ATTO XI - Elena - Finalmente la verità

Firenze 1548, Casa dell'eremita otto mesi prima

Eremita

Quando il ragazzo si svegliò sembrava più stanco di quando si era addormentato.

-Cosa succede ragazzo?

-Nulla solo qualche incubo - aveva gli occhi cerchiati dalla stanchezza, aveva dormito tanto, ma a quanto pare non aveva riposato abbastanza.

-Sicuro?

Lui annuì mentre si alzava dal letto.

-Ho del latte e del formaggio nella credenza se vuoi mangiare- sorrisi indicando la spoglia credenza dove campeggiava una bottiglia di latte mezza piena. Ludovico si alzò e prese il latte e un poco di formaggio. Addentó il formaggio mentre fissava un punto nel vuoto, non sapevo cosa stesse pensando, ma non potevo infierire se lui non ne voleva parlare.

-So cosa volete sapere mio signore. Voi sapete di mia madre? Vi prego ditemi la verità, ella è viva?

Sospirai immaginando la sua reazione quando avessi finito il racconto.

-Figlio, adesso ti chiedo di ascoltare questa storia fino in fondo -

Lui annuì serio mentre io cominciavo il racconto. Da quando la sua splendida madre era arrivata a Firenze da Venezia come sposa di Federico Eynard Lullin. Forse l'uomo più viscido di tutti quelli che avevo conosciuto nella mia vita. L'avevo vista con l'abito da sposa e avevo pensato che fosse un angelo sceso dal cielo, io ero stato uno dei testimoni della cerimonia di nozze. Elena era bellissima nel suo abito bianco e i suoi occhi così puri e ingenui avrebbero fatto innamorare chiunque.

Tranne l'uomo che era stato scelto per essere suo marito o meglio carceriere, perché non poteva essere chiamato in alto modo quell'uomo. Elena era venuta a cercarmi il giorno dopo spiegandomi in che modo orribile suo marito le aveva tolto la purezza.

L'aveva fatta soffrire tantissimo e in più, qualche mese dopo si scoprì di essere rimasta incinta. A Federico non era importato nulla di lei finché non aveva dato alla luce suo figlio: Ludovico.

Non avevo mai trovato giusto il fatto che lo avesse abbandonato, lo trovavo un atto di puro egoismo, ma non era solo questo suo comportamento a lasciarmi interdetto, ma anche il fatto che avesse strappato le pagine del suo diario nascondendole da qualche parte a Volta Stellata per poi affidare il resto a Cosimo.

-Volete dire che mia madre è viva e vegeta?

Annuii mentre lui batteva i pugni sul tavolo con aria furiosa.

-Perchè me lo avete tenuto nascosto mio signore? Perché mia madre mi ha abbandonato?

-Figlio mio, il racconto non è finito. Elena non avrebbe voluto lasciarti.

-Ma lo ha fatto - sul suo viso comparve un ghigno freddo, sapevo che in realtà stava soffrendo.

Sapevo che quell'espressione era solo una maschera per nascondere il dolore.

-Chissà perché ne ero quasi certo. Io ero il figlio di Federico. Potevo sopportare una vita senza di lei- strinse i pugni, non so se per rabbia o per frustrazione.

-Non dire così ti prego - la voce disperata della mia signora proveniva da dietro di noi. Ci voltammo entrambi e vidi Ludovico sgranare gli occhi sorpreso, Elena era proprio davanti a lui. Con i lunghi capelli rossi mossi che le cadevano morbidi sulle spalle.

Non prestò la minima attenzione a me, i suoi occhi erano puntati su Ludovico. Non riusciva a distogliere lo sguardo dal figlio che credeva perduto per sempre. Si osservarono a lungo poi Elena fece mezzo passo verso di lui.

-Perchè? Perché mi hai abbandonato?- domandò arrabbiato.

-Non avrei voluto Ludo, figlio mio.

-Ma lo hai fatto!

-Ti prego perdonami-

Ludovico non sapeva come reagire o cosa dire.

Elena si avvicinò e, senza che lui facesse nulla lo strinse forte.

Il ragazzo non parlò, la lasciò fare incapace di muoversi.

-Voglio sapere la verità.

-La scoprirai, non adesso sei troppo sconvolto. Ora devi tornare a Volta Stellata. Carlotta sarà preoccupata -

-Verrai con me un giorno?

-Certo. Adesso vai.

Ludovico uscì di casa, prese Bella e la lanciò al galoppo svanendo oltre una discesa. Il cuore gli batteva all'impazzata, gli occhi gli bruciavano per le lacrime che minacciavano di iniziare a correre lungo le guance.

Si era sentito tradito e umiliato. Sua madre era viva. Avrebbe voluto prendere a pugni qualcosa.
Ma non poteva.

-Immaginavo che avrebbe reagito così.

Elena si appoggiò alla parete osservando il punto dove suo figlio era scomparso.

-È normale che sia scosso era convinto che foste morta, avreste dovuto dirgli tutta la verità molto prima. - affermai infine sperando che Elena avesse capito la lezione.

-Già, avevi ragione tu Gregorio non sarei dovuta sparire così. Ora quello che mi preoccupa è il granduca Cosimo, temo che sappia molte più cose di quanto non abbia detto.

Purtroppo conoscevo bene gli intrighi politici che giravano intorno a Firenze e a Palazzo Vecchio, ed ero praticamente certo che anche Amalia Bagnoli ne fosse parte attiva.

-Pensate davvero che potrebbe esserci un complotto dietro la morte di Federico e Cassandra?

Le spalle della donna si irrigidirono, non aveva mai amato suo marito, però non voleva che morisse così.

-Si, c'è sicuramente un complotto contro la nostra famiglia. E devo impedirgli che faccia del male anche a Ludovico.

Annuii. Pensavo di sapere il motivo dell'interessamento di Cosimo verso la famiglia di Ludovico, forse c'entrava il segreto che celava Volta Stellata.

Vidi Elena prendere carta e calamaio e iniziare a scrivere una lettera e sapevo benissimo a chi era indirizzata.

-Non vedete l'ora di rivederlo vero?

Elena arrossì vistosamente mentre chiudeva la lettera e fischiava. In quel momento un bellissimo falco bianco entrò dalla finestra.

-Amdir porta questa missiva al Cavaliere di Cristallo, a Venezia, conto su di te. -

Gli legò il messaggio al collo e dopo poco il falco volò via.

Dafne

Carlotta mi aveva fatto fare il giro di Volta Stellata fino ad una stanza che nessun membro della servitù usava mai perché lì un tempo si rifugiava madonna Anna , la nonna di messer Ludovico, quando aveva bisogno di stare un po' da sola.

Aprii la porta e rimasi a bocca aperta. Dentro vi era il telaio più bello che mi fosse capitato di vedere nella mia vita. Avrebbe fatto impallidire addirittura quello di madonna Laura. Era fatto di un bel legno di castagno, talmente levigato che sembrava risplendere alla luce fioca che entrava da finestra. I supporti erano decorati con motivi a spirale come le travi orizzontali.

I colori dell'ordito andavano dal blu notte all'iris. Madonna Laura mi aveva insegnato a filare e tessere, poiché aveva bisogno di molti tessuti per il suo atelier e io dovevo essere molto veloce.

-Ti dispiace se provo a tessere qualcosa? Non riesco a stare troppo ferma.

Sapevo bene quanto rispetto aveva Carlotta per quella stanza, ma speravo che non si offendesse per la mia richiesta.

-Certo per me non ci sono problemi, questo telaio è rimasto inutilizzato per troppo tempo. - sorrise la governante mentre lasciava la stanza.

Sorrisi mentre mi sedevo sullo sgabello davanti al telaio, non avevo la minima idea di cosa tessere, avrei lasciato che fosse l'istinto a guidarmi.

Nel frattempo mi fermai a osservare la stanza. Oltre a quel telaio ve ne era un'altro che sarebbe stato perfetto per creare arazzi, dei filatoi e scaffali stra pieni di tutto quello che si desiderava per creare vestiti.

Due scaffali interi erano dedicati ai filati, ve ne erano di tutti i colori e materiali.

In un angolo della stanza vi erano cesti di lana cardata, e di lana finita pronta per essere tessuta.

Notai in quel momento un altro scaffale pieno di bottiglie di colorante liquido per la tintura.

E poi vi erano forbici affilate, aghi da cucito di ogni misura e spessore, infine ferri da maglia.

Insomma non vi era un angolo libero. Notai anche dei tomboli da ricamo uno dei quali era rimasto incompleto.

Madonna Anna doveva amare molto il cucito e la tessitura, ma mi chiedevo come avesse fatto a procurarsi tutta quella roba se la famiglia Eynard Lullin navigava in così cattive acque.

Vi era una sola finestra che dava sui boschi che circondavano la tenuta e io lo trovai uno spettacolo meraviglioso.

Tuttavia la mia felicità era turbata da un dubbio che mi attanagliava. Avevo un ritardo terribile.
E la cosa voleva dire solo una cosa. Ero rimasta incinta. Le lacrime iniziarono a pizzicarmi gli occhi.

Non poteva essere!

Incinta di quel maledetto. Corsi fuori in lacrime.

Angolo autrice: Ho allungato il capitolo e modificato qualcosa, come è venuto secondo voi? :)

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