ATTO VI- Cecilia - Diari segreti
Firenze 1546, tenuta di Beatrice Bardi, 04 settembre ore 00.00 della notte
Cecilia
Non riuscivo a dormire, davanti agli occhi continuavo a vedere gli occhi di messer Ludovico e il pentimento per non aver fatto quello che il mio cuore comandava, ovvero baciarlo.
Il mio senso del dovere e dell'onore me lo aveva impedito. Io ero una dama e le dame non baciano nessuno, nemmeno colui che è il loro promesso sposo.
Non ci saremmo nemmeno dovuti incontrare la tradizione lo vietava espressamente.
Continuavo a pensare che non poteva essere un caso che lui si trovasse lì in quel preciso istante.
O forse erano solo suggestioni della mia mente sognatrice che cercava di vedere oltre le apparenze.
Continuavo a ripetermi che la nostra unione non era dettata dall'amore ma dalla politica. Eppure il mio cuore mancava un battito quando messer Ludovico era vicino o quando sorrideva e mi sentivo un po' gelosa quando vi erano altre ragazze che gli giravano intorno.
Mi alzai dal letto facendo frisciare la camicia da notte bianca che fasciava il mio corpo esile.
I capelli erano lasciati sciolti e arrivavano fino alle caviglie. Avevo sempre amato i capelli lunghi e molto spesso me li acconciavo da sola.
Mi appoggiai alla parete vicino alla finestra e guardai fuori.
La notte aveva avvolto tutto con il suo mantello mentre la luna, vera e unica regina, faceva risplendere i suoi raggi sulle guglie della tenuta di mia sorella e suo marito.
Vittorio era tornato e dalla stanza di mia sorella avevo sentito provenire dei gemiti di piacere. Evidentemente stavano recuperando il tempo perduto e sperando che Beatrice rimanesse incinta.
Per quanto potesse essere strano, Beatrice non era ancora riuscita a dare un erede a Vittorio.
Ci avevano provato tante volte, ma mia sorella aveva avuto degli aborti e non era riuscita a portare a termine nessuna di quelle gravidanze.
Beatrice era frustrata per via di aver fallito nel ruolo principale di una moglie.
Vittorio non glielo aveva mai fatto pesare, perché era un uomo buono e generoso. Lo ammiravo molto.
Mio padre invece non era per niente buono anzi, si era infuriato con Beatrice quando aveva avuto l'ennesimo aborto.
Aveva iniziato a pressare anche me. Ricordandomi di continuo i miei doveri di futura moglie. Soprattutto il fatto che avrei dovuto dare in fretta un erede a mio marito.
Non sopportavo mio padre. Non più.
Eppure avevo molta paura di lui. Dei suoi schiaffi.
Ne avevo presi molti in tutti questi anni.
Mio padre non mi aveva mai perdonata per il fatto che mia madre fosse morta alla mia nascita.
Sua moglie era morta dando alla luce una seconda figlia femmina, invece del tanto agognato erede maschio.
Per questo motivo aveva voluto promettermi in sposa a qualcuno molto ricco.
Voleva liberarsi di me in fretta.
Ero un peso per lui, esattamente come lo era Beatrice.
Io e mia sorella eravamo vissute poco sotto lo stesso tetto, aveva cinque anni in più rispetto a me e a tredici anni era stata promessa a Vittorio.
Dentro di me sentivo che quel momento sarebbe arrivato anche per me, ma speravo il più tardi possibile.
Invece era arrivato in fretta. Troppo in fretta.
Non volevo pensare a niente.
Solo a Ludovico e al futuro che si prospettiva davanti a noi.
Mi diressi verso lo scrittoio e accesi una candela.
Presi da un cassetto laterale il mio diario e intinsi la piuma nel calamaio.
Firenze 04 settembre 1546
Non ho scritto più niente perché ultimamente non avevo né tempo né voglia così ora mi trovo a dover scrivere molte cose tutte insieme.
Mio padre ha deciso chi sarà il mio promesso sposo e devo dire che nel male mi è andata bene.
Il mio promesso è un ragazzo poco più grande di me, molto bello. Ha i capelli rossi e gli occhi strani, uno azzurro e l'altro rosso.
Beatrice dice che quell'occhio così strano è il segno che il nostro Signore lo ha maledetto per qualche malefatta combinata da sua madre mentre era incinta di lui.
Io non sono dello stesso avviso...secondo me messer Ludovico è solo diverso dagli altri, non per questo deve essere per forza maledetto.
All'atelier di madonna Laura De Luca ho incontrato una ragazza dai capelli biondi che sembrava simpatica, ma non ho potuto parlarle per via di Beatrice. Lei è così diversa da me.
Guarda il mondo dall'alto in basso, come tutte le nobili a dire il vero.
Io non ci riesco.
Sono troppo timida.
Secondo mio padre sono troppo stupida, ma confida che io sarò un ottima moglie proprio per questo...
Forse mio padre ha ragione. Tuttavia i miei pensieri continuano a essere rivolti a messer Ludovico.
Temo di starmi innamorando di lui. Forse è meglio così
Adesso provo a dormire.
Cecilia
Ritirai il diario con una sensazione di leggerezza e benessere come se mi fossi tolta un peso.
Scrivere mi faceva bene. Praticamente da quando avevo cinque anni avevo tenuto un diario, la mia vita era raccontata in quei piccoli quaderni che tenevo come dei tesori.
Sorrisi mentre mi rimettevo a letto con il pensiero del giorno dopo in cui avrei rivisto messer Ludovico.
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