ATTO VI - Amori delicati - Leonardo e Rosetta
Firenze 1548 , centro città, Nove mesi prima
Dafne
Quando raggiunsi Teresa alla carrozza notai che stava parlando con una ragazza più o meno della mia età, con i capelli castani dai riflessi ramati, vestiva un semplice vestito marrone, al braccio portava un cestino. Non vi era traccia di Ludovico, strano che non avesse mantenuto la promessa.
-Teresa - la chiamai.
La bambina alzò la mano per salutarmi mentre l'altra ragazza sorrise mentre mi avvicinavo.
-Dafne, lei è Rosetta, la figlia del cappelliere- sorrise Teresa.
-Piacere - sorrisi.
-Avete visto messer Ludovico? Era qui prima.
-Non lo so, quando sono uscita dal panettiere lui non c'era già più.
Rosetta sembrava pensare poi ci guardò seria.
-Mi è sembrato di vederlo correre verso Santa Maria del Fiore - spiegò lei.
Mi chiesi il motivo per cui se ne fosse andato così senza dire niente.
-Vedrete che tornerà presto.
Ludovico
Mentre aspettavo che le ragazze tornassero qualcosa o meglio qualcuno aveva attirato la mia attenzione.
Una bellissima donna dai lunghi capelli castani dai riflessi ramati, vestita con un semplice abito verde e un grembiule bianco, sul braccio destro aveva un cestino era davanti al negozio della frutta. Il suo aspetto aveva un aria familiare. Decisi di avvicinarmi, ma quando arrivai dal fruttivendolo lei non c'era più.
Scossi la testa pensando di averla immaginata, ma poi vidi un lembo del vestito che scompariva dietro ad un muro e decisi di andare in quella direzione, purtroppo per me si ripeté la stessa scena di prima, era scomparsa prima che arrivassi lì. Iniziavo a pensare di essere completamente impazzito.
-Figlio cosa ci fai qui? - Sobbalzai quando mi trovai davanti all'eremita.
-Voi mio signore?
-E chi se no?
-Cosa ci fate a Firenze? Se vi vedessero...
Mi poggiò una mano sulla spalla facendomi segno di tacere.
-Non mi vedrà nessuno tranquillo, non sono qui solo per farti vedere che so arrivare a Firenze sotto il naso dei Medici senza che loro mi vedano. Ma anche perché devo dirti delle cose importanti che riguardano tua madre.
-Mia madre?
Mi sfiorò il viso appena e quel tocco mi sembrò diverso dal solito,meno distaccato.
-Si ragazzo mio, il diario che ti ha dato il granduca è incompleto, non so dove siano le pagine mancanti, cercale e avrai alcune risposte. Ci sono verità che devi assolutamente sapere, ma ora vai le ragazze ti saranno preoccupate.
Mi battei una mano sulla fronte. Le ragazze! Mi ero completamente dimenticato di loro!
-Avete ragione devo andare-
-Si, ci vediamo domani sera all'una di notte, nel bosco al solito posto -
Annuii serio mentre facevo per andarmene.
-Avete per caso visto una donna? - Gli chiesi ma quando mi voltai verso di lui mi accorsi che non c'era nessuno, ero solo.
Tornai in fretta dalle ragazze e le trovai in compagnia di Rosetta e di quel briccone di Leonardo, il figlio e apprendista del fabbro, molto più bravo con le piante che con il ferro, innamorato di Rosetta da sempre.
-Siete qui Ludovico! - sorrise Teresa mentre Dafne mi guardava con una nota di rimprovero. Non potevo darle torto in effetti me ne ero andato senza dire nulla.
-Scusate, io non so cosa mi sia preso - Non volevo dare spiegazioni ma sperai che questo bastasse loro.
-Ciao Rosetta - le sorrisi.
-Buongiorno mio signore è bello vedervi - mi salutò la figlia del cappelliere.
-Come sta tua mamma?
-Meglio, la febbre è passata, adesso è tornata in negozio.
-E tu Leonardo? Non dovresti essere in bottega da tuo padre? - domandai.
Il ragazzo arrossì nascondendosi dietro il cappello marrone che teneva in mano.
-Si avete ragione, ma sapete che stare troppo chiuso in quella bottega mi soffoca - rispose il giovane.
-Tuo padre non la pensa così.
-È vero - Notai lo sguardo che si scambiarono Leonardo e Rosetta, era molto diverso da quello che mi sarei aspettato da loro. Avevo già visto uno sguardo del genere e conoscevo il sentimento che li legava.
Provavano qualcosa di forte uno verso l'altra. Il padre della ragazza ancora non aveva deciso chi sarebbe stato il marito della figlia ma Rosetta sperava fosse proprio Leonardo.
-Allora sarà meglio che torni in bottega, io e le ragazze torniamo a Volta Stellata -
Teresa e Dafne salirono in carrozza e io ripresi posto dove vi doveva essere il cocchiere e tornammo verso Volta Stellata. Come spesso mi capitava ero soprapensiero, l'eremita era apparso in città, senza che nessuno a parte me lo vedesse. Le sue parole mi avevano turbato.
-State bene, mio signore? - Domandò dopo un po' Dafne.
Stavo strigliando Bella quando lei era arrivata alle mie spalle.
-Si, tutto bene perché me lo chiedi? -
-Sembrate distratto -
Come aveva fatto a capirlo? La guardai senza comprendere.
-Non è niente, piuttosto voi come state?
Evidentemente non si aspettava quella domanda perché sospirò passandosi una mano tra i capelli dorati.
-Diciamo che fisicamente sto bene, ma non posso dire la stessa cosa emotivamente -
-Vi va di parlarne?
Annuì e io riportai Bella nella stalla e le feci segno di seguirmi, lei mi guardò stranita e lessi paura nel suo sguardo.
-Non vi farò niente, voglio solo parlare con voi.
Cercai di essere il più sincero possibile, non volevo spaventarla.
Un po' titubante la ragazza mi seguì. Ci inoltrammo nel bosco, dopo qualche minuto mi fermai al centro di una radura.
-Adesso mi dite cosa c'è che non va?
-Sapete che sono andata da Madama Laura de Luca.
-Certo.
-Ebbene lei mi ha detto che dovrei sposare l'uomo che ha preso la mia verginità.
-Trovo che non sia un suggerimento corretto...e poi non vi merita quell'uomo-
Non amavo i giri di parole e avevo deciso di essere schietto fino all'ultimo, lei mi guardò.
-E poi il mio istinto mi suggerisce che il tuo cuore è già occupato-
-Avete un intuito non sbaglia - Lei arrossì e io sentii come se il mio cuore fosse stato trafitto da un pugnale.
-Posso sapere il suo nome?
Vidi il suo sguardo illuminarsi e compresi che doveva essere importante per lei.
-Si chiama Isidoro Grande, è partito per Mantova in cerca di fortuna, mi ha scritto un sacco di lettere, alle quali ho sempre risposto, doveva tornare entro pochi giorni - mi spiegò Dafne.
-E ha trovato quello che cercava?
-Si, mi ha detto che voleva tornare per chiedermi una cosa importante, ma non so cosa rispondere, io non sono più pura! Quando lo verrà a sapere non vorrà più vedermi - Si prese la testa tra le mani preoccupata.
Le presi le mani sorridendole.
-Non penso che ti giudicherà per questo, se gli spiegherai cosa è successo, e poi c'è tempo-
-Avete ragione.
-Torniamo a Volta Stellata.
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