Antefatto
Firenze 2017, Boschi di Volta Stellata 23 agosto
Vittoria
La macchina di Davide sobbalzó di nuovo e io trattenni un gridolino spaventato.
Firenze svettava alle nostre spalle con la sua imponente silhouette, e mi sembrava strano che ci stessimo allontanando dalla città.
-Scusa, ma purtroppo la strada è sconnessa in tutti questi secoli nessuno ha pensato di asfaltarla.- brontoló il ragazzo con aria seccata.
-Tranquillo, non è un problema. -Sorrisi per cercare di toglierlo dall'imbarazzo.
Davide aveva i capelli rossi mossi, gli occhi azzurri e il corpo magro. Era uno dei discendenti degli Eynard Liliun, una nobile famiglia di Firenze, dei quali però si sapeva molto poco.
Io ero bassa, forse troppo non arrivavo nemmeno al metro e sessanta , avevo i capelli lunghi e lisci neri come la pece, gli occhi erano grandi e azzurri. Mi piacevano i jeans e le maglie colorate.
Davide era un ragazzo molto simpatico che, come me, aveva ventotto anni. Lavoravamo entrambi all'università di Firenze come insegnanti. Io scrivevo anche saggi e romanzi storici e insegnavo storia.
La famiglia Eynard Liliun era per me un autentico mistero, quando avevo conosciuto Davide e avevo capito che apparteneva ad essa lo avevo tempestato di domande sulla sua famiglia, ma lui mi aveva detto che c'erano segreti che non poteva certamente raccontare facilmente, mi aveva promesso però che lo avrebbe fatto in un luogo opportuno.
E quale luogo più sicuro se non la tenuta di Volta Stellata che si trovava fuori città e lontana da orecchie indiscrete?
-Senti Vivy, come mai sei così interessata alla mia famiglia? - chiese dopo un po' Davide.
-Perchè ci sono talmente tanti misteri che ruotano intorno alla tua famiglia che la mia curiosità si è risvegliata. Scusa se ti sono sembrata indiscreta.
Davide sorrise mentre oltre le chiome degli alberi si iniziava a vedere la sagoma di Volta Stellata.
-Ci siamo quasi. - affermò fiero lui.
Volta Stellata comparve davanti ai miei occhi come un miraggio, sembrava uscita da un romanzo del Cinquecento. La facciata era imponente, ma molto semplice, il tetto era a spiovente dalle tegole nere, due torrette svettavano ai lati della casa, grandi finestre si aprivano sulle pareti. L'edera fiorita si era arrampicata sui vari balconi. Sulle cime delle torrette svettava il simbolo degli Eynard Liliun. Il giardino era molto curato le rose erano fiorite e sembravano mostrare la loro corolla al sole di agosto.
-Ci siamo.
Era davvero incredibile, non avevo mai visto una tenuta, ma Volta Stellata superava ogni mia immaginazione.
-Questo è casa tua? - domandai incapace di dire altro.
-Diciamo che è la residenza estiva. Io tengo molto a questa tenuta non solo per la sua storia, ma anche per la sua posizione. È un bel posto e posso almeno vivere una vita normale lontano dai salotti letterari e dall'alta società. Come ben sai non amo la vita agiata, anche per questo lavoro. Non voglio vivere di rendita, mi annoierei a morte.- finì di dire il ragazzo mentre scoppiava a ridere.
Il suo entusiasmo mi contagió e scoppiai a ridere a mia volta.
-Chi vive qui oltre a te?
-A volte mia sorella Giorgia, ma per la maggior parte dell'anno è la mia di residenza. Ci sono pochi domestici, ma a me va bene così.
Sapevo che Davide non amava le formalità e non mi sorprendeva affatto che vivesse lì.
-Ma come mai si chiama Volta Stellata?
-Lo scoprirai presto.
Poco lontano dalla tenuta notai una piccola casa in stile settecentesco.
-Cos'è quella Davide?
Lui sorrise quando notò la casupola che stavo indicando.
-È la casa del custode. Quando non sono qui è lui che tiene d'occhio tutto e fa in modo che i cavalli abbiano il cibo e l'acqua e che la casa sia sempre in ordine. Se non fosse per il signor Alfredo Volta Stellata sarebbe in rovina.
-Hai detto cavalli?!
Io adoravo i cavalli. Da piccola seguivo un corso di equitazione, ma purtroppo avevo dovuto smettere per motivi di tempo.
-Sì, c'è una stalla dietro alla tenuta. Lì teniamo tutti i nostri cavalli. Alcuni anche vinto delle gare. Ma ora basta parlare. Siamo arrivati.
Davide parcheggió la sua Alfa Romeo Giulietta rosso fiammante nel retro della tenuta e poi mi fece strada all'interno.
Oltre il grande portone in legno finemente decorato vi era un immenso ingresso da cui partivano due rampe di scale che portavano ai piani superiori.
-Vieni con me, ora ti faccio vedere perché questa tenuta si chiama Volta Stellata.- dichiarò Davide mentre, tenendomi per mano mi portava al centro dell'atrio d'ingresso.
-Guarda su.
Alzai lo sguardo e...rimasi a bocca aperta.
Il soffitto a volta era completamente affrescato. Sembrava veramente di guardare il cielo pieno di stelle di una notte di agosto limpida e fresca.
-È bellissimo. Non ho mai visto niente di simile in tutta la mia vita. Non che abbia visto molte dimore nobiliari in tutti questi anni. - Mi schermii subito.
-Ehi, non ti preoccupare.
-Buongiorno signore è bello rivederla - dichiarò una donna sulla quarantina avvicinandosi.
Indossava un vestito blu coperto da un grembiule bianco, i capelli neri erano raccolti in una pratica coda, le mani le teneva lungo i fianchi. Il sorriso che ci mostrò era veramente cordiale.
-Lei è Serena, la governante, se non fosse per lei Volta Stellata non sarebbe così bella.
La donna arrossì, visibilmente in imbarazzo.
-Non dica così, signore, sa bene che ci tengo molto all'ordine.
Sorrisi per metterla a suo agio.
-Sa, signorina, è raro che il signor Davide porti qui delle ragazze quindi se qualche cameriera pettegola dovesse chiederle se è la fidanzata del signor Davide risponda di sì - sorrise Serena facendomi l'occhiolino.
-Serena - la rimproverò bonariamente Davide mentre la governante si allontanava ridendo.
-Vieni, ti faccio vedere la sala dei ritratti, ce ne sono due che devi assolutamente vedere.- dichiarò Davide in preda all'entusiasmo.
Mi trascinò oltre una porta che non avevo notato fino a quando non mi ci aveva trascinata.
Oltre vi era un lungo corridoio le cui pareti erano tappezzati di dipinti. I più antichi erano datati 1200.
-Questa è la sala dei ritratti, praticamente la storia della mia famiglia è tutta qui dentro, ma non solo.
Davide citó per nome tutte le persone che erano ritratte lì che ci guardavano con aria severa. Noi, figli del ventunesimo secolo, non potevamo essere nemmeno paragonati a quegli uomini e quelle donne dipinti lì. Le loro espressioni erano diverse alcuni sembravano a loro agio nel posare per i pittori, altri erano visibilmente irritati o a disagio.
Mi fermai davanti ad un ritratto che raffigurava un uomo sui trent'anni, dai capelli castani e gli occhi grigi.
Lessi la targhetta che recitava Federico Eynard Liliun.
Ricordavo quel nome, lo avevo letto su un libro di storia. Si narrava che fosse una persona che amava andare a donne e a grandi feste. Si sapeva veramente poco di lui.
-Messer Federico Eynard Liliun, signore di Volta Stellata e anche il più grande spendaccione che esistesse all'epoca, il ritratto risale al 1531, quando si sposò.- affermò Davide con una smorfia di disgusto. Non doveva ammirare molto il suo trisavolo.
Mi voltai verso di lui e accennai un sorriso.
-Non sei un suo ammiratore eh?
-Per niente, però sono un fan sfegatato di suo figlio, Messer Ludovico Eynard Liliun. L'uomo più coraggioso, forte e valoroso che esistesse. Lui risollevó la nostra famiglia dalla disgrazia.- rimasi veramente folgorata dalla descrizione fatta da Davide.
Non sapevo che Federico Eynard Liliun avesse avuto un figlio maschio.
-Accidenti sembra il principe azzurro delle fiabe. - dichiarai sperando di non offenderlo, ma Davide sorrise.
A volte mi chiedevo come faceva a non offendersi mai.
-Allora dimmi quali erano i ritratti che volevi farmi vedere? Perché io qui ne vedo molti.
-Ah sì, giusto, vieni qui.- dichiarò il ragazzo mentre mi avvicinavo.
-È lui Ludovico Eynard Liliun, l'uomo di cui ti parlavo.- affermò Davide indicando un ritratto.
-Cos'ha di così...- Non terminai la frase perché rimasi imbambolata davanti al ritratto.
Il dipinto raffiguarava un bellissimo ragazzo dai capelli rossi, il fisico allenato, vestiva una giubba nera, una camicia bianca e dei pantaloni neri. Ma la cosa che mi colpì più di ogni altra cosa furono gli occhi. Uno era azzurro, l'altro rosso, ma la profondità di quello sguardo era veramente ammaliante.
-È uno schianto pazzesco! - Quasi urlai per lo stupore.
-Bello vero? Ed era anche un grande uomo.
Non avevo dubbi su questo. Poi la mia attenzione si spostò su altri due ritratti. Entrambi raffiguaravano due fanciulle.
Una sembrava poco più che una bambina dai capelli castani e gli occhi dolcissimi. La seconda era di poco più grande i capelli erano biondi e gli occhi azzurri.
-Davide chi sono queste ragazze?
-La castana è madonna Cecilia, la prima moglie di Ludovico che morì di parto dopo il primo anno di matrimonio. La bionda è madonna Dafne, la seconda moglie di Ludovico.
-Le ha scelte bene. - ridacchiai.
-Vuoi conoscere la loro storia? - domandò con un sorriso luminoso Davide.
-Sono tutta orecchie.
-Però prima ti porto in un posto più adatto di questo.
Davide mi prese per mano e mi condusse fuori dalla sala dei ritratti. Salimmo le scale e mi portò in quella che doveva essere la biblioteca.
Una stanza enorme piena di libri antichi. Ci sedemmo dietro ad un grande tavolo in noce scuro e Davide mise davanti a me un libricino dalla copertina rosso fuoco con intarsi d'oro.
-Cos'è ?
-Questo è il diario di madonna Anna Eynard Liliun, l'unica figlia femmina di messer Ludovico. Ora tieniti forte, mia cara Vittoria, perché la nostra storia comincia una notte di gennaio del 1548 proprio qui a Volta Stellata...
Angolo autrice: Ci distacchiamo appena dalla trama principale^^ questo capitolo è un esperimento mi piaceva pensare che l'eredità di Ludovico fosse giunta fino ai giorni nostri. Che ne pensate di Davide e Vittoria? ;) posso solo dirvi che li ritroveremo :) spero che vi possa piacere :)
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