ATTO X - L'eremita - Parole sussurrate all'orecchio

Firenze 1548, Casa dell'eremita

Eremita

Il mio ragazzo dormiva, non lo avevo mai visto così agitato nel sonno come in questo momento.

Mi alzai dal cuscino dove mi ero seduto e mi avvicinai alla libreria e tirai verso di me un grosso librone. Oltre vi era una piccola stanza circolare con un letto, un comodino e una finestra.

-Si è addormentato? - Domandò una voce femminile proveniente da un angolo della camera.

La giovane donna dai lunghi capelli rossi mossi era in piedi davanti alla finestra.

-Sí, mia signora.

-Posso vederlo?

-Ora si, ma state attenta a non svegliarlo.

-Stai tranquillo - mi sorrise appena.

Sorrisi anche io mentre aiutavo la donna a uscire dal suo nascondiglio.

La mia dimora era illuminata solo da qualche candela sparsa qua e là, presi una lanterna e mi avvicinai a Ludovico che ancora dormiva. La donna si inginocchió di fianco al mio umile giaciglio e osservò il volto del ragazzo.

-Ludovico - sussurrò lei con gli occhi lucidi.

-È diventato un uomo ormai - affermai mentre la donna sfiorava la guancia del giovane con fare materno.

-Perchè ho dovuto lasciarlo? Perché mi è stata tolta la gioia di vederlo crescere? - domandò la donna mentre nascondeva il viso con le mani.

-Non è stata colpa vostra mia signora, non volevate farlo, siete stata costretta -

La donna si chinò sul giovane baciandogli appena una guancia. Vidi uno strano sorriso comparire sul volto di Ludovico.

-Vorrei poterlo svegliare, potergli parlare, ma so che non è possibile.

-Sarà possibile mia signora, ma a tempo debito. Egli è un ragazzo forte e coraggioso sa già qualcosa sul suo passato, non molto a dire il vero, ma, se mi date il permesso potrei raccontargli qualcosa in più - dichiarai chinando il capo con deferenza.

-Certo, Gregorio hai ragione. È giusto che sappia qualcosa in più.

-Come desiderate - risposi sedendomi al fianco della mia signora.

-Vorrei potergli parlare io, avrei voluto qualcosa di meglio per lui.

-Non è colpa vostra e lo sapete bene.

La donna scosse il capo affranta poi mi guardò.

-Ho sentito che un membro della famiglia Antinori ha avuto una figlia illegittima con un membro della sua guardia personale. Pare che la bambina sia scomparsa quattordici anni fa.

-Questo sarebbe un brutto colpo per loro.

-Sembra però che uno dei fratelli Antinori sia gravemente malato e che non abbia eredi, al mercato oggi ho sentito, che Antinori stia cercando la fanciulla ovunque, ma non riescono a trovarla.

Annuii ero a conoscenza di questo fatto.

Antinori non sarebbe stato né il primo né l'ultimo nobile ad avere figli illegittimi, ma che poi non avesse avuto eredi legittimi lo ignoravo.

Lei sembrò pensarci su un attimo poi annuì.

-Ora è meglio che vada si sta svegliando - la donna si alzò si nascose in cucina mentre Ludovico apriva gli occhi.

-Mio signore cosa succede?

-Nulla figliolo dormi adesso, il sole è ben lontano dal sorgere - sorrisi accarezzandogli la testa.

-C'era qualcun altro oltre a voi prima?

-No, avrai sognato - risposi convinto. Non volevo che capisse che stavo mentendo.

-Molto probabilmente - il ragazzo mi voltò le spalle e io lo vidi chiudere gli occhi ripiombando nel sonno.

-Dormi piccolo mio. Non è ancora il momento per te di sapere - dichiarò la voce della mia signora uscendo dalla cucina.

-Ero convinto che non aveste sentito - affermai abbassando lo sguardo.

-Gregorio ti prego, guardami -

Era un ordine detto quasi con timore. I nostri sguardi si incrociarono e io la trovai davvero bellissima. I capelli rossi le ricadevano morbidi sulle spalle incornicindo il viso perfetto, gli occhi erano azzurri e splendevano come gemme preziose. Le labbra carnose erano piegate in un sorriso dolce. Indossava un vestito marrone fermato ai fianchi da una cintura.

-Mia signora... - Non sapevo come continuare

-Non serve che parli Gregorio lo so.- Si avvicinò al ragazzo e vidi le sue labbra sfiorargli l'orecchio.

-Ludovico, figlio mio, sappi questo, io ti ho sempre amato, non ti ho mai dimenticato anche se non ti ho cresciuto e ti ho visto solo ora. Posso dirti che sei diventato un ragazzo bellissimo, e soprattutto sono orgogliosa di te- gli accarezzava dolcemente il viso mentre sorrideva, poi si staccò e tornò nella sua stanzetta. E io pensai che Ludovico meritava di sapere la verità su sua madre, ora più che mai.

Dafne

Carlotta mi aveva fatto fare un giro della tenuta. Volta Stellata era davvero enorme.

-Il piano nobile è veramente grande - affermai guardandomi intorno.

-Madonna Elena ha fatto ampliare quest'ala della tenuta, soprattutto dopo il suo matrimonio con messer Federico.

-Ah capisco.

Non ero a conoscenza di come fosse il padre di messer Ludovico.

Però le voci che giravano in città su di lui non erano sicuramente lusinghiere.

Tuttavia qualcosa mi suggeriva che messer Ludovico non era come il padre. Secondo Carlotta il ragazzo assomigliava molto alla madre, madonna Elena che era scomparsa poco dopo la nascita del figlio. Era svanita nel nulla. La servitù al gran completo l'avevano cercata ovunque ma la la signora non era mai stata trovata. Molti pensavano che fosse morta, ma non Carlotta lei era convinta che Elena fosse da qualche parte non lontano da Volta Stellata che aspettava solo il momento giusto per tornare.

Forse aveva ragione, anzi sentivo che era così. Madonna Elena era viva.

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