ATTO XLIX- Epilogo - Il sogno di Vittoria

Firenze 2017, appartamento di Vittoria ore 00.00 della notte

Vittoria

Le dita continuavano a battere incessantemente sulla tastiera della vecchia macchina da scrivere mentre lo sguardo vagava dal tablet al foglio che stavo scrivendo.

Era mezzanotte oramai e io ancora non avevo finito di scrivere.
Il mio appartamento era completamente buio, tranne per la luce che proveniva dallo studio dove mi trovavo io.

Lo studio non era molto grande, vi era una scrivania, su cui si trovavano la macchina da scrivere ereditata da mia nonna, una lampada vecchio stile, un sacco di fogli bianchi e imbrattati di inchiostro, in bella mostra, vicino al tablet si trovava il diario di Anna Eynard Liliun. Davide me lo aveva prestato. Un calamaio, una penna stilografica, matite e gomme da cancellare.

Ero fissata con lo stile vintage quindi tutto nel mio studio ricordava il passato, persino le tende della finestra lasciata aperta.

Sentivo l'aria fresca della notte entrare e solleticarmi la pelle del collo.

L'orologio batté l'una di notte.

Sorrisi bevendo un sorso di caffè dalla tazza che avevo lasciato di fianco alla macchina da scrivere.

La storia che Davide mi aveva raccontato sulla sua famiglia aveva ispirato la mia immaginazione e ora ero lì davanti ad uno schermo a cercare di finire per il giorno seguente il libro che volevo consegnare il giorno dopo ad un editore.

Mi allontanai un po' dalla scrivania per far riposare un secondo gli occhi mentre le parole che Davide aveva detto terminando il racconto mi tornavano alla mente.

Flashback

Davide si bloccò sul più bello e io lo osservai con aria leggermente irritata. Volevo sapere cosa era successo dopo.

-Quello che Anna racconta nel suo diario termina qui, con la morte di Arrighetti e Amalia Bagnoli, ma altri testi scritti da Elia narrano che Dafne ebbe un figlio maschio, Vittorio e tre anni dopo una figlia femmina che venne chiamata Cecilia, in onore della prima moglie di Ludovico.

Sorrisi appena ma poi una domanda mi sorse spontanea.

-Ma le parole che Cosimo erano vere? Cioè non nascondevano insidie o inganni?

Davide sorrise passandosi una mano tra i capelli.

-Sì, Ludovico riuscì a far mantenere la parola al granduca anche perché nel frattempo morì madonna Eleonora, sua moglie. Da quel momento Cosimo cambió completamente.
Comprese che nemmeno il tesoro di Volta Stellata poteva competere con la sola presenza di sua moglie.
Quindi vedi, cara Vittoria, anche Cosimo aveva un cuore.

Annuii appena continuando a scrivere quel che restava della storia.

-Cosa successe ad Anna e agli altri figli di Ludovico?

Davide mi guardò un secondo per poi rispondere :

-Anna si sposò con Elia.

Rimasi sbalordita.

-Ma Davide, Ludovico e Dafne non avevano fatto credere ad Anna ed Elia di essere fratelli?

Il mio amico rise di gusto lasciandomi ancora più perplessa.

-Sì questo finché Elia non compì diciassette anni e Anna diciotto. Il ragazzo si rese conto di provare un sentimento molto forte per la sorella e se ne vergongnò. Nel frattempo anche Anna si era resa conto di sentire qualcosa di importante per il fratello. Non riuscirono a trattenersi così finirono per iniziare a incontrarsi di nascosto. Nessuno sa se prima di sposarsi ebbero rapporti sessuali, ma sicuramente un bacio abbastanza passionale ci fu. Vennero scoperti da Ludovico che si vide costretto a raccontare loro la verità.

Davide si interruppe quando notò la mia faccia stupita.

-È veramente romantico. - affermai con gli occhi a cuore.

Mi stavo immaginando la scena.

-E come reagirono? Voglio dire, tutti a Firenze sapevano che Anna ed Elia erano fratello e sorella.

Il mio amico sospirò.

-Venne fuori uno scandalo in effetti, soprattutto quando si scoprì che Elia era il frutto di uno stupro. Per fortuna non si venne mai a sapere chi fosse il violentatore. Tuttavia passato quel momento e con la benedizione sia di Ludovico sia di Dafne i due ragazzi si sposarono. Si racconta che ebbero due figli, un maschio e una femmina . È grazie a loro che la dinastia è sopravvissuta fino ad oggi. Perché Cecilia si ritirò in convento, mentre Vittorio morì in giovane età.

-Quindi tu sei un discendente di uno dei figli di Anna?

Lui annuì.

-Senti ti dispiace se ci scrivo su qualcosa? - domandai dopo che fummo di nuovo in viaggio verso Firenze.

-Per me non ci sono problemi, anzi sono proprio curioso di leggere cosa ne verrà fuori. Ti conosco fin troppo bene, Vivy, hai una fervida immaginazione.

-Non ti deluderò, vedrai - affermai determinata.

Fine Flashback

Gli schiamazzi di alcuni ragazzi mi fecero tornare alla realtà.

Il foglio era ancora nella macchina e io ancora non avevo scritto il finale.

I miei appunti terminavano con le ultime parole di Davide su Anna ed Elia, sul loro amore impossibile divenuto possibile.

Chiusi gli occhi cercando di evocare una qualunque scena che rendesse giustizia a Ludovico, Dafne e tutti gli altri personaggi che componevano quella storia così complicata e articolata.

Mi appoggiai al piano della scrivania sentendomi di colpo stanca e mi addormentai esausta.

Mi svegliai sdraiata sull'erba del parco di Volta Stellata. La casa però aveva qualcosa di diverso.

Mancavano alcuni dettagli che avevo visto quando ci ero andata con Davide solo due giorni prima.

Mi alzai con fatica notando che i miei abiti erano cambiati. Al posto dei miei pantaloni indossavo una lunga tunica color cielo fermata ai fianchi da una cintura d'argento da cui pendeva un piccolo pugnale.

I piedi erano stranamente nudi. Mi dava una sensazione di libertà, soprattutto perché sentivo i fili d'erba umidi tra le dita che mi fece sorridere.

-Speravo proprio che arrivaste. - Dichiarò una voce che non avevo mai sentito.

Mi voltai trovandomi di fronte colui che mai avrei pensato di incontrare.

Messer Ludovico Eynard Liliun era lì davanti a me, in tutta la bellezza della sua giovinezza.

-Messer Ludovico...

-Sì esatto madonna Vittoria.

Era strano per me sentirmi chiamare "madonna", ma sapevo che era normale ai tempi di Ludovico.

-È un sogno, vero?- domandai titubante.

Lui ridacchió.

-Sì, madonna, questo è un sogno, che ricorderete al risveglio.

Rimasi un po' perplessa, anche perché non credevo nei sogni.

-Perchè sono qui?

-Voi avete bisogno di un titolo per la vostra storia, ma soprattutto di un finale, venite con me. - Mi tese la mano che afferrai.

Mi condusse dentro la casa, ma notai che nessuno pareva fare caso a noi.

Mi sembrava alquanto strano.

-Ti stai chiedendo perché nessuno sembra rendersi conto della nostra presenza, vero?

Annuii.

-Perchè siamo come dei fantasmi in questo momento.

-Fantasmi?

Un brivido mi corse lungo la schiena mentre mi coprivo la bocca con la mano.

Ludovico rise di gusto lasciandomi di stucco.

-Ora capisco perché Davide prova così tanto affetto per voi.

Arrossii vistosamente. Non avevo mai immaginato che genere di sentimento provasse Davide per me.

Ludovico mi condusse fino ad una stanza dove vidi Anna, ormai adulta, seduta allo scrittoio intenta ad aggiornare il suo diario.

-Coraggio, andate.

Mi avvicinai alla ragazza e sbirciai cosa stesse scrivendo ma non vidi nulla, soltanto un disegno che raffigurava lei è suo padre.
Sorrisi tornando da Ludovico.

-Credo di aver trovato il mio finale.

-Mi fa piacere.

Di colpo tutto iniziò a girare intorno a me tutto si fece evanescente e mi ritrovai nel mio studio.

Fuori stava albeggiando. Mi alzai dalla sedia e uscii sul balcone osservando il sole tingere d'oro la cupola di Santa Maria del Fiore. La città di lì a poco si sarebbe risvegliata riempiendosi di vita e di voci come ogni weekend di fine agosto, quando gli ultimi turisti affollano la città per godersi le sue bellezze prima dell'inverno.

Una leggera brezza mi scompligliò i capelli corvini.

Mi strinsi nelle spalle per cacciare via i brividi di freddo che mi stavano correndo lungo la schiena.

Non sapremo mai se davvero Ludovico Eynard Liliun fu un personaggio reale o soltanto di fantasia, fatto sta le sue gesta, vere o presunte che siano, entrarono nella leggenda e nel folklore e se mai nelle notti d'estate osservando il sole tramontare sulle colline toscane vi pare di scorgere un giovane bellissimo che vi osserva con interesse con quegli strani occhi bicolore non spaventatevi.

Vuol dire che siete i benvenuti a Firenze.

Angolo autrice: Ci siamo messeri e madonne che avete seguito le vicende di Ludovico e Dafne fino a qui passando per tutte le peripezie che gli ho fatto subire. Questo è l'Ultimo Atto quello che chiude definitivamente la storia. Grazie per essere giunti fin qui e fatemi sapere cosa ne pensate :)

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