ATTO XL- Fiducia - So che tornerai
Firenze 1548, Volta Stellata camere private di Ludovico 11 marzo ore 22.30
Ludovico
Le ombre della sera si erano allungate in fretta su Volta Stellata e sui boschi tutto intorno.
Ero seduto su una sedia davanti alla grande porta finestra della mia stanza che dava sul balcone. Avevo spalancato la finestra e un vento impetuoso era entrato facendo svolazzare le tende del baldacchino, non m'importava che le correnti fossero gelide.
Avevo troppi pensieri per preoccuparmi dei brividi che correvano lungo la schiena. Il vento graffiava il petto nudo solleticando le fasciature che coprivano le ferite che mi aveva causato il granduca. Mi alzai e uscii sul balcone. La luna splendeva nel cielo e la fredda brezza primaverile faceva stridire le foglie del bosco sottostante.
Il granduca aveva un segreto esattamente come Volta Stellata e l'eremita. Sembrava che tutte le persone che avevo intorno avessero qualcosa da nascondere.
Sorrisi freddo, io stesso avevo molti segreti. Avevo già delle cicatrici sulla schiena prima che il granduca me ne infraggesse altre.
Nessuno a parte me sapeva chi me le aveva fatte.
E nessuno doveva saperlo. Nemmeno Dafne.
-Ludovico, cosa ci fai qui fuori?-chiese la ragazza.
Non mi ero accorto che fosse entrata. Le nostre stanze erano comunicanti, ci separava solo una porta. Anche se avrei preferito poter essere nella stessa camera con lei, ma non era possibile, la tradizione lo vietava.
-Pensavo.
Si mise al mio fianco e la osservai attento. Portava i capelli raccolti in una luminosa treccia che si arrotolava intorno alla testa e terminava ribadendo sulla nuca. Portava una tunica blu notte lunga fino ai piedi fermata in vita da una semplice cintura di rame. Le larghe maniche a sbuffo erano fermate intorno al gomito con nastri intrecciati.
-Sapevo che ti avrei trovato qui e non nel letto, non riesci a dormire?
Annuii. Mi chiedevo se stavo facendo le scelte giuste, decidendo di combattere contro un uomo infinitamente più potente di me.
-A quanto vedo nemmeno tu.
-Quando ero più piccola ero una gran dormigliona, ora però ho il sonno molto più leggero al minimo rumore scatto in piedi come una molla. Prima che Arrighetti mi violasse ero molto più tranquilla. Madonna Laura affermava che da piccola nemmeno un cannone sarebbe riuscito a svegliarmi. -
A quel punto scoppiò a ridere e io feci lo stesso.
Dafne aveva la straordinaria capacità di rasserenarmi.
-Sono preoccupato, Dafne. Il granduca è un uomo potente, forse ho sbagliato a mettermi contro di lui. - Era la prima volta che ammettevo di avere dei dubbi circa il mio comportamento nei confronti del signore di Firenze.
Lei mi guardò quasi non capisse il motivo per cui stavo vacillando proprio in quel momento che era il più importante.
Era una domanda implicita, ma io non sapevo cosa rispondere. Mi limitai a guardare le stelle.
Il vento nel frattempo si era calmato e tutto era immobile, sentivo solo il respiro lieve di Dafne al mio fianco.
La ragazza mi abbracciò forte e io per un attimo rimasi destabilizzato.
-So che hai mille dubbi, ma se vacilli tu, tutto vacilla. Io ho fiducia in te so che farai la scelta giusta.
Come faceva ad avere così tanta fiducia?
Mi resi conto che senza di lei non avrei mai potuto fare quello che stavo facendo.
-Non so cosa farei senza di te. - affermai stringendola.
-Non lo so. Comunque hai un piano?
Annuii tornando a guardarla.
-Di cosa si tratta?
-Attirerò il granduca fuori dalla città, nei boschi in modo che non possa chiamare rinforzi, poi lo sfiderò a duello. Se vinco ci rivedremo a Volta Stellata.
Vidi le pupille di Dafne dilatarsi per la paura. Aveva capito il sottinteso.
Se avessi perso sarei morto.
-No, non posso permetterlo! Ti prego.
Era disperata e aveva ragione, ma la nostra era una causa disperata.
-È da pazzi lo so, ma non ho altra scelta e non voglio che ti venga fatto del male né a te né a Elia. - La abbracciai forte.
-Aspetta, fermo non stringere. - sorrise lei.
La guardai senza capire.
-Aspetto un figlio... nostro figlio.
-Dafne!
La baciai con dolcezza. Non poteva darmi notizia migliore.
-Da quando lo sai... Dalla notte prima del matrimonio una delle ultime che abbiamo trascorso insieme.
Ricordavo bene quella notte. Sembrava passato un secolo invece erano solo poche settimane.
-Volevo esserne certa prima di dirtelo. E ora lo sono.
-Non potevi darmi notizia più bella, ma per me Elia è come se fosse figlio mio.
Dafne
Le sue parole mi riempirono di gioia, anche se immaginavo che un figlio suo e anche mio avrebbe rimpiazzato di fatto Elia nel cuore di Ludovico.
Sarebbe stata una cosa normale, dopotutto Elia era figlio mio non suo.
-Per me Elia è come se fosse il mio primogenito.
-Vuoi dire che...
-Alla mia morte i beni della mia famiglia andranno a lui e anche al bambino che nascerà. Non verrà rimpiazzato da nessuno. Io gli voglio bene e desidero che crescano insieme senza disparità di trattamento.
Sorrisi. Non potevo certo negare che Ludovico fosse un uomo di grande giudizio, ma temevo per la sua vita.
Voleva sfidare il granduca Cosimo a duello ben sapendo che non giocava mai pulito. Tremavo all'idea dei vari trucchi e tranelli che sarebbe stato capace di attuare.
In più vi era lo spettro di Arrighetti e madonna Amalia Bagnoli. Quei due volevano separarci e avrebbero fatto di tutto per raggiungere il loro obiettivo.
-Mi dirai prima o poi chi ti ha fatto queste cicatrici? - domandai accarezzandogli il collo per poi scendere sul petto.
Le braccia erano coperte dalle fasciature, ma questo lo rendeva parecchio sensuale, oltre al fatto che era a petto nudo.
Tuttavia le preoccupazioni erano molte e temevo che queste sarebbero state le ultime sere che trascorrevo con lui.
Quando era stato catturato qualcosa dentro di me mi suggeriva che lo avrei rivisto. Ma ora sentivo le mie speranze vacillare.
Avevo paura di perderlo.
Mi resi conto che ero cambiata tanto. Prima che Arrighetti mi violasse ero diversa.
Più ingenua, convinta che Isidoro fosse l'uomo giusto per me.
Convinta che ogni cosa che lui facesse fosse giusta.
Ma poi se ne era andato e non era più tornato.
Allora avevo iniziato a farmi delle domande. E avevo capito che non amavo Isidoro e mi ero resa conto che non mi piaceva quando mi toccava o tentava di farmi sua.
Poi quella notte Arrighetti mi aveva stuprato ed ero assolutamente certa che per me tutto fosse finito.
Invece era apparso Ludovico.
Nonostante fossi sconvolta e avessi paura la figura di quel giovane uomo che mi aveva salvata mi aveva affascinata.
Ma mai sarei arrivata a pensare che un giorno quell'uomo sarebbe diventato mio marito.
-So che sei preoccupata, ma io voglio giurarti che lotterò per tornare. - La voce di Ludovico mi riscosse dai miei pensieri.
Lo baciai mentre lui mi accarezzava il viso.
-So che tornerai...e io sarò qui ad aspettarti.
Angolo autrice: So che questo capitolo è un po' sdolcinato, ma io adoro scrivere le scene di Ludovico e Dafne :) cosa ne pensate? ;)
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