ATTO XXXIV- Istinto- Piani di azione
Firenze 1548, Volta Stellata, stanze private di Dafne, ore 23. 30 della sera, 06 marzo
Dafne
Nonostante messer Ace mi avesse detto di aspettare, io sapevo che non ci sarei mai riuscita.
-Sei ancora qui Dafne, meno male, pensavo di essere arrivato tardi. - La voce era quella di madonna Elena e non era sola con lei vi erano messer Davide e messer Ace. Non vi era traccia dell'eremita.
Non che mi stupisse, Messer Gregorio non lasciava quasi mai le sue montagne, ma speravo di vederlo.
-Madonna Elena! Cosa ci fate qui?
-Vogliamo impedirti di fare pazzie, ragazza mia.- rispose la donna.
Rimasi stupita quando finì di parlare, come facevano a sapere cosa avevo in mente?
-Cercate di capirmi madonna, non riesco a stare ferma.
Era vero non ce la facevo più. Il pensiero di Ludovico prigioniero mi tormentava e, anche se avevo ricevuto ordini ben precisi, sapevo che non sarei riuscita a restare a Volta Stellata ancora per molto.
-Ti capisco, mia cara, e so che importi di rimanere qui ancora sarebbe inutile. Troveresti il modo di andare da lui comunque.
-Per questo io, Elena ed Ace abbiamo deciso di aiutarti con il tuo piano. So che volevi trovare il modo di strappare Ludovico dalle grinfie del granduca, ora è possibile per una ragione molto semplice.
-Quale?
-La famiglia del granduca si sta trasferendo a Palazzo Pitti, la loro nuova residenza. So per certo che molti membri della guardia sono già là. La sorveglianza è stata nettamente diminuita, in più Ace ha un altro motivo per voler agire oggi, vero ragazzo mio?- domandò messer Davide girandosi verso il giovane che annuì.
-Infatti. Il granduca ha fatto imprigionare mia sorella Isabella e vuole giustiziarla.
Isabella! Avevo già sentito quel nome. Ma certo era la schiava circasse di Amalia Bagnoli, la donna che aveva tentato di sedurre Ludovico alla festa data dal granduca tempo prima, quella dove ero andata anche io.
-Impossibile, Isabella è una schiava circasse come è possibile che sia vostra sorella, Messer Ace?- domandai confusa.
-Era una copertura. Mia sorella era una guerriera indipendente molto abile nel travestirsi e nell'infiltrarsi, non avevo notizie da lei da molto tempo, poi un giorno mi contanttó dicendomi che aveva scoperto un complotto ai danni di un nobile di Firenze ad opera del granduca di allora. Il nobile era il marito di Amalia Bagnoli, morto in circostanze misteriose. Da quel momento mia sorella si mise a servizio di Amalia fingendosi una schiava circasse. Il suo aspetto è molto simile a quello delle ragazze circasse quindi Amalia non ha mai avuto ragione di insospettirsi. Ora Cosimo deve averla scoperta e vuole ucciderla. Non posso permetterlo.
Non pensavo che Isabella potesse essere una spia sotto copertura, da come si comportava mi aveva lasciato non pochi dubbi sul suo operato.
-Quando partiamo?
-Anche ora. Vi consiglio di cambiarvi. - affermò Ace.
Mi chiusi nella mia stanza da bagno e mi cambiai, indossando i pantaloni che mi aveva regalato Ludovico. Ero pronta.
-Possiamo andare - affermai convinta.
Ludovico
Il tempo sembrava non scorrere mai in quella maledetta stanza. Sentivo i passi pesanti delle guardie che si davano il cambio davanti alla mia porta, ma niente di più.
Eleonora non era più venuta e nemmeno il medico. Per mia fortuna ero capace di medicarmi da solo.
Tuttavia avevo del lavoro da fare, primo fra tutti uscire da quella prigione, secondo liberare Isabella perché non si meritava di morire così.
Ma prima dovevo uscire.
Il dolore che avevo alla schiena era tremendo, ma dovevo sopportarlo. Avevo la netta sensazione che Palazzo Vecchio nascondesse parecchi segreti.
Mi alzai e portai la mano allo stiletto che tenevo nascosto sotto il cuscino. Non era un granché come arma, ma sempre meglio che niente.
Scesi dal letto e strisciai fino alla porta appoggiando l'orecchio sulla sua superficie, non era molto educato lo ammetto, ma era l'unico modo che avevo per sapere cosa stesse succedendo.
Ma quello che sentii mi lasciò senza parole.
Chi poteva aver fatto una cosa simile?
Non lo sapevo. Dal rumore di stivali che sentivo oltre la porta compresi che vi erano troppi soldati, da solo non sarei mai riuscito a sconfiggerli tutti.
Tuttavia sentivo che presto sarebbe successo qualcosa, ma non sapevo cosa.
Dafne mi mancava tanto, dovevo andarmene di lì soprattutto per lei e per Elia che consideravo mio figlio.
Mi avvicinai alla finestra, non vi erano segni di vita. Era normale la notte era alta, se fossi riuscito a calarmi dal davanzale nessuno se ne sarebbe accorto. Era l'unica cosa che potevo fare.
Dafne
Entrare nel palazzo non fu per niente facile, la sorveglianza era aumentata nonostante la duchessa e i figli non fossero più lì. Ma Cosimo non se ne era andato.
Le guardie erano agitate, come se stessero aspettando qualcosa.
Ace mi poggiò una mano sulla spalla e indicò una via che non era sorvegliata.
Madonna Elena e messer Davide ci affiancarono.
-Andate a cercare Ludovico, io e Davide pensiamo a liberare Isabella.- affermò Elena.
-Va bene, madonna Elena - rispose Ace.
-Se le mie informazioni sono giuste, Ludovico è tenuto prigioniero al piano nobile.
-Va bene.
Detto questo sgattaiolammo oltre il nostro nascondiglio e salimmo le scale evitando le guardie. Arrivammo sul pianerottolo dove vi erano una serie di porte, di cui due sorvegliate. Misi mano alla spada. Ero pronta a uscire allo scoperto e affrontarle tutte, pur di sapere dove fosse Ludovico. Non avrei aspettato altro tempo, il mio signore era a pochi passi da me. Feci per uscire ma Ace mi fermò.
-Aspettate, mia signora. Se uscite ora vi cattureranno, e non è la cosa migliore. Lasciate fare a me. - dichiarò Ace estraendo da un gambale una piccola balestra.
-Cosa volete fare?
-Fidatevi di me.- detto questo si spostò da dove ci eravamo nascosti.
Si appostó dietro ad una colonna, e caricó la piccola balestra, pronto a colpire.
-Ehi Giacomo, come sta il nostro prigioniero?- domandò una guardia salutandone un'altra che si stava avvicinando.
-È stranamente silenzioso - rispose il collega indicando la porta più vicina.
Allora Ludovico era lì. Feci per uscire, ma Ace mi precedette.
-Buonasera signori- affermò ridendo il ragazzo.
-L'Arciere Nero!- fu l'unica cosa che uscì dalle labbra delle guardie prima di essere abbattute.
-Dafne, presto! - mi chiamò lui.
-La porta è questa! - dichiarò Ace indicando la porta dietro di lui.
Cercai immediatamente di aprirla, ma era chiusa a chiave.
-Maledizione è chiusa!- ruggii.
Ace sbuffò e iniziò a colpire la porta con le spalle e alla fine cedette.
Ludovico
Di colpo vidi la porta spalancarsi e un ragazzo cadde in avanti, ma non era solo, oltre a lui c'era la persona che non avrei mai pensato di vedere. Dafne.
-Sono felice di rivedervi messer Ludovico. - affermò il ragazzo tornandosi in piedi.
-Voi chi siete? - domandai con sospetto.
-Sono Ace, signore, Ace di Castel Gandolfo.
Non lo conoscevo, ma lo stemma che vidi sulla fibbia della cintura mi fece capire che mi potevo fidare.
-Venite dentro, o le guardie vi vedranno.
Li feci entrare e chiusi la porta alle loro spalle.
Poi Dafne mi strinse forte e io la baciai dimenticandomi completamente di Ace.
-Cosa ti hanno fatto?
-È una lunga storia, Dafne, che ti racconterò, ma non ora. Dobbiamo uscire di qui- dichiarai.
-Messer Ludovico, un modo per uscire dal castello- affermò il ragazzo.
-Come?
-Useremo le uniformi delle guardie. Datemi una mano messer.
Sorrisi mentre tiravamo dentro la stanza alcuni cadaveri e li spogliavamo delle loro vesti.
-Adesso siamo perfettamente camuffati.- sorrise Ace.
-Scendiamo nelle stalle, lì ci sono poche guardie.
-Andiamo allora.
Angolo autrice: Nuovo capitolo di Voi, il mio signore, cosa ve ne pare? Il capitolo lo dedico a ElaineAnneMarley, chiaratotaro58 e lorylele76 grazie per i voti e commenti :) inoltre ringrazio tutti coloro che leggeranno :)
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