ATTO XVII- Proposte - Insegnami a combattere

Firenze 1548,, Volta Stellata 24 gennaio ore 19.00

Dafne

Qualche minuto dopo le sette della sera Carlotta e Teresa entrarono nella mia minuscola stanza dove stavo allattando Elia.

-Cosa succede?

-Vieni ragazza mia, hai bisogno di una bella sistemata non puoi andare a Palazzo vestita così - sorrise Carlotta.

-E a lui chi ci pensa?- domandai indicando mio figlio. Quando avevo detto a messer Ludovico che sarei andata al ballo con lui, avevo pensato solo a me stessa dimenticandomi di Elia. Mi sentivo un'egoista, ero una madre adesso, non solo una donna.

-Non pensare ad Elia, c'è ne occuperemo io e Carlotta - affermò Teresa battendosi una mano sul petto orgogliosa.

Sorrisi appena, ma scossi appena il capo.

-Dafne ti prego- la voce era quella di messer Ludovico.
Era apparso sulla soglia della mia stanza con indosso un abito nero con finiture d'argento sulla giacca morbida che lo rendevano più uomo di quanto la sua giovane età potesse dimostrare. Notai che al fianco portava un piccolo pugnale d'argento, dovevo ammettere che non comprendevo il motivo per cui, quando usciva era sempre armato. Il nero era d'obbligo anche perché era in lutto, suo padre era morto da poco e la tradizione imponeva che ci si vestisse di nero. Era un usanza che non avevo mai capito fino in fondo. Io lo guardai incantata, come ogni volta, ma quella sera, complice anche la foggia più raffinata degli abiti, lo trovavo ancora più affascinante del solito.

Il ragazzo si avvicinò e prese in braccio Elia, che lo guardò un secondo, muovendo appena le manine. Riconobbi subito quel gesto, il piccolo si fidava, un sorriso mi nacque spontaneo sul viso.

-Tranquillo, piccolo alla tua mamma non accadrà nulla - sussurrò messer Ludovico

Elia si mosse appena come ad approvare.

-Mio signore

Lui mi sorrise, restituendomi il bambino e fece un mezzo inchino

-Vado a chiudere a Roberto di preparare la carrozza - detto questo uscì.

-Allora?

-Va bene, sono nelle tue mani Carlotta - sorrisi

-So io dove andare - Teresa mi afferrò per un braccio e mi portò al piano nobile dove vi erano le stanze private di messer Ludovico e della sua famiglia. Ci seguivano Carlotta che teneva in braccio Elia.

-Dove andiamo, Teresa?

Ero già stata in quella parte della casa, ma ero quasi certa che la bambina non mi stesse portando in una zona che conoscevo.

-Sei sicura che messer Ludovico sia d'accordo?- domandò a quel punto Carlotta

-Certo lui sa tutto- sorrise birichina la piccola.

Carlotta non era molto convinta, tuttavia decise di non obiettare, se il suo padrone aveva acconsentito era giusto così.

La bambina ci portò in una camera che non avevo mai visto.

-Ma questa è la stanza di madonna Elena, sicura che il signore sia d'accordo? - chiese Carlotta ancora più in pensiero di prima. La stanza di madonna Elena era grande, con un letto a baldacchino, due armadi, una specchiera lucente e tre porte finestre che davano su ampi balconi.

-Calmati, Carlotta- la ribeccó la bambina e io sorrisi.

-Non so proprio da dove cominciare - dichiarai

-Ci pensiamo noi-

Teresa mi aiutò ad indossare un vestito azzurro di seta molto pregiata, con un corpino aderente, la gonna lunga e ampia era decorata da pizzo bianco, le maniche ampie toccavano quasi terra. Di solito portavo i capelli legati in una crocchia o con una treccia, Teresa optó per scioglierli.

Carlotta mi mise tra i capelli una tiara d'argento. Guardandomi allo specchio non mi riconobbi nemmeno, sembravo una signora dell'alta società.

-Sembro una principessa - affermai incredula.

-Per me lo sei sicuramente - dichiarò la bambina e vidi che anche Carlotta aveva sorriso fiera mentre stringeva Elia che sorrideva.

-Guarda la mamma piccolo, è bella vero?- domandò Carlotta ad Elia che batté le manine contento.

-Ora manca solo che messer Ludovico ti veda-

Mi ero dimenticata di messer Ludovico.

Ludovico

Ero nel salone centrale ad aspettare che Dafne mi raggiungesse. Ero abbastanza nervoso, non volevo metterla in imbarazzo, né esibirla come un soprammobile, la volevo solo al mio fianco.

-M-Messer Ludovico? - la voce della ragazza proveniva dalla scalinata davanti a me. Alzai lo sguardo e rimasi di stucco. Dafne sembrava un angelo, in quel vestito azzurro che un tempo era appartenuto a mia madre.

Con imbarazzo scese dalle scale fino a raggiungermi.

-Sei davvero bellissima - affermai con la voce colma di emozioni, talmente tante che non avrei saputo dare loro un nome.

-Grazie, mio signore - sorrise lei.

Le mostrai il braccio e lei sorrise accogliendo il mio invito e ci dirigemmo verso la carrozza.

-Devo chiedervi una cosa - iniziò a dire Dafne facendomi spostare lo sguardo su di lei. Era seduta davanti a me e teneva le mani in grembo come se si vergognasse.

Sorrisi appena notando il suo imbarazzo, quel bastardo aveva deturpato il suo corpo, ma non la sua mente o il suo animo, probabilmente doveva dire qualcosa che altri uomini avrebbero trovato sconveniente.

-Ecco io, io volevo... - Stava torturando l'orlo della manica per il nervoso

-Calmati Dafne

La vidi fare un respiro profondo per poi affermare

-Io vorrei che mi insegnaste a tirar di spada e ad usare le armi come voi-

Subito abbassò lo sguardo aspettandosi, probabilmente una mia risata o un insulto. Ma io invece stavo valutando la sua proposta era davvero interessante decisi che avrei approvato.

-Va bene -

Dafne

Pensavo che mi avrebbe insultata, o che si sarebbe messo a ridere e invece aveva accettato.

-Siete sicuro?- domandai

-Certo, voglio aiutarti. So che vuoi essere in grado di proteggere te stessa e ed Elia da sola e lo trovo davvero coraggioso da parte tua. Sei una donna forte Dafne, pochi sarebbero riusciti a farmi una proposta simile. Tu meriti di imparare e io farò del mio meglio per essere un bravo insegnante-

Le sue parole mi rincuorarono, ancora una volta messer Ludovico mi aveva sorpresa.

-Grazie mio signore

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