Perché non smise di ferirlo e dargli fastidio nemmeno dopo che quel bambino sparì dalle loro vite , anzi cercava di infierire il più possibile su questa faccenda .
" Che c'è ora , sei diventato sordo?"
Continuò a provocarlo, ma annoiato dal non ricevere alcuna risposta verbale decise di passare alle maniere fisiche, nonostante sapesse benissimo che avrebbe perso ,ma lo prese ugualmente per le spalle e sempre con un ghigno dipinto sul volto iniziò a prenderlo a ginocchiate e calci finché il piccolo ragazzo non cadde a terra sputando sangue dalla bocca.
" E tu sei diventato coglione. Ah no quello lo eri già, peccato." rispose rialzandosi improvvisamente da terra e pulendosi la bocca sporca di sangue. Dopo di che gli tirò un pugno talmente forte da spaccargli il naso.
" Lo dirò al preside. Così ti espelle" Disse tenendosi il naso dolorante.
" Fai quello che vuoi ne ho abbastanza di te e dei tuoi cagnolini sbavosi. " Rispose Jimin con noncuranza "Che si fotta la scuola!" aggiunse successivamente ,per poi uscire dal cancello dell'edificio, lasciando quel ragazzo crudele a bocca aperta perché non aveva ottenuto l'effetto sperato.
" Un'altra splendida giornata , vero Jimin?" pensò sarcasticamente, mentre stava abbandonando a grandi falcate quell'inferno ,deciso a raggiungere l' unico luogo dove riusciva a trovare la pace.
Arrivato al cimitero , davanti la presunta tomba del suo migliore amico iniziò a piangere disperatamente per ore , come faceva ormai da anni . In tutto ciò , egli non sapeva che due figure lo stavano osservando da molto tempo nascosti dietro dei cespugli circostanti.
Aspettarono pazientemente che il ragazzo sfinito dal pianto crollasse sul terreno per uscire allo scoperto.
" Yoongi ma sei sicuro che tu voglia farlo? Ieri non eri dello stesso avviso." Chiese all'improvviso uno dei due ragazzi.
" Si … ha bisogno di me non vedi come sta male? Gli starò vicino anche fisicamente solo che non saprà chi sono veramente." Rispose facendo un sorriso triste, perché vederlo in quel modo gli aveva smosso qualcosa dentro a cui non seppe dare un nome.
Non riuscì a darlo ,nemmeno alla sensazione che provava mentre lo sollevó dal terreno stringendolo a sé dopo tanto tempo ed inebriandosi del suo odore.
" Dove lo porti adesso ? Non vorrai mica…" gli chiese sottovoce Taehyung , sospettando che lo portasse da loro.
" Si, lo portiamo con noi per tre ragioni: In casa senza il suo permesso non possiamo entrare.
Non mi fido a lasciarlo qui e l' effetto dell'intruglio di Namjoon sta per finire, quindi sarebbe più saggio rientrare."
Gli rispose confermando i sospetti.
" Come reagirà il capo? Ho paura della sua reazione." Domandò con una punta di timore.
" Alla mamma ci penso io spiegandole la situazione, non preoccuparti. Ora andiamo."
E fu l' ultima cosa che disse prima di procedere in direzione della loro casa.
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