ATTO XXII- Desiderio- Mia
Firenze 1548, Volta Stellata
Dafne
Non ricordo esattamente cosa successe dopo che Messer Ludovico svenne tra le mie braccia per via del sangue che colava dalle ferite che aveva riportato. Vidi piombare sul granduca Cosimo e la sua guardia personale un gruppo di uomini con delle uniformi color rosso vivo, il loro simbolo era l'iris, un fiore delicatissimo. A campeggiare quel gruppo di guerrieri vi era una donna.
Vidi il Cavaliere di Cristallo sorridere appena da sotto la maschera bianca.
-Ludovico! - Urlò la donna avvicinandosi.
-È solo svenuto, mia signora. - Affermai e lei mi sorrise.
-Madonna Elena, dobbiamo portarli via!- intervenne uno dei guerrieri che erano con lei
-Certo!
Non sapevo cosa avessero in mente di fare, so solo che mi trovai scortata da due cavalieri e altri due sorreggevano Ludovico.
La carrozza ci stava aspettando in cortile, nonostante ciò non fu facile raggiungerla, in quanto il granduca aveva mandato le sue guardie per sbarrarci la strada.
-A loro penso io!- dichiarò il Cavaliere di Cristallo mentre scattava verso le guardie e le metteva fuori gioco.
-Coraggio prima che ne arrivino altri!
Mi aiutarono a salire in carrozza, oltre a me salì madonna Elena, Ludovico venne sdraiato vicino alla donna.
-Roberto andiamo!
Lo stalliere, che non aveva fatto in tempo a chiedere nulla circa lo stato di salute del suo signore, reagì immediatamente lanciando i cavalli al galoppo. Madonna Elena accarezzava la testa di messer Ludovico con dolcezza. Provai un senso di fastidio vedendo così tanta intimità tra il mio signore e quella donna.
-Non temere Dafne, non c'è niente tra me e Ludovico, anche perché egli è mio figlio.
Rimasi di stucco quando finì di proferire quelle parole.
-V-vostro figlio?
Mi sentivo una stupida ad aver potuto anche solo pensare che messer Ludovico potesse avere una relazione con una donna più grande di lui.
-Perdonatemi, signora io non sapevo...
Lei mi sorrise dolcemente mentre tornava a guardare il figlio.
-Non ti preoccupare, il dubbio era più che lecito.
Nel frattempo mi resi conto che eravamo arrivati. Volta Stellata non mi era mai sembrata così bella come in quel momento.
Aiutai Roberto a portare messer Ludovico in camera sua dove Carlotta iniziò a curargli le ferite.
Dopo un po' mi resi conto che madonna Elena non ci aveva seguiti, voleva continuare a far credere di essere morta.
Sapevo che aveva una buona ragione per volere tutto questo, ma non riuscivo a comprendere il motivo per cui non rimanesse accanto a suo figlio.
-Come sta?- domandai a Carlotta una volta che fu uscita dalla camera di messer Ludovico.
-Le ferite sono profonde, ma non gravi. Se vuoi entrare... - Si spostò per farmi passare e io la superai.
La stanza era immersa nella penombra, vi erano poco candele accese e a fare da padrona era la luce della luna che entrava dalla finestra.
Notai subito la sagoma di messer Ludovico seduto nel letto che guardava fuori dalla finestra con aria assorta.
-Messer Ludovico?
Lui si voltò verso di me e sorrise facendomi cenno di avvicinarmi.
Presi una sedia e mi misi vicino a lui.
-Come state?
-Questi taglietti guariranno presto, non è così facile mettermi al tappeto. Cosimo ne ha avuto la prova. Ma ora quello che mi interessa è altro. Come stai tu? Arrighetti ti ha fatto del male?
Al nome dell'uomo che mi aveva stuprato notai il suo sguardo accendersi di puro odio.
-Diciamo che ci ha provato, ma non ci è riuscito, il merito è del Cavaliere di Cristallo è stato lui ad aiutarmi.
Abbassai lo sguardo, non volevo mentirgli. Arrighetti aveva provato davvero a violentarmi di nuovo e se non fosse stato per il Cavaliere, sarei finita di nuovo alla mercé di quell'uomo orribile. Mi vennero i brividi al pensiero di quello che sarebbe potuto accadere e che, per fortuna non era accaduto.
-Non permetteró a nessuno di farti del male!
La voce di Ludovico mi arrivò alle orecchie forte e chiara. Alzai lo sguardo e istintivamente mi sedetti a poca distanza da lui sul letto. Sapevo che avrei dovuto mantenere le distanze perché non ero sua moglie, ma a me non importava più.
Lui mi abbracciò e io non lo allontanai. Troppe volte ci eravamo allontanati perché la ragione aveva avuto la meglio sul cuore.
Ludovico mi baciò nonostante sentivo che le ferite gli dolevano ogni volta che faceva movimenti bruschi.
Ricambiai quel bacio senza riuscire a pensare, la ragione era del tutto obliata, sentivo il desiderio crescere dentro di me. Non volevo essere da nessun altra parte se non con lui.
Quel bacio si fece sempre più sensuale, temevo di impazzire, poggiai le mani sulle sue ampie spalle mentre mi attirava a sé, facendo aderire il suo corpo al mio.
Scesi a baciargli il collo mordicchiandolo appena, mi stupii di me stessa, non pensavo di riuscire a stare così vicina ad un uomo dopo quello che mi era successo.
Sentii Ludovico gemere appena, ma non riuscii a comprendere se di dolore o di piacere.
-Scusatemi, vi ho fatto male?
-No, tranquilla.
Mi sorrise e tornò a baciarmi. Lo desideravo più di qualunque altra cosa, non sarei riuscita a fare a meno di lui.
-Dafne
-Ditemi
-Fermami adesso, perché dubito che ci riusciró dopo.
Sapevo cosa intendeva ma io non volevo fermarmi, non ora che mi ero resa conto di amarlo e di voler stare con lui. Sentivo il cuore aumentare i battiti, un calore strano salire dal mio ventre, era come se avessi le vene in fiamme. Dovevo baciarlo o sarei davvero impazzita.
Lui armeggió con il corsetto facendo scivolare l'abito a terra. Rimasi in sottoveste davanti a lui e mi resi conto che ero arrossita. Era come se fosse la prima volta che facevo l'amore con un uomo, anche se il mio corpo non era più vergine.
-Posso ancora fermarmi.
-Non fatelo, vi supplico. - Affermai con la voce rotta dal desiderio.
Lui sorrise, i movimenti erano rallentati dalle fasciature, mi resi conto che era la forza di volontà a farlo muovere. Con abilità mi fece sdraiare sotto di lui riprendendo a baciarmi.
Io gli tolsi la camicia rivelando il suo petto percorso da parecchie cicatrici, dunque non solo la schiena, ma anche il petto era deturpato da quei tagli.
Baciai ogni centimetro della sua pelle mentre lui accarezzava il mio corpo provocandomi brividi di piacere in ogni centimetro del mio essere.
-Siete sicuro di farcela, mio signore? - domandai sapendo bene che le sue ferite non erano esattamente lievi.
-Non preoccuparti. - Mi sorrise e in pochi secondi mi ritrovai completamente nuda di fronte ad un uomo per la prima volta.
Arrossii vistosamente, avevo un po' di paura, anche perché non lo avevo mai fatto davvero.
Avevo perso la mia verginità nel modo peggiore e ora non sapevo come comportarmi. Tuttavia non volevo sottrarmi. Volevo amare ed essere amata.
Guardai per un attimo il corpo privo di veli di messer Ludovico e lo trovai ancora più bello del normale.
Ci baciammo con passione mentre lui si sistemava tra le mie gambe.
Fu uno dei momenti più belli della mia vita, fui sua completamente, nel corpo e nella mente.
Arrivammo al culmine insieme e io mi lasciai andare tra le sue braccia.
Angolo autrice: E dopo secoli ecco a voi un nuovo capitolo :) la prima volta di Ludovico e Dafne, è stata difficile da scrivere ma eccola qua, cosa ne pensate? :)
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